Toni Negri: convergenza teorica e intuizioni 8, proposta concreta 5
Ieri sera in quel di Pergola il collettivo di Chainworkers ha dato vita al quinto passaggio di "a ruota libera", un ciclo di incontri con nomi parecchio conosciuti della politica "alternativa" italiana con cui confrontarsi sui temi della precarietà, dell’organizzazione, e della prospettiva politica in cui ci si muove. Ieri era il turno di Toni Negri, e tutto sommato l’incontro è stato interessante.
Toni si è dimostrato come al solito un abile affabulatore, riproponendo alla platea da un punto di vista teorico tutte le cose che ha già descritto nei suoi libri più recenti, con una oratoria davvero invidiabile. Temi nuovi non ne ha posti molti, se non alcuni elementi che ha prelevato dritto dritto dalla nostra esperienza collettiva: mayday, san precario, dimensione della produzione autonoma e della sua valorizzazione sociale.
Il nodo spinoso di ieri sera, sul quale ha tentato di buttarla in caciara, salvo poi accorgersi che questo mostrava debolezza e quindi entrare nel dettaglio, è il tema della pratica e della concretizzazione di un afflato teorico e di analisi che ci vede (come collettivo) quasi totalmente convergenti. Di fronte all’incalzare della questione Toni non ha proposto nulla di innovativo: ha parlato dell’individuazione dei soggetti della lotta di classe, della creazione di istituzioni che sappiano creare per questi soggetti un rapporto di forza "positivo", e dal punto di vista strettamente pratico è ritornato sul tema dell’inchiesta e della militanza (sic et simpliciter). Non è un caso infatti, e qualcuno a caso ieri glielo ha fatto notare, che su proposte tutto sommato già esplorate come queste verte lo scontro con i soggetti che si fanno "seguaci" più stretti del Professore. Se la proposta pratica è uguale a quella degli anni Settanta, andrà incontro nel migliore dei casi alle stesse vittorie (e non è poco, ok), ma anche alle stesse sconfitte (e manco questo è poco, però!).
In conclusione, sperando di potervi proporre presto l’audio della serata, se dal punto di vista dell’analisi ho trovato il suo modo di presentare le cose molto affascinante e simile al nostro, dal punto di vista pratica sono rimasto molto deluso (non che avessi grande aspettative, ma qualche spunto nuovo me lo aspettavo, anche solo per criticarlo 🙂 Conforta sapere che l’aleatorietà della discussione sulle forme pratiche di rinnovamento delle organizzazioni autonome sia qualcosa che non lascia nelle secche solo noi "praticoni militanti", ma anche i filosofi politici che ci si scervellano a tempo pieno.
martedì volevo venire (anche solo per sentire qual’era il nuovo soggetto rivoluzionario dell’eterna ricerca di negri), poi però, l’idea della caffetteria piena zeppa mi ha fatto rinunciare. Solo per curiosità mia:
ma ha parlato anche di strumenti economici o è rimasto sui massimi sistemi? Le istituzioni “che sappiano creare un rapporto di forza positivo” potrebbero essere pure delle figure che nel concreto sviluppino meccanismi economici favorevoli; se però poi l’azione pratica è solo inchiesta e militanza(?) mi sa che riguarda più lui (indagatore) che non altri.
p.s. fatti vedere al leo codesto fine settimana, anche se sei astemio!