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Cinismo e culo compensano il solito passivo di rimpalli

23 Ottobre 2007 Commenti chiusi

A Mosca, sul campo sintetico su cui ci ospita il CSKA, l'Inter disputa una partita cinica e con una botta di culo a forma di zolla che consente di portare a casa i tre punti. In compenso il solito numero esoso di rimpalli sfigati ci nega un risultato più tondo che sarebbe stato anche abbastanza meritato.

I primi 30 minuti scendiamo in campo molli e al 17esimo Vieira, appena rientrato si infortuna di nuovo. Per un giocatore che costa 5 milioni di euro l'anno è veramente uno scandalo il fatto che non sia riuscito a fare più di 100 minuti con la nostra maglia negli ultimi dieci mesi. Figo per compensare con un entrataccia mette fuori gioco il miglior difensore del CSKA, beccandosi un innocuo giallo. Dal 30esimo del primo tempo cominciamo ad aggredire il pallone e a macinare gioco, rimediando svariate occasioni per bilanciare il gol che Jo insacca splendidamente su una marcatura di Cordoba chiaramente in serata no.

Il gol non arriva ma nel secondo tempo Crespo fa capire di aver studiato le nuove regole del fuorigioco e insacca un gol alla Trezeguet nel derby. Samuel dopo poco raddoppia incornando sulla zolla esatta per il rimbalzo maligno che tradisce il portiere. Potremmo arrotondare due volte con Cruz, due con Ibra, due con Stankovic, ma la maledizione del rimpallo ci perseguita. Se ci fosse stato Inzaghi nell'Inter, col culo che ha finiva 8 a 1. 

Dietro siamo un po' lenti ma non soffriamo più di tanto. A centrocampo il cambio in corsa di Vieira con uno Stankovic che non doveva neanche andare in panchina ci costringe a un adattamento in corsa che paghiamo con scarso gioco per una buona mezz'ora. Davanti non ci sono problemi: Crespo c'è e coi suoi movimenti vale oro, creando spazi inconcepibili altrimenti; Cruz è un po' opaco e gli manca la zampata, ma va bene anche così; Ibra è in serata "giochicchio ma alla fine non concludo un cazzo", almeno fino a quando si innervosisce quasi insaccandola e creando assist a ripetizione.

Siamo primi nel girone. Direi che per ora tutto bene. 

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Processo G8: per i 25 manifestanti chiesti 225 anni di carcere

23 Ottobre 2007 2 commenti

 

I pm Canepa e Canciani hanno chiuso la requisitoria oggi con boutade moralistiche vomitevoli, che vi incollo qua sotto. A breve dei commenti più articolati sul senso dell'operato della procura genovese nell'ambito della nostra storia collettiva.

La trascrizione integrale la trovate su supportolegale.org

A: (Canciani) Prima di lasciare la parola alla collega per le nostre richieste, io forse
chiederei a voi tutti, una volta accertata la responsabilita' delle persone, di
avere il coraggio di chiamare le cose che abbiamo visto con il loro nome, come
avremo il coraggio di chiamare massacro quello che e' avvenuto alla scuola diaz.
il pm non chiede pene esemplari, perche' si potrebbbero dare quando vi e' un
ampia scelta per il tribunale di muoversi tra un minimo e un massimo. credo che
il legislatore vi abbia tolto dall'imbarazzo, perche' se riterrete di chiamare i
fatti con il nome che merita, il legislatore ha stabilito una pena minima di 8
anni. pensavamo di metterci molto, ma in realta' ci abbiamo messo meno, perche'
le valutazioni ci hanno trovato pienamente concordi. Non delle pene esemplari ma
delle pene severe, e speriamo che analoga severita' vengano usate in altri
processi, perche' l'interessee comune e' che quello che e' avvenuto nel 2001 a
genova non accada.

A: (Canepa) (richieste di pena)
All'esito di questa necessariamente lunga discussione, l'accusa ritiene di aver
fornito prove per il reato di cui al 419 cp, contestato a tutti gli imputati. Il
collega ha gia' detto quello che e' il nostro pensiero, la pena elevata che il
legislatore ha dato a questo reato. Questo limite di pena, ha indotto i pm, a
chiedere per tutti gli imputati la concessione delle attenuanti generiche, quasi
a fini di contemperamento della pena. in alcuni casi, adesso entreremo nel
dettaglio, le attenuanti sono ritenute prevalenti sulle aggravanti, penso per
esempio all'ammissione dei fatti, mentre per altri la concessione delle
attenuanti e' valutata equivalente alle aggravanti, questo proprio per
raggiungere condanne che l'accusa ritiene giuste in ordine alla gravita' dei
fatti commessi.

AC: da una pena base di anni 10, con attenutanti prevalenti, si raggiunge una
pena di anni 7 e mesi 6, ma con la continuazione, anni 10. Assoluzione per i
capi 5,6,7 per la fabbricazione e detenzione di una delle molotov. dice di non
procedere per i capi 9 e 10 per prescrizione
BD: pena base di anni 8, con attenutanti prevalenti, anni 5 mesi 4, aumentata
per la continuazione ad anni 6 mesi 6. non procedere per prescrizione al capo 58
CS: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6 e mesi 6.
CD
: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata per
continuazione di anni 6 e mesi 6.
CC: pena base di anni 10, con attenuanti equivalenti, aumentata per
continuazione di anni 12. non doversi procedere per il reato di capo 16
CM: pena base di anni 14, con attenuanti equivalenti, aumentata per
continuazione di anni 16. non procedere per prescrizione di cui ai capi 22 e 25
DP: pena base di anni 10, con attenuanti prevalenti a anni 6 mesi 8, aumentata
per continuazione di anni 7 e mesi 6. non procedere per prescrizione per capo 28
DRF: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione e recidiva infraquinquennale di anni 8. […]
DAFi: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6 e mesi 6. non procedere per i capi 58
DAFa: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 6, aumentata per
continuazione di anni 7 mesi 6. non procedere per capo 58.
MDI: recidivo. pena base di anni 10, con attenuanti prevalenti a anni 6 mesi 8,
aumentata per continuazione di anni 8 e mesi 6. non procedere per il capo 31
DPA: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6.
AF: recidivo. pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4,
aumentata per continuazione di anni 6.
LF: recidivo. pena base di anni 10, con attenuanti equivalenti, aumentata per
continuazione di anni 12. non procedere per i capi 38 e 39
FH: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6 e mesi 6. non procedere per capo 58
AFu: pena base di anni 13, con attenuanti equivalenti, aumentata per
continuazione di anni 15. non procedere per il capo 47
MM: recidivo reiterato infraquinquennale. pena base di anni 8, con attenuanti
prevalenti a anni 6 mesi 6, aumentata per continuazione di anni 9. non procedere
per il capo 58
MI: recidiva reiterata specifica. pena base di anni 10, con attenuanti
prevalenti a anni 6 mesi 8, aumentata per continuazione di anni 8 e mesi 6. non
procedere per capo 66
FP: recidiva reiterata infraquinquennale. reato piu' grave al capo 48. pena base
di anni 14, con attenuanti prevalenti a anni 12, aumentata per continuazione di
anni 15. […]
PP: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6 e mesi 6. non procedere capo 58 e 59
SN: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6.
TF: pena base di anni 8, con attenuanti prevalenti a anni 5 mesi 4, aumentata
per continuazione di anni 6 e mesi 6. non procedere per il capo 58
UD: pena base di anni 10, con attenuanti prevalenti a anni 6 mesi 8, aumentata
per continuazione di anni 8 e mesi 6. non procedere per il capo 66
VA: pena base di anni 10, con attenuanti prevalenti a anni 7 mesi 6, aumentata
per continuazione di anni 10. assoluzione per i capi 5,6,7 per la fabbricazione
di una molotov. non procedere per capi 9 e 10.
VV: pena base di anni 8 e 1800 euro di multa, con attenuanti equivalenti,
aumentata per continuazione di anni 14 e 2500 euro di multa. non procedere per
capi 22 e 24.

Vincere senza meritare, a volte va bene anche così

21 Ottobre 2007 1 commento

Oggi a Reggio Calabria ci stava un pareggio, ma recuperiamo i due punti che ci sono stati saccheggiati a Livorno a spese di una squadra allo sbando come la Reggina. I calabresi ci mettono quantità e il gioco muore sotto l'acqua e le condizioni del terreno di gioco, gli interisti ci mettono un po' di svagatezza e la sicurezza della propria superiorità, anche troppa. Come già detto l'anno scorso, in altri anni partite come queste le perdevamo al 92' anziché vincerle rischiando di straripare tra l'80esimo e il 90esimo.

Dietro Toldo fa numeri che sembrava aver dimenticato da tempo. Maicon si dimostra il pezzo più importante della nostra difesa, con una capacità di spinta che ricorda il miglior Facchetti (solo la fascia è quella sbagliata :). Maxwell fa finalmente una partita degna di questo nome, mentre Cordoba e Chivu non si capiscono. Tutti i pericoli nascono da errori del centrale rumeno, che delude molto.

A centrocampo buona notizia il rientro di Vieira, che ancora ha bisogno di mettere minuti nelle gambe ma che già fa cambiare faccia al reparto. Cambiasso sta crescendo a vista d'occhio, mentre Cesar fa la prima partita anonima della stagione. Figo accusa il terreno pesante, ma compensa con i tocchi magici. Io l'avrei risparmiato di più. Zanetti entra nella ripresa a dare stabilità. Un po' più di aggressività in più e minor leggerezza nei tocchi darebbero meno patemi ai tifosi.

Davanti Adriano un po' si rivede, ma mica troppo, mentre Cruz accusa il terreno. Quando ha la palla giusta ci prova sempre e quasi ci riesce. Suazo ha troppa fame di gol e rischia di provare a tirare anche quando l'appoggio è più intelligente come soluzione. Ibra entra e prende le redini della squadra. Prende un giallo inutile, ma il suo atteggiamento dimostra che si sente e viene visto come un leader, e che il gruppo è compatto e solido. Ottimo segnale. Il giallo si dimenticherà.

Bene così, primo ostacolo del tour de force verso la juve saltato senza errori.

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Incontri precari e nuove edizioni

17 Ottobre 2007 11 commenti

Lunedì 15 ottobre, in quel di xxy, si è tenuto il secondo incontro di "A Ruota Libera", un ciclo di discussioni collettive tutti contro uno che chainworkers
sta organizzando per affrontare una serie di temi legati alla
precarietà, ai precari, all'organizzazione e alle forme di conflitto e
di lotta. L'esperimento è interessante e consente di sviscerare fuori
dall'arena ingessata delle assemblee e delle necessità diplomatiche una
serie di argomenti con soggetti che volenti o nolenti fanno parte del
variegato pianeta politico che ruota attorno a questi argomenti. Il primo incontro è stato con Giorgio Cremaschi
della FIOM, proprio alla vigilia del vituperato e ridicolo referendum
sul welfare (l'ennesimo ipocrita plebiscito i cui risultati letti
strumentalmente servono solo a dare un alibi alle schifezze che sta
combinando il peggior governo degli ultimi decenni). Il secondo
incontro – quello di lunedì – è stato con Gino Tedesco, una persona con la quale c'è maggiore confidenza, cosa che ha garantito toni anche più accesi e divertenti nella discussione. 

I
punti nodali della discussione sono stati sostanzialmente due, non gli
unici, ma i più sentiti: il rapporto tra vecchie organizzazioni
sindacali e nuova soggettività / condizione (precari/precarietà), e se
il precariato esista come classe, come soggetto, come condizione ma non
come soggettività e via dicendo. La discussione è stata viva e vale la
pena di attendere la registrazione per risentire dei passaggi. Peccato
non ci fosse troppa gente anche a causa della nostra tardiva
comunicazione del luogo dove è avvenuto l'incontro. Il prossimo è il 26
ottobre 2007, con valery, una sindacalista che ha fatto dei numeri allucinanti organizzando i janitors
(pulitori) in america. Lei è tostissima e la discussione sarà
interessantissima, soprattutto perché stavolta i contro (quelli che
incalzano) saranno quelli che di solito subiscono il terzo grado da noi
🙂

Intanto si avvicinano scadenze di mobilitazioni interessanti
per il loro effetto distruttivo nei confronti di aree inutili della
scena politica italiana (20 ottobre) e per il loro potenziale effetto
di affermazione seppur abbastanza laterale di altre possibilità
nell'affrontare la questione precarietà. E' in preparazione a breve il quarto numero di City of Gods,
il free press aperiodico di giornalisti e non precari. A breve il free
press diventerà anche un sito agguerrito e denso di notizie e di
approfondimenti che spero diventerà uno dei vostri preferiti luoghi per
reperire aggiornamenti e informazioni. A breve news in proposito,
intanto contribuite al nuovo numero!

Per ora è tutto, passo e penso che ci si becchi in giro (il tempo è tiranno, i processi anche di più) 🙂

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Dax

13 Ottobre 2007 4 commenti
Non c'è Futuro Senza Memoria
Piazza Vetra, Milano, 13 ottobre 2007 

Alla fine sono solo sei anni

12 Ottobre 2007 Commenti chiusi

Sei anni: da genova sono passati sei anni, e nessuno sembra più voler ricordare o volersi scandalizzare delle enormità che vengono dette nelle aule di tribunale da pm sempre più compiacenti a una visione del mondo che sembra essere stata pensata da una divisa [ unoduetrequattro ], o della faccia tosta di testimoni falsi come giuda (che forse di secondo nome fa Toccafondi). Mentre a genova si consuma lo stupro della nostra memoria collettiva (v. sotto l'editoriale a firma SupportoLegale uscito su Liberazione e Manifesto mercoledì), a Milano è cominciato il processo di appello per i fatti dell'11 marzo. Da un pezzo sul mio blog e da uno sul blog del mio socio blackswift ha elaborato un intervento su carmilla dedicato alla nouvelle vague culturale da cui stiamo venendo invasi.

In compenso sei anni sono anche il numero di anni che i nuovi lavoratori vedranno come tempo minimo di contratto a termine grazie all'ipocrita e vergognoso patto sul welfare che in tutta fretta dopo un referendum bulgaro (tra l'altro caratterizzato da scarsa partecipazione e dubbi sistemi di votazione) i sindacati confederali si sono affrettati a sostenere e il Governo a trasformare in ddl. Nulla di buono uscirà da questo accordo, che non è nient'altro che un altro passaggio nel quale i precari vengono presi in giro, i problemi della ristrutturazione del mercato del lavoro esasperati, il tutto camuffato da un generico appello al welfare che con il benestare delle persone non ha nulla a che fare. Mi ricorda la situazione in cui mia madre mandò finalmente affanculo i sindacati confederali, dopo l'accordo sulla scala mobile: direi che il salto nella merda è abbastanza analogo, con buona pace di democratici e "innovatori" di sinistra alla ichino. Se dobbiamo essere governati da ragionamenti di destra, ridatemi quella vera, almeno lo scontro è senza maschere.

Sembrano due cose distanti, ma il problema è che non lo sono per niente. L'offensiva culturale e politica che subiamo è la stessa, è bipartisan, e gli unici a non farne parte sono quelli nella nostra stessa situazione di merda. O forse anche loro sono parte di quella platea silente, ipocrita e compiacente, che non si smuove mai, a meno che non si tocchino quelle poche schifosissime cose da cui è coinvolta direttamente. Troppo facile così. Troppo facile lo scandalo a tempi alterni.  

PS: ah, dimenticavo quasi, hanno dato il Nobel per la pace ad Al Gore e il Nobel per la letteratura a Doris Lessing. QUalcuno ha ancora dei dubbi sulla regressione cerebrale planetaria?

 

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Venerdì al folletto, sabato in darsena

10 Ottobre 2007 8 commenti

 

 

 

 

Venerdì sera al folletto di abbiategrasso si parla di processi con il mio avvocato preferito. Ovviamente tutti coloro che hanno curiosità rispetto a genova e come si stanno concludendo i casi legali è invitato a fare un salto. Il giorno dopo, sabato 13 ottobre, alle 14.00 presumo sia obbligatorio andare a dare una mano anche solo con la propria presenza al rifacimento del graffito per commemorare Dax in darsena sui navigli. Ci vediamo lì. 

UPDATE: ovviamente la questura ha negato il permesso in darsena, con prevedibili problemi di OP. Altrettanto ovviamente ci manca il cinismo per invitare Sgarbi che pur essendo notoriamente un paraculo è l'unico che in questo momento sta difendendo questi graffiti ed è l'unico che potrebbe garantirci un minimo di visibilità in positivo sul problema di OP che si verificherà. Ci vediamo lì in ogni caso.

Categorie:movimenti tellurici Tag:

Milano torna agli anni 80. Qualcuno aveva nostalgia?

10 Ottobre 2007 1 commento

 

Ieri a Milano un banchetto di studenti di destra spalleggiati da naziskin dell'area di Cuore Nero in Università Statale, di fronte alle contestazioni verbali di altri studenti di sinistra,  ha menato i contestatori facendone finire uno all'ospedale. All'uscita dall'ospedale, di fronte alla non disponibilità dell'aggredito di sporgere denuncia gli uomini delle volanti hanno pensato bene di pestare i quattro malcapitati, insultandoli. Il solito approccio democratico delle forze dell'ordine.

A Milano è solo l'ultimo episodio che ripiomba la città nella atmosfera gretta e cruda dei suoi anni 80, pieni di eroina, cocaina, socialisti, e rapporti per nulla mediati tra i soggetti di conflitti sociali. Forse qualcuno ne sentiva la mancanza, soprattutto in questura. Io personalmente stavo bene così, senza averli conosciuti come adolescente ma solo come ragazzino. 

Adesso l'eroina e la cocaina la usano insieme i pischelli più danarosi, mentre per i poveracci ci sono ketamina tagliata male e crack. I fasci sono in salute e governano la città insieme agli imprenditori, cancellando pezzi storici dell'immaginario della città e pretendendo sedi ufficiali. Intanto i posti vengono sgomberati a ruota e nulla si muove, manco per lamentarsi. La gente si accontenta delle panzane su sicurezza e violenza, e quando c'è di mezzo un motivo politico i reati usati si aggravano di un paio di ordini di grandezza (vedasi la devastazione e saccheggio per i fatti dell'11 marzo, o la violenza privata per un picchetto). Ma anche quando le faccende giuridiche riguardano la marginalità meno "pulita", come rom, migranti, e via dicendo (l'ultima è il GIP Panassiti che ha condannato una rom a 2 anni per rapina di shampoo e bagnoschiuma motivandola con la "chiara esasperazione dei commercianti": di fronte ai bottegai come non comprendere il dovere morale di punire con severità?). I ragazzini si trovano in corso Como, si riempiono di bamba e poi tirano a sorte una persona dall'aspetto "di sinistra" da gonfiare di botte, mentre i loro fratelli minori si litigano le sigarette mentre sono ancora all'elementari. La città è devastata di parcheggi e lavori abusivi, ma gli unici problemi sono due murales in croce (tra l'altro pure belli e ben fatti). Ci ritroviamo con Vittorio Sgarbi unico protettore della libertà di espressione, vedete un po' come siamo messi. Qualcuno veramente aveva nostalgia di tutto questo? 

Materiali: report di asso | report del mio socio

 

Categorie:concrete, movimenti tellurici Tag:

I reati associativi in Germania: l’articolo 129a (analogo del nostrano 270 bis e seguenti)

8 Ottobre 2007 1 commento

Ripropongo qua sotto la traduzione di un testo che verrà pubblicato su Statewatch a breve, scritto da una dei loro attivisti, circa la vicenda che ha visto recentemente sollevarsi un certo putiferio in Germania: tre attivisti e quattro sociologici vicini al movimento sono stati arrestati con l'accusa di fare parte di un gruppo terroristico. Le prove, soprattutto per i sociologici, starebbero nelle parole che usano nei loro articoli ("gentrification", "marxista-leninista") e nella possibilità di accedere alle biblioteche universitarei, oltre al fatto di aver dimenticato il proprio telefono a casa una sera andando a bere una birra con uno degli attivisti arrestati. Questo popò di prove basta usando le misure dell'articolo 129a del codice penale tedesco (analogo al nostro 270/bis) per portare una persona normale a farsi oltre un mese di isolamento 23 ore al giorno, nelle forme detentive più dure inaugurate per punire i rivoluzionari della RAF ma tuttora usate come una sorta di Guantanamo tedesca. Il testo è molto completo e secondo me vale una lettura. Per maggiori informazioni: il sito della campagna.

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Una settimana densa di segnali

7 Ottobre 2007 3 commenti

 

E' stata una settimana intensa, dura da digerire, in cui
controllare la voglia di spaccare i banchi delle aule di tribunale è
stato tutt'altro che facile. E' stata una settimana che ha aperto con
decisione la chiusura di alcuni tra i processi più importanti della
nostra fase di movimenti, che ne definiranno la coda repressiva e la
verità storica che molti associeranno agli eventi oggetto del caso
processuale. In questi giorni sia io che il mio socio stiamo
riflettendo molto sul senso del lavoro che ormai da qualche anno
facciamo nello stare dietro ai processi, ai loro meccanismi
comunicativo/burocratici e al loro senso politico, anche perché le
operazioni in atto sono di fatto convergenti (che avesse ragione
Mastella? 🙂

Infatti a Genova si stanno lentamente esaurendo le
testimonianze degli imputati del processo di Bolzaneto, l'unico in cui
forse giudici e procuratori trattano le forze dell'ordine con il
sarcasmo necessario: sarà anche perché è il processo in cui queste
ultime rischiano meno. In ogni caso le panzane che tutto il personale
del lager di Bolzaneto è venuto a raccontare in aula non sono
meritevoli di attenzione, se non per iniziare a far salire il livello
di bile.

In compenso nel processo contro 25 manifestanti per
devastazione e saccheggio relativo agli scontri di piazza i pm Anna
Canepa e Andrea Canciani hanno esordito con una requisitoria
estremamente politica pur dichiarando dall'inizio che loro malgrado si
devono occupare solo dei fatti del processo, ovvero dei crimini
commessi dai manifestanti. Condannano le violenze della polizia e dei
carabinieri, e la loro incapacità di gestire l'ordine pubblico in
maniera diversa da quella di una guerra tra bande, ma di fatto offrono
agli avvocati difensori della polizia nel processo Diaz elementi facili
da strumentalizzare per portare un attacco ai pm che hanno causato le
dimissioni di Gianni De Gennaro e l'unico processo politico ai vertici
della polizia italiana a memoria di uomo. Quello che si dice
solidarietà professionale. 

Canepa e Canciani sono infuriati,
questa è la verità: ma non tanto con i manifestanti, che comunque
secondo loro si arrogano il diritto di manifestare e protestare sopra
le righe (o forse fuori dalle linee), ma soprattutto con politici, con
leader, con tutti coloro che sono venuti a testimoniare solo per
partito preso, ricordandosi le violenze della polizia e non quelle dei
manifestanti. I pm sono la verità incarnata, si sa, si sentono
depositari del verbo e non tollerano che qualcuno a parte loro si
permetta di fare politica in un'aula di tribunale. Quindi la loro
rabbia va verso chi si permette di ricordarsi il sangue dei
manifestanti e non che l'assalto al blindato poteva finire in una
tragedia dieci volte maggiore che non quella del defender in piazza
alimonda, oppure che alla fine della fiera le cariche sono durate in
tutto un paio di minuti, in termini di contatto corpo a corpo, e che
quindi non possono giustificare tutta questa enfasi sulla reazione dei
manifestanti totalmente illegittima.

Canepa e Canciani, come farà
anche il capo procuratore Fontana nell'appello del processo per i fatti
dell'11 marzo a Milano, confermano di negare in apertura di
requisitoria, proprio il senso ultimo delle loro arringhe: manifestare
a genova con qualsiasi cosa che non fosse pura testimonianza era ed è
reato, la reazione delle forze dell'ordine è stata esagerata ma neanche
troppo, e se non fosse stato per loro ci sarebbero state più vittime, e
tutto quanto è avvenuto a genova è avvenuto con la imperdonabile
copertura di politici che non sono capaci di fare il loro mestiere,
ovvero governare il potere per conto del potere. I due pm prevedono le
linee difensive e le impugnano, gridano come ossessi contro chi
cercherà di dimostrare che la reazione dei manifestanti era legittima e
che le forze dell'ordine hanno fatto alcunché. Quello che di male
potrebbero aver fatto sta in altri processi e non ci riguarda, perché è
evidente a tutti che non si tratta di un'unità temporale definita, in
cui ogni evento influenza gli altri, o meglio lo è ma solo per lo stato
psicologico delle forze dell'ordine.

L'aggressione politica dei
pm a tutto ciò che non è la loro personale visione della democrazia e
dell'ipocrita moralità della legge, è netta e senza alcun tentativo di
diplomazia. I difensori dei 25 siano avvisati.

Intanto l'altro
processo genovese, quello per l'irruzione alla Diaz e al mediacenter,
entra nella fase della guerra totale: se da un lato la procura ha
tirato in ballo il capo della polizia come concorso in istigazione in
falsa testimonianza, inanellando una serie di richieste di indagine per
false testimonianze a carico di pubblici ufficiali che non si vedevano
da tempo (ma che tutti sanno avvenire regolarmente quando ci sono da
coprire le malefatte del corpo), dall'altro gli avvocati delle difese
rilanciano usando i tipici strumenti di chi non trova nei fatti alcuna
salvezza: attacchi mediatici ai pm, accuse di furto ai danni dello
Stato, tentativi di dilazione nel tempo, sarcasmo e l'attesa e
innegabile complicità del tribunale, che piuttosto che ammettere il
marcio che si annida nelle forze dell'ordine nostrane si taglierebbe
tutte e due le mani, nonostante le evidenze.

In questo contesto
processuale si è inserito l'appello per i fatti dell'11 marzo a Milano.
L'apertura del capo sostituto procuratore ci dice esattamente di che
cosa si tratta, attraverso una negazione (excusatio non petita…):
"questo non è un processo politico; le scelte fatte dal pm Basilone non
sono state delle operazioni di speculazione policia". Come a dire: non
provate a dire che i magistrati fanno parte del meccanismo del potere,
perché vi spezziamo le reni, pezzenti che non siete altro!

Infatti
è chiaro a tutti che una condanna a 4 anni (in realtà 6 ma ridotta per
il rito abbreviato) per essere presente a qualche metro da una
barricata in fiamme, non è per nulla una conduzione politica di un
processo. Come le scazzottate su un treno con un fascistello divenute
rapina con 3 anni e 8 mesi di condanna non lo sono. O l'assoluzione
delle forze dell'ordine che irruppero nel pronto soccorso del San
Paolo. O gente che è in autoesilio per essere stata condannata a 4 anni
per aver rubato un prosciutto. Tutto questo non è politico e non è
strumentale: anche dire che il fatto più grave è l'incendio dell'AN
point in un palazzo chiaramente abitato (è disabitato da dieci anni ed
è anche stato occupato circa un anno prima dei fatti a scopo
dimostrativo). 

La bile sale. I processi che affrontiamo sono
un'offensiva assoluta non solo contro alcune persone, presi come
vittime sacrificali della chiusura di una fase storica, ma anche contro
la realtà storica di quello che è avvenuto e di quello che ha
significato. Intorno non accade nulla: quelle trecentomila persone che
sul lungo mare sono state violentate dalle cariche e dai lacrimogeni
per ore non sentono il bisogno di gridare a canciani che i lanci non
"erano esclusivamente limitati a piazza Rossetti"? O che la sensazione
delle cariche in via Tolemaide era molto di più che quella di "un paio
di minuti di corpo a corpo"? O che ancora quando ci racconta che tutti
gli attacchi più gravi delle forze dell'ordine contro i manifestanti
(Manin, Tolemaide, Corso Italia) diversamente da quanto sbandierato
sono stati iniziati proprio dalla polizia e dai carabinieri, dovrebbe
vergognarsi? Dove sono queste trecentomila persone? Si nascondono in
una vita che gli faccia dimenticare di vivere in un regime più subdolo
di quello che c'era mezzo secolo fa, ma che non è molto diverso in
termini di obiettivi? E dove sono le persone che hanno reso Milano
medaglia d'oro della resistenza? Stanno facendo una faccia schifata
mentre fascisti di ogni risma se la ridono nei salotti buoni e nel
consiglio comunale? Che cosa fanno per cambiare qualcosa? Nulla.

Perché
agire è sbagliato. E' immorale. E' pericoloso, soprattutto perché
rischierebbe di convincere un po' tutti che è la cosa più normale e
naturale da fare.

Materiali

Udienze di Bolzaneto: PeruginiGugliottaPoggiTolomeo e FornasiereNurchis

Udienze Diaz

Udienze 25: prima parte e seconda parte della requisitoria del PM

Processo 11 marzo: requisitoria PM all'appellodovevadoevado

Processo San PaoloI fatti del San Paolo

I punti di vista al volo miei e del mio socio

Supportolegale