Venezia a Milano, tre: film ben fatti ma รจ tutto qui
Una giornata di film un po' così: ben fatti, anzi in almeno un caso ottimamente fatti, ma non c'è molto più di questo. The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford è un grande affresco, di fattura stupenda, e il premio per il miglior attore avrebbe dovuto vincerlo anche Casey Affleck, oltre a Brad Pitt. Ci spiega tutto, indaga il dramma della morte di Jesse James, e il suo valore come icona, ma non ha il coraggio di dirci perché Jesse James sia diventato così popolare. Lo diciamo noi: perché chi ammazza i ricchi è più simpatico. La colonna sonora è semplicemente sublime e vale da sola mezzo voto: Nick Cave e Warren Ellis ๐ Voto: 7.
Hotel Meina e La Ragazza del Lago condividono un destino: la televisione. Non erano film da cinema. Il primo tocca corde della nostra storia che andrebbero spesso e volentieri rivangate, pena l'apatia collettiva a ogni cosa che accade, e forse vedere qualche film in più di questi in tv anziché il commissario 9 e il carabinieri 10 conditi da isole e stanzette non farebbe male. Hotel Meina è storia di seconda guerra mondiale nel nord italia: ci sono i fascisti, i tedeschi, gli ebrei, i partigiani, i collaborazionisti, le staffette, un po' tutto, non manca nulla. Il finale emulo di Titanic e Atalante lascia onestamente perplessi, mentre la filosofia pacifinta della tedesca resistente che non ammazza il capitano delle SS dimostrando di essere meno feroce di lui sposa la teoria secondo la quale l'uso della forza è sempre sbagliato che ci lascia la scomoda domanda sospesa per aria: quindi dovevamo restare a guardare inermi fino a che qualcuno non veniva e usava la forza al posto nostro per macerare i nazisti nel proprio sangue? I don't think so. Voto: 6,5 (sarebbe 6 ma i brividi contano).
La Ragazza del Lago è un giallo classico, come tanti libri che ti ritrovi nello scaffale e che ti hanno divertito ma dei quali non ti rimane nulla. Ottimo sceneggiato tv, inerme film da sala. Voto: 6.
Il Dolce e l'Amaro con il picciotto evergreen Lo Cascio lascia un po' insoddisfatti. Parte in maniera interessante, ma la mafia è una cosa seria, non una macchietta. Onestamente ci aspettavamo di più, e soprattutto ci aspettavamo che tutto non si risolvesse in una faciloneria come la trasformazione del pentito in picciotto, l'assassinio del giudice, e la vita serena del pentito redento. Voto: 6.
Infine il nuovo film (o metaspettacolo) di Sabina Guzzanti, Le Ragioni dell'Aragosta: divertente, riconcilia vedere un pezzo di Avanzi che ricompare in quest'epoca di piattume. Un po' di sogni e un po' di poesia e grande simpatia. Uber alles: l'incontro tra Masciarelli e Gianni Agnelli, l'ammericana contro il Bucow nell'Owzonow, la storia d'amore tra Pierfrancesco Loche e Francesca Reggiani. Certo se ci si guarda intorno ci si rende conto che ogni pagina di ogni giornale di ogni giorno è più ridicolo di qualsiasi sketch: forse è quello il momento in cui iniziare a spaventarsi e a pensare di fare qualcosa. Voto: 6,5.