La Coppa dei Cachi: palcoscenici e cinghiali
Era una notte buia e tempestosa… come dite? Non c’era tempesta? E’ vero, non c’era tempesta, ma vi assicuro che stasera al Meazza per gli ottavi di finale della Coppa dei Cachi faceva un freddo letale. Ma come si suol dire: mani fredde, cuore caldo, e così i 2000 spettatori che si sono accalcati a San Siro (di cui circa 3 paganti) hanno dimostrato di che pasta è fatto il vero tifoso. E’ anche vero che la Coppa che porta il nome del glorioso paese in cui viviamo meriterebbe palchi ben più rinomati di quello in cui si è giocato la partita… Che ne so, perché non giocare all’Arena Civica?
In ogni caso, intabarrati come omini Michelin (ooops, Pirelli) e surgelati come pinguini durante l’Era Glaciale, i coraggiosi che si sono presentati allo stadio e i pavidi che hanno seguito il match da casa, alla lettura della formazione hanno pensato di essere sul set di Ritorno al Futuro: le soluzioni con i giocatori scelti da Mourlino sono solo due, ed entrambe decisamente distopiche. Io al volo pronuncio la parola magica: stasera si gioca con il vianema, nella versione ungherese del 3-2-3-2.
Poi ci penso bene e penso che la crociata medievale di Mou non può tornare così indietro nel tempo: Calimero stasera gioca terzino sinistro, mossa controbilanciata dalla grande esperienza di Giulietto Mastino Donati all’esordio come terzino destro. Al centro della difesa l’Orco e Crystal reduce da alcune delle sue peggiori prestazioni di sempre. In mezzo al campo grande qualità ed esperienza: Barbalbero-Drago-Statua di Sale-Olandesina Volante. Davanti Supermario fa coppia con King David.
I grandi palcoscenici, si sa, ci esaltano, e per questo diamo vita a una partita che finalmente posso guardare con il sorriso sulle labbra, nel senso che la tensione è inesistente: d’altronde da un lato c’è la squadra attualmente campione del paese dei cachi, anche se rimaneggiata, e dall’altra c’è una delle più probabili candidate alla serie cadetta, ingombrata da parecchie seconde linee e nutrita nei giorni precedenti al match di soli cinghiali interi arrosto. Solo così si possono spiegare le forme giunoniche di Mozart, Rivas e Lucarelli. Francamente imbarazzante.
I futuri retrocessi non vedono mai la biglia, praticamente in tutta la partita, e nel primo tempo si segnala praticamente solo un quasi gol dell’Olandesina e un quasi gollissimo del Drago, oltre a un numero imponderabile di scivolate di King David. Il cui ruolo è a questo punto chiaro: interpreta la Miseridordia nel grande affresco mourliniano.
Il secondo tempo recita lo stesso copione, arricchito di pinguini e di un golasso dell’Olandesina, e da un numero imponderabile di scivolate di King David.
Che dire, facciamo alcune valutazioni: è stato commovente vedere l’ultima partita di King David con la maglia nerazzurra, ma dopo quello che ha combinato dubito che rivedrà mai più il campo con i colori mourliniani; è stato stupendo scoprire che Calimero come terzino è meglio di Crystal, segno che forse il rumeno deve un po’ riposare o ritornare in ruolo al centro della difesa; è stato bellissimo gridare per tutta la partita verso il giovane Mastino, che ha meritato di esordire, e vedere uomini del calibro di Barbalbero, dell’Olandesina, del Drago e di Supermario onorare la partita fino in fondo (quest’ultimo addirittura sacrificandosi in copertura, è veramente imprevedibile i momenti che sceglie per maturare).
E’ stato sorprendente scoprire di non essere morti assiderati alla fine dei novanta minuti e se non ci fosse stato quell’obeso di Lucarelli sull’ultima palla avremmo rischiato di dover subire anche la tortura artica dei supplementari. Domenica farà ancora più freddo, ma questa volta sarà una partita vera. Occhio.