I problemi della scuola – parte terza – un po’ di precisione
Sollecitato dai commenti agli ultimi due post [ parte prima – parte seconda ]che raccontano alcune delle disavventure di una scuola secondaria di primo grado della periferia milanese, ho pensato che fosse meglio fare un po’ di chiarezza e raccogliere alcuni suggerimenti. Di certo non raccoglierò i suggerimenti di Anny, una commentatrice che mi pare molto inviperita e in disaccordo con me rispetto a quanto accade alla scuola dove sto insegnando come supplente: con tutti i problemi che ha quella scuola, un consiglio straordinario dovrebbe essere convocato per parlare del mio blog? Mi pare francamente ridicolo. Come ho detto nei commenti: quello che scrivo lo penso e sono stato l’unico a rimbrottare il preside circa la sua scarsa partecipazione alla vita della scuola in un collegio docenti, dopo che nei collegi d’ordine tutti si era d’accordo per farlo senza che nessuno poi avesse il coraggio di prendere la parola. Quindi l’accusa di nascondermi dietro l’anonimato mi pare pretestuosa e anche poco sostenuta dai fatti. Peraltro nei post io ho dato indizi molto chiari su chi io sia, e chi commenta su questo blog ne è perfettamente al corrente, mentre il tuo commento (quello sì) è molto anonimo oltre che animato. Al massimo, Anny, posso concederti che il mio linguaggio si è fatto troppo colorito nel secondo post, cosa a cui ho già rimediato, ma comprendimi, era una giornata no.
Tanto per chiarirsi: l’autore di questi post (e di questo blog) è il supplente di matematica che sta seguendo la prima d della scuola di piazza Gasparri, quello sempre vestito di nero; lo stesso supplente che fuori dai suoi orari di lavoro ha sistemato per due mesi il laboratorio di informatica e aiutato alcuni docenti della Rodari a migliorare il laboratorio informatico di quel plesso; lo stesso che ha sistemato l’armadio della biblioteca di cui si erano perse le chiavi e di cui si voleva far pagare la riparazione ai docenti referenti per la biblioteca anziché usare i fondi della scuola per far intervenire il fabbro; lo stesso che ha messo a posto la stampante e mandato in rete il computer dell’aula insegnanti senza che nessuno (salvo poche eccezioni) si degnassero di dirgli grazie. Posso andare avanti, ma tutti questi episodi mi servono solo a dimostrare che anche se io sono presente nella scuola solo da quest’anno, mi sono messo a disposizione di tutti per rendere la vita nell’istituto migliore, anche al di fuori dei miei orari di lavoro. Forse a te, Anny, è sfuggito. Se poi le mie descrizioni della vita nella scuola non corripondono con la tua percezione sei benvenuta ad aggiungere un altro punto di vista, senza minacciare consigli e altro. Certamente gli anni scorsi sono stati diversi da questi.
Un altro distinguo che mi va di fare rispetto ai commenti di Anny, è che quanto scrivo non vuole essere una generalizzazione. Tra i docenti, tra i bidelli, tra i segretari e le segretarie ci sono persone simpatiche e meno simpatiche, preparate e meno preparate, ma quello che racconto sono fatti accaduti e che vogliono mostrare come i limiti della scuola italiana in questo momento siano molto più complessi di quello che ci vogliono far credere, e sopratutto che le soluzioni della Gelmini e di Tremonti sono antitetiche alla reale natura dei problemi. Con meno fondi andrà tutto certamente peggio, e non viceversa.
Molto più interessante è stato il commento di "doc" che mi esortava a mostrare anche i lati positivi della scuola comasinense. Su questo ha certamente ragione. Come ho anche scritto nel primo post, nella scuola Gandhi ci sono docenti molto dedicati, grazie ai quali e alle quali la scuola sopravvive nonostante tutto. E così ci sono anche parecchie persone del personale ATA senza le quali la vita sarebbe un inferno. E così anche in segreteria (a cui più che altro contesto un certo approccio formalista e non certo le qualità personali del personale che la compone, che conosco troppo poco). Ma la scuola non è solo i suoi lati negativi.
Ad esempio tutte queste persone che lottano per farla sopravvivere hanno un enorme potenziale, che se fosse messo a frutto potrebbe trasformare il brutto anatroccolo della Comasina in un centro propositivo e vivo. Per farlo però non bastano un manipolo di persone, ma abbiamo bisogno di collaborazione e di un po’ di spirito di cooperazione. In questi giorni si è svolta la serata per chiedere alle famiglie del quartiere di iscrivere i loro figli alla media di piazza Gasparri, di fronte a una emorragia di iscrizioni verso la media di Affori e di Bruzzano. Spostare i loro figli non risolverà il problema di come crescono in quel quartiere: anzi se lavorassimo tutti insieme per migliorare la situazione della scuola di piazza Gasparri daremmo impulso a un progetto molto stimolante. Certamente è difficile e a volte scoraggiante il clima nella scuola dove insegno. Ma altre volte vedere tutti insegnanti giovani (tutto sommato! 🙂 e con voglia di fare offre uno stimolo netto a fare di più. Spero che la scuola riesca a raggiungere il quorum di iscrizioni nonostante i bastoni fra le ruote del Comune e delle assenze di quelle figure che dovrebbero più preoccuparsene – come il Dirigente. E anche nonostante le persone che per difendere in maniera un po’ corporativa il plesso di piazza Gasparri (come Anny) vorrebbero tacere i problemi che la scuola Gandhi esemplifica suo malgrado.
Mi auguro anche che questi miei post, che sono certo scateneranno non pochi litigi al mio arrivo a scuola lunedì, servano a far crescere l’esperienza di quella scuola. Anche se serbo il dubbio che tutto si risolverà in qualche sguardo in tralice, qualche delazione al preside per cercare di farmi avere ingiustificate note disciplinari (fino a prova contraria non c’è il divieto di raccontare quanto avviene a scuola su un blog, se fatto senza diffamare alcuno) e nulla più. Staremo a vedere. Anche se i commenti di altri colleghi non abbastanza abili con il computer per commentare ma avvezzi agli sms mi hanno un po’ confortato sulla natura realistica e non visionaria dei problemi che ho presentato. Alla prossima. Come sempre.
PS: dopo questo post buonista tornerò presto alle cattive maniere, non temete. 🙂
ognuno è libero di dire cio che vuole, di sfogarsi come crede, ma quello che non hai è la coerenza ne è la dimostrazione che se tu fossi “veramente coerente” avresti lasciato i testi originali……………….
Cara Anny,
ti ho già spiegato cosa ho tolto dai testi e perché. Lo ripeto pure qui, a beneficio dei più.
Ho tolto:
una ricostruzione errata sul motivo per cui non erano stati dati i soldi per fare le fotocopie delle pagelle e che coinvolgeva un delegato RSU. Non lo coinvolgeva, non mi ricordavo di averla messa giù così e ho quindi corretto l’errore. Non si chiama incoerenza. Si chiama onestà . E’ un’altra cosa.
Nel testo c’era anche un accenno a una diversa visione di questo preside tra me e il suddetto delegato: io penso che il delegato RSU (UIL) apprezzi questo preside per la sua “correttezza” formale, ma non sostanziale, e che non apprezzasse il precedente reggente perché di area CGIL. Non penso che questo commento (che era inserito nella frase di cui sopra) sia meritevole di alcuna menzione, e quindi dato che estrapolato dal contesto della frase non significava nulla, né aveva a che fare con la situazione scuola, ho deciso di eliderlo.
Ho poi tolto un paio di aggettivi troppo coloriti nel testo che avrebbero potuto offendere (e non mi interessa offendere alcunchì) e distrarre dal punto cruciale della discussione.
Cmq, come ho scritto. Chi sono mi pare molto chiaro. Se hai qualche problema specifico non hai che da parlarmene. Se invece preferisci che faccia un post di insulti così mi riterrai coerente e potrai alimentare la tua incazzatura, mi pare un esercizio ben poco interessante.
ciao
r.
mamma mia ma questa anny un briciolino di ironia e senso della misura ce l’ha???
ma sarà possibile porsi questa domanda o chiede un altro consiglio straordinario e perchè no che si riunisca una Corte di assise?
Consigio a nero altro post elogiativo della scuola, dei preside, dei bidelli . della Gelmini ……e anche di anny
Mi fa piacere che tu abbia scritto “la terza parte”;sche ti sia chiaro
che sei parte della soluzione non del problema. Quindi spero in una “quarta parte” propositiva che sposti l’attenzione sulla eventuale soluzione dei problemi.Hai uno strumento importante “il blog” , fai in modo che non diventi però un blog di “flame”,.
Anny, vedo che la notte porta consiglio e schiarisce le idee un po’ a tutti.
Chiaramente siamo tutti parte della soluzione, ma i problemi vanno visti non ignorati, ed è necessario che le persone VOGLIANO risolverli. Io ho sempre dato la mia disponibilità , nonostante sia un precario e quella scuola forse non la vedrò mai più da giugno in avanti. Come ti ripeto sono anche stato l’unico ad esporsi in pubblico almeno in un’occasione per puntare il dito sul problema.
Non ho problemi a farlo ancora. Ma non da solo.
Se abbiamo voglia di cambiare lo stato di cose di quella scuola (e non solo) e fare in modo che l’anno prossimo chi ci lavori lo faccia nelle migliori condizioni, non basta accontentarsi delle formalità ma bisogna guardare alla sostanza.
PS: la parte propositiva chi se ne frega di farla sul blog. Facciamola a scuola.
ciao
Caro Nero hai perfettamente ragione, insegno ormai da due anni alla Gandhi e spero di continuare a fare il precario volontario anche in futuro. Uso il termine volontario appositamente, perchè da quest’anno siamo questo più che insegnanti; abbandonati spesso, troppo spesso, a noi stessi e coprendo i buchi, o meglio le voragini che si aprono di continuo. Non siamo certo dei santi martiri o dei masochisti; così non so quanto tempo potremo andare avanti dobbiamo assumerci tutti, io per primo, le
nostre responsabilità e affrontare anche a muso duro tutte le problematiche della scuola oppure rassegnarci e lasciarla andare definitivamente in rovina. Gli spettacoli vergognosi come la presentazione della scuola con 6 colleghi e 4, ripeto 4, genitori senza la presenza del Preside, scusabile vista l’ora tarda (le 20.15), non si devono ripetere, non è dignitoso.
Credo invece che quello che hai postato sul blog abbia fatto più presa di mille parole dette in altra sede!!!!
il potere del web
anny, ben venga se la mia polemica porterà a qualcosa. meglio che il silenzio un po’ imbarazzante in cui ci muoviamo da alcuni mesi.
sulla presentazione della scuola, che tristezza. sicuramente una delle cose che dovremmo fare è far capire ai genitori che far chiudere quella scuola non è una soluzione, ma una fuga, che non risolverà nulla se non spostare il problema in un’altra sede.
a domani.
ora, solo pre-derby.
quando ci vediamo mi paghi almeno un caffè o cioccolata alla macchinetta, motivo:”NON HAI MAI AVUTO tanti accessi AL TUO BLOG come in questi ultimi giorni”.
n.b. controlla l’orario sei un’ora avanti
ti assicuro che ne ho avuti anche molti più di così. dipende dall’argomento e posso provarlo.
cmq per seppellire l’ascia di guerra, acconsentirò ad offire la cioccolata o un caffé pure agli altri che hanno partecipato alla discussione.
a patto che non si perda nel vuoto!
ok, va bene, però adesso scrivi la “quarta parte” con il nocciolo e/o noccioli del probema , non si è molto capito cosa si devrà fare in concreto!!!!
n.b. l’ora adesso va bene
grande socio!
un po’ troppo zuccherato questo finale, ma siamo tutt* content* di aspettare le randellate finali.
ora aspettiamo al varco. sono sicuro che la metterai di nuovo dentro. 🙂
p.s. titolo de Il Giiornale dopo la lettura di questo blog:
“ecco cosa fanno gli insegnanti oggi: chiacchierano dei blog alla macchinetta del caffè. Lavativi!”
p.p.s. bastoni: accendi i ceri alla madonna e a rizzoli! 🙂
ciao
b.
Non è il potere del web, cara anny.
E’ la paura che i “propri” panni sporchi vengano lavati nella pubblica piazza invece che nelle proprie stanze. Il punto è che se si parla di scuola i panni sporchi non sono di alcuni, sono di tutta la società , almeno fino a quando la scuola sarà pubblica. Perchè se l’impegno individuale è sicuramente un termometro di qualità , non può essere la SOLA RISORSA messa a disposizione.
Lavoro in più scuole come operatrice esterna, e vede svariate situaizioni, e, anche parlando con i miei colleghi, quella descritta da nero non è assolutamente tra le peggiori. Perchè autonomia spesso non ha voluto dire libertà per le singole scuole, è stato un modo elegante per dire “arrangiatevi”.
Perchè i fondi non bastano mai, e si deve risparmiare non sulle attività extrascolastiche, ma sulle FOTOCOPIE! Inoltre è chiaro dove le famiglie possono intervinire economicamente con un tributo aggiuntivo, le cose vanno leggermente meglio, dove questo non può accadere, come si dice dalle mie parti, Ciccia.
Questi sono problemi di tutt* e di cui tutt* in un modo o in un altro dovremmo farci carico, anche parlandone in un blog.
Quindi, ringrazio nero, che come sempre da quando lo conosco, non può fare a meno di metterci la faccia 😉
ho avuto segnalazione di questo blog e ho dato una scorsa veloce ai post sulla scuola.
io ci ho insegnato per 6 anni e proprio nel ruolo che hai tu, nero, che non ho mai avuto il piacere di conoscere nelle occasioni di “festa” tra colleghi ed ex.
chi mi conosce lo sa, che io di solito sono una che dice tutto quello che pensa, a volte in modo veramente troppo diretto, anche se ultimamente sono un po’ migliorata.
io dalla scuola me ne sono andata, non certo perché mi faceva paura, non certo per i ragazzi che ho amato con tutto il cuore, ma per la fatica di essere in pochi a crederci veramente, in mezzo a molti che se ne sono sempre fregati.
questo accade dappertutto, anche nelle scuole “bene” dei quartieri “bene” di milano.
ho anche io avuto un blog e so cosa significa scrivere in pubblico.
mi permetto perciò di dirti che sarebbe stato tutto meno pesante, se non ci fossero chiaramente scritti nomi e cognomi, non per ipocrisia, ma per un doveroso senso del pudore per un’isituzione già traballante come mi sembra essere in generale la scuola di oggi e in particolare, la scuola dove insegni tu e dove ho insegnato io fino a 2 anni fa.
forse con l’avanzare dell’età la saggezza (o la demenza senile, anche se ho solo 36 anni) impone toni un po’ più moderati, giusto per non sputare nel piatto in cui si mangia.
dici che non si deve fare di tutta l’erba un fascio, ma poi è difficile distinguere e tu hai dato della scuola un’immagine molto pesante che può anche ferire indirettamente chi ci lavora, i ragazzi e le famiglie che l’hanno scelta, nonostante tutto.
un consiglio da ex docente della gandhi: non credo che la scuola abbia bisogno di tanta pubblcità negativa.
credo che le magagne vadano combattute da dentro e non sbattute all’esterno, non per far credere che tutto vada bene, tanto chi frequenta, sa, ma per un senso d’amore e d’appartenenza ad una realtà tanto tribolata che avrebbe bisogno di qualche parola di speranza, invece che dell’ennesima mazzata.
chiudo qui.
s
ciao s,
non so se ci siamo visti o meno, però apprezzo molto il tuo post.
io di anni ne ho quasi 33 e forse non sono abbastanza saggio, ma ho pensato che mettere i nomi e i cognomi della scuola fosse un buon modo per non far pensare che io mi inventassi tutto di sana pianta.
E onestamente quello che penso è che non ci si può nascondere la verità . Io penso che se tutti imparassimo a gestirci la verità con maggiore maturità i problemi si risolverebbero più facilmente.
Credimi: anche io preferirei combatterle all’interno ma spesso l’inerzia fa si che non si muova nulla. Ho scritto questi post per dare un’idea di quello che accade in una qualsiasi scuola italiana. Il problema della Gandhi è che questo è ancora più grave in un quartiere difficile come quello della Comasina. Non era mia intenzione offendere nessuno, tantomeno le periferie che sono il mio luogo naturale (sono nato e cresciuto tra affori, bruzzano e comasina, quindi penso di avere titolo 🙂
tutto qui.
capisco la tua critica e l’accetto, ma penso che un po’ di schiettezza forse contribuirà a smuovere le acque.
se tutta la polemica che ha sollevato una paginetta messa online servirà a fare in modo che non sia più identico a prima, allora sarà servito a qualcosa.
Se s sta per il cognome mi sa che ho proprio la tua classe! 🙂
ciao
r
Sono quel vecchino felicemente nonno che hai preso di mira con i tuoi divertenti blog.
Evidentemente non trovi di meglio che attaccare la mia famiglia, visto che non sai trovare cose concrete e propositive.
Ti garantisco che se avessi desiderato andare in pensione avrei potuto farlo da almeno tre anni, visto che insegno dal 1964.
tutto quello che scrivi mi ha fatto capire che mentalmente sei ancora un ragazzino il quale non vuole (o non è capace?) di assumersi le proprie responsabilità , ma ha ancora e sempre bisogno di un figura di riferimento che lo tuteli nel momento delle decisioni.
Se vuoi che qualcuno riconosca le tue capacità devi prima dimostrare di averne, invece di limitarti a “tirartela” vantandoti di quanto sei bravo! Per il momento ho letto solamente invettive, ma queste servono unicamente a sporcare la bocca di chi le pronuncia.
Non ho mai rifiutato di parlare con nessuno, ma di te ricordo unicamente un intervento da maleducato in un collegio docenti, dopo di che hai sempre girato accuratamente al largo dal sottoscritto! Evidentemente il tuo modo di risolvere i problemi della scuola è quello di parlarne male invece di confrontarti serenamente con chi la dirige.
Il Vecchino.
…benissimo, ma dal momento che ti sei fatto avanti sul blog, perchè non sposti il livello della discussione dall’attacco personale a quello dei contenuti? Perchè, ok, il Nero ha malignato su nonni e nipotini, ma nel frattempo ci ha infilato delle critiche di sostanza.
La tua replica ne è invece priva.
Oh, sono onorato della presenza del dirigente scolastico sul mio blog. Mi dia del lei, grazie.
Confermo quello che ha scritto ppn.
Però sbaglia quando dici che le giro al largo: il mio intervento non era da maleducato, era l’unico intervento che riportava la sostanza delle discussioni fatte durante il collegio d’ordine, ma forse come dirigente preferisce le persone che non si scontrano.
Io non giro al largo, io non la saluto perché non ho avuto motivo di avere un rapporto con lei, dato che da quando è arrivato si è chiuso nel suo ufficio e non ha voluto avere la minima idea della scuola in cui è entrato.
le mie qualità le dimostro con le persone che le meritano. prevedo giornate dense a scuola, ma non ho certo paura di affrontarle.
PS: oggi sono passato quindici volte di fronte al suo ufficio ma era sempre chiuso. se voleva parlarmi, ero lì. non ho cambiato idea da quel mio intervento in collegio docenti.
Mi dimenticavo.
Io non attacco la sua famiglia (a parte le battute non mi permetterei e se guarda nei miei post se ne renderà conto), io attacco il modo in cui si è rapportato alla scuola finora. E lo confermo.
Mentalmente sarò ancora un ragazzino, ma sono l’unico che le ha detto quello che pensa, mentre gli altri in faccia (nell’unica occasione in cui ci siamo visti in situazioni ufficiali ovvero durante un collegio docenti) non le hanno detto nulla.
Se sono l’unico a pensarla così, sono disposto a farle le mie scuse. Altrimenti forse tutto questo putiferio servirà a migliorare quella scuola.
La invito a leggere il mio ultimo articolo, anzi, vedrò di stamparlo e farglielo avere così non potremo dire che la questione non sia stata messa in campo.
Arrivederci a domani