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La Lega dei Citroni: minus (dispositivus) habens

29 Settembre 2009

 

I nostri eroi nerazzurri si spingono nella tana dei terribili tatari (da ora TTT) per portare a casa i primi tre punti verso la vittoria del girone. Mourlino, visti i recenti sconquassi e la diarrea fulminante di meta’ centrocampo, decide di tranquillizzare i suoi uomini con un nuovo esperimento: lungo il campo vengono seminati numerosi dispositivi multidimensionali, un nuovo gioiello di tecnica e tattica a disposizione dei nostri moderni cavalieri della tavola rotonda (e della testa quadrata di Mourlino).
Peccato che non il nostro Mago non sappia che i russi ne sanno una piu’ del diavolo e disattivano tutti i dispositivi ben prima dell’inizio della partita. Non solo: con una sessione di ipnosi i TTT rinverdiscono per bene il noto vitello nerazzurro, scatenato dalla musichina della Champions e che manda in tilt piu’ totale anche i migliori eroi della Beneamata.
Ed e’ cosi’ che entriamo in campo, in 10, per la presenza della mascotte Amantone, il simpatico ciccione, e debilitati dalla confusione indotta dall’ipnosi tatara. Come al solito quindi per 20 minuti non ci capiamo un cazzo di cosa succede sul campo e passiamo i minuti a scherzare come se fossimo su candid camera. All’11esimo il puntero avversario si lancia verso i nostri due centrali come un kamikaze, il Muro prima fredda l’altro attaccante tataro come un killer e poi si volta per dare una mano all’Orco con il primo. L’Orco punta dritto al dispositivo dimensionale che lo dovrebbe catapultare in mezzo all’area per un perfetto intervento difensivo, ma questo non funziona, e l’argentino che gioca nel Kazan si trova la porta spalancata.
Dopo altri 10 minuti di sofferenza ci ripigliamo e riusciamo anche a pareggiare. Nel frattempo i telespettatori (dato che sugli spalti ci sono solo figurine di cartone) sono costretti a vederne di tutti i colori: appoggi di testa sempre sui piedi avversari nell’errata convinzione che un qualche dispositivo sarebbe entrato in funzione fiondando la palla magicamente sui piedi di Eto’o; dribbling a rientrare su se’ stessi senza trovare il giusto varco dimensionale; uno scatto di Mario lungo la linea dell’out nella certezza di poter passare attraverso un’altra dimensione senza uscire formalmente dal cmapo; e via orripilando.
Rientriamo in campo nel secondo tempo avendo capito il nostro tragico errore. Purtroppo si verificano contemporaneamente due tragedie, nel senso piu’ originale del termine. Supermario non capisce la lingua dell’arbitro che da mezz’ora gli sta dicendo in olandese stretto: "non fare il coglione che ti butto fuori appena posso, negro italiano". E al sessantesimo al quinto fallo da dietro a centrocampo viene esposto al pubblico ludibrio del doppio giallo uguale rosso. Rimaniamo in 10, cioe’ in 9, considerata l’abulia di Amantone. Mourlino impazzisce definitivamente e sostituisce un simpatico umorista obeso con un utente h di una scuola media portoghese: la Trivella entra sul terreno di gioco e cala il sipario.
La sua splendida condizione di forma e di cervello è riassunta nella migliore azione di calcio che io ricordi su un campo della Serie di Oz o di altre competizioni. Viene lanciato sulla fascia, la Trivella guarda il pallone intensamente, si gira a guardare il suo compagno e gli fa un cenno di intesa, poi finta con il corpo lo stop e lascia sfilare il pallone. Sembra tutto perfetto, se non fosse che poi Trivella si ferma meravigliato al cospetto della linea del fallo laterale che lo scarta. Sì, lo scarta. Tripudio di risate isteriche. Passano 30 minuti di sofferenza.
Finisce 1-1. Al momento in Europa non possiamo circolare. Più passano le partite, meno le scuse di Mourlino reggono e della sua mano su questa compagine non vi è traccia. Ci tocca sperare nel coraggio e nel cuore dei nostri ragazzi, tutti, in questo momento di difficoltà del loro mago e mentore. Semm’ a post’.
 

Categorie:spalti e madonne Tag:
  1. Kundo
    30 Settembre 2009 a 0:29 | #1

    Sinceramente non credo proprio che il problema di Mario stasera fosse: “non fare il coglione che ti butto fuori appena posso, negro italiano”… dubito che stasera c’entrasse il colore (o almeno non ce ne è stato bisogno) visto che invece ha fatto un po’ il coglione…

    K

  2. nero
    30 Settembre 2009 a 0:36 | #2

    ero ironico nei confronti della famosa frase “non esistono negri italiani”.

    Ovviamente il problema non è stato quello, il coglione lo ha fatto per davvero. 🙁

  3. 30 Settembre 2009 a 1:42 | #3

    Menomale che non l’ho vista, mi sono risparmiato l’ennesima figura di merda dell’Inter; la musichetta di champions fa venire lo squaraus anche a eto’

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