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Posts Tagged ‘San Precario’

Stati Generali della Precarietà 2.0 in Fornace a Rho

13 Gennaio 2011 Commenti chiusi

Quello che stai leggendo è un invito a partecipare agli Stati generali della Precarietà 2.0. Una due giorni di dibattiti, workshop, proposte su lavoro, precarietà e diritti, che segue le prime animate assemblee dello scorso ottobre. In soli tre mesi le controriforme dell’Università, il Collegato Lavoro, e gli accordi di Mirafiori e Pomigliano d’Arco hanno peggiorato un quadro già buio per la maggioranza dei cittadini.
I precari hanno il dovere di ribellarsi! Costruiamo insieme un punto di vista precario!
Inventiamo e proponiamo nuove forme di azione contro i ricatti aziendali. Pretendiamo un nuovo stato sociale fatto di cittadinanza, eguaglianza, rispetto dell’uomo.

Gli Stati generali 2.0 saranno composti da seminari, assemblee aperte, ricerche e workshop per scambiare idee e tattiche legate al tema della precarizzazione del lavoro. Proponete un workshop o un intervento per condividere l’idea, la pratica, la campagna che volete costruire!

Per info più dettagliate sui diversi workshop: www.precaria.org

Sabato Mattino (10-13)

Sabato Pomeriggio (14-15.30)

Sabato Pomeriggio (15.30-17.30):

Sabato Pomeriggio (17.30-20)

Domenica Mattina (10-12)

Domenica Mezzogiorno (12-14):

Domenica pomeriggio (15-17)

  • Plenaria conclusiva

h. 17

  • Riunione redazione “Quaderni di San Precario
  • Presentazione del libro “Cricca economy. Dall’Aquila alla B2, gli affari del capitalismo dei disastri” di Bonaccorsi Manuele – Nalbone Daniele – Venti Angelo

Per proposte o domande scrivi a statigenerali@sanprecario.info

Dopo la prima riunione degli Stati Generali, i detentori dei privilegi si opposero alle proposte formulate dalla maggioranza, spaventati dal loro numero. Dopo tre mesi di stasi, e con una crisi economica che non accennava diminuire, i rappresentanti del Terzo Stato proclamarono l’Assemblea nazionale e si trasferirono nella Sala della Pallacorda. Lì giurarono che non si sarebbero mai più separati, e che si sarebbero riuniti ovunque lo richiedessero le circostanze al fine di eliminare per sempre i privilegi dei signori.

Buon anno Milano

5 Gennaio 2011 2 commenti

Neanche il tempo di iniziare un nuovo anno e Milano presenta subito il conto. Mentre sul piano nazionale la cosiddetta sinistra si allea con la destra per fare un sacco di rumore per una mancata estradizione (cooptando ragazzini che probabilmente non saprebbero neanche declinarti il significato dell’acronimo PAC), contemporaneamente dando mandato al suo luminare Pietro Ichino di spiegarci perché Marchionne non sta distruggendo secoli di conquiste fatte col sangue dei lavoratori, ma modernizzando lo stantio panorama industriale italiano (con i soldi dello Stato e delle nostre tasse, ovviamente, ma senza alcun processo democratico che lo abbia investito di questo eventuale ruolo), a Milano ci viene servito l’ennesimo sgombero. La Fornace di Rho, dove San Precario ha un suo sportello per i lavoratori e da cui negli ultimi anni sono partiti importantissimi percorsi di mobilitazione contro l’Expo 2015, le speculazioni edilizie ad essa collegati e i soprusi nei confronti degli abitanti di Rho e zone limitrofe, viene sgomberata senza che il Comune o la proprietà facciano alcuna pressione in tal senso (almeno ultimamente, dato che la giunta ha i giorni contati e la proprietà ha un piccolo problema di amianto da risolvere prima). Considerate le recenti collusioni della Ndrangheta con le “necessità” edilizie in quel della Nuova Fiera, e che la Polizia risponde alla Questura e quindi agli Interni, le parole recentemente spese (con maggior competenza questa volta) da Saviano per incalzare il Ministro Maroni su che cosa stia facendo per la criminalità organizzata infiltrata al Nord assumono tutto un altro significato.

Fortunatamente i ragazzi e le ragazze della Fornace non si danno facilmente per vinti, e nella serata di ieri hanno risposto allo sgombero con un corteo di un migliaio di persone tra cui oltre ai militanti milanesi e limitrofi spiccavano signore e signori di mezza età, abitanti di Rho che con gli occupanti hanno condiviso le mobilitazioni contro la rimozione delle fermate del treno fondamentali per i pendolari o contro i soldi che il Comune di Rho sarà costretto (forse) a pagare per il mancato guadagno di speculatori collusi (in pratica siccome il PGT non è stato approvato chi doveva guadagnarci ha fatto causa al Comune e pretende un risarcimanto! Siamo in Italia, non vi stupite che qualcuno ritenga di avere il DIRITTO di speculare!). E alla fine del corteo, una nuova occupazione, dove precarie e precari organizzeranno il 15 e 16 gennaio la seconda puntata degli Stati Generali della Precarietà. Vi attendiamo numerosi.

A Natale San Precario ti regala la Causa!

21 Dicembre 2010 Commenti chiusi

E con questo fanno tre. Ihih.

Dopo Animal Precario, Blues Precario

13 Dicembre 2010 Commenti chiusi

Dopo il video Animal Precario, ecco la chicca del Blues Precario! Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

Il Collegato Lavoro e il mondo della scuola: corsi e ricorsi

5 Dicembre 2010 Commenti chiusi

Lo sapevate? Care Precarie e Precari della scuola, secondo una norma europea e moltissime sentenze, è vostro diritto ottenere

  1. gli stipendi dei mesi di luglio ed agosto per ogni vostro contratto annuale con scadenza al 30 giugno
  2. gli scatti di anzianità biennali pregressi (come li hanno i precari di religione!) calcolati su tutti gli anni di lavoro
  3. un “risarcimento danni”, e tutte le differenze retributive, dopo tre anni di contratto a tempo determinato al 31 agosto, come se foste a tempo indeterminato.

Sorpresi? Nessuno ve lo aveva detto? Complicità e silenzi sono stati troppi in questi due decenni precari, ma non è il momento di indicare i colpevoli tra i partiti e i sindacati: è il momento di cercare la rivincita.

MA SUBITO. Perché il 24 novembre è iniziato il conto alla rovescia: il Collegato Lavoro obbliga ad impugnare entro 60 giorni tutti i contratti atipici (compresi i vostri contratti a termine, collaborazioni a progetto, somministrazione etc.). Si tratta di  un maxicondono per chi ha abusato di lavoro precario. Chi non impugna entro il 23 gennaio 2011 non potrà mai più rivendicare i diritti di cui sopra.

Quindi non ci resta che impugnare e, ATTENZIONE: non si tratta di fare causa subito, ma di interrompere la decadenza, una sorta di “prescrizione” dei diritti di cui sopra.

Come? Basta mandare una lettera al Ministero della Istruzione secondo le istruzioni che vedete in allegato. Poi avrete tempo di decidere con calma se volete fare causa ed eventualmente quale, e di rivolgervi agli avvocati del Punto San Precario.

Un buon consiglio: per due anni i maggiori sindacati, nessuno escluso, non hanno mosso un dito per bloccare il collegato lavoro, ora tutti corrono a proporvi di fare causa ovviamente con loro e ovviamente se vi tesserate… Lo sportello San Precario invece non chiede tessere o compensi di sorta. Un pool di avvocati è a disposizione per informazioni, consulenze e chiarimenti. Come tanti lavoratori e tante lavoratrici (di Linate, Malpensa, della Tnt, di Mondial, delle cooperative sociali, della Bocconi, del teatro la Scala, di Omnia service, di Wind, e di decine di altre aziende, grandi o piccole) possono confermare ciò che ci anima è un sano e profondo odio verso chi precarizza e una profonda solidarietà verso chi è precario come noi.

Alcune volte per trattare con il Ministero della Istruzione, bisogna trattarlo male: inondiamoli di valanghe di impugnazioni e cause.

Leggete gli allegati (uno per impugnare gli scatti di anzianità e uno per i risarcimenti relativi ai contratti a tempo determinato), modificate e poi spedite, che vi rispondano come dovrebbero o meno potrete in seguito fare causa, altrimenti no. Per qualsiasi chiarimento San Precario risponde

  1. ogni giorno, in orario d’ufficio in via Lamarmora 44 (Milano) MM Gialla fermata Crocetta
  2. il giovedì dalle 18.00 presso SOS Fornace a Rho Via San Martino 20 (vicino alla stazione ferroviaria)

Per appuntamenti scrivete ad info at sanprecario.info. Info e documenti su www.precaria.org

Diffondete il più possibile questa lettera, San Precario sia con voi.

[repost] Quel che resta del diritto al lavoro

12 Novembre 2010 Commenti chiusi

Nel silenzio generale indotto dalla crisi permanente di governo è stato approvato un documento che rende se non vane, molto più difficili le cause contro i datori di lavoro che abusano dei contratti di lavoro atipici per schiavizzare i propri dipendenti. Riposto l’articolo che è uscito su precaria e che è già molto chiaro di suo.


Collegato Lavoro: mutismo e rassegnazione?

Precari per sempre: il nuovo ‘collegato’ lavoro

Il condono tombale per le imprese che utilizzano lavoratori precari è diventato legge di stato con la firma del Presidente Napolitano e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. E’ la legge 183/2010 che in 18 pagine modifica fortemente l’attuale disciplina del diritto del lavoro per i lavoratori precari e i neoassunti.

Ecco i punti salienti della riforma:

a)      Per quanto riguarda le controversie di lavoro non vige obbligo di effettuare un tentativo di conciliazione, ma è possibile rivolgersi immediatamente all’autorità giudiziaria, a meno che non si decida di impugnare dinanzi al giudice un contratto di lavoro certificato. In questo caso, infatti, il tentativo di conciliazione presso la commissione che ha emesso l’atto di certificazione è obbligatorio.

b)      Permane inoltre la possibilità di accedere immediatamente alle procedure arbitrali, nei casi e con le modalità previste dai contratti collettivi. L’arbitrato sarà disponibile in due forme alternative: durante il tentativo di conciliazione promosso presso la Direzione Provinciale del Lavoro, dove è la commissione di conciliazione a costituirsi in collegio arbitrale su richiesta delle parti; davanti al collegio costituito a iniziativa delle parti, con un rappresentante per ciascuna di esse e un presidente scelto di comune accordo. Infine, nei casi l’arbitrato davanti alle commissioni di certificazione dovranno essere queste stesse a istituire camere arbitrali proprie.

c)  Viene introdotta la     “certificazione” da parte dell’organo pubblico dei contratti di lavoro, con funzione di certificare la validità degli stessi nonché l’effettiva volontà del lavoratore a stipulare quel determinato contratto. Con la “certificazione” vi sarà la possibilità di inserire nel contratto una clausola c.d. compromissoria con la quale le parti  devolveranno le eventuali e future controversie ad appositi collegi arbitrali sottraendole al giudizio alla magistratura ordinaria.

d) L’obbligo di impugnazione, entro i 60 giorni dalla ricezione della relativa lettera e/o comunicazione, dei provvedimenti di licenziamento (ora anche quelli verbali e quelli intimati nell’ambito delle tipologie contrattuali atipiche, oltre che per effetto di cessazione di rapporti di lavoro a termine, per disdetta oppure per interruzione in seguito alla scadenza temporale), con l’ulteriore obbligo di deposito dei relativi ricorsi giudiziali entro i  successivi 270 giorni. Tali termini saranno vincolanti anche in tutti i casi cui il lavoratore voglia agire per ottenere l’imputazione di un determinato rapporto ad altro soggetto rispetto a quello che formalmente risulta il datore di lavoro (es. contratti di lavoro interinali). Mentre è fissato a 60 giorni il termine entro il quale rivolgersi al giudice in caso di rifiuto dell’arbitrato o di fallimento della conciliazione.

e)  La previsione dì una indennità risarcitoria a carico del datore di lavoro in tutti i casi in cui il termine apposto al contratto dovesse essere ritenuto nullo da parte del giudice. L’indennità in questione va da un minimo di 2,5 mensilità ad un massimo di 12 mensilità, da applicarsi anche  ai giudizi già pendenti alla data di entrata in vigore della legge. Tale indennità potrebbe secondo la volontà del legislatore addirittura escludere il diritto del lavoratore alla conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato (da valutare).

Futuro precario

Questo il quadro generale. Un panorama dai contorni foschi per i diritti di milioni di cittadini-lavoratori precari, che si vedranno praticamente azzerate le già residue di resistere alla forza d’urto del capitale.

Ci  vogliono muti e rassegnati

a) Ci si chiede per quali ragioni un legislatore di centro-destra che fa del liberismo e della l il proprio capo-saldo etico-politico tenti di “far passare” la validità di un contratto di lavoro attraverso la suddetta “certificazione” di un organo pubblico ?

La risposta a noi sembra chiara.

Nel nostro ordinamento, vige (vigeva?) il principio per cui il prestatore di lavoro è da ritenersi parte debole del rapporto contrattuale in quanto ogni sua volontà può subire forti condizionamenti da parte del datore di lavoro; ritenendosi, invece, che quando la volontà del lavoratore venga espressa con l’intervento dell’organo pubblico e dinnanzi allo stesso, venga manifestata libera da condizionamenti.

Ed allora, la “certificazione” servirà al datore di lavoro per pre-costituirsi la prova della formazione di una volontà del lavoratore libera da indebiti condizionamenti, eliminando la possibilità per quest’ultimo di contestare successivamente la regolarità del contratto di lavoro sottoscritto

Il gioco è fatto: si “certifica” in modo inoppugnabile e come libera una volontà in realtà “estorta” (d’altronde, vii immaginate un lavoratore che dinnanzi all’organo pubblico confesserà il ricatto?) e si precostituisce l’impossibilità di poter essere convenuto dinnanzi al giudice del lavoro (normale destinatario, per costituzione, della “conoscenza” di ogni controversia di lavoro).

Il primo tentativo della riforma non sembra essere quello di ridurre il contenzioso, quanto, piuttosto, quello di eliminarlo.

b) Ancora, si pensi alla introduzione dell’obbligo di impugnazione da parte del lavoratore della cessazione di qualsivoglia tipo di rapporto per potere datoriale nel termine dei 60 giorni, con obbligo di introduzione della controversia nei successivi 180 giorni.

E’ davvero una riforma prevista solo per esigenze di certezza del diritto e dei rapporti tra le parti? Tiene nella dovuta e giusta considerazione gli interessi di entrambe le parti in gioco? Oppure, anche su questo punto, la riforma inserisce nell’attuale ordinamento elementi di tutela per una sola (la solita ?) delle parti contrattuali ?

Corsa contro il tempo

Perché, al riguardo, anche il secondo tentativo che sembra perseguire la riforma in discussione sembra chiaro.

Innanzitutto, con la previsione di tempi ristrettissimi per le impugnazioni dei provvedimenti del datore di lavoro si vogliono abbattere il più possibile i costi delle eventuali illegittimità dagli stessi commesse, essendo ovvio che tali tempi abbiano quale prima automatica conseguenza quella di diminuire, in ipotesi di illegittimo recesso e/o interruzione del rapporto di lavoro a c.d. chiamata (vedasi ipotesi di rinnovi di contratti di somministrazione di lavoro o di contratti a termine), i tempi in cui l’azienda può vedersi esposta al risarcimento dei danni conseguenti a tali illegittimità (meno tempo, meno retribuzioni e contributi sul groppo, meno rischi per le proprie malefatte).

Ma ciò non basta; con l’operazione in discussione si tenta addirittura di azzerare ed abbattere completamente gli eventuali costi in esame, e ciò attraverso il prodotto del mix esplosivo e perverso che scaturisce dal rapporto tra i tempi stretti previsti per l’impugnazione ed il contesto di completa sottoposizione del lavoratore ai tempi di “chiamata” del datore di lavoro.

Basterà, infatti, che il datore di lavoro interessato prospetti una ipotesi di rinnovo contrattuale e/o chiamata a contratto anche ulteriore a 60 giorni dalla cessazione del precedente rapporto ed il gioco è fatto.  Il lavoratore a cui è stata fatta intravedere la possibilità di una nuova “chiamata” , baratterà la rinuncia ad impugnare nei termini  con la speranza del mantenimento del posto di lavoro.

Si passa così da una situazione (ante-riforma) in cui il lavoratore avrebbe potuto continuare a lavorare riservandosi di agire, ad esempio,  per la tutela dei suoi diritti solo alla fine della successione di tutti i rapporti somministrati a termine illegittimi, ad una condizione (post-riforma) in cui ogni rinuncia alla impugnazione nel termine richiesto comporterà completa abdicazione ad ogni suo interesse. E si garantisce al datore di lavoro la sanatoria ai comportamenti ed agli atti illegittimi che ponga in essere.

Poco cash al posto dei diritti

c) Ed ancora, perché prevedere quale sanzione per la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato una indennità risarcitoria da 2,5 a 12 mensilità (limitabili a 5 in particolari ipotesi) se non con l’unico scopo di evitare alle aziende l’obbligo di assumere a tempo indeterminato la forza lavoro illegittimamente assunta ed utilizzata “a scadenza”?

Anche sul punto, il terzo tentativo della riforma è chiaro ed incontrovertibile: al di là delle molteplici questioni interpretative, appare di tutta evidenza – ancora una volta – che l’obiettivo non è quello di predisporre valide ed efficaci tutele per il lavoratore assunto ed utilizzato con illegittimi contratti a termine, bensì quello di garantire al datore di lavoro la possibilità di apporre illegittimamente un  termine al rapporto di lavoro senza far ricadere su di questo l’obbligo dell’assunzione a tempo indeterminato ed i relativi costi.

Gli esempi valgono a far capire al lettore che la riforma in questione, ben lontana dal voler effettivamente perseguire gli obiettivi simulati e dichiarati (deflazione del contenzioso e riduzione dell’incertezza dei tempi dello stesso) ha quale intento quello di iniziare a chiudere un cerchio che si è iniziato a disegnare 15 anni fà.

Treu-Biagi-Sacconi: si chiude il cerchio

Allora, con la legge Treu, si cominciavano a prevedere ipotesi di lavoro c.d. flessibile attraverso il quale consentire alle aziende di utilizzare e sfruttare manodopera assunta da soggetti terzi, senza assunzione dei rischi di impresa che un qualsiasi rapporto di lavoro deve comportare.

Ed è attraverso tale sdoganamento che si è potuti arrivare al secondo passo del diabolico percorso, ovvero alla legge 30/03, attraverso cui si è compiuto un notevole salto in là nella codificazione del precariato prevedendo – a sovvertimento del principio generale per cui ogni posto di lavoro nasce a tempo indeterminato salvo eccezioni – che dette eccezioni venissero trasformate in regola, consentendo all’impresa di potere disciplinare rapporti di lavoro di fatto pienamente subordinati con contratti che di tale tipologia nulla hanno a che vedere.

Con la riforma in questione il passo è definitivo ed il piano si sposta verso l’unico contesto i cui si fanno i giochi, ovvero quello processuale e della tutela effettiva dei diritti del lavoratore.

La precarietà ormai imposta e codificata sul piano dei rapporti sostanziali, viene ora introdotta sul piano delle conseguenze delle illegittimità del datore di lavoro, vuoi creando ogni artificio per rendere più difficile al lavoratore l’esercizio dei diritti connessi all’art. 24 della Costituzione, vuoi tentando di abbattere completamente i costi e le sanzioni che le illegittimità del datore di lavoro dovrebbero ancora prevedere.

[precaria.org] San Precario vs Boeri, Onida, Sacerdoti, Pisapia – Full Report!

5 Novembre 2010 Commenti chiusi

La serata del 2 novembre alla Casa della Cultura di Milano in cui San Precario ha sfidato a singolar tenzone i 4 candidati del centro sinistra alle primarie come sindaco della metropoli lombarda sui temi della precarietà è stata un successo. Non si può definire in altro modo un evento in cui la sala è gremita di più di 300 persone che sono rimaste incollate alla discussione per più di 2 ore. Per dirla con le parole di uno degli interventi dal pubblico: “Ringrazio San Precario perché era 10 anni che non partecipavo a un dibattito politico pubblico!”

A distanza di pochi giorni forniamo a tutti coloro che sono interessati e che hanno o non hanno potuto esserci alla serata (o in persona o via twitter seguendo i più di 50 twit inviati direttamente dal tavolo dei candidati!) i materiali di preparazione all’incontro, la trascrizione quasi fedele ma completa del dibattito e l’audio integrale. In calce trovate anche il contratto che San Precario ha chiesto di firmare ai 4 candidati, perché verba volant, scripta manent. Tre su quattro hanno firmato, modificando qualche punto, entro breve la foto dei contratti.

Ringraziamo tutti e tutte per aver partecipato. Non perdetevi i prossimi appuntamenti, che da queste parti non si molla l’osso!

Materiali

Spot
Materiale di preparazione: la storia in breve del Punto San Precario
Materiale di preparazione: cassa integrazione, guadagni e mobilità a Milano, l’impatto della crisi
Materiale di preparazione: la precarietà a Milano, alcuni dati
Materiale di preparazione: la povertà a Milano (fonti 2007)
Materiale di preparazione: il lavoro professionale e i servizi alle imprese a Milano (fonti 2009)
L’Introduzione da parte di una devota di San Precario all’inizio dell’incontro
La trascrizione completa del dibattito
L’audio integrale del dibattito (Occhio che sono 102 Mb!!!!)
Il contratto di San Precario con i 4 Candidati del Centro Sinistra alle Primarie per il Sindaco di Milano (con l’esclusiva sillabazione inglese su testo italiano!!)

San Precario vs Boeri, Onida, Pisapia, Sacerdoti: che cosa farà un sindaco di sinistra per i precari e le precarie?

31 Ottobre 2010 2 commenti

Bene bene. A Milano si avvicinano le primare del 14 novembre e anche giustamente i residui della sinistra milanese iniziano a chiamare a singolar tenzone i candidati sindaco: Stefano Boeri, Michele Sacerdoti, Valerio Onida, Giuliano Pisapia. Anche San Precario non vuole essere da meno e vuole avere cognizione di cosa prometteranno i candidati a precarie e precari: perché è vero che il problema è nazionale, ma anche le metropoli possono dire molto sul modello di società che si va immaginando.

Se siete blandamente interessati, se siete anche voi precari, se avete voglia di chiedere direttamente conto delle scelte che si faranno, venite anche voi alla Casa della Cultura, in via Borgogna 3 a Milano, martedì 2 novembre 2010 alle ore 21.00

Ne vedrete delle belle! Ovviamente non mancherò di essere presente per spaccare le gonadi pure io.

PS: è assurdo ma la Casa della Cultura non ha una connessione disponibile. Devo fare i sopralluoghi, ma se chiavetta e/o cellulari prendono dovremmo scagliare tutto quanto avverrà su twitter (o sull’account infosanprecario o sull’hashtag #precariesindaci (avevo proposto #precarieprimarie ma non hanno colto…)

Altro che Eddie Florio…

22 Ottobre 2010 1 commento

Eddie Florio è il fantastico protagonista del miglior libro in assoluto, Noi Saremo Tutto, di una persona che stimo tantissimo, Valerio Evangelisti. La vicenda del rinnovo del contratto nazionale separato da parte di Cisl-Fim e Uil-Uilm c’è da dire che conferisce un senso tutto nuovo alla parola corruzione, una manovra da far impallidire i magheggi mafiosi dei grandi sindacati (o pseudo tali) della tradizione americana (per chi non lo sapesse praticamente una sorta di gruppi di interesse che gestiscono per conto dei padroni il rapporto con i lavoratori).

L’Unione Sindacale di Base (diamo a Cesare quel che è di Cesare) ha scoperto che nel rinnovo è prevista una clausola che obbliga i lavoratori non iscritti al sindacato a versare un contributo sindacale di 30 euro per “l’attività di negoziazione svolta” che verrà applicata con la logica del silenzio assenso (se non si nega esplicitamente il consenso si considera tacitamente accordato il prelievo dal proprio stipendio). Traduzione: in cambio all’accondiscendenza dei sindacati gialli italiani a un accordo separato e favorevole a Fincantieri e compagnia cantante, quest’ultima ha fatto in modo che con 30 euro a lavoratore i sindacati stessi possano guadagnarci milioni. Se non è un atto di pura e semplice corruzione questo, non saprei come altro definirlo.

Ovviamente come nel caso delle pensioni che i parasubordinati mai vedranno ma continuano lautamente a foraggiare, o delle tasse che si continuano a pagare nonostante la demolizione dei servizi pubblici sistematica operata negli ultimi decenni, nessuno alzerà un dito per protestare. In paesi con più dignità (come la Francia ad esempio) starebbero già spaccando tutto. Peccato vivere nel Paese che non c’è.

Chiamale se vuoi… distrazioni

6 Ottobre 2010 Commenti chiusi

Lo spazio della Fornace di Rho è uno dei pochi luoghi vivi in una città di morti. Non è un caso se sorge nel punto di convergenza dei massimi interessi metropolitani con i massimi conflitti: mobilità, lavoro, precarietà, territorio, speculazione. Rho, il nuovo polo fieristico, le magnifiche sorti e progressive dell’Expo: i ragazzi della Fornace sono stati motore e azione di tutto quello che vi ha avuto a che fare, e adesso, a meno di due settimane dalla scadenza dei tempi per sbrigare le ultime pratiche legate proprio all’Expo 2015, con la maggioranza impelagata in ogni sorta di problema legato ai desideri iperspeculativi di politicanti e costruttori, la sos Fornace si ritrova sotto sgombero da un giorno con l’altro.

Sarà un caso che siano uno dei luoghi principale in cui si andavano aggregando vertenze e precari dell’area della Fiera e dell’Expo. Sarà un caso che non passasse mese senza mobilitazioni e rotture di palle nei confronti dell’incapace management metropolitano. Sarà un caso che Maroni era a Rho per dirimere anche la questione Fiera/Expo proprio due giorni fa. Sarà anche un caso che un bel problema di ordine pubblico offre un’ideale diversivo ai giornalisti per non parlare delle porcate che si faranno per sbloccare l’Expo: terreni che si svendono e si comprano a prezzi assurdi, per poi lasciarli lì a marcire e non perdere il prestigio dell’evento. Bella mossa, ma vecchia come il cucco.

Com’è come non è, domani cominciano i presidi antisgombero alle 5.00 del mattino. E se li buttano fuori sabato in una nuova occupazione si terranno gli Stati Generali che avrebbero dovuto essere altrove (Arci Bellezza). Sapete com’è, le distrazioni con chi ha degli obiettivi concreti non funzionano più di tanto. A la prochaine.