Inter in Wonderland: grifogerontocidio
Pre Scriptum: Da oggi le mie cronache dalla Terra dei Cachi usciranno prima sul blog di Simone Nicoletti, per espormi al pubblico ludibrio di una community di interisti ampia e variegata. Chi si diverte con esse venga sia di qua che di là a sparare minchiate. Grazie.
Dopo due settimane di vagabondaggio per le lande desolate della Pianura Pagana, della Terra dei Cachi e di altri due ameni continenti a vostra scelta, gli eroi nerazzurri si riaffacciano sulle vallate della Serie di Oz. Il Mago Mourlino non può disporre di tutti i suoi uomini, e soprattutto di alcuni dei protagonisti delle nostre storie: mancano il Principe, il Leone e la Statua di Sale. Ma Mourlino non è tipo da farsi impensierire: carica tutti sul pullmino vacanze e si porta al di là delle montagne per incontrare La squadra rossoblu. Quando la Serravalle finisce in mezzo alla landa genovese avanza un uomo solo, un vecchino malfermo su un bastone. Mourlino ghigna, ma non sa che quello che ha di fronte è molto di più di Gasperson, il tecnico rossoblu: è il Vecchio Balordo in persona, temporaneamente alloggiato nel guscio di carne dell’ex allenatore della Primavera dei Gobbi (onta difficilmente lavabile nonostante la simpatia).
I nostri eroi e Mourlino si avvicinano circospetti al campo da gioco convinti che ad affrontarli non ci possa essere solo un vecchietto. Infatti dagli spalti e dai picchi al segnale di Gasperson scendono undici Grifoni. Tutti i nostri eroi hanno reazioni scomposte mentre i maestosi uccelli si avvicinano alla squadra schierata con maglie nerazzurre. Piume rosse, piume blu, becchi duri come acciaio e gialli come oro, uno spettacolo veramente invidiabile. L’Orco si gira verso gli altri e grida: "Io non ho mai assaggiato questa roba arrosto, com’è?" L’incantesimo è rotto, i nerazzurri si sganasciano e preparano le armi. Dalla panchina Mourlino arringa i ragazzi in nerazzzurro: "I grifoni sono splendide creature mitologiche. Noi siamo la Storia Contemporanea. Davanti a noi massacreremo la fantasia. E’ tempo che finisca il Medioevo da queste parti. Facciamo fare loro la fine dei dodo, sterminati dalle armi da fuoco britanniche. Avanti, ragazzi!". Che condottiero, sospirano sbrodolandosi le tifose di ogni dove.
I Grifoni si guardano con aria un po’ bislacca. Passano sei minuti e spariamo la prima selva di avvertimento: un ferito, il grifo Modesto, insacca nella sua porta deviando un tiro del Pelato Magico (meglio di un funghetto). Le stolide creature mitologiche paiono non capire che Mourlino gli ha dichiarato guerra. Per altri venticinque minuti volano proiettili e insulti, minacce e di tutto un po’. Gli Eroi Nerazzurri si stracciano le palle di temporeggiare e decidono di rincarare la dose degli avvertimenti: l’Olandesina Volante in versione oggi tocco la palla una sola volta perché sono troppo forte e non devo manco guardare dove la metto perché è sicuramente nel posto giusto allarga il gioco su Supermario, che con sapido tocco la mette nel sacco, ribadendo perché io sono io e voi non siete un cazzo davanti ai basiti tifosi rossoblù. Secondo cadavere sul campo. Ma i grifoni non demordono e anzi contrattaccano, una guerriglia fatta con gli strumenti di cui dispongono: con gli artigli non puoi premere il grilletto, ma puoi far male. Ai nostri eroi non rimane che sfoderare l’artiglieria pesante: il Drago, da bravo colonnello a cui appuntare quintali di medagli sul petto, prepara gli obici a lunga gittata e stermina il grifo Amelia (quello che rientra nel secondo tempo è un ologramma, il vero portiere si è suicidato dopo l’assist incredibile fatto al nostro eroe).
Tra il primo e il secondo tempo anche il direttore di gara cerca di stemperare la tensione ed evitare l’eccidio. Ispirato dalla disposizione ad Albero di Natale usata da Mourlino e da quella a Babbo (di Natale) Morto usata dal Vecchio Balordo, sceglie di testare le nuove direttive FIFA, sempre più interessanti per il giuoco del calcio: una pernacchia e per trenta secondi si può colpire la palla solo di testa, due pernacchie solo di sinistro, tre pernacchie solo di destro, quattro pernacchie e ogni tre calci d’angolo è un rigore. Noi non sentiamo i versi di Morganta l’arbitro, ma in campo evidentemente sì’. I giocatori, però, non la prendono benissimo e quasi ci scappa la rissa, ma si sa che Blatter è un genio e Platini è il suo profeta, percui ci sarà sicuramente un motivo per cui a un certo punto ci dovremo incazzare quando ci daranno un rigore contro per aver calciato di sinistro in area. Si fa per lo spettacolo, dicono.
La partita è finita. Il Vecchio Balordo, con tre cadaveri sul groppo e senza portiere (un ologramma non può fermare la palla) dovrebbe trattare la resa, ma ai restanti Grifoni manca completamente il senso della dialettica della guerra: quando sei di fronte a un nemico più forte, meglio armato e non hai alcun terreno di vantaggio, a un certo punto è meglio se ti arrendi, sperando nel regalo di una riserva dove sopravvivere e leccarsi le ferite grazie alla clemenza altrui. I Grifoni non lo capiscono proprio e cominciano a artigliare e beccare chiunque gli capiti a tiro, una resistenza futile, fatta di calci e sputi contro cannonate e catapulte di vario calibro: il Colosso e Barbalbero Vieira (nonostante la lentezza immonda degli Ent) armano i fucili e sparano ad alzo zero. Dopo le ennesime due vittime, sull’orlo dell’estinzione grifonica, le Creature decidono di sopravvivere ed entrare nel mondo dell’Era Contemporanea anziché rimanere confinate nella sfera dei racconti fantasy per sempre. Nella vesta di splendidi esseri estinti di cui si narrano le gesta passate.
E’ bello vedere che Mourlino sa essere magnanimo e trattiene i suoi cavalieri. Che dire: oggi Mourlino ha dimostrato di essere un Mago anche della tattica, facendo un culo a paiolo a Gasperson (che altre volte ha dimostrato invece di non essere così sprovveduto). I grifoni che abbiamo affrontato oggi non erano tutti i migliori grifoni della landa ligure, ma erano comunque temibili. Difficile godere più di così. Difficile dare una lezione di dialettica assoluta e totalizzante migliore, altro che Sun Tzu. Se questo non fosse un fantasy staremmo parlando di quanto è adorabile l’odore del napalm alla mattina presto. Quando ci sveglieremo sulle macerie del Genoa e della Serie di Oz.
bè
mi piace questo modo di narrare le gesta dei nostri nelle lore battaglie medievali
ti seguirò e ti terrò d’occhio 😉
Complimenti, una ricostruzione fantastica, un racconto che ho letto con piacere! ciao
Sergio
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