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Blood’s a Rover – Il Sangue è randagio – La Storia è umana

29 Marzo 2010

 

Ho appena finito uno dei miei regali di compleanno, il nuovo romanzo di Ellroy, a detta di tutti il migliore dai tempi di American Tabloid. E in effetti hanno ragione questi tutti, dato che il libro è una bomba atomica in pieno territorio americano, ma non solo. Una fucilata alle ideologie da un lato e all’umanità dall’altro. 

Lo stile è immenso: non penso ci sia una frase più lunga di una riga in tutto il testo. Non c’è necessità di orpelli: è tutto trama, è tutto immediatezza, è tutto percezione, emozione, oggetto. Non sono necessarie mille parole per descrivere alcunché riguardi la realtà e gli uomini. Veloce, avvolgente, attorcigliato su sé stesso: il narratore, la storia, il contesto sono tutti vittime degli stessi aggettivi per descriverli. Novecento pagine senza una pausa di riflessione, senza il tempo di pensare, senza il tempo di decidere. 

Ellroy disseziona un quinquennio della storia americana e mondiale in cui lo scontro tra chi credeva ancora in una rivoluzione possibile e chi la osteggiava come l’Apocalisse era senza esclusione di colpi, in cui ogni azione era giustificabile in nome di una Causa o della repressione di un’Idea. Ci trascina nelle vite di bianchi e neri, di rossi e neri, permea lo scontro dell’umanità che lo ha generato e che ci domina, e così facendo lo annulla. Ne esce un affresco totale sull’umanità della Storia e di quanto viviamo, su quanto le nostre vicende altisonanti siano frutto di sentimenti ed emozioni, di calcolo e di avidità, ma sempre alla fine – e fino in fondo – del nostro essere umani. 

Le ideologie sono morte, al momento hanno lasciato il posto alle loro macerie e a uno schermo che ne proietta il riflesso riempiendo la vita della maggior parte delle persone di esistenze fittizie e virtuali. Ma l’umanità è ancora lì che cova, e prima o poi esploderà in tutta la sua terribile bellezza. E noi troveremo nuovi nomi da darle e nuove Idee per catalogarla, ma alla fin fine se non sapremo intuire l’umano – troppo umano – torneremo al punto di partenza. 

Voto: 9

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