La festa più importante
Ho sempre avuto una certa allergia per le feste comandate di origine religiosa. In realtà mi piacciono, nella loro forma di feste popolari, ma solo quelle locali: quelle nazionali mi danno l’orticaria e fosse per me le toglierei dal calendario ufficiale della Repubblica Italiana. In compenso le feste laiche mi attirano come una falena la luce di un lampione: mi ispirano un rispetto totale e anche il mio spirito sarcastico non riesce a farsi strada tra il senso di profonda ammirazione che nutro per il significato storico di ognuna di quelle date.
Tra due giorni è il 25 aprile, la festa laica più importante (nonostante il ballottaggio con il primo maggio), la festa di un paese che si libera dai propri tiranni, dalle proprie storture, che per un giorno e forse per qualche anno si eleva sopra la propria ipocrisia e la propria tendenza ad arrangiarsi, accontentarsi, pensare al proprio. Perché l’Italia è il Paese Qualunque, lo è sempre stato (almeno nell’ultimo secolo), disabituato a lottare e abituato a fare di necessità virtù, dopo millenni e millenni di feudi e scazzetti di poco conto.
Il 25 aprile ricorda un momento in cui la storia del popolo italiano è stata migliore. Migliore in senso assoluto. E forse ricorda anche a me che quello che mi circonda potrebbe essere altrimenti. E non è un caso che di questi tempi si debbano sentire affermazioni senza storia e senza qualità che rivendicano il diritto anche per i nostalgici di periodi bui e orrendi della storia del nostro paese di ricordare i loro caduti, che le autorità cittadine mettano sullo stesso piano chi ha combattuto per perpetrare la dittatura e chi per distruggerla.
Come scrissi anche l’anno scorso: non è tutto uguale. Non tutte le posizioni valgono allo stesso modo. Alcune sono giuste, altre sbagliate. E aver trasformato l’Italia in un paese di opinioni e di equidistanze comode non l’ha resa un posto migliore. Per quello bisogna fare delle scelte, bisogna sostenerle e bisogna combattere. Ogni maledetto giorno. Il 25 aprile mi ricorda tutto questo. E mi dà un po’ di forza per non perdere la speranza che le persone a un certo punto riscoprano l’importanza della propria dignità e del proprio futuro, non solo quella del proprio interesse e del proprio presente.
PS: appuntamento il 25 aprile alle 8.30 in Isola per il giro delle lapidi dei caduti per la liberazione, e alle 15.00 in porta venezia per il corteo.
PPS: la canzonedel video sotto fatta da aquilani per l’aquila e per la sua gente; anche loro sperano che le persone tornino a lottare per il proprio futuro, penso, smettendo di credere alle cazzate che raccontano tutti i giorni per rabbonire e sedare. to tame and to blame per così dire.
centrata la frase sull’interesse e il presente, presenzierò al giro delle lapidi a patto che tu mi offra un caffè e mi spieghi dove mi devo trovare….osola non mi dice un granchè.
cia Fulvio
ma sei sicuro che in isola c sia il ritrovo quest’anno?mi ero informata e avevano smentito…oppure lo organizzi_ate tu_voi?
Per monta: puntello in piazza lagosta ore 9.00
Per zeta: se non c’è il giro delle lapidi lo faccio da solo, ma sarebbe veramente una cagata pazzesca, tanto più che a quelli che l’hanno seguito gli anni scorsi ho sempre detto che se c’erano problemi ci potevamo sentire e mi facevo io le sbatte.
Se quest’anno per sbaglio salta, vedrò di iscrivermi all’ANPI di zona e di prendere il potere =D
passo anche io domani