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La Lega dei Citroni: no look!

25 Novembre 2009

 

Ci risiamo, pensa Mourlino, la Lega dei Citroni, che palle, non posso cavare sangue dalle rape. Ma non può dirlo. Si gira verso la compagine nerazzurra e arringa: "Queste sono le sere in cui gli araldi danno fiato alle trombe, in cui tutto sembra ruotare intorno a noi e solo a noi, in cui uno stadio enorme gremito e interi paesi guardano solo noi; queste sono le sere in cui il cervello ti urla don’t look, non guardare, concentrati, gioca, segna, vinci; queste sono le sere in cui non conta nient’altro!". Tutti rimangono impressionati, pure noi che da casa non l’abbiamo sentita, ci sentiamo già trascinati nella giusta atmosfera: peccato che l’Olandesina non sia manco in panca, ma la formazione è quella che schiereremmo tutti, e forse per una volta ci crediamo. Ecco, sì, ci crediamo tutti.
Mentre i giocatori calcano il prato verde del Camp Nou un nanetto malefico si avvicina a ognuno dei nostri centrocampisti. Se avessimo potuto zoomare sulla situazione avremmo visto una cosa molto strana: lo gnomo catalano pallido ed emaciato sta distribuendo una specie di foto ai nerazzurri, poi li fissa negli occhi e le sue cornee si trasformano in opalescenti spirali di luce. Se avessimo potuto puntare un microfono avremmo sentito le seguenti frasi: "La vedi questa? Ecco è l’unica palla che vedrai durante tutta la partita, don’t look around, non guardarti intorno tanto non ne vedrai altre; perché tu sei un cinghiale, ripeti con me, tu sei un cinghiale". E uno dopo l’altro il Pelato, la Statua di Sale, il Capitano e financo il Drago hanno ripetuto con lui: "No Look, Io Sono un Cinghiale", infilandosi la foto sotto la maglietta rimirandola di tanto in tanto come un tanto agognato miraggio. La cavalcata impetuosa che tutti presagivamo nel nostro destino nerazzurro collettivo è finita lì.
Per novanta minuti l’unico No Look che abbiamo visto non è stato un passaggio di uno dei nostri eroi, né degli avversari azulgrana, ma solo quello di noi spettatori impegnati a non guardare lo scempio che ci si parava davanti. Ma se sui centrocampisti è pesata l’ipnosi del malefico folletto, sul Colosso diventato uno gnomo piccino piccò, sul Muro trasformato in una tenera tela di ragno bucherellata, su Crystal tornato il buco con il difensore intorno, non pesa nient’altro che il quintale di cacca che si sono ritrovati nelle mutande (forse contagiati da un virus di cui i mediocampisti sono storicamente portatori, così come confermato dall’odierna prestazione).
Di undici indomiti cavalieri gli spettatori riescono a vederne solo quattro accompagnati da sette spettri. Il Leone si salva ma dopo gli errori in fase di conclusione se fossimo il Presidente gli decurteremmo istantaneamente lo stipendio, nonostante la tanta corsa e la tanta qualità messa in campo a differenza dei fantasmi con cui si è trovato a calcare il rettangolo verde. Il Principe esibisce tanta generosità, ma difficile che questo basti nel calcio. L’Acchiappasogni ha fatto quello che poteva e l’Orco è l’unico a non aver smarrito la sua identità in una nottata orrenda. Nonostante tutto ciò per la quinta volta in cinque partite nella Lega dei Citroni al decimo minuto siamo sotto di un gol, un dato statistico imbarazzante e senza appello; e al venticinquesimo di due. Poi tutti decidono che basta così. Non ci sono cambi che tengano e l’ingresso della Trivella Fotonica all’ottantesimo è una specie di bandiera bianca come la nostra maglia da trasferta issata di fronte ai Campioni d’Europa e futuri Campioni del Mondo.
La sconfitta brucia, ma brucia molto di più l’inguardabilità della nostra squadra, la pavidità di giocatori che fanno i gradassi solo dentro le mura di casa sciogliendosi in una marea di maleodorante liquame semisolido quando sentono le trombe degli alfieri citroniani. Nessuno pretendeva di sbancare il Camp Nou, ma di giocare la partita senza timori reverenziali e sullo stesso piano degli avversari blasonati questo sì. Invece sia noi tifosi che qualcun altro si dovrà rendere conto che il problema non è l’allenatore. Ora, come ogni interista sa, ci attendono tre gare durissime, l’ultima delle quali sono pronto a scommettere sarà in bilico sul filo del rasoio fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero in uno stadio mezzo vuoto dopo l’ennesima figura di merda nel salotto buono del mondo calcistico. Don’t Look, non guardare, è una vergogna. E l’onta la paghiamo anche noi. Bastardi.
 

Categorie:spalti e madonne Tag:
  1. scarph
    25 Novembre 2009 a 16:10 | #1

    sempre a piagne!
    http://www.romainweb.com/…oalsenzafrontiere3.jpg

I commenti sono chiusi.