Manituana coming
Beh, la classe non è acqua, e Wu Ming lo dimostra ampiamente. Il 20 marzo esce il nuovo romanzo degli autori che personalmente rappresentano l'unico vero talento narrativo innovativo italiano o quasi, e oggi esce il sito che fa da compendio al libro: un gioiellino di approccio a più livelli con i lettori e la narrazione.
Il tema del libro così a occhio e croce è estremamente stimolante, in tempi di guerra come quelli in cui viviamo, e intuisco che avrà a che fare con quello che l'America avrebbe potuto essere e che non è: in un certo senso mi fa sorridere perché mi sembra un tentativo speculare a quello che fa proprio in questi giorni nelle sale il film Bobby (ovviamente usando un periodo diverso e soprattutto una prospettiva tutta diversa e vomitevolmente nostalgico socialdemocratica).
Il periodo tra il 600 e il 700 negli Stati Uniti è un periodo estremamente ricco di contraddizioni, di conflitti, di possibilità, e non stupisce che Wu Ming vi si voglia cimentare (per alcuni aspetti è analogo al periodo in Europa in cui il dilagare delle eresie e delle riforme religiose si accompagnò alla nascita di un diverso modo di intendere gli esseri umani e la società tra 500 e 600, guarda caso periodo in cui gli autori hanno ambientato l'insuperato Q). E' un periodo difficile, soprattutto è difficile rendere le atmosfere: in questo il sito sembra essere un necessario ampliamento anche e soprattutto sensoriale per arricchire la narrazione.
Come al solito in me destano una sconfinata ammirazione per l'impegno che mettono nella produzione culturale e per la qualità delle cose che producono. D'altronde spesso vado ancora a rileggermi Q e il suo specchio contemporaneo Nemici dello Stato, un'operazione di duplice interpretazione e narrazione della realtà in cui viviamo che è purtroppo tuttora attualissima. Sono contento di poter annoverare almeno uno dei WM tra i miei amici e tra le persone con cui ogni tanto riesco a prendermi un cappuccino parlando di cose interessanti, e aspetto il 20 marzo (sperando di aver finito il magico mondo di parole prodotto per l'ennessima volta da Pynchon) per potermi perdere nella lettura di quello che sarà un altro pezzo di letteratura (di cui abbiamo sempre più e comunque bisogno).