Archivio

Archivio per la categoria ‘movimenti tellurici’

E’ uscita la quarta e ultima parte di Novecento e Uno, il racconto di blackswift ispirato ai fatti di catania

8 Aprile 2007 3 commenti

 

Oggi, dopo due settimane di gestazione (il mio socio è una persona impegnata) è uscita finalmente la quarta e ultima parte del racconto di blackswift ispirato ai fatti di Catania. Questa parte comprende gli ultimi capitoli (dal 13 al 19) che includono un viaggio nel mondo degli Uffici Reperti dei tribunali, un cimitero, salme, cadaveri, autopsie, e la verità sul golpe del temutissimo Grossolani, futuro premier in barba al suo passato indiscutibilmente fascista.

A breve sul sito di blackswift troverete anche una prestigiosa versione in PDF di Novecento e Uno con alcuni allegati per chi ha la memoria corta. Ringraziamo anche i vari siti di malati di mente che hanno deciso di dare visibilità al racconto, tanto per evitare di guardare gli eventi che ci circondano ogni giorno sempre da una sola prospettiva, quella più banale, più facile, quella che vorrebbero propinarci sempre come l'unica possibile.  

Prosegui la lettura…

Continuano i processi a Genova

7 Aprile 2007 1 commento

Come avrete notato sono uscito da una fase di totale carenza di tempo per scrivere sul blog a una fase in cui invece ho qualche decina di minuti per tediarvi con le mie parole. C'erano un po' di cose in ballo che ovviamente non farò in tempo a scrivere:  ad esempio la vicenda di Di Ciesco che ha recentemente ammesso di aver concordato l'eutanasia con Moana Pozzi, che anche da morta continua a essere una delle figure più interessanti ed educative della realtà italiana degli anni ottanta e novanta, o come i recenti sviluppi delle inchieste di Catania sull'omicidio di Raciti, o ancora le cariche della Polizia Italiana nei confronti dei tifosi del Manchester, primo succoso frutto del decreto antiviolenza appena approvato.

In compenso voglio cogliere l'occasione per invitarvi a leggere le trascrizioni delle ultime udienze del processo Diaz e del processo ai 25, a Genova, ultimi scampoli delle vicende legali legate al g8, che si avviano a vedere una conclusione (mia ipotesi, ovviamente) entro la fine dell'anno.

Nel processo contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, tre testimoni della difesa (che avevano dato il loro nome e la loro disponibilità a testimoniare nell'immediatezza dei fatti) sono venuti a raccontare che due degli imputati (dipinti come autentiche ire d'iddio dai poliziotti che li hanno arrestati e che hanno sequestrato come molotov una bottiglia di plastica in cui c'era la benzina per il motorino, con tanto di coraggio di venire a raccontare anche in aula che "le molotov si possono fare anche con una bottiglia di plastica") sono in realtà stati abbattuti letteralmente mentre giravano in  vespa, picchiati selvaggiamente a terra, arrestati e accusati di resistenza e lesioni, nonché di porto di armi da guerra. Va da sé che questi due imputati sono colpevoli solo di girare a dare un'occhiata per la città in preda agli scontri e alle manifestazioni, e che la loro vicenda (che potrebbe pure concludersi con una condanna per assurdo) rappresenta bene che cosa siano capaci di fare le solerti forze dell'ordine quando devono coprire le loro malefatte (e ho il tremendo sospetto che la conferenza stampa di Serra dopo i fatti di Roma Manchester alla ricerca dell'unico seggiolino lanciato come scusa per poter pestare a sangue un bel po' di inglesi, tanto poi una volta tornati a casa chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato, sia un esempio altrettanto eclatante).

Su questo filone ben si inserisce la vicenda della Diaz, alle quali anche i sinceri democratici non negano il supporto (si tratta d'altronde in questo caso di poveri ragazzi pestati e non di pericolosi facinorosi da cui prendere sempre le distanze come nel caso del precedente processo). Alla Diaz tutti sappiamo come è andata  ormai, e fortunatamente la battaglia con la storia l'abbiamo vinta, almeno in questo caso: le forze dell'ordine avevano disperatamente bisogno di un'operazione spettacolare per tenere in piedi un minimo di credibilità. Usando come scusa una presunta aggressione a una pattuglia che passa al di fuori delle scuole dove è ospitato il mediacenter, decidono un'operazione ai sensi dell'art. 41 TULPS (il TULPS è il regolamento di pubblica sicurezza voluto da Arturo Bocchini e dal Duce per dare mano libera alla polizia durante il fascismo, e le sue norme sono ancora quelle più usate dalla polizia per le attività che non voglio far passare sotto gli occhi di un magistrato, dato che il TULPS da facoltà di intervento istantaneo e autorizzazione a posteriori).

Una volta arrivati alla scuola, il super addestrato VII nucleo del I Reparto Mobile di Roma, guidato da Vincenzo Canterini e Michelangelo Fournier, guidano l'irruzione e il pestaggio di tutti gli occupanti sui quattro piani della scuola Diaz, dove la gente stava già in gran parte dormendo. Contemporaneamente irrompono anche nel media center, per il quale non era disposta nessuna operazione, nel tentativo di evitare testimonianze filmate e fotografiche. Non ci riescono e la cosa sfugge loro di mano. Presenti sul posto ci sono tutti i più alti funzionari della polizia italiana, se si escludono il capo della Polizia De Gennaro e il suo vice attuale (all'epoca con altro incarico) Antonio Manganelli (nome profetico). 

Purtroppo per loro non trovano nulla di sostanzioso (qualche passamontagna e qualche disegno, uno striscione, ma nulla di "serio"). Decidono quindi, facendosi filmare da primo canale, di portare dentro la scuola un sacchetto celeste al cui interno vi sono due molotov trovate nel pomeriggio su corso italia, e di addossarle agli occupanti. Ovviamente qualunque persona sana di mente si chiederebbe in ogni caso se due molotov appoggiate in un angolo di una scuola dove passavano migliaia di persone giustifichino il massacro di 93 manifestanti, ma viviamo pur sempre nel paese in cui alle critiche di un governo straniero si risponde "Giù le mani dalla Polizia!" (Libero, giovedì 5 marzo 2007). In ogni caso il gotha della polizia italiana è costretto a falsificare le prove per giustificare l'intervento ai sensi dell'art. 41 TULPS, ma la cosa viene a galla e adesso i firmatari del verbale di sequestro si ritrovano a subire un processo per falso ideologico e calunnia, oltre che per lesioni.

Questa settimana è venuto in aula un certo Pasquale Guaglione, un funzionario della PS che comandava le cariche in corso italia sabato 21 nel pomeriggio, sotto gli ordini del dirigente Piccolotti. Guaglione in aula e precedentemente ha riconosciuto senza esitazione le molotov presentate durante la conferenza stampa della polizia del 22 luglio sui fatti della Diaz come le molotov che lui trova in un cespuglio durante le cariche. La sua testimonianza è la prova definitiva contro Gratteri, Luperi, Mortola, Calderozzi, e compagnia varia. GLi avvocati della difesa hanno dimostrato quanto pesante fosse questa testimonianza passando il loro controesame cercando di rimestare nel torbido del passato e della psicologia di Guaglione (che sempre uno sbirro è… alla fine dei conti… e quindi come tutti gli sbirri non proprio pulito e limpido), senza mai entrare nel merito della sussistenza del suo riconoscimento. TUtti sanno che quando si è alle corde si cerca di distrarre l'avversario, ma questo di solito è il segno più significativo di debolezza.

A questo punto al processo mancano i testimoni delle difese (che non capiamo perché non verranno indagati a loro volta), l'eventuale esame degli imputati, e gli ultimi testimoni dell'accusa: dall'ex questore di Genova, ad Andreassi (ex numero due della polizia), passando per De Gennaro. Sarà molto molto molto succoso.

Prosegui la lettura…

Revocato l’obbligo di firma a sette tra i condannati per i fatti dell’11 marzo

30 Marzo 2007 Commenti chiusi

 

Nuntio Vobis Gaudium Magnum: oggi sette persone tra i condannati per i fatti dell'11 marzo (a 4 anni per devastazione e saccheggio, fanculo a Basilone) hanno visto revocare la misura che li affliggeva sin dal giorno della sentenza. Dopo sette mesi di galera preventiva infatti, si sono visti obbligati due volte alla settimana a firmare nei commissariati di pertinenza. Oggi finalmente la misura, almeno per i sette assistiti dall'avvocato Mazzali, è stata revocata e quindi i ragazzi e le ragazze possono dirsi completamente liberi/e. Ovviamente questo consentirà agli avvocati degli altri condannati di fare la medesima richiesta con la ragionevole certezza di veder scomparire la misura anche per quanto li riguarda.

 FIGATA! 🙂

Prosegui la lettura…

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Prime impressioni su Manituana

24 Marzo 2007 8 commenti

 

Ho appena terminato di leggere l'ultimo libro di Wu Ming, Manituana. Il libro è molto bello, molto ben scritto. Sembra essere destino che io incontri sulla mia strada in questo periodo narrazioni di miti senza epica, ordinarie storie di trasformazioni epocali, straordinari racconti sugli esseri umani.

Manituana parla della fondazione della cultura americana, del suo primo vagito, la rivoluzione di indipendenza, e di ciò che ha significato per tutto quello che il continente americano era stato prima di quell'evento. Manituana vuole essere una storia contro la storia, ma ho la sensazione che invece sia una storia sulla storia.

Wu Ming sono esperti: colpiscono duro subito, in modo da portarti nel territorio inesplorato del racconto, dell'immedesimazione nei personaggi e nei loro antagonisti. Non penso di essere un soggetto a digiuno di versioni culturalmente poco diffuse della storia del mondo, ma devo dire che l'incipit del romanzo ha colpito anche me.

Siamo abituati ad associare profondamente la rivoluzione d'indipendenza americana con la rivoluzione francese, a collegarle all'idea di una rivoluzione contro la tirannia monarchica e per l'avvento degli uomini liberi. Ritrovarti al centro di una storia che riporta questa visione propagandata con forza da anni e anni di studio della storia classico nelle scuole italiane, sui giornali, nella nostra cultura "mainstream", a quello che è, ovverosia una storia di guerra, di culture che scompaiono, di uomini che distruggono quello che temono o quello che bramano, è uno shock culturale abbastanza forte da strapparti dalla tua quotidianità e calarti nella narrazione.

Mentre leggi Manituana senti le tue abitudini culturali che si tendono, cercando di ricondurre il racconto che stai leggendo agli schemi a cui sei abituato, fino a che ti rendi conto che quello che stai assaporando non è nient'altro che qualcosa di più autentico della storia dei libri di tutta la tua infanzia. Manituana è una storia sulla storia, su come plasma la nostra cultura, la nostra visione di quello che è stato e di quello che non è stato, dei buoni e dei cattivi, di ciò che difendiamo e di ciò che condanniamo. Per me Manituana è stato un viaggio tra gli uomini, per scoprire quello che conosciamo già: che la guerra non ha un volto umano, che il sangue non dimentica, che gli uomini sono creature abiette ed egoiste, ma allo stesso tempo capaci di sogni incredibili.

L'unico rischio nell'attraversare una storia come Manituana è perdersi nella nostalgia di ciò che si è perso, in un languido esistenzialismo che ha già fatto troppe vittime tra chi si mette in gioco e tra chi vi rinuncia ancora prima di provarci. Ma se il romanzo è una storia sulla storia, la sua lettura è un percorso di formazione, di godimento del presente e di determinazione a lottare per un futuro che sia diverso da quello già designato dai nostri libri delle superiori.

 

Adesso devo solo aspettare il 19 aprile per fare i complimenti a Roberto di persona. Sperando che come mi ha promesso abbia letto il libro e mi faccia una recensione meno lusinghiera ma altrettanto onesta di questa :))))

Per il resto invito tutti a leggere il libro e ci penso ancora un po'. Anche se come al solito dal confronto nascono le discussioni più interessanti sul significato delle cose, libri inclusi.

 

 

Prosegui la lettura…

Cesare Battisti e gli esseri umani

20 Marzo 2007 1 commento

Da quando è arrivata la notizia dell'arresto di Cesare Battisti ho cercato il tempo per poter scrivere qualcosa di sensato sulla cosa, o meglio di recuperare online tutto il materiale necessario per dare una visione completa del problema, in mezzo al can can mediatico che affossa le notizie reali per agitare spauracchi e spauracchietti, nella speranza che non si notino i fatti.

Ieri sera Le Iene hanno riproposto una vecchia intervista "botta e risposta" con Battisti, in cui per la prima volta l'ex militante (sua definizione) viene lasciato rispondere senza cercare di trasformare le sue parole in una auto accusa o in una condanna di un periodo storico che tutti si stanno affrettando a seppellire nonostante la profonda speranza che ha rappresentato (nonostante le cose terribili che vi sono avvenute).

Allora con la prode collaborazione del mio esperto di anni 70 preferito mi sono messo a recuperare un po' di materiali e invito tutti a leggerli. Giova infatti ricordare che Cesare Battisti non è stato arrestato per aver ucciso nessuno, ma per quel concetto introdotto dalle leggi speciali e chiamato concorso morale che anche recentemente sta venendo usato per condannare le 25 persone accusate per i disordini di genova nonché le 18 persone condannate per venti minuti di baruffa stupida in Corso Buenos Aires l'11 marzo 2006.

Fortunatamente persone più preparate e capaci di me hanno già scritto tutto quello che c'è da scrivere, ma sarebbe interessante capire perché nessuno si preoccupa di dare visibilità anche a questa faccia della medaglia oltre al ghigno giustizialista di Mastella e compagnia, interpreti finalmente della vendetta delle Istituzioni contro uno dei tanti che ha sempre pensato, come me, che esse siano la gabbia con la quale si impedisce ai mondi possibili di realizzarsi per paura, prima che per avversione.  

Viene solo da dire di nuovo, senza falsi pudori: Corri, Cesare, Corri! 

Prosegui la lettura…

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Domani comincia il processo per la mayday 2004, centomila sovversivi

15 Marzo 2007 Commenti chiusi

Il 16 marzo 2007 è l’anniversario di uno dei giorni più orribili della storia recente di Milano: la notte di quattro anni fa Dax veniva assassinato da tre nazistelli dalla rissa facile (e con un cane di nome Rommel) in zona ticinese, nel sud di Milano. Lo scherzo del destino ha fatto sì che da quell’anno ogni anno il 16 marzo diventasse sinonimo di qualche altro evento meritorio dell’appellativo quantomeno di sgradevole nella storia del movimento milanese.
Quest’anno tutto sommato è toccato a qualcosa che elargisce qualche sorriso: il processo a 28 persone per fatti risalenti alla Mayday Parade 2004 (a cui sono state accorpate altre 4 persone denunciate per il vetusto “manifestazione non autorizzata” per un presicio sotto san vittore in solidarietà di Marta, Milo, Orlando, all’epoca detenuti per un’altra storia assurda targata magistratura di genova). La cosa divertente però sono in effetti le accuse mosse agli imputati: in pratica l’accusa principale è quella di aver partecipato a una manifestazione eversiva dell’ordine economico dello Stato.
Ora a prescindere dal fatto che sovvertire il presente ordine economico è un onore, oltre a non essere un reato credibile, vorrei che il pm e i giudici spiegassero a centomila persone che scambiarsi figurine degli imbattibili è considerata un’azione eversiva se svolta di fronte all’ingresso di un grande magazzino, tra i pochi che quel giorno decisero di rimanere aperti e non onorare la festa dei lavoratori e delle lavoratrici.

Alcuni link
Mayday 004
Il pericoloso materiale sovversivo

Comunicato e convocazione di una conferenza stampa per il 16 marzo 2007 davanti al tribunale

Prosegui la lettura…

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Terza parte di Novecento e Uno

14 Marzo 2007 Commenti chiusi

 

Novecento e Uno, il racconto di blackswift ispirato ai fatti di Catania e a un po' di sano complottismo vede la sua terza parte pubblicata oggi. Siamo in dirittura d'arrivo e i segni di un'epoca scura si fanno sempre più espliciti….  🙂

Prosegui la lettura…

Maggiori dettagli sul sequestro del militante dell’MTD Lanus: Carlos saprebbe riconoscere uno dei suoi rapitori

5 Marzo 2007 Commenti chiusi

A voi la traduzione del secondo comunicato sul sequestro e la simulazione di fucilazione di Carlos, un militante dell'MTD di Lanus e del Fronte Popolare Dario Santillan (trovate qui il primo comunicato).

 

Lunedì 5 marzo 2007
Comunicato Stampa

Dettagli circa il sequestro, interrogatorio e simulazione di fucilazione di Carlos Leiva

"Credo di poter riconoscere uno dei rapitori", ha affermato il nostro compagno di fronte alla giustizia. Protesta al Ministero dell'Interno e convocazione dello Spazio Memoria, Verità e Giustizia

Questa mattina Carlos Leiva, sequestrato per 7 ore lo scorso venerdì 2 marzo nella Capitale e interrogato circa le sue attività sociali e politiche come membro del MTD – Fronte Popolare Dario Santillan, ha presentato attraverso i propri avvocati una denuncia al Tribunale Federale numero 5 della Capitale Federale, nella persona del Dr. Oyarbide e alla Procura numero 5 nella perwsona dei dottori Comparatore e Ebers, nella quale sollecita essere riconosciuto come querelante. Nella denuncia, il nostro compagno ha specificato maggiori dettagli circa il suo sequestro, affermando:

"Dopo un certo tempo che mi trovavo nell'edificio dove mi tenevano prigioniero è arrivata una nuova persona che si è diretta verso di me, mi ha tolto il cappuccio e comincia a dirmi che lo conosco. Questa persona non era una delle tre che mi avevano portato nell'auto perché la sua voce era diversa da quella delle altre. 'Guardami, se sai chi sono, mi conosci, non fare il coglione', mi diceva mentre mi passava un'arma che ho riconosciuto essere una piscola lungo il volto sotto il mento, su un lato e sull'altro del volto mentre mi ripeteva di guardarlo, dato che lo conoscevo. Io tentavo di tenere la faccia verso il pavimento per timore che se lo avessi guardato in faccia mi avrebbero fatto qualcosa, ma in seguito alle manovre che questa persona faceva con l'arma sulla mia faccia ho dovuto muovere la testa e per un attimo ho avuto una visione chiara di chi era. Qualche ora dopo, quando ero più calmo mi è parso di riconoscere il viso, e l'ho posto in relazione con una persona con cui ho avuto una discussione durante la mobilitazione del 26 febbraio ad Avellaneda. Nel tempo in cui sono stato senza cappuccio non mi sono guardato molto intorno, però ho potuto vedere che c'erano altre persone nel posto, due o tre in quel momento, con la testa coperta con cappucci e che l'auto con cui mi avevano portato lì era parcheggiata dentro l'edificio."

Nella denuncia Carlos racconta anche il momento più drammatico, quando hanno simulato la sua fucilazione:

"Dopo altro tempo che non potrei quantificare, un'altra persona mi si avvicina, mi leva dalla sedia e mi mette in ginocchio. Sento che dice: 'E' finita. Il capo mi dice di farti fuori, sarai il secondo desaparecido'. In quel momento per la disperazione mi sono messo a gridare e non ho sentito altre cose che mi ha detto, ma ho sentito la corsa della canna dell'arma e il rumore del grilletto più volte sopra la mia testa. Dopo di ché la persona mi dice: 'Mi sa che questa non funziona, dammi l'altra'. Prende un'altra arma e dice: 'Però non facciamolo qui, facciamolo nell'altro posto'. Mi rimettono in auto, usciamo dall'edificio e giriamo per qualche tempo, forse una mezz'ora."
Nella denuncia completa di Leiva e dei suoi avvocati presentata oggi, si chiede in pratica che si "ordini al Ministero dell'Interno e al Ministero della Sicurezza della Provincia di Buenos Aires di inviare foto e nomi degli agenti di polizia o dei servizi che sono stati impiegati con la funzione di partecipazione nelle operazioni durante la mobilitazione della nostra organizzazione del 26 di febbraio 2007 ad Avellaneda". Carlos Leiva crede di poter riconoscere la persona che si è mostrata a viso scoperto durante il suo sequestro come uno dei presunti agenti di polizia in borghese con i quali sia lui personalmente che altri compagni hanno avuto una forte discussione durante quel corteo per la commemorazione degli assassinii di Dario Santillan e Maximiliano Kosteki.

E' molto preoccupante che di fronte alla gravità istituzionale e alla pubblicità che hanno assunto i fatti, dal governo nazionale non si sia mostrato il minimo interesse per gli eventi. L'unica dichiarazione del Ministero dell'Interno che al momento è stata rilasciata è la risposta alle domande di diversi operatori dei media con un "no comment". Ricordiamo al Ministro dell'Interno, il Dr. Anibal Fernandez, che anziché vegliare per la sicurezza degli abitanti di questo paese, con la sua attitudine di diniego di questi gravi fatti non sta facendo altro che aumentare il velo di impunità che nasconde questi e altri fatti che continuano ad accadere: la sparizione di Julio Lopez, la mancanza di indagini circa il sequestro di Luis Gerez, oltre al rapimento del militante di HIJOS avvenuto mesi fa nella capitale, al caso simile accaduto a Venado Tuerto, l'attacco contro militanti del Movimento Evita di un anno fa, nella stessa zona del Commissariato 30 della capitale dove venerdì è stato sequestrato e liberato Leiva, come anche le innumerevoli minacce che si susseguono senza che NESSUNA SIA STATA INDAGATA E SENZA CHE I RESPONSABILI DI NESSUNO DI QUESTI FATTI SIANO STATI INDIVIDUATI O IMPUTATI DI ALCUNCHE'.

Sappiamo che i gravi fatti vissuti dal nostro compagno Carlos Leiva non sono diretti né specificatamente a lui né alla nostra organizzazione, ma sono parte di una serie di azioni che tendono a seminare terrore in tutto il tessuto sociale e nelle organizzazioni popolari, e come Fronte Popolare Dario Santillan chiediamo a tutti di partecipare alle riunioni per l'organizzazione dello Spazio Memoria Verità e Giustizia. In quella sede, durante l'organizzazione delle attività per il prossimo 24 marzo, uniremo la denuncia di questo caso alla denuncia degli altri casi, perché tutti insieme si possa decidere cosa fare concretamente per fare sì che le richieste di chiarezza su tutti i fatti trovino una risposta.

La prossima riunione dello Spazio Memoria, Verità e Giustizia è martedì 6 marzo, alle 18.30 presso i locali della Federacion de Asociaciones Gallegas, Chacabuco 955, Capitale Federale.

Chiediamo che il Governo Nazionale identifichi gli agenti in borghese impiegati per infiltrare le mobilitazioni; chiediamo anche che questa pratica illegale cessi immediatamente

Sentenza e Condanna per tutti i repressori di ieri e di oggi!

Ritorno immediato e in vita di Julio Lopez!

Indagini per tutte le intimidazioni e le minaccie contro i militanti popolari!

**LAVORO DIGNITA' E CAMBIAMENTO SOCIALE**
Dario Santillan, Maximiliano Kosteki e tutti i caduti nella lotta, presenti!

Fanno parte del Fronte Popolare Dario SantillaN:
Gran Buenos Aires: MUP de Quilmes, Fcio. Varela, Alte. Brown y La
Matanza, MTD Lanus, MRV 26 de junio, MTD Lomas, MTD "Dario Santillan" Alte.
Brown, Centro Popular Agustin Tosco, MTD "La Verdad" de Guernica, Coop. de
Trab. Rurales de San Vicente, Coop. de Trab. Solidarios, FTC de Ezeiza, MTD
de Ezeiza, MTD "Javier Barrionuevo" de E. Echeverria, MTD La Canada, CTD
"Trabajo y Dignidad" de Fcio. Varela, Agrup. de trabajadores "Herramienta"
de Ezeiza, Mov. de Trabajadores Comunitarios de Lujan.
La Plata- Berisso- Ensenada: MUP de La Plata y Veronica, MTD de La Plata, MTD de Berisso, COPA La Plata (AULE, Cambium, MUECE, El pelo de Einstein, Minga, Idea), Red de Comercio Justo, Grupos educativo-infantil Juanito Laguna y Tiburones y
Mojarritas, Agrup. de trabajadores "La Fragua".
Rosario: Frente Santiago Pampillon – El Grito, CTD "Anibal Veron".
Capital Federal: MTD "Dario Santillan", MTD Lugano, Centro Cultural Tupac Amaru, Agrupacion Territorial Companeros.
Tucuman: Coord. de Organizaciones Barriales Autonomas.
Mar del Plata: Mov. Universitario de Base "Dario Santillan", Solidaridad
Antimperialista Latinoamericana.
Rio Negro: MTD "Dario Santillan" de Cipolletti.
Formosa: MUP de Ibarreta

Prosegui la lettura…

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Sequestrano, interrogano e simulano la fucilazione di un militante dell’MTD di Lanus (Buenos Aires)

4 Marzo 2007 Commenti chiusi

Riporto il comunicato dell'MTD Fronte Popolare Dario Santillan sul sequestro di Carlos, un militante dell'MTD di Lanus, un compagno e un amico mio come anche di Dario, un incredibile militante che è stato assassinato nella stazione di Avellaneda nel Conurbano Sur di Buenos Aires dopo un corteo in cui la polizia scatenò gli scontri per cercare di arrestare il ciclo di lotte che stava sconvolgendo l'Argentina e tutto il mondo. Non è bastato ammazzare Dario, che anzi è diventato per tutti un monito a non mollare mai.

Attraversare i cortei in ricordo di Dario e Maxi, un altro giovane militante assassinato in quello stesso giorno (in cui Carlos fu ferito proprio mentre era in strada con Dario), è un'esperienza che è difficile raccontare, che ti fa tornare i brividi anche anni dopo, e che per me è forse uno delle emozioni che ogni tanto mi richiamano alla necessità di non mollare mai, di non dimenticarsi mai che esistono dei motivi profondi per cui si continua a lottare, che vanno spesso al di là della nostra vita.

L'esperienza dei Movimenti di Lavoratori Disoccupati (MTD) in Argentina è una di quelle realtà politiche e sociali che ti fanno sperare che il clima di deriva culturale che viviamo ogni giorno nelle strade delle nostre città qui in Itlaia venga spazzato via da qualcuno che conosce ancora il significato di dignità, cambiamento sociale e lotte popolari. Dopo che sono tornato dall'Argentina ho pensato spesso di tornarci, ma qualcosa mi ha sempre trattenuto, la voglia di provarci anche nel luogo dove sono nato e cresciuto, di capire se le persone che mi stanno intorno vogliono anche loro cambiare qualcosa oppure se sta bene loro così com'è. In questi ultimi mesi sabbatici o quasi dalla politica, ho pensato spesso di tornare a Lanus, e non è escluso che accada.

Intanto continuo a osservare l'indifferenza con cui  si osserva quello che accade altrove, non ravvisando nell'esperienze del Latino America o dell'Africa qualcosa che speriamo presto sconvolgerà la nostra comoda e adeguata vita da primo mondo.

 

Sabato 2 marzo 2007
Comunicato Stampa del Movimento dei Lavoratori Disoccupati – Fronte Dario Santillan

SEQUESTRANO, INTERROGANO E SIMULANO LA FUCILAZIONE DI UN REFERENTE DEL MTD-FRONTE DARIO SANTILLAN. DOPO SETTE ORE DI CALVARIO VIENE LIBERATO.

Ieri, venerdì 2 marzo, mentre si dirigeva a una riunione dei delegati del MTD-Fronte Popolare Dario Santillan nella zona di Costitucion, Buenos Aires, Carlos Leiva, dell'MTD di Lanus, è stato sequestrato. Il fatto è avvenuto poco dopo le 12:00 a pochi isolati dai locali del nostro Movimento verso i quali si stava dirigendo il referente, ad opera di tre persone che lo hanno costretto a salire in una Polo grigia con i vetri polarizzati. I sequestratori lo hanno tenuto prigioniero in una stanza che sembrava essere un laboratorio disabitato, dove lo hanno legato a una sedia e lo hanno interrogato sulla sua attività politica, domandando chi siano i “capi” della sua organizzazione e i “responsabili” delle mobilitazioni, chiedendogli se voleva essere un guerrigliero, se volesse che la sua faccia apparisse di fianco a quella di Santillan, riferendosi ovviamente al giovane militante assassinato nella stazione di Avellaneda, compagno di militanza politica di Carlos. Durante l'interrogatorio i sequestratori hanno dimostrato di conoscere molto bene i movimenti di Carlos negli ultimi giorni. Carlos ha raccontato, dopo essere stato liberato, che i rapitori erano gente preparata, che riceveva e faceva continuamente chiamate al telefono nelle quali parlavano della situazione del sequestrato. Carlos non è stato picchiato ma, dopo un lungo interrogatorio senza risposte da parte del referente del nostro movimento, uno dei rapitori lo ha costretto a mettersi in ginocchio e gli ha detto: “Sarai il secondo desaparecido. Il capo dice che ti dobbiamo far fuori, quindi ormai per te è finita”, premendo più volte il grilletto di un'arma scarica posta a contatto con la sua testa. Dopo circa sette ore durante le quali questo tipo di situazioni si sono verificate più volte, lo hanno rimesso sull'auto e dopo vari minuti di tragitto lo hanno buttato per strada nei dintorni di Villa 21 a Barracas. In pochi minuti, Carlos è stato aiutato da alcune persone del luogo ai quali Carlos ha chiesto di essere portato a Lanus. Nel tragitto verso la fermata dell'autobus, un poliziotto di strada ha notato la situazione di Carlos e si offerto di accompagnarlo al Commissariato 30 per esporre denuncia, cosa che il referente ha fatto. La denuncia è stata registrata presso il Commissariato 30 nella notte.

La lettura del Movimento di Lavoratori Disoccupati (MTD – Fronte Popolare Dario Santillan) fa propria l'analisi di Carlos Leiva, ritenendo i fatti in continuità con gli incidenti che si sono verificati durante l'ultima mobilitazione alla Stazione di Avellaneda del 26 febbraio ad opera di infiltrati della polizia in borghese nel corteo della nostra organizzazione. Ogni 26 del mese ci mobilitiamo alla Stazione di Avellaneda per ricordare Dario e Maxi, reclamando una sentenza per i responsabili politici del loro assassinio. In quest'ultima occasione i compagni del nostro movimento hanno identificato due persone che avevano visto altre volte tra le fila della polizia, vestiti in borghese, che camminavano all'interno della manifestazione cercando di portarsi nelle prime linee della stessa, dove venivano prese le decisioni circa lo svolgimento del corteo. Una volta individuati, è stato chiesto loro di identificarsi, richiesta alla quale i soggetti hanno risposto con aria di sfida e minaccia, allontanandosi però dal corteo. Il nostro compagno Carlos è stato uno di quelli che hanno discusso con queste persone, “servizi segreti”, per obbligarli a lasciare la manifestazione. Durante la sua prigioni, nel momento in cui è stato a viso scoperto, uno dei rapitori lo sfidava ad alzare lo sguardo dicendogli: “se sai chi sono, non fare il coglione, guardami, non mi conosci?”.

QUESTO INCIDENTE NON E' UN FATTO ISOLATO. Mentre il Ministro Anibal Fernandez si vanta di non mandare poliziotti armati alle manifestazioni, sono tornati di moda gli infiltrati in borghese appartenenti alle diverse forze dell'ordine e ai diversi servizi segreti, con la funzione di idenficare i referenti delle organizzazioni popolari durante le varie proteste, aizzare e, come è successo in altre occasioni come davanti al Municipio di Buenos Aires, generare situazioni che diano l'avvio all'intervento repressivo della polizia e all'arresto di militanti popolari. In particolare le proteste ad Avellaneda e al Puente Pueyrredon sono state segnate in maniera evidente e grossolana da queste provocazioni, proprio dal giorno in cui il ministro Anibal Fernandez ha esposto il suo progetto per “liberare il ponte dalle proteste dei piqueteros”, attraverso l'uso della Gendarmeria e dei Servizi.
In questo caso la situazione acquisisce una maggiore gravità dal punto di vista istituzionale: questi agenti dei servizi dimostrano decisione, competenza e impunità circa l'esecuzione di sequestri, interrogatori e simulazione di fucilazioni di una persona, ripercorrendo i metodi della AAA, godendo di piena libertà d'azione nel mezzo della Capitale Federale, situazioni che il governo insiste a definire come episodi che appartengono al passato, ma che purtroppo continuano a ripetersi nel presente con protagonisti forze che il governo dovrebbe essere in grado di controllare.
Ovviamente la metodologia con cui si è realizzato questo nuovo fatto si può spiegare solo con l'impunità di cui godono i sequestratori di Julio Lopez, che risulta tuttora desaparecido, e la grottesca impunità per coloro che hanno sequestrato il compagno Luis Gerez, un caso in cui il governo affermò di sapere esattamente cosa fare e chi ne fossero i protagonisti, ma che alla fine è risultato coperto da un mantello insondabile di impunità. La stessa impunità che si evidenzia nella mancanza di indagini circa le decine di minacce che pesano sui militanti di organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani come HIJOS a La Plata e molte altre.

Carlos Leiva, 34 anni, è il principale referente sociale del Barrio La Fe, dove vive da quando è nato. Lavora in un forno comunitario del movimento ed è delegato del MTD del Fronte Popolare Dario Santillan da 6 anni. La sua attitudine impegnata lo ha portato a essere protagonista sia dri relazioni istituzionali come la difficile udienza con l'intendente di Lanus Quindimil, come delle mobilitazioni, come ad esempio il corteo del 26 di giugno 2002 dove è stato ferito dalle azioni di polizia comandate da Fanchiotti. E' stato testimone della causa contro quest'ultimo, e parte civile della causa che chiede di indagare e condannare i responsabili politici del Massacro di Avellaneda, identificandoli nell'ex Presidente Duhalde e nell'attuale deputato del Parlamento Juan José Alvarez tra gli altri.

Come Fronte Popolare Dario Santillan affermiamo con forza che queste azioni, più che raggiungere il loro obiettivo di distruggere le organizzazioni popolari e disarticolare le lotte per un futuro migliore, ci danno più forza per continuare nelle nostre battaglie. Sia Carlos Leiva che i suoi compagni e le sue compagne abbiamo già resistito alle minaccie dopo gli scontri sul Puente Pueyrredon del 2002, nonostante le quali siamo arrivati a un processo con condanne esemplari per gli assassini di Dario e Maxi. Ora continueremo a denunciare le azioni di gruppi repressivi e dei servizi segreti che agiscono contro il popolo, e a lottare giorno dopo giorno per un paese di giustizia e uguaglianza.

Allo stesso modo facciamo sapere che se la causa davanti alla giustizia arriverà a un processo, insieme al Dr. Pandolfi che difende Carlos Leiva, noi ci costituiremo parte civile per spingere ad accellerare le indagini. Di fronte a questo atto gravissimo, che sappiamo essere legato alle provocazioni di agenti dei servizi infiltrati nelle mobilitazioni dell'ultimo 26 di gennaio, esigiamo che il Governo identifichi gli agenti infiltrati nella manifestazione stessa. Esigiamo inoltre le azioni illegali da parte delle agenzie di sicurezza dello Stato cessi immediatamente.

SENTENZA E CONDANNA PER TUTTI I REPRESSORI DI IERI E DI OGGI!
RIDATECI VIVO JULIO LOPEZ ORA!
INDAGINI PER TUTTE LE MINACCIE E LE INTIMIDAZIONI CONTRO I MILITANTI POPOLARI!

Fanno parte del Fronte Popolare Dario Santillan:
Gran Buenos Aires: MUP de Quilmes, Fcio. Varela, Alte. Brown y La
Matanza, MTD Lanus, MRV 26 de junio, MTD Lomas, MTD "Dario Santillan" Alte.
Brown, Centro Popular Agustin Tosco, MTD "La Verdad" de Guernica, Coop. de
Trab. Rurales de San Vicente, Coop. de Trab. Solidarios, FTC de Ezeiza, MTD
de Ezeiza, MTD "Javier Barrionuevo" de E. Echeverria, MTD La Canada, CTD
"Trabajo y Dignidad" de Fcio. Varela, Agrup. de trabajadores "Herramienta"
de Ezeiza, Mov. de Trabajadores Comunitarios de Lujan.
La Plata- Berisso- Ensenada: MUP de La Plata y Veronica, MTD de La Plata, MTD de Berisso, COPA La Plata (AULE, Cambium, MUECE, El pelo de Einstein, Minga, Idea), Red de Comercio Justo, Grupos educativo-infantil Juanito Laguna y Tiburones y
Mojarritas, Agrup. de trabajadores "La Fragua".
Rosario: Frente Santiago Pampillon – El Grito, CTD "Anibal Veron".
Capital Federal: MTD "Dario Santillan", MTD Lugano, Centro Cultural Tupac Amaru, Agrupacion Territorial Companeros.
Tucuman: Coord. de Organizaciones Barriales Autonomas.
Mar del Plata: Mov. Universitario de Base "Dario Santillan", Solidaridad
Antimperialista Latinoamericana.
Rio Negro: MTD "Dario Santillan" de Cipolletti.
Formosa: MUP de Ibarreta
 

Prosegui la lettura…

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Quasi mi dimenticavo l’unico anniversario che celebro

3 Marzo 2007 Commenti chiusi

 

Correva l'anno 2001, mese terzo, giorno terzo: nasceva autistici / inventati. Per i nostri sei anni un giorno di eclissi di Luna non poteva che essere indicato. Sono commosso 🙂

 

Prosegui la lettura…

Categorie:jet tech, movimenti tellurici Tag: