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La Lega dei Citroni: cortine

1 Aprile 2010

 

Mourlino manda in campo come previsto un 4-2-3-1 abbastanza equilibrato: preferisce il Capitano d’Acciaio a sinistra per contrastare l’ottimo Krasic e un Matrix versione Mondiale per annullare Necid, mentre in mezzo da fiducia al vitello del Drago e alle geometrie del Pelato. Davanti dentro tutti e pedalare.
Il CSKA schiera sul campo tre cortine: un muro di gomma in porta, un muro d’acciaio in difesa e un muro di cespugli in grado di allungare a volte rami e spine a centrocampo. Davanti un palo, Necid appunto.

Il primo tempo noi subiamo i soliti dieci minuti di effetto musichetta mortifera: il Capitano si fa irridere più volte da Krasic, mentre il Colosso sgretola il muro d’acciaio che opponiamo alle folate vegetali delle loro ali con troppe iniziative individuali fini a se stesse. E’ più forte di me: mi fa incazzare vedere un giocatore che potrebbe essere il migliore in campo cercare solo highlights e sollucheri personali, anche quando ha un compagno a tre metri in posizione migliore. Il Drago ha il vitello mannaro come al solito e fatica a prendere le misure, ma non soffriamo: se fino ad oggi comunque avevo dei dubbi sul senso del termine Fabbri Medianacci, stasera ho capito tutto. Fine primo tempo: CSKA 15 falli, di cui uno assassino su Wesley, noi 7. Giochiamo un primo tempo modesto con molti errori dovuti a poca concentrazione e pochissima grinta davanti. Non va.

La ripresa vede un Inter priva del famoso vitello, smaltito l’effetto malefico ingegnerizzato dai nostri nemici giurati, e il CSKA scompare dal campo. Le cortine salvano i sovietici da un’imbarcata di gol, insieme alla sfiga che ci contraddistingue in sto periodo e alla scarsa ferocia negli ultimi 16 metri: il Principe ci prova da ogni angolazione fino a trovare il gol, sigillando una grandissima gara; la Pantera – a dire il vero un po’ imprecisa – sfiora due volte il gol, con il primo tiro che viene salvato sulla linea in acrobazia da un maledetto russo; il Leone si fa rimpallare svariati tiri, assiste, crossa, ne combina di tutti i colori, ma non riesce a buttarla dentro, facendosi addirittura parare un tiro incredibilmente dalla schiena del Pelato; l’Olandesina addirittura mette a sedere tutti – dopo aver qualche azione prima addirittura fermato un contropiede avversario con uno stop letteralmente di culo – e poi incredibilmente di destro spara sull’esterno della rete dopo aver spiazzato il portiere; anche il Drago – a grandissimi livelli nei secondi 45 minuti – e il Pelato sfiorano il gol da fuori; addirittura pure Matrix di testa. Allucinante. Il gol di Necid su assist in pallonetto all’80esimo e rotto sarebbe una beffa ingiusta. Infatti ci pensa Julione, stasera finalmente attento. 

Purtroppo finisce solo 1-0 e c’è da mangiarsi le mani, ma c’è anche di che essere orgogliosi per la prova complessiva della squadra. Dopo i primi 30 minuti siamo saliti in cattedra e non siamo scesi più, a conferma che in questo periodo giochiamo bene, anche se raccogliamo meno di quanto meritiamo. Mourlino ha ragione, lo dicono i fatti. La vecchia Inter d’Europa resiste solo i primi dieci minuti di molte partite e a volte rischiamo di pagarli cari, ma i restanti 80 minuti sono un altro mondo. Il tour de force ora continua: non c’è tempo per pascersi di questo risultato. Tra meno di tre giorni c’è di nuovo la Serie di Oz. 

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