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Tra un film e l’altro, il solito copione sul g8 di genova

10 Settembre 2007

 

Mentre balzellon balzelloni mi porto tra i cinema della rassegna milanese dedicata ai festival di Locarno e Venezia, non trovo il tempo di esprimere la mia rabbia per la trasmissione di Lucarelli (Blu Notte) di ieri sera, dedicata al g8 di Genova. Capisco che fare uscire elementi nuovi in una trasmissione su rai tre sia difficile, ma un po' di coraggio in più non sarebbe guastato, e soprattutto qualche grossolano errore in meno (sono i dettagli che fottono gli anni di lavoro in tribunale svolti dalle segreterie legali e dagli avvocati) e qualche specifica in più (ad esempio per chiarire chi è veramente Sabella) mi avrebbero evitato l'impulso di lanciare il televisore dalla finestra del mio socio. In ogni caso proprio il mio socio ha scritto un post sul suo blog che riassume perfettamente anche il mio punto di vista. Forse gli ho regalato un pezzo di cervello qualche tempo fa e non me lo ricordo, o viceversa, chissà…. 

PS: ehi socio se non citi blanca e l'audace presenti e incazzate anche esse, mi sa che ti fanno lo scalpo. 

  1. 11 Settembre 2007 a 9:30 | #1

    Secondo me tu e il tuo socio state esagerando, avete la prospettiva falsata di chi da anni si occupa di un argomento e non ha più il distacco critico sufficiente a capire che milioni e milioni di persone (quelle che Lucarelli raggiunge con grande facilità), ancora oggi di quell’argomento non sanno NIENTE. Non sanno niente perché dopo il 2001 (e capirai che informazione fu fatta all’epoca!) e prima dell’altra sera i media generalisti non se n’erano mai, dico mai, occupati in prima serata. La stragrande maggioranza parte della gente non sa che all’ingresso della Diaz nessuno accoltellò nessuno, non sa che le molotov ritrovate erano false e confezionate dalla polizia, non sanno nemmeno cosa accadde in via Tolemaide, non sa che differenza ci sia tra Lilliput e Black Bloc. La narrazione che si è consolidata negli anni la senti sugli autobus, la leggi sui forum non politicizzati: un esercito di teste calde ha devastato Genova, la polizia ha esagerato un po’ ma è nella natura delle cose, un esaltato stava per uccidere un agente con un estintore e quello si è difeso sparando. Non so nemmeno più quante volte mi è capitato di leggere questa favoletta. Altro che “chi è veramente Sabella”! Voi avete seguito i processi udienza dopo udienza, ma i giornali nazionali (che comunque poca gente legge) hanno confinato quelle cronache in articoletti e trafiletti a pagina 20 quando andava bene. Una trasmissione come quella che sarebbe piaciuta a voi, con tutti i dettagli che voi conoscete, non soltanto sarebbe durata sedici ore (quindi non sarebbe esistita), ma anche col massimo sforzo di sintesi sarebbe stata incomprensibile. Compagni, rassegnatevi: c’è bisogno di divulgazioni, anche di “volgarizzazioni”, e c’è bisogno di testimonial come Lucarelli, che col suo tono “neutro” è comunque riuscito a raccontare a un’audience pazzesca (gli appassionati di “misteri” tipo via Poma o Garlasco, nientemeno) cose che nessuno gli aveva mai raccontato. E questo è un passo importante per non ritrovarci sempre noialtri reduci di Genova a raccontarcela come la sappiamo. Il 21 luglio eravamo in trecentomila, e trecentomila son tanti quando sfilano per strada, ma son pochi in una popolazione di cinquantotto milioni di persone, sono un po’ più di un duecentesimo della popolazione. Troppo poco. Oggi qualche milione di persone in più (eccedenza di target che la controinformazione di movimento non sarebbe mai stata di raggiungere tutta in una volta) sa in che misura le forze dell’ordine abbiano torturato, sa in che misura le forze dell’ordine si siano accanite contro cittadini inermi, sa che la versione ufficiale della morte di Carlo è contestata da più parti, sa che alla Diaz non furono ritrovate armi proprie né improprie, sa che Andreassi ha mentito etc. Non mi sembra davvero poco, e anche se fosse meno di quello che credo io sarebbe tutto grasso che cola. Sulla base di informazione stesa da Lucarelli si può lavorare e lavorare bene, correggendo, integrando, offrendo gli approfondimenti che già esistono grazie al Supporto Legale, a Pillola Rossa e a tanti altri compagni che si sono sbattuti negli anni. Però ci vuole il distacco per capirlo, perché lavorare tanto a lungo su un argomento ti fa dare per scontato che gli altri ne sappiano come te o quasi. Non è così.

  2. 11 Settembre 2007 a 9:45 | #2

    Scusate, ci sono un po’ di anacoluti, ma ho avuto un inizio di giornata molto duro.

  3. 11 Settembre 2007 a 10:22 | #3

    Ciao
    Credo che tu abbia ragione. Credo che sì, ci abbiamo messo un pò di foga ed è evidente quello che dici: se conosci a fondo una cosa dai per scontato che tanti altri sappiano le stesse cose.

    Però chiarito questo, penso, che nessuno dubiti del fatto che la trasmissione di Lucarelli possa avere avuto un effetto positivo per molti, sinceramente, forse non mi so esprimere…:-).
    Il punto di critica del mio post era il seguente, citandoti: “c’è bisogno di divulgazioni, anche di “volgarizzazioni”.
    Su questo nessuno di noi, penso, almeno io e nero, abbiamo dubbi!
    Altrimenti non ci saremmo messi in testa di scrivere, di provare a intrecciare trame reali con la fiction per (provare) a trasmettere immaginari che altrimenti rimangono confinati dentro spazi sociali o gruppetti dalle belle idee, ma con la difficoltà a renderle semplici.

    Credo semplicemente che su Genova, la “volgarizzazione” la avremmo dovuta fare di più noi, la mia era una critica anche un pò interna e vagamente minoritaria. Eravamo noi a dover fare spingere all’interno del pop una versione che non fosse la solita o le solite dei media mainstream.
    Anche il mio inizio di giornata è stato pessimo e ho poco tempo, quindi al solito non mi sarò espresso chiaramente.
    un abbraccio
    b.

  4. nero
    11 Settembre 2007 a 13:49 | #4

    confermo il socio, wm.
    io non sto dicendo che era meglio che non ci fosse stata (prova ne sia il putiferio che ha scatenato con gasparri in testa, e fare un dispetto a gasparri e’ sempre motivo di plauso), ma banalmente che forse era possibile evitare alcuni microerrori che rischiano di essere pesanti, mannaggia a gesù.
    Ed è necessario, come dice il mio socio, prendere parola in prima persona presto, perché le favolette mi hanno stancato: Genova non sta nei libri di storia, anche se senza genova (e seattle e praga e goteburg quantomeno) forse l’11/9 non ci sarebbe stato e nemmeno quello che è avvenuto dopo, ma se ci sta è una favoletta già digerita in cui i buoni sono i buoni e i cattivi e i cattivi. Non penso di doverti ricordare che il processo di consolidamento della storia è un processo manicheo e volutamente fin troppo digeribile (Manituana fa la stessa cosa che vorremmo fare noi, solo che la fa con l’America, diciamo che parla di suocera per far intendere nuora, o come cazzo è il detto popolare :))))
    Anche la mia giornata è un po’ densa in termini di orari, anche se solo per vedere film, quindi mi sento un privilegiato.

    Contento che ogni tanto butti un occhio anche da queste parti e leggi le cazzate che scriviamo… Magari linka http://noswift.org maledetto ! (altro che banner porno 🙂

  5. babau
    12 Settembre 2007 a 2:02 | #5

    Personalmente mi schiero dalla parte di “coloro che esagerano”, il grigio lo lascio a chi odia i colori puri, non potendo non apprezzare allo stesso tempo, ma ripeto solo apprezzare, la visione se vogliamo “divulgativa” del WM1.
    Appurato questo presupposto credo che le risposte si danno solo in teologia e che ciò che deve portare ad una tensione creativa sia quello zoccolo duro di domande che avvolgono gli avvenimenti. Quando ci si appella alla storia, ai “fatti” perlappunto, si crede erroneamente che l’asintoto che essa costituisce porti necessariamente alla Verità. Ma quando ci si appella ai “fatti” (con citazioni di persone, luoghi e tempistica), come ha fatto Lucarelli, trascurando particolari interessanti (menzionati dai “soci”) si corre il rischio di sminchiare tutto l’apparato logico che porta alle conclusioni. Per intenderci se anziché descrivere un’idea proietto solo un significante che contiene quell’idea dò per scontato tutti quei dettagli che portano ad avere una visione fuori fuoco del concetto iniziale. E da ciò derivano tutti quei fraintendimenti e mezze convinzioni che ottenebrano le menti delle “casalinghe di Voghera”. Non a caso la stampa non fa altro che in-formare i fatti, non informa dei fatti, arrivando a derive qualunquiste che molto spesso vengono riprese da élite intellettuali, le quali, osannate dalle masse, entrano nel circolo vizioso del consenso svalutando o rendendo scontata ogni analisi a posteriori.

    Se di storia stiamo parlando, non mi sembra corretto usare il badile per raccontarla, nemmeno il bisturi. Ogni tanto bisognerebbe solo allentare la catena.

  6. 12 Settembre 2007 a 12:31 | #6

    Mettetevi d’accordo: o c’erano i colori grigi o c’era il manicheismo 🙂 Io quello che voglio evitare a ogni costo è il “sapere da conventicola”. Esiste una Gi-ottologia settoriale, una “genovematica” molto diffusa tra noi “veterani”, che ormai parla un linguaggio criptico e iniziatico. Anzi no, nemmeno iniziatico perché le iniziazioni non sono più possibili, il numero è chiuso: o sei stato a Genova o non ci sei stato. E poco importa che tu non ci sia stato perché avevi undici anni, o quarantuno di febbre, o perché eri in Lesotho per lavoro: quando ti avventuri nella controinformazione di movimento su quei fatti, sei “stranger in a strangeland”. Molto spesso non ce ne rendiamo conto, ma la “expertise” maturata, col tempo, è diventata un ostacolo alla comprensione altrui. Lo stesso post di Blicero che stiamo commentando soffre di questo: Blicero ha dato per scontato che lo avrebbero letto solo i gi-ottologi come lui, e così la frase “ad esempio per chiarire chi è veramente Sabella” non è accompagnata da nessun link, da nessuna spiegazione nemmeno vaga. Se un non-iniziato capita qui e legge, al 99% si chiederà: “Appunto, chi minchia sarebbe ‘sto Sabella?” Il lavoro cognitivo richiesto da un estraneo che volesse orientarsi nel marasma è, semplicemente, *eccessivo*, spropositato, fuori di proporzione. Abbiamo bisogno di sunti e riassunti, di sommari delle puntate precedenti, di sinossi. Altrimenti il problema che dovremo porci non sarà il *come* stiamo tramandando questa storia, ma addirittura *cosa* stiamo tramandando, perché pian piano l’oggetto sfuggirà.

  7. *
    12 Settembre 2007 a 13:27 | #7

    il numero è chiuso anche per chi si è dato disponibile a dare una mano, manovalanza, trascrivere, cose cosi. “No, non servi, siamo a posto, grazie”. Una setta, quella genovese che non vuole uscire dalla setta e che comunica in ambiti settari con linguaggio all’uopo. Chissà perché poi. Forse ci sente importanti a criticare Lucarelli e poter dire “La vera Storia la potremo scrivere solo noi”.
    C’è da augurarsi non in chiave fiction intrecciata a trame reali..

  8. 12 Settembre 2007 a 16:00 | #8

    Ecco, questo è l’estremo opposto. Uff… Non ha nessun senso creare contrapposizioni: il lavoro che hanno fatto in questi anni i compagni, Blicero compreso, è stato inestimabile. Senza il loro sbattimento, senza il loro apporto, senza la loro costanza di rimanere “sul pezzo” anche quando tutti cominciavano a strasbattersene, senza tutto questo non sarebbero possibili nemmeno ricostruzioni come quella dell’altra sera. Questo non va mai dimenticato, nemmeno per un istante. Quella ai “gi-ottologi” era una critica ma anche un’autocritica: mi ci metto anch’io tra quelli che hanno parlato di Genova dando per scontata la conoscenza.

  9. nero
    13 Settembre 2007 a 1:09 | #9

    il sapere da conventicola non interessa neanche a me. Abbi pietà, per quanto riguarda il post, che ho scritto in dieci minuti mentre mi spostavo da un posto a un altro: l’ho usato solo per fare in modo che anche chi segue questo sfigatissimo blog potesse accedere a qualche valutazione rispetto alla trasmissione.
    So che dovrei metterci più tempo e più attenzione, ma sono un cialtrone si sa, e faccio troppe cose tutte insieme, ma d’altronde è il mio socio quello che vuole fare il giornalista da grande (o forse ormai dovremmo dire da vecchio :PPP

    Per il nonfirmato che interviene: io non mi sento importante a criticare Lucarelli, perché diversamente da te mi relaziono con lui e con chiunque altro su un livello paritario, per cui non ho né personaggi da difendere né da denigrare a priori. Si sa che sono un po’ polemico di mio, ma spero (e penso) che né Lucarelli, né tantomento wm1 interpretino come maligne le mie discussioni e polemiche 🙂

    PS: al prossimo giro mi impegno di più nel cappello introduttivo e nei link di approfondimento :))

  10. *
    13 Settembre 2007 a 2:22 | #10

    WM1: nessuno voleva tirarti in mezzo alla critica, anche se è stata scritta sulla scia della tua. Che ti ci metti in mezzo, poi, si era capito. A chi ha letto attentamente non sarà di certo sfuggito che hai sempre usato il plurale (“noi veterani” etc etc). Non credo poi che definire settario e chiuso agli addetti un lavoro, equivalga a sminuirlo. Equivale a criticarlo e basta.

    nero: forse se invece di Luccarelli e il g8 ieri sera avessi seguito un riuscitissimo trapianto del cuore in diretta, ti saresti sentito meno paritario col chirurgo e non avresti avuto voglia di lanciare la tivvu dalla finestra perchè non ti saresti accorto che l’infermiera non gli aveva sterilizzato perfettamente il bisturi.
    Non so se la metafora rende, ma ecco, Sabella per molti di noi era quel bisturi poco sterilizzato.

  11. v
    14 Settembre 2007 a 19:26 | #11

    ma secondo me comunque lucarelli è uno sbirro mancato, di sinistra ma sbirro

  12. gljkgl
    15 Settembre 2007 a 22:21 | #12
  13. uomonero
    18 Settembre 2007 a 2:34 | #13

    non so bene perché sia finito qui a leggere le minchiate scritte da nero.
    forse perché qui siamo in un’ottima rappresentazione della conventicola.
    cmq la cosa che un po’ mi lascia perplesso è che sul lancio del commento di WM, alla fin fine quasi, tutti i commenti convengono che può esistere una “volgarizzazione buona”, utile (? a chi? a cosa? a quale causa di chi?).
    io sono parecchi anni che, invece, non trovo la chiave di volta proprio su questa questione.
    tutto è volgarizzato, tutto è parola d’ordine, tutto è slogan, tutto è pubblicitario e superficiale.
    e noi basiti dietro la demenza sociale cavalcante ci arrotoliamo su un solo problema: come mi faccio notare? come mi rappresento?
    che palle, davvero che palle.
    ma per dire cosa?
    essere dalla parte “giusta” non penso che basti: servono argomenti profondi, coinvolgenti, validi, con fondamenta resistenti
    penso che ci debba preoccupare intanto dei concetti che vorremmo volgarizzare. e poi cercare i mezzi per volgarizzare quel qualcosa trovato e studiato.
    rimane da fare sempre una bella sfilata di moda nel frattempo:P
    l’ora è tarda e la forma per i pensieri stenta oltremodo a uscire.

  14. nero
    18 Settembre 2007 a 9:14 | #14

    il titolo del commento lo riciclo di sicuro perché è troppo figo 🙂

    Andando al nocciolo della questione (fermo restando che io e il mio socio vorremmo scrivere una roba un po’ più congrua come risposta a WM1 🙂 sai uomonero che sulla questione della comunicazione la vediamo diversamente: il punto non è volgarizzare tutto, ma rompere il cerchio che ci hanno (e ci siamo) costruiti intorno per fare in modo che quello che pensiamo e le posizioni che portiamo arrivino anche al di là di quelli che hanno già deciso che stanno dalla nostra stessa parte (anche solo con molta approssimazione).

    Tu fai bene a porre l’attenzione su “quello che vogliamo dire”, ma sbagli a dimenticarti che come lo vogliamo dire è fondamentale tanto quanto. La forma è un contenuto, e detto da me che sono un anti-esteta noto e stranoto sembra un po’ ridicolo, ma quando si parla seriamente non possiamo prenderci per il culo.

    Fare una sfilata non è sufficiente, ma può essere necessario se non addirittura utile. Il problema è cosa fai dopo? Nel caso specifico ad esempio hai ragione tu, dopo la sfilata non si è stati molto capaci di costruire senso politico anche solo con quelli più vicino, ma tentare è sempre meglio che stare a guardare, e anche tu lo sai bene.

    Ultimo punto: sarebbe bello che bastasse un pensiero forte nuovo per recuperare tutto il terreno perduto, ma ho il drammatico presentimento che non ci siano nuovi pensieri forti (a sinistra almeno) né tantomento che questo basti a tirare dentro le persone. Forse una nuova soggettività incazzata come un caimano sarà in grado di trovare un pensiero forte adeguato, ma più probabilmente bisognerà capire come molti pensieri deboli riescono a interagire e reagire. Anche perché non tutte le soggettività incazzate sono necessariamente dalla nostra parte solo perché abbiamo gli stessi nemici. E lo sai pure tu.

    un abbraccio 🙂 [ci vediamo domani a Genova babbo :)]

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