I nerazzurri scendono in campo per fare passerella insieme ai viola, in una specie di rimpatriata in onore di Toldo autore di 9 stagioni con entrambe le maglie. Formazione con scelte inedite, ma tutto sommate non fuori di senno: matrix fa una delle sue ultime apparizioni al meazza, chivu torna a calcare il campo, in mezzo kharja e coutinho. Di fronte una fiorentina già in vacanza da un mese, è più che sufficiente per vincere in scioltezza.
In una partita del genere si possono fare solo alcune valutazioni individuali: Julio Cesar si conferma in buone condizioni, ma non reattivo come un tempo; Maicon è in vacanza ma è anche comprensibile; Ranocchia con di fianco Matrix fa quel che può, mentre quando entra Lucio continua a confermare la mia sensazione che non sia una coppia ben assortita, terminando la partita con un acciacco al ginocchio che ce ne priverà mercoledì purtroppo; Chivu né carne né pesce, come sempre del resto. In mezzo al campo: Zanetti sta mostrando stanchezza, ma come fargliene una colpa? Invece Kharja mostra perché non è il caso di riscattarlo: tante cose di livello decente, ma tantissime cose sbagliate con poca testa; Cambiasso davanti alla difesa si conferma nel suo ruolo ideale anche quando è in fase presepe.
La vera nota positiva è la prestazione di Coutinho: io continuo a pensare che non debba essere mandato in prestito ma fatto crescere ancora un paio di anni da noi, per poi decidere. Ovviamente la società farà il contrario regalandone la metà per prendere quel mezzo giocatori di Montolivo o il terzino non terzino più sopravvalutato del mondo Criscito, e per ripagare il mezzo cartellino 15 milioni tra due anni. Il suo gol mi ha rallegrato la giornata.
Davanti il Pazzo fa quello che sa fare (gol) ed Eto’o pure (caricarsi la squadra sulle spalle e portarla alla vittoria; peccato che non abbia fatto il 34esimo gol eguagliando il record di ronaldo). Peccato non aver potuto dare 10 minuti a Samuel in campo oltre che in panchina perché sarebbe stato il regalo più grande per tutti i tifosi.
La partita di oggi sancisce la conquista del terzo obiettivo stagionale (il posto diretto in Champions League per l’anno prossimo, dopo il Mondiale per club e la Supercoppa Italiana) a fronte di tre falliti (la Supercoppa Europea, l’evitare le figure di merda in CL e il battagliare fino all’ultimo per lo Scudetto): una stagione da sei meno per ora, ma per la quale avremmo firmato tutti qualche anno fa. Ormai siamo diventati di bocca troppo esigente per il campionato italiano. L’estate ci dirà se la società intende continuare a primeggiare o tornare a veder vincere gli altri.
Inter in campo con i gladiatori di sempre più un samurai sulla fascia sinistra e un redivivo Drago a centrocampo, redivivo si fa per dire. Le scelte di formazione ci rimarrà sempre il sospetto che le facciano il Capitano e il futuro allenatore. Oggi non si può scherzare dopo il passo falso a casa dei ladri di sempre.
Partiamo bene, come spesso accade, e un tocco di Camporese toglie attribuendosela la gioia del gol a Mototopo. Come succede troppo spesso l’Inter cessa di giocare nel momento stesso del vantaggio, la viola perde Santana per infortunio e Sinisa è obbligato a schierare Ljajic che gli cambierà la partita in meglio. Mutu gioca la sua miglior partita e anche altri interpreti non scherzano. Sulla sponda nerazzurra Maicon sembra tornato il Facocero Indolente dell’inizio dell’anno scorso, e a centrocampo la benzina è davvero poca: anche da volante il Cuchu non è la Volpe Azzannatrice di una volta, il Drago è più ingolfato di un Garelli fermo da vent’anni, e il Furetto Olandese gioca più o meno da solo, peraltro per larga parte del match decentrato sulla sinistra in una posizione inspiegabile. Il Capitano da solo non può correre per tutti. Dai e dai riusciamo a prendere il gol. E la Fiorentina chiude anche in attacco i restanti 15 minuti del primo tempo.
Nella ripresa ci aspettiamo un cambiamento d’atteggiamento, ma evidentemente c’è un problema fisico perché è chiaro che ci manca fiato, dinamismo e lucidità in mezzo al campo. Fortunatamente il Facocero si sveglia un attimo e anche Mototopo prende coraggio nonostante l’ostentata indifferenza dimostratagli da Wesley. La viola conosce benissimo questa fase delle nostre partite, aspetta, resiste a infila due o tre contropiedi in cui rischiamo l’imbarcata. Ci vuole l’invenzione del Leone che si beve letteralmente Camporese e scodella al centro per un Pazzo Wrestler che infila alle spalle di Boruc il gol del definitivo 2-1.
Nei restanti 20 minuti, ancora con in campo i soliti 11 spompati e sull’orlo di ennesimi infortuni muscolari, potrebbe succedere di tutto: Big Mac corre più in questa partita che in tutta la sua carriera all’inter; Wesley ovviamente sente tirare muscoli troppo stressati al rientro da un infortunio (ma guai a fare solo un tempo o a lasciar giocare qualcun altro); il Drago gioca 86 minuti (!!!!); e il Leone rischia di fare un gol in coast to coast che non vediamo dai tempi di Berti a Monaco di Baviera. Lottiamo fino all’ultima goccia di sangue e sudore per portare a casa i tre punti e ci riusciamo. Ma una fatica immane.
Certo: è vero che noi incontriamo gli avversari quando recuperano forma e giocatori; è vero che siamo stanchi e abbiamo giocato sempre; ma è anche vero che le scelte di formazione mi paiono più orientate a soddisfare l’orgoglio di qualcuno che a valutare l’effettiva funzionalità a tutta la squadra dei giocatori e del loro stato di forma. Ed è anche vero che giochiamo veramente a sprazzi, come se ci ricordassimo solo ogni tanto di che squadra siamo. In Europa non basterà. E probabilmente neanche in Italia, come abbiamo già dimostrato con le doppie sconfitte contro squadre a strisce bianconere. Io sono felicissimo per i tre punti. Fondamentali. Però non ci si può nascondere dietro un dito. Che i ragazzi e Leopardo guardino in faccia la realtà e cerchino di fare le scelte più intelligenti e razionali. Grazie.