L’origine della regressione
Quando uno si chiede perché l’Italia è un paese retrogrado basta che provi a leggere i giornali. Ma non per averne le prove, ma per capire da dove comincia tutto.
A Milano il primo maggio ormai da anni si tiene forse la più grande manifestazione autorganizzata e non finanziata da alcuna organizzazione (partito o sindacato o associazione che siano) d’Europa. Quest’anno in piazza c’erano più di centomila persone: un tripudio di colori, umori, persone, idee, slogan, canti. Dal nostro carro il tamarrissimo Oscar White ha fatto un free style proletario proprio di fronte al Duomo, mentre i Petardi lo sostenenvano con le loro basi: una manifestazione enorme e importantissima, ma di cui stranamente non avreste trovato alcuna traccia sugli organi della cosiddetta informazione.
I giornali di sinistra non la pubblicizzano perché antitetica ai loro finanziatori (il Partito per Liberazione, la CGIL per Il Manifesto). I giornali principali del panorama italiano la snobbano perché di solito è una manifestazione pacifica, gioiosa e che parla di un tema scomodo su cui troppa gente ha la coscienza sporca. Poi non c’è mai nessuno di famoso a fare né da testimonial né da accaparratore, e quindi le redazioni di Repubblica, Corriere e via dicendo non sanno che pesci pigliare. Peccato che forse dimenticano che raccontare eventi rilevanti nelle principali città italiane sarebbe forse il minimo che dovrebbero fare. Di una parata di questo calibro non si parla. Non è "interessante".
Poi improvvisamente succede un fatto orribile (lasciate perdere i commenti che sono il solito ricettacolo di dementi): alla fine del corteo, nella situazione di delirio che pervade il Castello Sforzesco alla fine di ogni Mayday Parade, una ragazza subisce una violenza da parte di un imbecille. Gli amici della ragazza e chi si trovava nei paraggi ha dato una lezione all’imbecille fino a farlo giungere nei pressi della polizia. La polizia ha pensato bene di menare un po’ le mani riuscendo a dare luogo al primo semiincidente in otto anni di Mayday. Magicamente sui siti di Corriere e Repubblica adesso la mayday c’è, ma si vuole infrangere ogni record: sul sito di Repubblica un articolo di 2000 battute riesce a entrare nei dettagli supposti e possibili del fatto, senza mai spiegare che cos’è la Mayday Parade. Idem il corriere.
Ecco: quando ci si chiede perché i giornalisti vengono visti con astio e sospetto, o da dove cominci il clima di ferocia e di degrado culturale e etico che vibra nell’aria milanese e italiana, la risposta è molto semplice. Comincia tutto da qui, dalla ricerca ossessiva del marcio e del peggio per raccontare solo quello, tralasciando i fatti e ciò che accade di imponente, per focalizzarsi sul minimo segno di sporcizia. Sarebbe come entrare a Versailles e occuparsi solo di un avvelenamento di un personaggio avvenuto nei suoi giardini di un ciuffo di polvere a terra, ignorando completamente la sua architettura e la sua storia.
Qualcuno un tempo ebbe a definirsi nano sulle spalle di giganti. Ora purtroppo siamo ridotti ad essere solo nani e per di più deformi nel corpo e nello spirito, soprattutto. Quello che rimane poi è solo rabbia e sdegno.
Premetto due cose:
– sto osservando questa vicenda da lontano, quindi attraverso i media (mainstream e non), i comunicati, le mailing list etc. ho quindi un punto di vista limitato sulla faccenda
– questa e’ la prima mayday milanese a cui non partecipo da 5 anni a questa parte. ne condivido percorso politico e approcio.
L’analisi del tuo post e’ chiara e condivisibile per me, devo pero’ dire che il comunicato stampa non mi e’ piaciuto per niente per dei motivi che sono gia’ stati sottolineati da altre persone nei commenti su indy (se vuoi poi li ripeto) –
mi e’ anche chiaro che si tratta di un comunicato stampa, rivolto ai giornalisti/e mainstream e che quindi e’ tarato su di loro; immagino che sia stato scritto di grande fretta in un momento delirante.
Credo pero’ che ora l’organizzazione MayDay dovrebbe affrontare la questione dell’aggressione dal punto di vista politico, rivolgendosi al movimento e alle persone presenti in mayday – affrontando la questione della violenza di genere con analisi politiche e azioni.
E’ chiaro che non e’ la mayday a creare l’abuso sessuale. e’ chiaro che non e’ ‘colpa delle sostanze’: ma appunto regna talmente tanta confusione se questo tema che bisogna assumersi la resonsabilita’ di affrontarlo seriamente.
interrogoandoci su come rendere i nostri spazi pubblici e privati sicuri per tutt*/ partendo dal concetto espresso da questo vecchio slogan : “per ogni donna stuprata, pucchiata uccisa, siamo tutte parte lesa”. dove aggiungerei solo ‘tutti’ vicino a tutte.
spero di essere stata chiara. ciao, lilli
hai ragione, il comunicato poteva essere migliore, ma ieri tra incazzatura per i media, per l’evento e stanchezza postuma, forse è mancata la lucidità per notare alcune sottigliezze.
però i commenti su indy sono ingenerosi e soprattutto ignorano il valore politico di questa mayday. e lo fanno perché chi commenta è vittima di una logica un po’ settaria e vetero-autonomista che più sta lontana dalla mayday e meglio ci fa 🙂
io sono infastidito da quello, non da altro. dopodiché il problema della violenza sulle donne rimane, e non è nella mayday che è più eclatante, ma nelle mura di casa e nella vita quotidiana, ma di questo non fa comodo a nessuno parlarne. 🙁
scrivi:
“Sarebbe come entrare a Versailles e occuparsi solo di un ciuffo di polvere a terra, ignorando completamente la sua architettura e la sua storia.”
scusami ma la metafora mi sembra davvero infelice.
una violenza non è “un ciuffo di polvere a terra”
dai, mari, sai benissimo che non volevo sminuire l’episodio della violenza, ma lo schifo dei quotidiani.
poi se sei contenta che i giornali parlino come parlano del problema, vai serena, ma anziché fare le pulci a me/noi, forse dovresti bruciare le sedi di repubblica e corriere.
ognuno poi la vede come vuole.
In ogni caso per dimostrarti che comprendo le ragioni di quanto scrivi, ho cercato di correggere la metafora, almeno forse potremo tutti concentrarci sull’aspetto che mi interessava sottolineare con il mio post.
ciao
io so che non volevi sminuire ma le parole sono importanti. sicchè te lo dico.
allo schifo dei giornali faccio le pulci quotidianamente e non sono contenta mai di quello che scrivono e di come lo scrivono.
volendo posso organizzare un falò ma ciò non toglie che proprio da te/voi io mi aspetto una attenzione maggiore.
altrimenti che senso ha pretenderla dai pessimi quotidianio che abbiamo in italia.
grazie!
“…il problema della violenza sulle donne rimane, e non è nella mayday che è più eclatante, ma nelle mura di casa e nella vita quotidiana, ma di questo non fa comodo a nessuno parlarne. :(“
…tanto meno a te/voi che in questo post come nel comunicato disquisite di una violenza come un “minimo segno di sporcizia”… come se fosse la prima volta che le nostre belle Versailles venissero attraversate dalla violenza di genere… Proprio come negli articoli della stampa, in questo post riesci a non parlare del soggetto…. che dire? Lasciamo ad ognuno la propria nicchia….
Ma sono davvero schifata in questo caso, stupidamente ho ancora i/le compagni/e come punto di riferimento, i giornali li ho dimenticati da tempo come miei principali interlocutori….. invece voi nel comunicato (come in questo post) vi rivolgete esclusivamente a loro implorando di ricordarsi in calce ad ogni articolo di dire quant’è bella, da quanto tempo dura la mayday….nient’altro da chiedergli??
Ah già ricordate che la polizia è cattiva…..
Forse è ora che in primis i/le compagni/e, le mayday e le nostre decadenti Versailles si facciano due domande… che i giornali sono una merda ce lo siam detti tante volte…sulla violenza di genere mi sa che ancora dobbiamo dirci tanto….
Senza rancore, non ci conosciamo…ma quando è troppo è troppo….
il fatto e’ che per me ora come ora il significato politico della MayDay non deve essere in primo piano. mi sa che su questo non saremo d’accordo, ma va beh.
per cui ben venga che tu faccia un’analisi della stampa mainstream qui, sul tuo blog privato. ma mi aspetto anche che dai siti pubblici, per cosi’ dire, escano delle reazioni che vadano oltre.
Ci fanno schifo a tutte le reazioni strumentali di giornali e della vetero-militanza che usano questo episodio per screditare la mayday.
PEro’ e’ un livello di discussione che va trasceso (da noi!), perche’ se no la questione della violenza sulle donne, viene, di nuovo, dimenticata e relegata nello scantinato. e dopo un episodio del genere non si puo’ lasciare che questo accada, se no e’la morte proprio.
In effeti che la ragazina fosse ubriaca o stonata, poco influisce sul grave fatto, che però nulla centra come diceva Nero con l’operazione che media e politica ora neanche troppo timidamente tentano, cioé di mettere in luce e nel calderone solo quella vicenda.
Tra l’altro, mi ci sono trovato in mezzo e non me ne ero reso conto. Nella fase del mezzo linciaggio mi sono trovato a respingere l’assalto dei ragazzetti gabber incocainati che prendevano a calci il tipo. Ho notato in effetti la ragazza stesa per terra, ma lì per lì nella concitazione, io come altri, si era pensavo più ad una vicenda di banale droga e razzismo. Oggi però ho visto la foto del ragazzo albuino sul giornale e ho capito (ovvio qui le garanzie di anonimato da parte dei media non sono prese neanche in considerazione, un irregolare non esiste giuridicamente).
Resta però il fatto che in una manifestazione ancora così riuscita (credo di essermene perse4 solo un paio dall’inizio), che ogni anno mi sorprende per come riesce a rinnovarsi e a restare viva, il problema dell’abuso di sostanza e di certa violenza indotta ce lo si pone (non da ora, ma in maniera credo cosciente da parte di molti, non tutti, i soggetti coinvolti). Nel senso che quello non è l’unico episodio violento a cui ho assistito, e come sempre resto unp o’ basito.
Che poi sia meglio avere i ragazzetti gabber tutti speed e cocaina (patrimonio ahimé oramai anche di gran parte del movimento diciamo alternativo) in corteo sia meglio che averli da altre parti e l’inclusione è iun fattore importante.
Ricordo ai tempi di Breda la perplessità di fronte alla seconda fase di rave, in cui venivano ospitati RND, Randy e dintorni. Ma poi ho capito, e Breda anche in quella occasione ha visto avanti su tante cose.
Resta un poco di mio disagio di fronte all’abuso di sostanze che anziché stimolare e calmare gli animi, eccitano parti del nostro essere che forse male non faremmo a gestire in altro modo.
Comunque, as usual, gran corteo.
E spero che ora qualche dimenticanza in un comunicato ufficiale oscuri anche tra noi il grande risultato (politico e di divertimento, che almeno una volta all’anno non sono distinti!).
Bravi bravissimi!:)
Sai bene che solitamente non intervengo in questo genere di discussioni ma il fatto in oggetto è una cosa che mi ha sempre rimestato dentro.
La metafora fatta da te è stata sicuramente infelice ma quando scrivi qua, nel tuo blog, ti rivolgi solitamente a persone che ti conoscono, che eventualmente ti fanno notare senza troppa polemica se qualche parola è stata messa in modo errato, che sanno che è un mero errore e che la sostanza è altra…. il comunicato dell’altro sito però è abbastanza (abbastanza un cavolo) vergognoso.
Parte con “nei pressi dei prati del castello sforzesco un uomo ha abusato (o cercato di abusare) di una ragazza” (siamo sicuri che sia una differenza da sottolineare???) e continua con banali evidenze (evito qua un elenco) sulle violenze in generale ben poco adatte a commentare l’accaduto mentre tutta l’enfasi del comunicato è posta sulla difesa dell’organizzazione e dei manifestanti che mai nessuno, su tutti i media, aveva messo in discussione.
Per carità capisco gli organizzatori… tanto impegno per poi finire sui giornali per qualcosa di diverso da quello per cui lottano e si impegnano (è logico che ci si incazza) ma credo che in certe occasioni sia necessario mantenere una migliore lucidità. Per esempio si potevano fare 2 comunicati diversi… uno anche un po’ più diretto (e partecipativo) a chi è stata vittima …
Con questo non voglio dire che avrei fatto meglio ma mi interessava dire la mia e mi interessava far notare l’assoluta mancanza di umanità in quel comunicato e visto che, come ho evidenziato in premessa, solitamente non intervengo in questi argomenti se qualcuno si sente in dovere di sfancularmi o spiegarmi qualcosa ogni insegnamento è ben accetto.
Forse non scrivo bene ma spero comunque che sia passato quello che penso…
Andrea
kundo e tutti gli altri.
va bene tutto, però uno: la domanda giusta è “avete portato solidarietà alla ragazza?”, non “avete scritto di essere solidali?”, perché i fatti sono più importanti delle parole. la risposta è “sì”.
che il comunicato fosse quello che fosse è dovuto al fatto che non era facile districarsi tra le voci, i “mi pare”, i “chissà” e via dicendo.
la verità è che chi sta strumentalizzando l’episodio sono proprio quelli che hanno sempre visto nella mayday un nemico per le loro logiche settarie e/o di organizzazione, e questo è il vero schifo.
chi la mayday se l’è sucata per tanti anni sta cercanod di tenere la barra a dritta di un comportamento politicamente ed eticamente ineccepibile, allo stesso tempo evitando che gli squali che stanno usando (loro sì) il corpo e la violenza su quella ragazza.
Mi piacerebbe che le persone che leggono questo blog, e che quindi mi conoscono, fossero capaci di leggere tutto questo.
scusate l’italiano sgrammaticato ma sono furioso.
troppo tempo spendo a vedere gli sciacalli usare ogni cosa a tiro per demolire e per i propri tornaconti.
osservarli fare lo stesso sulla pelle di una poveraccia è veramente ributtante.
http://sgrunt.noblogs.org/
nero, noi con quella corrente di persone che strumentalizza la questione non c’entriamo niente. questo tu lo sai, vero?
stabilita questa certezza personalmente io dico che avete bisogno proprio della nostra visione delle cose per affrontare anche quel problema.
ho letto i loro commenti. tutti dicono che il contesto tipo rave è causa della violenza.
per quello che diciamo noi è come dire che le donne in casa non vengono stuprate mai. come se dipendesse dagli ambienti e non dagli uomini.
come se per forza le donne devono andare incordonate invece che essere libere in ogni luogo.
loro vi stanno dicendo che è tutta colpa della mayday e noi vi stiamo fornendo un elemento di riflessione che vi chiediamo di fare vostro.
vi stiamo chiedendo di parlare di politica e abbiamo rilevato semplicemente che a parte la domanda sulla quale ti concentri manca proprio una elaborazione sulla questione della violenza di genere.
non si può girarci intorno, manca e basta. per noi è elemento centrale. prima della mayday. prima di tutto c’e’ la ragazza.
e no, le violenze non hanno bisogno solo di gesti di solidarietà privata. altrimenti lo stesso si potrebbe dire per le solidarietà a chi subisce aggressioni fasciste.
è necessaria una solidarietà pubblica. è un fatto politico.
significa che mayday, i compagni e compagne, assumono come proprio il problema della violenza di genere e lo mettono tra le proprie priorità politiche.
quindi la domanda vera non è se siete stati solidali con la ragazza ma se intendete occuparvi politicamente di questo problema.
sono le compagne che chiedono ai loro compagni se la prossima volta che una compagna subirà una violenza saranno disposti a scendere in piazza e a reagire esattamente come farebbero dopo una aggressione fascista.
permettimi: non si tratta di un dettaglio. e’ un elemento centrale della questione perchè da quello dipende un ragionamento molto più ampio che potrebbe portare le compagne a non sentirsi più parte di una dimensione collettiva mista.
ecco tutto.
>nero, noi con quella corrente di persone che strumentalizza la questione non c’entriamo niente. questo tu lo sai, vero?
lo so, infatti l’appunto non era diretto a te/voi.
> stabilita questa certezza personalmente io dico che avete bisogno proprio della nostra visione delle cose per affrontare anche quel problema.
> ho letto i loro commenti. tutti dicono che il contesto tipo rave è causa della violenza.
> per quello che diciamo noi è come dire che le donne in casa non vengono stuprate mai. come se dipendesse dagli ambienti e non dagli uomini.
appunto
> come se per forza le donne devono andare incordonate invece che essere libere in ogni luogo.
appunto
> loro vi stanno dicendo che è tutta colpa della mayday e noi vi stiamo fornendo un elemento di riflessione che vi chiediamo di fare vostro.
> vi stiamo chiedendo di parlare di politica e abbiamo rilevato semplicemente che a parte la domanda sulla quale ti concentri manca proprio una elaborazione sulla questione della violenza di genere.
abbia pazienza però.
su queste cose come su altre si preferisce andare con i piedi di piombo.
perché in questa situazione rientra non solo la questione di genere, ma anche la questione razzismo, e la psicosi da stupro alimentata dai media ecc ecc
il punto è tutto qua.
io penso onestamente che la questione di genere sia una questione quotidiana, e ho sempre cercato, nei miei limiti di maschio con tendenze al protagonismo e al decisionismo 🙂 di fare mia questo approccio alla questione.
> non si può girarci intorno, manca e basta. per noi è elemento centrale. prima della mayday. prima di tutto c’e’ la ragazza.
è un elemento centrale della nostra vita e della nostra società.
non è un elemento centrale nella mayday, mi consentirai (non ha mai avuto problemi di genere, e pure questo è un episodio, orribile, tremendo, schifoso, ma un episodio).
> e no, le violenze non hanno bisogno solo di gesti di solidarietà privata. altrimenti lo stesso si potrebbe dire per le solidarietà a chi subisce aggressioni fasciste.
non ho detto questo. ho solo detto che nonostante lo smarrone (la solidarietà ci andava nel comunicato, ma non c’è per svista colpevole, ma non per dolo), è più importante che nei fatti la sensibilità delle persone con cui lavoro e faccio politica io si sia preoccupata oltre che di ricostruire i fatti (difficilissimo), di cercare di scrivere qualcosa per non lasciare che i media travolgessero tutto (difficilissimo), anche di raggiungere e fare sentire alla ragazza che siamo solidali con lei per quello che è accaduto (difficilissimo).
> è necessaria una solidarietà pubblica. è un fatto politico.
per me è necessaria un momento pubblico in cui la gente se le dica in faccia certe cose, oltre a quello che dici
> significa che mayday, i compagni e compagne, assumono come proprio il problema della violenza di genere e lo mettono tra le proprie priorità politiche.
> quindi la domanda vera non è se siete stati solidali con la ragazza ma se intendete occuparvi politicamente di questo problema.
lo abbiamo sempre fatto.
nelle cose che facciamo tutti i giorni. nel modo in cui le facciamo. nei posti che abbiamo gestito. e lo si farà anche in questo caso.
con la complicazione di quanto dicevo nel mio precedente intervento.
> sono le compagne che chiedono ai loro compagni se la prossima volta che una compagna subirà una violenza saranno disposti a scendere in piazza e a reagire esattamente come farebbero dopo una aggressione fascista.
veramente io e i MIEI compagni abbiamo sempre reagito, anche a costo di sbagliare. ho smesso di parlare a interi gruppi di persone che hanno giustificato e assecondato una visione condiscendente rispetto alla violenza sulle donne.
> permettimi: non si tratta di un dettaglio. e’ un elemento centrale della questione perchè da quello dipende un ragionamento molto più ampio che potrebbe portare le compagne a non sentirsi più parte di una dimensione collettiva mista.
questa è una scelta. da tempo persone la fanno. io non la condivido, ma la capisco. come non capisco altri settarismi.
> ecco tutto.
spero di aver reso più chiaro il mio di ragionamento.
>abbia pazienza però.
su queste cose come su altre si preferisce andare con i piedi di piombo.
perché in questa situazione rientra non solo la questione di genere, ma anche la questione razzismo, e la psicosi da stupro alimentata dai media ecc ecc
il punto è tutto qua.
io penso onestamente che la questione di genere sia una questione quotidiana, e ho sempre cercato, nei miei limiti di maschio con tendenze al protagonismo e al decisionismo 🙂 di fare mia questo approccio alla questione.
che fai, mi dai del lei? 🙂
quello di cui parli sono prudenze che portano dritte al silenzio. se ci fosse stata una elaborazione sul tema della violenza di genere avreste saputo che la violenza va dichiarata a lettere cubitali accanto a tutte le analisi che servono a non lasciare strumentalizzare la questione. altrimenti dovremmo tacere di tantissime violenze che avvengono anche in circostanze simili.
>è un elemento centrale della nostra vita e della nostra società.
non è un elemento centrale nella mayday, mi consentirai (non ha mai avuto problemi di genere, e pure questo è un episodio, orribile, tremendo, schifoso, ma un episodio).
nessuno sta addebitando la questione alla mayday. come dire: I love mayday. e se decidete di non stare sulla difensiva il ragionamento politico che ne esce fuori è di tutt’altro livello. quanto meno con noi.
>non ho detto questo. ho solo detto che nonostante lo smarrone (la solidarietà ci andava nel comunicato, ma non c’è per svista colpevole, ma non per dolo), è più importante che nei fatti la sensibilità delle persone con cui lavoro e faccio politica io si sia preoccupata oltre che di ricostruire i fatti (difficilissimo), di cercare di scrivere qualcosa per non lasciare che i media travolgessero tutto (difficilissimo), anche di raggiungere e fare sentire alla ragazza che siamo solidali con lei per quello che è accaduto (difficilissimo).
anche in questo caso, nessuno addebita il dolo. ma anche nel casino generale a me non sarebbe mai venuto in mente di trascurare una cosa del genere. è una questione di priorità politiche e di differente impostazione non di assenza di sensibilità su questo tema. come dire manca la pratica quotidiana della lotta contro la violenza di genere.
>per me è necessaria un momento pubblico in cui la gente se le dica in faccia certe cose, oltre a quello che dici
e io sono d’accordo. un momento fisico e virtuale per garantire a tutt* di partecipare anche a distanza dato che non è una cosa che riguarda solo milano. abbastanza presto, a caldo…
>lo abbiamo sempre fatto.
nelle cose che facciamo tutti i giorni. nel modo in cui le facciamo. nei posti che abbiamo gestito. e lo si farà anche in questo caso.
con la complicazione di quanto dicevo nel mio precedente intervento.
bene.
>veramente io e i MIEI compagni abbiamo sempre reagito, anche a costo di sbagliare. ho smesso di parlare a interi gruppi di persone che hanno giustificato e assecondato una visione condiscendente rispetto alla violenza sulle donne.
guarda che io ti conosco e lo so. so tutto. quindi non prenderla sul personale. quando si parla di compagne e compagni si parla di un sacco di gente che tu sai bene non è che spenda esattamente il massimo della attenzione su queste cose.
>questa è una scelta. da tempo persone la fanno. io non la condivido, ma la capisco. come non capisco altri settarismi.
non si tratta di settarismi e io li rifuggo tanto quanto e forse più di te. si tratta come ti ho scritto del fatto che la violenza di genere deve diventare una questione politica prioritaria come fascismo, razzismo etc etc.
tu dici che hai smesso di parlare a interi gruppi di persone per questo e io ti dico che la decisione di smettere di parlare deve essere resa pubblica, motivata politicamente. così rendi il tuo gesto simbolico e politico. altrimenti resta sempre tutto sul piano privato.
come dire: nei centri sociali i sessisti non devono entrare.
tu andresti in piazza con razzisti?
perchè io dovrei andare in piazza con sessisti o con persone che non hanno chiaro che la violenza di genere non è un problema personale?
in questo senso si chiede una visibilità maggiore. che sia messa tra le priorità di gestione di qualunque cosa che pratica il movimento. scritto nero su bianco. con i sessisti e con chi non condivide la lotta contro la violenza di genere non si fa nulla.
se non si mette questo come punto di partenza in che modo se ne può parlare?
…dov’è sto comunicato?
un link?
Grazie.
…
sorvoliamo
Nero non sono assolutamente in grado di fare un’analisi come quella di Fikasicula e sai che non sono addentro alle Vostre dinamiche e quindi di certo non mi permetto di intervenire in certe discussioni.
Semplicemente davo il mio parere da esterno e quindi ti rispondo direttamente.
Io (e mi sembra anche gli altri che leggono) riesco a leggere oltre le righe del tuo blog e mi sembrava di averlo fatto capire… credo che chi legge, ed interviene, qua non abbia dubbi in merito a quel che pensi/fai ma mi riferivo all’altro comunicato, lì non c’è alcun rapporto personale con nessuno, è un comunicato all’esterno (diciamo a me quindi) e poteva (e doveva) essere fatto con uno maggiore attenzione (eufemismo) proprio per far si che per il futuro ci sia un approccio diverso alla questione.
Ciao bello
Andrea
A me è molto spiaciuto per la vicenda e trovo che abbia contribuito a sollevare molti paradossi già segnalati (l’uso e abuso di tali vicende da parte dei media, il “razzismo”, la difficoltà nel rapportarsi alle istanze di controllo in certe situazioni…) ma a me la cosa non ha meravigliato. Io non so voi che luoghi frequentate ma io ho sorpreso personalmente un nordafricano mentre sbottonava una ragazza sfatta su una sedia al Leoncavallo (il mio compagno l’ha poi allontanato), ad un rave un italiano mettere la lingua in bocca ad una ragazza in evidente abuso di ketamina per poi toccarle le tette… sono poi arrivati gli amici di lei dopo che me la sono trascinata via… ad un’altro rave sarà un paio di anni fa hanno menato a sangue una ragazza e l’hanno trovata a terra senza slip, derubata… premetto che non è per fare sensazionalismo, ma frequentando solo centro sociali e rave questo è quello che mi è capitato di vedere personalmente.
Anche se certo, ci credo che non si può cedere alle paure, personalmente è da tempo che mi sono rassegnata al fatto che come donna rischio sempre qualcosa in più. Non ho molte speranze. Però… una delle cose più scioccanti della vicenda è, politicamente parlando, il dubbio, cioè, che ti possa venire il dubbio se consegnarlo o meno alla polizia. Non so… andiamo in giro con la clava? Lo processiamo seduta stante a mazzate grazie ai nostri impareggiabili fratelli? Mah.