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La gambina del calciatore

26 Aprile 2009 3 commenti

 

La sindrome giornalisticamente si chiama "braccino del tennista", ovvero quando lo sportivo vede vicino il traguardo e si rilassa, rischiando di mandare tutto a monte. L’Inter si dimostra una squadra che manca di cattiveria, che quando arriva il momento di chiudere i conti rallenta e lascia troppo spazio agli avversari: può capitare di farsi rimontare anziché vincere cinque a zero, può capitare di essere rimontato al 91esimo, può capitare di perdere. Ma se capita sempre a te e in tre giornate una di fila all’altra vuole dire che la testa ha creduto che tutto fosse finito troppo presto e che ti manca la concentrazione e la ferocia per essere un cannibale. Mourinho è stato ingaggiato per trasmettere questo alla Beneamata, e per ora ci era riuscito. Adesso è il momento di dare una sferzata e dimostrare che siamo cambiati.

L’Inter scende in campo senza idee e senza gioco, dopo due brividi nel primo tempo si spegne e si accontenta. Il Napoli che non segnava da 5 gare al San Paolo e che non vinceva da 3 mesi, imbrocca il tiro giusto e ci manda a casa con sseru punti. Non è questo che fa incazzare i tifosi, ma l’indolenza con cui è stata affrontata la gara.
Dietro c’è poco da dire, tutti hanno fatto il loro. In mezzo sei spompo e scontato: Vieira deve ritrovare la condizione, Cambiasso deve rifiatare e Stankovic manca della giusta lucidità. Davanti il nodo del problema: Balotelli fa quello che deve, Ibra non azzecca una palla, Cruz entra per fare solo falli, Mancini per perdere palle facili da giocare, Figo fa quello che può per 50 minuti. I protagonisti non meritano altre parole, se non che perdiamo due giocatori per squalifica per la prossima partita che si fa quindi più complicata: la Lazie.

Ora comincerà il circo con le tabelle scudetto, il battage sui fantasmi del 5 maggio, sul grande cuore milan e juve, e potete stare certi che arbitri e giornalai faranno di tutto per gufare il nostro percorso. Tocca a noi, tifosi e giocatori, mettere tutti a tacere. Dimostriamo di aver esorcizzato tutti i fantasmi, di essere più forti dei padroni delle televisioni e dei padroni dei giornali. Smettiamo di credere che tutto è finito fino a che non è finito: giochiamo a calcio, e tutto andrà bene. Mancano ancora nove punti, forza Inter e forza Walter, facci sognare 🙂
 

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25 aprile

24 Aprile 2009 5 commenti

 

Per me le feste nazionali laiche sono le uniche che abbia un senso celebrare. Non ho mai sopportato le feste religiose, il loro corredo di moralismo e di ipocrisia, mentre i momenti corali di un popolo e della sua storia mi emozionano e mi riportano alla mente ricordi e desideri di aver vissuto altre epoche e altri momenti storici. Da sempre per me il 25 aprile è decisamente la festa più importante, nonostante la rilevanza che nella mia personale storia politica ha avuto il primo maggio e quella che dovrebbe avere agli occhi della gente l’8 marzo. Ogni volta che si avvicina vado a rileggermi pezzi della storia di questo paese e non solo, riassaporo le parole di vecchi e combattenti, cercando di ritrovare quell’eroismo semplice e senza fronzoli, disperato per alcuni versi, anche intorno a me e dentro le cose che faccio. Devo ammettere che è molto difficile di questi tempi, assediati dall’indifferenza e dalla scarsità di intelligenza, circondati dai luoghi comuni che pensano che ogni decisione valga quanto un’altra, che tutto sia relativo sempre e comunque. Non mi stancherò mai di ripetermi e di ripetere alle persone con cui ho a che fare tutti i giorni, sia che abbiano 10 anni o che ne abbiano 70 che non è tutto uguale, che esistono cose giuste e cose sbagliate, per le quali valga la pena combattere o che valga la pena disprezzare. Non è tutto uguale, non basta avere la propria opinione per essere un uomo o una donna: la libertà che tanto riempie la bocca di tutti è la possibilità di scegliere che cosa sia giusto e di combattere per esso, non la generica affermazione che ognuno può fare quello che vuole, basta che i fatti gli diano ragione. Viviamo in tempi poveri di spirito e di chances, ma non possiamo che crucciare noi stessi per quello che vediamo intorno a noi. Forse un tempo, un tempo di rivolta e di dolore, le cose più minute avevano un significato più importante, ed era più facile distinguere che cosa volesse dire giusto e sbagliato. 

Chi mi vuole incontrare, domani mi troverà la mattina nel giro delle lapidi dei partigiani dell’Isola (ormai non ce n’è più neanche uno, ma il giro si fa lo stesso con le autoradio a manetta con  i canti partigiani, partenza ore 8.30 in via Sassetti), il pomeriggio in corteo (che io sappia partenza Porta Venezia ore 15.00), e la sera  a Partigiani in Ogni Quartiere, un’esperienza che forse rappresenta una delle poche possibilità che abbiamo di ricominciare a costruire una coscienza diversa in questo Paese. Se oggi dovessi consigliare a qualcuno che inizia a fare politica dove provare a fare qualcosa, gli direi di iscriversi all’ANPI e usare lo scudo di quella enorme organizzazione nazionale ancora rispettata (forse l’unica in una terra di insulti e di volgarità come quella del costume culturale e politico italiani) per ricostruire da zero i valori che la Liberazione e la Resistenza incarnano e hanno incarnato. A domani. 

Vi vogliamo così

24 Aprile 2009 3 commenti

 

Quando una partita si chiude con 30 occasioni della tua squadra e 3 degli avversari (2 targate Cassano e 1 Palombo) non puoi dire che i tuoi ragazzi non ce l’abbiano messa tutta: 1 gol, 2 traverse, un salvataggio sulla linea, due parate impressionanti, 5 palle fuori di un soffio. I nerazzurri fanno di tutto per recuperare i tre ingenui gol rimediati all’andata, dimostrando che una grande squadra non rinuncia a nessuna competizione, ma la palla non aveva intenzione di entrare. Mou disegna una squadra con una sola strategia: difesa solida, tutti davanti e lanci lunghi per provarci in ogni modo e non far giocare il centrocampo doriano. Un gioco brutto, ma ineccepibilmente razionale: quando devi rimontare tre gol non c’è spazio per il bel gioco. Io la penso così. Mou decide per un 3-4-3 offensivo e nel finale rispolvera un 4-2-3-1 in cui il quarto attaccante è Matrix: come Huth nella semifinale tra Chelsea e Barcellona, a dimostrazione che è proprio pazzo.

Julio Cesar fa due parate, ma strepitose, e merita ogni elogio. In difesa giochiamo a tre per la prima volta, ma Cordoba-Matrix-Burdisso non sfigurano più di tanto, anche per la decisione della Doria di stare ben abbottonata. Santon e Maxwell larghi a centrocampo dimostrano quanto male possano fare sulle fasce se vogliono giocare a calcio. Il Bambino quasi sfiora un gol da antologia e tutto lo stadio lo applaude. Sta crescendo e ha ancora ampi margini. Quando Chivu entra per Cordoba miglioriamo ancora di più il gioco, a dimostrazione della disperata necessità di piedi buoni in mezzo al campo. Vieira, che dovrebbe fornirli, è ormai un’ombra del grande giocatore che fu. Lui insieme a Saverio a dare l’anima in mezzo non bastano a produrre gioco, ma per la partita e la sua strategia bastano e avanzano. Cambiasso impiega dieci minuti di troppo a entrare in partita, ma poi dimostra ancora una volta che come incursore farebbe orrido e ci darebbe una montagna di soluzioni in più.
Davanti bisogna fare un discorso serio: Mario in fascia è inarrestabile e veramente tornato ai suoi livelli dell’anno scorso. Speriamo cresca come ha fatto Ibra nel giro di tre anni, smettendo di prendere cartellini a caso: è il nostro presente e il nostro futuro. Lo svedese gioca un grandissimo primo tempo, suggellato dal gol, poi cala quando ha la sensazione di non poter concretizzare, e nel finale manca di lucidità: due angoli battuti corti anziché lasciarli a Mario, palle sprecate per frettolosità. Se gli entra il pallonetto su Castellazzi viene giù lo stadio e la partita finisce 5 a 0. Cruz purtroppo dimostra di non essere più adatto a giocare in una squadra di prima fascia, Crespo neppure anche se i suoi movimenti non li ha nessuno: l’anno prossimo un paio di stagioni in squadre minori, per dare ancora il meglio, e poi tornate alla casa base per diventare parte della grande società nerazzurra. In particolare el jardinero ha sul piedi due palle per il due a zero e le butta via, facendo infuriare tutti, compagni e tifosi.

Continuo a pensare di aver visto una gran partita della mia squadra. Ne sono orgoglioso e sento che i ragazzi hanno fatto quello che potevano. Prima o poi cambierà il vento e avremo anche un po’ di culo nelle partite giuste.
Un ultimo appunto: io so che voi pensate che io sono ossessionato dagli arbitri, però dico solo che in Europa un match con 40-50 falli fischiati non esiste in nessun campionato, salvo il nostro. Se poi di questi 40-50 più di due terzi sono fischiati al primo contatto fisico di qualsiasi natura con Cassano, vuol dire che l’arbitro ci sta marciando. Orsato non mi è piaciuto e penso che ci avrebbe fatto comodo un arbitro che lasciava giocare un po’ di più. Dopodiché la sfiga mi pare il fattore determinante: su quattro tempi ne abbiamo dominati tre raccogliendo un gol; la samp ne ha giocato mezzo facendo tre gol su sei occasioni in tutto. Alle volte dice bene.
Onestamente spero che i doriani prendano tre pere in finale dalla lazie, perché mi ha dato fastidio uscire dalla competizione, ma ora guardiamo avanti e andiamo a prenderci gli 8-9 punti che ci mancano per festeggiare. Non è ancora finita, ma non ho mai visto negli ultimi tre anni arrivare i nerazzurri grintosi come quest’anno al finale di campionato. Dale!

 

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Cinismo vero, cinismo nero

23 Aprile 2009 1 commento

 

E io che pensavo di essere il re dei cinici. La realtà come al solito supera la fantasia. E il peggio è che Silvio Berlusconi passerà per Santo Subito, anziché per il capo degli approfittatori. Pietà.

"Il G8 sarà spostato all’Aquila: i no global non verranno in una
terra ferita".

 

Thy Kingdome Come: è morto Ballard

19 Aprile 2009 1 commento

 

E’ morto JG Ballard, il mondo è ancora più triste e desolato. Scompare un’altra delle poche voci degne di essere lette in circolazione. 

Per ricordarlo: http://www.ballardian.com/

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Pietà, Carità, Misericordia

18 Aprile 2009 7 commenti

 

L’Inter sbarca a Torino con il sorriso fermo del più forte. Sa che ha due risultati buoni su tre e sa di essere avanti. Gioca senza sforzarsi troppo, e sbaglia, concedendo ai gobbi di scambiare la misericordia con inferiorità. Il primo tempo passa con un colpo di culo di Tiago che salva sulla linea il gol che avrebbe spalancato le porte alla goleada e un miracolo di Julio su Marchionni. Entriamo nel secondo tempo più convinti e portiamo a casa il meritato vantaggio con una cavalcata perfetta di Stankovic, Ibra, Muntari e Balotelli. Dopo ci mettiamo in attesa sornioni e rischiamo più volte il doppio vantaggio: i gobbi giocano come se non ci fosse domani e puntano a fare male. Il rosso per Tiago forse è eccessivo, ma compensa il mancato secondo giallo a Grygera, guarda caso il depositario della carità nerazzura, che gli consente di potersi sentire parte del famoso "orgoglio juve (merda)". Finisce pari, un risultato che ai gobbi non serve a un cazzo se non a illudersi di avere dei grandi campioni in Molinaro e Poulsen, mentre alla Beneamata consente di scendere a -8 punti dal traguardo.

Julio Cesar conferma di essere un grande campione: quando serve c’è e sul gol non può fare nulla. Dietro Mou rinuncia a Santon che ultimamente qualche errore l’ha lasciato per strada, per una linea molto solida: il Capitano diligente a destra che non molla una palla, Samuel e Cordoba che fino al 46esimo era sfuggito alla maledizione di InterSpecial100one, Chivu a sinistra che conferma di essere una enorme risorsa se non si rompe. Davanti a loro Cambiasso a fare da frangi flutti, anche se come centrocampista di sinistra negli ultimi minuti fa vedere quanto ci servirebbe in altre parti del campo. La linea mediana è composta da un Figo che fino a quando regge il fiato mira a vendicarsi di Nedved che ha chiuso la sua carriera con un intervento assassino, Muntari e Stankovic a penetrare i due fabbri gobbi con ottimi risultati e che meriterebbero di più, Balotelli nervosissimo e che meriterrebbe di non finire la partita in campo ma a cui tutto è perdonato per la fama di castigagobbi che si sta meritando. Davanti Ibra conferma il suo tabù con le squadre a strisce bianconere e non segna nonostante il grande lavoro che porta a casa. El Jardinero avrebbe meritato qualche minuto in più per regalarci il gol vittoria.

Purtroppo l’infortunio di Muntari ci costringerà a giocare con Vieira titolare rallentando del 50% il gioco già non particolarmente brillante. Vedremo cosa si inventerà Mourinho per affrontare queste ultime sei gare e la semifinale di ritorno con la Doria giovedì, nella quale può succedere di tutto, ma non che i ragazzi non ci provino fino in fondo a ribaltare l’eccessivo 3-0 dell’andata. E’ la prima volta in vita mia che mi ride il culo nonostante il pareggio dei gobbi all’ultimo minuto. Sentirli gioire come se avessero vinto la Coppa del Mondo per un gol del loro giocatore più scarso all’ultimo minuto velido per la gloria mi ispira una tale pietà da farmi riscoprire il valore di alcune virtù religiose. No, non è vero. Mi ride il culo perché siamo ancora a +10 e per come li abbiamo ridotti 🙂

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Instant Karma

13 Aprile 2009 1 commento

 

Dopo aver potato via tre punti immeritatamente dal campo dell’Udinese, la Beneamata abbandona due punti già in tasca al Palermo in casa. Chiamiamolo karma istantaneo. E la ruota del destino continua a girare e colpisce i gobbi maledetti con un gol dell’ex a due minuti dalla fine. Goduria infinita e meno undici punti alla vittoria del campionato (tocchiamoci tutti insieme palla destra e tetta sinistra a seconda del sesso di appartenenza).
Con il Palermo l’Inter disputa un grandissimo primo tempo, che se fosse finito 4-0 non avrebbe potuto suscitare scandalo in nessuno. Nel secondo tempo come al solito non chiudiamo la partita e pensiamo che sia già finista: Miccoli e Succi ci puniscono senza pietà, e la squadra con la testa già in vacanza pasquale non reagisce. Peccato. Il traguardo sarebbe ancora più vicino.
Scrivo in ritardo da un Internet Point, quindi sommario punto sui protagonisti: Toldo non vale la metà di JC e si vede, sul primo gol ha qualche colpa, ma prendersela con lui per i due gol e la squadre intorno alle cozze sarebbe veramente ingeneroso. Santon conferma un momento così così: bene le proposizioni, male la copertura, tanta strada da fare. Maxwell fino alla doppia cappella che ci costa due gol sembrava in forma, ma se si può monetizzare spedirlo a Barcellona con un biglietto di sola andata. Al centro della difesa Samuel non ci sarebbe stato male e scommetto che lo pensa anche Mou: Chivu bene ma con la solita amnesia una volta a partita che costa un gol, Cordoba ordinato ma nulla più.
In mezzo tutti sufficienti, ma con il fiatone. Zanetti soprattutto. Muntari si conferma nemico del calcio, Cambiasso un grande che viene applaudito anche quando liscia uno stop elementare, Stankovic paga pegno alla trasmissione maledetta di Interchannel Interspecial100one. Morte a loro. Davanti Ibra e Balo non si trovano e sbagliano l’ira d’Iddio. Peccato di nuovo ma nulla da dire. Adesso attendiamo i ricami sulla frase di Ibra "sono stanco e non so perché": chissà che bazze di calciomercato nasconde.
Chiudiamo con gran culo a +10 anziché +7 e ora testa allo scontro diretto e al ritorno di semifinale di coppa italia con la doria: restituiamo il favore al genoa. 🙂

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Gran Clint

6 Aprile 2009 3 commenti

 

Gran Torino è un grandissimo film. Non ci sono discussioni nel merito. Ormai a Clint  bastano una stanza e due sparring partner per tirare fuori una storia che parli di umanità e del mondo che la circonda. Incredibile. Finalmente sono riuscito a vederlo, in lingua originale (grazie bittorrent e grazie giskard, la finanza sia con te!), e ne vale veramente la pena.

Per chi fosse interessato è la versione anni 00 e bianca di Fa la Cosa Giusta di Spike Lee, che si può gustare fino in fondo (mi sarei risparmiato la Jesus Christ pose, ma tant’è). Pochi frilli e tanta sostanza, con interpretazioni di grandissimo livello intessute su una trama semplice e lineare. Fa un po’ specie che a raccontarci delle vie d’uscita dalla regressione culturale e dalla ferocia che attanaglia le  nostre vite urbane sia un uomo di destra, religioso, americano, conservatore. Forse perché quello che manca intorno a noi è quell’integrità priva di razzismo e di prepotenza di cui Clint è l’interprete principe, e quello in cui vorremmo credere è che ogni uomo e ogni donna possono cambiare la loro vita e quelle degli altri con le proprie azioni e la propria volontà. Il secondo nome di Clint dovrebbe essere Friedrich.

Voto: 9

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Toni, semitoni, sottotoni

6 Aprile 2009 Commenti chiusi

 

L’Inter gioca una delle più brutte partite dell’anno: i ragazzi entrano molli e vincono due a zero grazie a una botta di culo. Due a zero perché oltre all’autogol di Isla dovremmo tirare pure il rigore su Vieira, e il cileno dovrebbe essere fucilato da un plotone. Peccato che le regole del calcio non prevedano tutto questo: allora ci accontentiamo di un solo gol e di tre punti. C’è poco da dire sull’Inter di stasera: ci vuole più grinta di stasera, diamoci gli alibi delle partite delle Nazionali, ma ci vuole qualcosa più di così. Mourinho imbrocca il cambio di Figo per uno spento Balotelli e Vieira per un disorientato Santon: si saranno ubriacati dopo la partita dell’Under 21? In ogni caso tutto bene così: andiamo a +9 e via.
E’ tardi e vedo di fare in fretta sui protagonisti: bene Julio Cesar peccato per la fitta che lo metterà out per il prossimo match; la differenza con Toldo si vede, dato che Francescone mi pare inchiodato sulla linea di porta. Maxwell a sinistra fa il suo mestiere come non capitava da mesi, Santon a destra invece cicca la giornata. Zanetti forse lì in basso a destra è meglio e magari dalla prossima partita vedremo Santon davanti a lui e non dietro. Chivu e Cordoba tutto sommato reggono, anche se davanti avevano Floro Flores, non Superman. A centrocampo sono cazzi: Muntari sempre più nemico del pallone, Stankovic veramente stremato, Cambiasso scompare dopo 45 minuti; solo l’avvento di Vieira e il passaggio al 4-3-2-1 ci rimette in superiorità numerica lì in mezzo disinnescando l’Udinese. Davanti non è una serata brillante: Ibra soffre come sempre le squadre a strisce bianconere e Mario si è eclissato dopo diverse partite buone.
Insomma: tutti sottotono, ma facciamo un passo avanti sui gobbi bastardi. Speriamo di recuperare tono e tenere il ritmo. Forza ragazzi.
 

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Fascisti carogne, tornate nelle fogne

3 Aprile 2009 21 commenti

 

Devo dire la verità, a me gli slogan old-style, per quanto riguarda le salde (?) basi della democrazia italiana (?), sono quelli che mi suonano meglio. D’altronde che altro si può voler dire a un branco di dementi privi di cervello che nel 2009 vanno ancora in giro a sostenere idee che dovrebbero essere scomparse da tempo dall’albo della storia ufficiale? Bisogna parlare nella loro lingua, quella del vituperio e della violenza, perché se ragionassero non sarebbero fascisti. Purtroppo l’Italia moderna degli anni 00 è molto prona al linguaggio e ai contenuti xenofobi e ignoranti che ci trasformano in una caricatura neanche troppo divertente del ventennio. E responsabili ne siamo tutti, non solo quei quattro mentecatti con il braccio alzato, ma tutti noi che non riusciamo a spiegare ai nostri studenti, ai nostri figli, ai nostri amici e parenti perché alcune cose anche se sembrano delle barzellette fuori dal tempo sono tuttora molto pericolose. Così perdiamo eoni di tempo a cercare di giustificare cose sciocche e che non necessiterebbero neanche di due parole, e non riusciamo a far capire a ragazzini di 8 anni che uno è cretino indipendentemente dal colore della pelle, e che le cose non si risolvono sempre a schiaffi, e che essere forti con i deboli e deboli con i forti non è una qualità chiamata furbizia ma un difetto chiamato viltà. 

Così gente come Roberto Fiore può ancora circolare impunito – così come il suo socio di un tempo Riccardo De Corato – e anzi presentarsi ed essere eletto. Lui è l’ultimo di una schiera di gente immonda che può riciclarsi affidandosi alla voglia della gente di dimenticare anziché combattere. E puntuale come un orologio quando si avvicinano le elezioni, insieme a topi di fogna di tutta europa, si presenta a Milano, pensando che nessuno se ne accorga. E’ anche vero che è stupefacente come qualcuno finalmente inizi a pensare che certa gente non dovrebbe poter circolare in nessuna città del mondo (e non solo), ma forse se questo fosse avvenuto tempo addietro queste merde non ce le ritroveremmo ancora tra le palle. Scusate il francese. 

Questa domenica i pariti nazi-fascisti xenofobi di tutta europa si sono dati appuntamenti a Milano. Tramontata la mossa a sorpresa che li avrebbe visti a Palazzo delle Stelline (uno dei luoghi più paludati di Milano, un po’ come se io facessi un convegno di teologia a Sant’Ambrogio), hanno deciso di ritrovarsi in uno degli hotel di amici e amichetti di cui non mancano dalle parti della Capitale Morale d’Italia, i cui abitanti  un tempo avrebbero bruciato palazzo e abitazione del manager dell’hotel, ma che ora si limitano a stigmatizzarlo  con due mormorii. Ritrovo quindi all’Hotel Cavalieri. Siccome non basta, hanno pensato bene di fare anche due presidi, forti – come al solito altrimenti non avrebbero mosso un dito – dello spalleggiamento di British National Party e altri ceffi che non disdegnano l’uso delle armi e della violenza abbastanza gratuitamente: il primo alle 11 di mattina davanti a Sant’Ambrogio, il secondo vicino a Piazza Affari (non si capisce bene a fare cosa). Nessuno sa se faranno veramente questi ritrovi o se sono mere provocazioni, fatto sta che una volta di più le autorità cittadine non ritengono che questi loschi figuri vadano fermati (se non altro per evitare problemi di ordine pubblico). Uno a volte si ritrova ad avere nostalgia dei wanna-be golpisti turchi che piuttosto di avere un governo religioso erano disposti al colpo di stato: io piuttosto che vedere in giro questi topi di fogna, preferirei vedere la città militarizzata. A mali estremi estremi rimedi: certo il sogno di vedere i vecchietti dell’ANPI sparargli con i fucili dalle finestre mi sembra un po’ troppo ambizioso, e Milano è sempre stata una città un po’ compiacente e che evita il confronto diretto (purtroppo). 

Meno male che almeno questa volta (le altre volte guarda caso durante un governo di sinistra) CGIL, ANPI, e altri hanno deciso di agire con una certa determinazione sui centri di potere della città per chiedere di vietare il raduno, ma non si spingeranno più in là di questo (un reclamo verbale "vibrante") e di un presidio davanti a Palazzo Marino, a cui invito comunque chiunque può ad andare. Certo è che la speranza che qualcuno decida di agire in maniera più concreta e scaltra come è successo prima dell’inaugurazione di Cuore Nero rapprenta il mio miglior auspicio. E sono sicuro che Milano non è ancora così povera di coraggio antifascista. Lo dico prima così non si potrà dire che nessuno lo sapeva: far circolare certa gente porta guai. Trincerare un presunto diritto ad esprimere idee e azioni fasciste dietro la libertà di espressione è un sofismo che con chi ha un minimo di senso e sensibilità storiche non attacca. Questa gentaglia desiste solo quando la bocca gliela si tappa a stivalate. Se così non fosse non sarebbero fascisti, ma persone civili di idee differenti dalla mia: i nostri nonni lo sapevano meglio di noi e forse toccherà pure a noi impararlo a nostre spese.

PS: non si tollererà alcuna provocazione nei commenti di questo post.