Devo dire la verità, a me gli slogan old-style, per quanto riguarda le salde (?) basi della democrazia italiana (?), sono quelli che mi suonano meglio. D’altronde che altro si può voler dire a un branco di dementi privi di cervello che nel 2009 vanno ancora in giro a sostenere idee che dovrebbero essere scomparse da tempo dall’albo della storia ufficiale? Bisogna parlare nella loro lingua, quella del vituperio e della violenza, perché se ragionassero non sarebbero fascisti. Purtroppo l’Italia moderna degli anni 00 è molto prona al linguaggio e ai contenuti xenofobi e ignoranti che ci trasformano in una caricatura neanche troppo divertente del ventennio. E responsabili ne siamo tutti, non solo quei quattro mentecatti con il braccio alzato, ma tutti noi che non riusciamo a spiegare ai nostri studenti, ai nostri figli, ai nostri amici e parenti perché alcune cose anche se sembrano delle barzellette fuori dal tempo sono tuttora molto pericolose. Così perdiamo eoni di tempo a cercare di giustificare cose sciocche e che non necessiterebbero neanche di due parole, e non riusciamo a far capire a ragazzini di 8 anni che uno è cretino indipendentemente dal colore della pelle, e che le cose non si risolvono sempre a schiaffi, e che essere forti con i deboli e deboli con i forti non è una qualità chiamata furbizia ma un difetto chiamato viltà.
Così gente come Roberto Fiore può ancora circolare impunito – così come il suo socio di un tempo Riccardo De Corato – e anzi presentarsi ed essere eletto. Lui è l’ultimo di una schiera di gente immonda che può riciclarsi affidandosi alla voglia della gente di dimenticare anziché combattere. E puntuale come un orologio quando si avvicinano le elezioni, insieme a topi di fogna di tutta europa, si presenta a Milano, pensando che nessuno se ne accorga. E’ anche vero che è stupefacente come qualcuno finalmente inizi a pensare che certa gente non dovrebbe poter circolare in nessuna città del mondo (e non solo), ma forse se questo fosse avvenuto tempo addietro queste merde non ce le ritroveremmo ancora tra le palle. Scusate il francese.
Questa domenica i pariti nazi-fascisti xenofobi di tutta europa si sono dati appuntamenti a Milano. Tramontata la mossa a sorpresa che li avrebbe visti a Palazzo delle Stelline (uno dei luoghi più paludati di Milano, un po’ come se io facessi un convegno di teologia a Sant’Ambrogio), hanno deciso di ritrovarsi in uno degli hotel di amici e amichetti di cui non mancano dalle parti della Capitale Morale d’Italia, i cui abitanti un tempo avrebbero bruciato palazzo e abitazione del manager dell’hotel, ma che ora si limitano a stigmatizzarlo con due mormorii. Ritrovo quindi all’Hotel Cavalieri. Siccome non basta, hanno pensato bene di fare anche due presidi, forti – come al solito altrimenti non avrebbero mosso un dito – dello spalleggiamento di British National Party e altri ceffi che non disdegnano l’uso delle armi e della violenza abbastanza gratuitamente: il primo alle 11 di mattina davanti a Sant’Ambrogio, il secondo vicino a Piazza Affari (non si capisce bene a fare cosa). Nessuno sa se faranno veramente questi ritrovi o se sono mere provocazioni, fatto sta che una volta di più le autorità cittadine non ritengono che questi loschi figuri vadano fermati (se non altro per evitare problemi di ordine pubblico). Uno a volte si ritrova ad avere nostalgia dei wanna-be golpisti turchi che piuttosto di avere un governo religioso erano disposti al colpo di stato: io piuttosto che vedere in giro questi topi di fogna, preferirei vedere la città militarizzata. A mali estremi estremi rimedi: certo il sogno di vedere i vecchietti dell’ANPI sparargli con i fucili dalle finestre mi sembra un po’ troppo ambizioso, e Milano è sempre stata una città un po’ compiacente e che evita il confronto diretto (purtroppo).
Meno male che almeno questa volta (le altre volte guarda caso durante un governo di sinistra) CGIL, ANPI, e altri hanno deciso di agire con una certa determinazione sui centri di potere della città per chiedere di vietare il raduno, ma non si spingeranno più in là di questo (un reclamo verbale "vibrante") e di un presidio davanti a Palazzo Marino, a cui invito comunque chiunque può ad andare. Certo è che la speranza che qualcuno decida di agire in maniera più concreta e scaltra come è successo prima dell’inaugurazione di Cuore Nero rapprenta il mio miglior auspicio. E sono sicuro che Milano non è ancora così povera di coraggio antifascista. Lo dico prima così non si potrà dire che nessuno lo sapeva: far circolare certa gente porta guai. Trincerare un presunto diritto ad esprimere idee e azioni fasciste dietro la libertà di espressione è un sofismo che con chi ha un minimo di senso e sensibilità storiche non attacca. Questa gentaglia desiste solo quando la bocca gliela si tappa a stivalate. Se così non fosse non sarebbero fascisti, ma persone civili di idee differenti dalla mia: i nostri nonni lo sapevano meglio di noi e forse toccherà pure a noi impararlo a nostre spese.
PS: non si tollererà alcuna provocazione nei commenti di questo post.