La Lega dei Citroni: lo scatto del tossico
Nella prima vera serata d’inverno al Meazza parterre de roi con il sottoscritto, milingo, blanca, kramer, un suo amico a me milito ignoto, rentboy81, e hector pappone scarone. Praticamente il 50% del pubblico di San Siro, come al solito gremito quando si tratta di sostenere la squadra in difficoltà.
In campo Benny mette una novità e già questo fa gioire ogni individuo dotato di intelletto, anche se poi la mossa risulterà non necessariamente utile: il 4-2-4 o 4-4-1-1 a seconda della fase vede come punte in mezzo Sneijder e Pandev con un Eto’o largo e bassissimo a coprire il Capitano e Biabiany a non coprire Cordoba. Nella linea difensiva il più giovane è Lucio, 33 anni e molti cerotti. Poi ci sono un 34enne e due 37enni: si salvi chi può.
Partiamo bene cercando di aggredire il modesto avversario e di buttarla dentro: la nostra verve dura 15 minuti. Un vero e proprio scatto del tossico che cerca di trascinare il cuore oltre l’ostacolo della scarsa condizione fisica e mentale. La fortuna come al solito ci assiste: Sneijder batte la prima punizione decente dall’inizio dell’anno ma prende la traversa; Biabiany tira in porta (!!!) e addirittura va via in tacco lungo la linea di fondo senza che poi la cosa si concretizzi in alcun modo; Pandev come al solito riesce a mirare il portiere anziché le zone vuote intorno, probabilmente a causa di un effetto psichedelico della rete bianca su fondo colorato. Dopo un match con 30 tiri in porta e la miseria di un gol, è obbligatorio chiedere una deroga sulla larghezza della porta avversaria. Anche perché siamo in una serata in cui anche Castellazzi può fregiarsi di aver fatto la prima parata in nerazzurro, dopo minuti e minuti di inattività attiva e passiva.
Il primo tempo si conclude sullo 0-0, con funesti presagi che fanno scattare in piedi a turno dalla panchina praticamente ogni singolo membro dello staff tecnico: Pellegrino, Baresi e addirittura Benitez. Durante l’intervallo scopriamo l’arcano: il Presidentissimo ha deciso di elettrificare la panchina; bottone rosso, scossa a Benny; bottone giallo, salta Pellegrino; bottone verde, daje Beppe. Almeno hanno finalmente dato l’impressione di voler trasmettere un po’ di grinta alla squadra. All’incirca al 24esimo tiro in porta, su rimpallo, il Cuchu la butta in fondo al sacco, diffondendo l’adrenalina ai 35 tifosi presenti sugli spalti. Anche in campo si assiste a un nuovo picco delle sostanze liberate durante il famigerato scatto del tossico, con un Deki con il fiato corto correre come un ossesso dietro a ogni roba rossa che si muovesse per il campo. Purtroppo oltre allo scatto, abbiamo anche la lucidità del tossico. E la cosa non porta ad avere chance molto nette.
Chiudiamo facendo gli ultimi 15 minuti a sparare via il pallone e a tenerlo lontano dalla nostra area, con un Santon in versione non-so-manco-dove-mi-trovo dentro al posto di un esaurito Biabiany, un Obiorah che riceve il passaggio di consegne generazionali da Sneijder e un Biro Biraghi che entra correndo per tutto il campo pur di toccare il primo proprio pallone in Champions League.
Vinciamo e ci qualifichiamo, secondi grazie a 3 gol presi dal Tottenham tra 89esimo e 93esimo di due partita. Non so se questa vittoria farà il gioco di Benitez, ma certamente fa quello dell’Inter. E per me è tutto quello che conta.