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I frutti dell’ira (furore)

8 Settembre 2009

 

In uno dei tanto angoli di bookcrossing degli ostelli che ho girato in Turchia ho finito per scegliere, come compagno di viaggio, The Grapes of  Wrath di John Steinbeck. Devo dire che è un autore che mi sono cagato poco nel passato e che ho approcciato il libro completamente scevro da influenze di critica e di altro tipo. Il libro racconta una fase della storia americana (e non solo) in cui le piccole famiglie contadine vengono cacciate dalla propria terra, spinte al nomadismo e nella povertà più assoluta cercano di sopravvivere a fronte di una società e una classe media tronfia della propria ricchezza e della propria superiorità. In questo momento in Italia sarebbe una lettura molto educativa (sempre che i poveri studenti italiani siano in grado di capire i lievissimi parallelismi con il presente del romanzo): in italiano è stato tradotto con il titolo di Furore, premio Pulitzer nel 1940 e film con Henry Fonda notevole. Leggerlo in inglese è stato veramente intenso e devo dire che le critiche di eccessivo schieramento a sinistra che ha ricevuto l’autore in seguito a questo libro (nonostante fosse un democratico abbastanza moderato e figlio di buona famiglia) sono pienamente condivisibili. Alcuni brani sono di un lirismo incredibile e alcuni passaggi delle discussioni soprattutto dei personaggi di Tom Joad, del predicatore Casy e della madre di Tom sono delle staffilate durissime alla società americana, al modello capitalista e alle sue implicazioni in termini di eguaglianza e di compatibilità con il "sogno americano". In uno dei capitoli finali c’è anche la descrizione più bella che io abbia trovato recentemente di che cosa voglia dire essere "di sinistra".


Timothy scraped a litttle hille level in the bottom of the ditch. The sun made his white bristle beard shine. ‘They’s a lot of fellas wanta know what reds is.’ He laughed. ‘One of our boys foun’ out.’ He patted the piled earth gently with his shovel. ‘Fella named Hines – got ‘bout thirty thousand acres, peaches and grapes – got a cannery an’ a winery. Well he’s all a time talkin’ about "them goddamn reds." "Goddamn reds is drivin’ the country to ruin," he says, an’ "We got to drive these here red bastards out." Well they were a young fella jus’ come out west here, an’ he’s listenin’ one day. He kinda scratched his head an’ he says: "Mr Hines, I ain’t been here long. What is these goddamn reds?" Well, sir, Hines says: "A red is any son-of-a-bitch that wants thirty cents an hour when we’re payin’ twenty-five!" Well, this young fella he thinks about her, an’ he scratches his head, an’ he says: "Well, Jesus, Mr Hines. I ain’t no son-of-a-bitch, but if that’s what a red is – why, I want thirty cents an hour. Ever’body does. Hell, Mr Hines, we’re all reds."’

Voto: 9

Categorie:pagine e parole Tag:
  1. qq7
    8 Settembre 2009 a 11:08 | #1

    Voto 10 please…

    saluti dall’africa

    m.

  2. nero
    8 Settembre 2009 a 11:33 | #2

    volendo l’avrebbe anche meritato, ma non mi è andato giù che non abbia messo giù una bella rivolta degli Okies. Cioé il finale con cui i poveri danno vita al futuro per me è troppo melassa 🙂

  3. kundo
    9 Settembre 2009 a 6:14 | #3

    Fatti uomini e topi
    Il prossimo passo è springsteen.

    K

  4. mosq
    10 Settembre 2009 a 17:26 | #4

    e sarebbero state botte!

    😉
    m.

  5. Vincenzo
    11 Settembre 2009 a 18:04 | #5

    Vero, il prossimo passo è Springsteen…
    A questo proposito ecco un verso di The ghost of tom joad album ispirato al film ed al romanzo:

    Now Tom said “Mom, wherever there’s a cop beatin’ a guy
    Wherever a hungry newborn baby cries
    Where there’s a fight ‘gainst the blood and hatred in the air
    Look for me Mom I’ll be there
    Wherever there’s somebody fightin’ for a place to stand
    Or decent job or a helpin’ hand
    Wherever somebody’s strugglin’ to be free
    Look in their eyes Mom you’ll see me.”

    Anche questo mi pare un bell’esempio di cosa vuol dire essere di sinistra.

    Vincenzo

I commenti sono chiusi.