Archivio

Archivio per la categoria ‘oscuro scrutare’

Stavo per morire

12 Dicembre 2006 1 commento

 

Nel momento in cui si è aperto xmms e ho sentito una voce che con accento prevostal-bergamasco mi diceva "podcast", sapevo che quella fava di C.S. mi aveva rifilato una sola. Ancora non sapevo quanto. Esistono luoghi che fanno gridare alla censura, ma noi, che siamo illuminati, sappiamo trasformare le strali avvelenate del moralismo in sane risate di sarcasmo. Guardate questi due link dal lato giusto: quello di chi sa che cosa ha scampato nella vita!

http://www.donboscoland.it/

http://www.donboscoland.it/audio/sussidio_2006-12-12.mp3

Prosegui la lettura…

Categorie:oscuro scrutare Tag:

Modern fantasy e storia

8 Dicembre 2006 1 commento

La pellicola di Guillermo Del Toro manifesta due influenze molto forti: il fantasy moderno della generazione di Neil Gaiman (il mostro della seconda prova di Ofelia è una citazione lapalissiana del Corinzio di sanmaniana memoria, e tutti i personaggi fantastici del film sembrano usciti da The Dreaming o da Fables della DC Vertigo) e la storia spagnola (e messicana, che per alcuni versi sono molto simili (almeno in alcune fasi della guerra civile che ha dilaniato di due paesi in periodi storici molto differenti).

Il Labirinto del Fauno è un ottimo film, ben girato e con ottimi attori; la sceneggiatura tiene alta la tensione se si eccettua qualche caduta in corrispondenza della parti più smaccatamente fantasy che risultano un po' calate dall'alto (la scena finale e un po' il c'era una volta iniziale). Il contorno storico è molto accattivante (per lo meno per chi ama la storia dei movimenti di liberazione e di resistenza) e alla faccia di Pansa e soci che tanto spadroneggiano sui media di questi tempi, mette al posto giusto partigiani e fascisti, e i loro reciproci modi di agire. Il colonnello pur nella sua esagerazione grottesca del finale è un personaggio che calza a pennello tutto ciò per cui il fascismo è stato spazzato via, e i personaggi partigiani (in particolare Mercedes) hanno dei guizzi molto umani.

Tutto il soggetto lo sento molto vicino (sia per il meccanismo misto di fantasy, noir e realtà storica che mi ha preso la mano in Rapsodia Monocromatica, sia perché il prossimo romanzo che volevo mettermi a scrivere ha un meccanismo narrativo molto simile), e soprattutto la predisposizione ad avversare ogni forma di potere e di cieca obbedienza mi ha dato molta soddisfazione (soprattutto per l'effetto sui tamarri paradestroidi che frequentano le sale del centro nei giorni di festa).

Ho concluso la serata con un ottima conferma della tesi del film su soldati e gente in divisa, intervendo per placare un controllore ATM che stava quasi mettendo le mani addosso a un ragazzino che non voleva dargli il documento. Appena sono intervenuto sono comparsi tre simpatici finanzieri che hanno pensato di intimorirmi chiedendomi i documenti. Vedendo che non funzionava sono passati a minacciarmi di farmi restare per 24 ore in caserma in attesa di accertamenti, e vedendo che neanche questo funzionava hanno cercato di intavolare una polemica dialettica che ha portato me a scompisciarmi dal ridere, e loro a rosicare amaro fino a quando, dopo aver visto la mia sfilza di precedenti ma l'assenza di motivi per trattenermi, hanno dovuto mollarmi. Il momento migliore è stato potergli dire, in risposta alla domanda "con tutti quei precedenti contro di noi, avevo ragione a voler fare accertamenti….": "maresciallo, quei precedenti sono tutti ampiamente giustificati. Arrivederci". La faccia intesita del maresciallo è stata impagabile, e sarebbe bello che Della Porta e soci interessati alla percezione di sé delle forze dell'ordine ammettessero le turbe psichiche e la voglia di esercizio arbitrario del potere che anima indistintamente chi porta una divisa.

Voto complessivo: 7,5

Prosegui la lettura…

Categorie:cinema, oscuro scrutare Tag:

Le parole di Placanica e il loro valore

7 Dicembre 2006 2 commenti

 

In questi giorni sono uscite ben due interviste a Placanica, di nuovo in grado di spiccicare parola dopo mesi e mesi di decerebrazione. Ovviamente le sue parole hanno scatenato un putiferio, riacceso speranze e indignazioni, e soprattutto dato il "la" alla madre e al padre di Carlo. Da diversi giorni cerco di avere il tempo di mettere a fuoco il tutto e solo oggi, uscito da un turbine di sbattimenti lavorativi, riesco a leggere un po' di cose.

Tanto per cominciare un po' di materiali: le due interviste di placanica si trovano su indy e su supportolegale. Inoltre può far bene (ri)leggersi lo speciale di pillola rossa su piazza alimonda, che è un ottimo punto di partenza sia per le teorie cospirazioniste che per quelle più realistiche.

Un secondo punto è un buon riassunto delle vicissitudini del carabiniere Mario Placanica, e alcune considerazioni in proposito: Mario Placanica spara contro Carlo Giuliani  tra le 17.20 e le 17.30 di venerdì 20 luglio 2001; torna in caserma e viene portato all'ospedale. Dopo qualche mese viene congedato dall'Arma con una lauta pensione. Dopo qualche altro mese finisce contro un albero con la sua auto, i freni e lo sterzo manomessi, ma si salva. Viene dipinto da tutti come psicologicamente e mentalmente leso, e la sua vista in aula di tribunale diciamo che conforta abbastanza questa valutazione. Poco prima di doversi presentare in aula per il processo contro 25 manifestanti dichiara tramite il suo avvocato che dirà tutta la verità al processo. Due giorni prima dell'udienza AN gli offre un posto politico in quel della Calabria, e lui arrivato in aula si avvale della facoltà di non rispondere. Passa un'ulteriore anno e Placanica tramite Calabria Ora inizia di nuovo a far parlare di sé e di una sua supposta versione dei fatti (che di fatto lo assolve e condanna il battaglione Sicilia e l'Arma dei Carabinieri).

Da questo iter notiamo due cose importanti: che ogni volta che Placanica parla gli succede qualcosa (lo congedano per problemi psichici, fa un incidente "strano", gli offrono un posto come politico, ecc. ecc.). A pensar male non si fa peccato e quindi per dedurre che fa comodo che Placanica stia zitto non ci vuole gran malizia. Il rumore che fanno le sue parole testimoniano abbastanza bene il rimosso collettivo rappresentato dalle giornate di Genova. L'altra cosa che balza subito agli occhi è che Placanica ha sempre usato queste sue boutade per far parlare di sé e per ottenerne un qualche tornaconto, garantitogli il quale non ha mai avuto problemi a cucirsi la bocca. Questo lo rende un personaggio alquanto inaffidabile come fonte.

Allora leggiamo quello che ci dice Placanica e cerchiamo di estrarne le cose interessanti e di evitare invece quelle fuorvianti (processo che a Giuliano Giuliani riesce proprio male con la sua fissazione del quarto uomo nella jeep (senza offesa…. fissazione comprensibile ma per i miei gusti per nulla solida nei suoi indizi)).

Placanica ci da i nomi di alcuni protagonisti importanti, per la prima volta ci conferma ciò che avevamo già visto nelle immagini: non solo in piazza Alimonda c'è il tenente colonnello Cappello (personaggio dalle scomode memorie somale e non solo), ma c'é anche il colonnello Truglio, un personaggio fondamentale della gerarchia del Tuscania, la cui presenza è sempre stato difficile confermare con le parole degli altri presenti in piazza Alimonda. Non solo, ma Placanica ci dice che Truglio era sull'altro defender che guarda caso riesce a lasciare la piazza mollando la jeep con un equipaggio meno esperto nel delirio.

Non solo. Placanica insiste di aver sparato in aria, ma d'altronde è comprensibile che non si voglia autoaccusare di omicidio volontario, e arriva addirittura ad ipotizzare la presenza di cecchini sui tetti nei dintorni della piazza (citando una visita di un ufficiale dei CC a una vecchia di uno dei palazzi come pilastro per questa teoria cospirazionista). Questa parte delle sue interviste, anche per il suo posizionamento postumo al delirio suscitato dalla prima intervista, è quella che sa più di bufala campata per aria. Una cosa interessante c'è però in tutto questo farneticare: Placanica afferma che Cavataio gli sottrae l'arma subito dopo gli spari, senza addurre alcuna motivazione. Il carabiniere sostiene che Cavataio abbia ricevuto un ordine relativo all'occultamento delle prove. In quel delirio per giorni e giorni gli ordini non si riuscivano a ricevere correttamente, le registrazioni di PS e CC sono un delirio di rumore (in particolare quelle dei CC) e proprio alle 17.30, dopo un morto ammazzato Cavataio sentirebbe l'ordine giusto nel suo auricolare? Placanica continua nella scia dell'invenzione. Assai più probabile che Cavataio (che era il legittimo conducente di quella jeep e che conosceva meglio di Raffone e di Placanica i meccanismi dell'arma e soprattutto quelli delle operazioni "à la Cappello") abbia agito di sua sponte prevedendo la necessità di manovrare il "reperto pistola" in maniera più sicura possibile da parte dei suoi superiori.

Gli elementi più importanti dell'intervista di Placanica sono due: uno solleva (almeno a chi sta scrivendo) molti dubbi, soprattutto per questioni temporali; l'altro invece lo considero l'elemento più attendibile e più importante di tutta l'intervista.

Placanica sostiene (come diversi di noi, tra cui Pillola Rossa e l'avvocato Menzione) che il corpo di Carlo sia stato sfregiato dopo la morte con una pietra poi posizionata ad arte di fianco al corpo per dare solidità alla tesi "lauriana" dell' "hai ammazzato tu con il tuo sasso". Mi piacerebbe molto poter usare le dichiarazioni di Placanica in un tribunale o in un libro di storia, ma purtroppo mi riesce difficile capire come Placanica abbia potuto vedere questi fatti quando sta andando dritto all'ospedale (arrivandoci per altro in orari abbastanza sospettosi, come sottolineato in Pillola Rossa, e diversi da quelli di Raffone). Mi sa che Placanica ha letto e/o sentito quello che stiamo scrivendo su siti e quotidiani circa il tentativo di far riaprire il processo, e gioca con il fuoco di una sua nuova imputazione per poter portare a casa ancora qualcosina dallo Stato. Mi spiace, ma io alla favola del Placanica che trova il coraggio per dire la verità non credo: il carabiniere Mario Placanica è un codardo e la sua storia degli ultimi anni ha ampiamente offerto prove circa questa tesi. Non ci credo che diventa leone in un giorno a caso del 2006.

Viceversa la cosa più interessante è la descrizione dell'accoglienza che Placanica riceve quando rientra in fiera: Placanica viene festeggiato, viene considerato finalmente un iniziato della "setta degli assassini" con tanto di basco dei Tuscania come trofeo. Gli sbirri sono entusiasti in fiera della morte di Carlo Giuliani, e questo è un dato che per la prima volta esce dalle labbra cucite dallo spirito di corpo delle forze dell'ordine italiane. La descrizione, seppur sommaria, che Placanica fa di quello che accade quando rientra in fiera, il ruolo di Cappello e di Truglio, combaciano molto bene con la percezione di sé che le forze di polizia e i carabinieri ostentano nei loro forum e nei loro organi di rappresentanza (vedi l'ultima indignitosa manifestazione del SAP): non tutori dell'ordine, o operanti della prevenzione di ciò che può mettere in pericolo la vita o la salute altrui, ma pedine di un potere molto poco democratico e nemici giurati di tutta una fetta della società che li circonda.

La speranza è che la somma del rimosso genovese e della flagranza di questa rappresentazione contenuta nelle scarne parole di Placanica siano sufficienti a svegliare molte persone che continuano a rivolgersi al poliziotto che passa sotto casa loro come se fosse un amico e non come se fosse qualcuno che si percepisce come un elite militare distaccata dalla necessità di comprendere la società nella quale vive, come l'unico depositario di un potere armato per nulla aperto al confronto e alla democrazia. Poi il problema sono due slogan su Nassirya….. mah….

 

 

Prosegui la lettura…

happiness is a warm gun

23 Novembre 2006 1 commento

Happiness is a warm gun
Happiness is a warm gun, momma
When I hold you in my arms
And I feel my finger on your trigger
I know nobody can do me no harm
Because happiness is a warm gun, momma
Happiness is a warm gun
-Yes it is.
Happiness is a warm, yes it is…
Gun!
Well don't ya know that happiness is a warm gun, momma?

Dedicato alla madre di Federico Aldrovandi e alla recente notizia (oggi sul Corriere) che l'ennesima perizia cerca di scagionare i 4 sbirri che hanno massacrato di botte suo figlio e che si nascondo dietro un possibile arresto respiratorio.

Prosegui la lettura…

Categorie:oscuro scrutare Tag:

Responsabilità penale personale e internet

17 Novembre 2006 Commenti chiusi

Continua la saga dell'assurdo nell'Italietta provinciale anche per quanto concerne le tecnologie. Da un mesetto, i detentori del dominio indymedia.org sono tempestati di richieste da parte dell'Interpol per una inchiesta avviata dal simpaticissimo pm Vitello per vilipendio alla religione più di un anno e mezzo fa, relativa a vignette satiriche sul Pontefice, Maledetto XVI. In uno stato ufficialmente laico e privo di una religione di stato, nel XXII secolo, uno si aspetterebbe che un art. come il 403 del codice penale sia una barzelletta in attesa di essere depennata dalla legislazione italiana; invece ogni codicillo è usato saggiamente da magistrati in cerca di notorietà e sgherri in cerca di repressione facile per esercitare pressioni futili quanto fastidiose su chi cerca di fare altro nella vita.

D'altronde, è consolante vedere che la scure della censura e della minaccia repressiva non si abbatte solo sui siti del cosiddetto movimento, ma che la verve priva di sense of humour del soglio pontificio agisce ad ampio raggio. La speranza è che in questo modo la cosa non sia vista come la solita stupidata da comunisti (il volgo è pieno di espressioni di un massimalismo che le teorie economiche del movimento paiono rigorose analisi socio-economiche al confronto), ma come un problema reale, al quale dare il giusto peso. Prima o poi gli italianetti si incazzeranno o no? Questo non è dato saperlo ma il problema delle religioni e del loro rapporto con la vita civile è sicuramente una chiave di lettura fondamentale per i prossimi due-tre decenni almeno nella strutturazione della società e nello svilupparsi dei conflitti interni alla nostra vita di tutti i giorni. Porsi il problema in maniera meno ideologica e semplicistica della Lega Nord o di Magdi Allam (speriamo presto poterci salutare con un "pace all'anima sua") forse  aiuterebbe.

In compenso è vagamente consolante come in America gli economisti e gli osservatori di nuove tecnologie cominciano a sottolineare come la responsabilità penale, nel mondo moderno, sia strettamente personale, e come quindi eventuali illeciti debbano essere semmai ricondotti a chi li ha commessi e non generare generici episodi di censura e repressione 'ndo cojo cojo. Si sa però che sparare nel mucchio è sempre più facile e che a tenere con le mani in mano sbirri e carabinieri, poi finisce che si mettono a fare altro. <g>

Prosegui la lettura…

Categorie:jet tech, oscuro scrutare Tag:

Intellipedia: la wikipedia dell’intelligence internazionale

2 Novembre 2006 Commenti chiusi

 

Ogni tanto leggere il Corriere della Sera serve a qualcos'altro che non farsi venire attacchi di bile e tastare il polso del "common sense making" italiano (nel senso letterale del termine). Ieri sera infatti sulla versione online del quotidiano di via Solferino è comparso un articolo sul nuovo strumento di cui si sarebbe dotata la CIA per strutturare il loro nuovo archivio: Intellipedia infatti è una piattaforma che usa mediawiki a cui hanno accesso solo agenti e informatori, e che dà loro la possibilità di costruire una knowledge base che migliori il livello e la qualità delle informazioni scambiate tra tutti gli operatori di intelligence.

Sarebbe curioso a questo punto trovare un punto di accesso e verificare se mediawiki abbia qualche vulnerabilità, no? Peraltro la cosa un po' drammatica è vedere che l'utilità di queste tecnologie è stata compresa dalle forze dell'ordine prima che dalle strutture di formazione. Un po' triste, ma una buona parabola di come funzionano le priorità nel mondo reale.

 

Prosegui la lettura…

Categorie:jet tech, oscuro scrutare Tag:

Primi in europa

31 Ottobre 2006 Commenti chiusi

 

Qualche settimana fa, dopo la presentazione del primo testo della finanziaria 2007, mi sorpresi leggendo un comunicato del Cocer, che quantificava con nonchalance gli organici di Carabinieri, Esercito, Marina, Aeronautica e Guardia di Finanza in 450 mila persone (scontente della finanziaria che ne prevedeva tagli). Siccome – come tutti i dati statistici relativi a impiego, stipendi, uso dei soldi pubblici – i dati relativi alle forze dell'ordine sono un incubo a trovarsi, ho aspettato di avere un paio d'ore per mettermi a cercare. Probabilmente una telefonata all'ISTAT e alle istituzioni relative alle ffoo, con un po' di protervia potrebbero darci dati piu' genuini e aggiornati, ma già quelli che sono riuscito a raccogliere dovrebbero far rabbrividire.

Infatti i rapporti del Ufficio per la Pianificazione e il Coordinamento delle Forze di Polizia menzionano circa 275 mila appartenenti alle ffoo (intendendo presumo GdF, PS, CC) almeno fino al 2003. Diciamo che in parte di sovrappongono al  dato contenuto nel comunicato del COCER e facciamo in fretta a dire che ci sono circa 600 mila appartenenti alle forze dell'ordine in Italia (probabilmente escludendo le Polizie Locali che aumenterebbero di almeno un centinaio di migliaia di unità il conto, e questo escludendo guardie private, bodyguard, controllori, ausiliari e aspiranti sbirri tra i privati cittadini). Se teniamo in conto 60 milioni di italiani questo significa: uno ogni cento persone. Un numero elevatissimo, come conferma il Sole 24 ore in uno speciale del 29 dicembre 2005 (citato in questo forum ma che non ho trovato online) che ci piazza al primo posto in Europa per rapporto ffoo/popolazione e al terzo posto nel mondo (dietro solamente a Kuwait e Cipro): non vi sfuggirà che siamo messi molto peggio di quasi tutti i regimi totalitari e guerrafondai del mondo… Non male come primato!

La domanda è: perché allora a Milano come in altri luoghi sale la richiesta bipartizan (Ferrante oggi su epolis milano e De Corato da sempre su ogni media possibile) di 500 poliziotti in più? Dove li vogliono mettere? E perché il COCER si lamenta che vogliano tagliare proprio un settore ipertrofico come questo?

Ma la vera questione è: possibile che non ci si arrivi che la soluzione ai problemi di una società non è aumentare il numero di sbirri? Sembra elementare, dato che l'aumento del rapporto popolazione/ffoo non ha prodotto una diminuzione del rapporto crimini/popolazione, ma pare che sia una realtà troppo dura da digerire quasi per tutte. Qualcuno si stupirà ancora se si canterà a squrciagola "Stato di Polizia"? Speriamo di no.

 

 

Prosegui la lettura…

Categorie:oscuro scrutare Tag:

La giustizia ovvero la pantomima dei servitori

27 Ottobre 2006 Commenti chiusi

Il 23 ottobre il nuovo governo di centro sinistra ha bloccato la riforma Castelli sulla giustizia, una riforma voluta fortemente da lega e centro destra (e dal Guardasigilli indegno che avevano scelto) con un certo spirito di rivalsa per l'attività chiaramente politica che la magistratura italiana ha e ha sempre avuto (anche quando ha fatto comodo al caro Silvio e al suo patron Craxi). La riforma della magistratura in Italia e dei meccanismi con cui funziona l'apparato giudiziario non sono un tema nuovo in Italia, come d'altronde un po' ovunque, considerato che da Montesquieu in avanti è stato uno dei tre poteri che confliggono per la direzione delle faccende della res pubblica in uno stato (cosiddetto appunto "di diritto" 🙂

Le cose curiose da appuntare sono due: proprio il giorno della sospensione della riforma compare sul sito "La Voce" – il think tank dei riformisti liberisti del centro sinistra – un articolo che vorrebbe dare la direzione da seguire in materia di riforma dell'apparato giudiziario. Nell'articolo, però, si evidenzia una tendenza sempre più marcata di questo serbatoio di posizioni per il governo (che gioco-forza segue un po' l'andamento fumoso del centro sinistra stesso): da un lato si menziona solo rapidamente in un paragrafo un po' striminzito il problema della separazione delle carriere, unica vera nota positiva della riforma Castelli, mentre l'estensore si spende moltissimo sul problema della qualità dei giudici e di come migliorarla. 

Il problema della separazione delle carriere è un problema pesantissimo in Italia.  Giudici e pubbliche accuse sono di fatto parte dello stesso pot-pourri e della stessa "casta", generando una certa indisponibilità a contraddirsi troppo, indipendentemtne dalla materia di diritto. In pratica quando hai contro un pm, puoi solo sperare che il giudice che analizza il tuo caso sia un nemico, nel gioco interno alla magistratura, del magistrato. Senza contare il rischio concreto (vedi Maurizio Laudi) di trovarti un magistrato prima a fare l'indagine come pm e poi a valutarla come giudicante. Un'evidente aberrazione della presunzione di innocenza e del diritto di difesa. Altrettanto ovviamente il problema della separazione delle carriere agita non poco gli animi dei giudici e dei pm, perché li taglia fuori non solo da un margine sempre verde di carriera ma anche dalla gestione in assoluto delle dinamiche di potere interne al tribunale: una separazione delle carriere significherebbe riportare un senso originale alle funzioni all'interno di un processo, distinguendo chi accusa, chi difende e chi giudica. Ma il motivo per il quale "La Voce" sorpassa fischiettando il punto è che, nell'ottica cerchiobottista dell'attuale governo che annuncia ottanta misure per poi ritirarne ottantuno appena qualcuno fa una lamentela, anche la sospensione della separazione delle carriere gioca un ruolo diplomatico, a tutto discapito dalle valutazioni politiche e organizzative nei confronti di un Stato che si dovrebbe amministrare. Il solito pizza e fichi all'italiana. Viceversa il terreno del miglioramento della qualità della casta giudicante è un tema ormai passato nella cultura comune proiettata verso la meritocrazia, e su questo tema c'è spazio per criticare nel merito la riforma Castelli per proporne un miglioramento, con tanto di standing ovation di tutte le parti in causa.

Purtroppo i tribunali italiani sono sede di una pantomima terribile non tanto per quello che rappresenta, ma per gli effetti che ha quotidianamente sulla vita delle persone che attraversano quelle aule, in cui anni di galera e destini sono decisi sulla base non tanto e non solo delle leggi (che già sarebbero un tema su cui discutere a lungo), quanto sulla base dell'umore e del rapporto fra le parti. Vivere dall'interno il meccanismo giudiziario genera un disgusto ancora più profondo che il semplice abominio del dover far regolare la propria vita a leggi e leggine, anziché alla realtà della società che siamo capaci di costruire: osservare quanto sia palese la pantomima dei conflitti tra pm e giudici e avvocati, la teatralità con cui si scannano sulla pelle dell'imputato per poi andare a pranzo insieme scherzando riporta alla memoria molte, troppe satire del passato, a partire e non a concludere con Azzeccagarbugli.

Lungi da me auspicare una migliore giustizia, che come è noto è sempre uno strumento dell'estabilishment (presente se conservatrice, futuro se rinnovatrice), ma certo un po' più di parvenza di dignità al meccanismo con cui priviamo una persona della propria libertà mi sembrerebbe quantomeno una scelta di classe. Ma il potere di classe non ne ha.

 

Prosegui la lettura…

Categorie:oscuro scrutare Tag:

Genova: riprendono i processi

28 Settembre 2006 Commenti chiusi

A Genova intanto sono ripresi i processi, il primo dei quali, quello per Bolzaneto va avanti con la camera delle torture, inesorabile due volte alla settimana (lunedì e venerdì).

Il processo contro 25 persone per devastazione e saccheggio, invece, è stato nuovamente rinviato al 7 novembre, dato che il Presidente del collegio (Marco Devoto) è ancora al CSM in sostituzione di un altro giudice. Nel frattempo uno dei due giudici a latere, Gatti, anche detto amichevolmente il procione, ha deciso di diventare pm, vai a capire perché. La sua nomina non è ancora stata pubblicata, ma da quando lo sarà ci sono 6 mesi per finire il processo o si cambia collegio. Cambiare collegio significa, in caso di non consenso delle parti, ricominciare il processo, e quindi andare molto in là nel tempo. Con buona pace di chi ha amore per la legge, noi speriamo vivamente che sto processo non veda mai la sua conclusione.

Intanto nel processo per l'irruzione alla scuola Diaz si sono viste due udienze. Nella prima Giovanna Botteri e Fausto Pellegrini hanno ribadito le scene che già si conoscono, con qualche dettaglio piccante della Botteri circa armi e premeditazione della crudeltà dell'operazione. Ma è con la seconda udienza e l'arrivo dei primi testi provenienti dalle file di sbirri e carabinieri che la cosa si fa divertente. Giovedì 28 ottobre, oggi, si dovevano sentire gli agenti DIGOS Anna Vannozzi (che ha fatto la gnorri alla grande), Garbati (che si è data per pazza a tempo indeterminato facendo quindi assumere le sue precedenti dichiarazioni al tribunale) e Antonio Sbordone, della DIGOS di Napoli.

Con quest'ultimo è iniziata ad emergere la strategia arrogante della difesa, che sintetizziamo con le parole di uno degli avvocati: "non abbiamo paura, non vi preoccupate".  In ogni caso Sbordone nonostante sia stato indagato per lo stesso processo e poi archiviato (non si capisce bene perché) decide di non avvalersi della facoltà di non rispondere e si inerpica nella irta via dell'esame da parte del pm Zucca. Cerchiamo di riassumere cosa colpisce del suo interrogatorio: ripete almeno 110 volte che sono entrati per primi Canterini e i suoi (con l'avv. Romanelli che sarà diventato verde dopo la 30esima, ci spiace per lui); conferma che è entrato 3-4 minuti dopo i ragazzi del vii nucleo in contemporanea a Gratteri, Luperi, La Barbera, che quindi avrebbero visto tutte le fasi delle perquisizioni; stranamente non vede nessun pestaggio ma solo qualcuno già menato o dolorante, e interpreta la frase che sente dire a Gratteri "qui sono già fatti tutti, andiamo di sopra", come un chiaro riferimento allo stato di ubriachezza degli occupanti della scuola. Non pensiamo servano commenti.

Speriamo vivamente che continuino a non avvalersi perché leggere le trascrizioni è stato molto divertente. 

Maggiori informazioni sul sito di supportolegale e di indymedia italia 

Prosegui la lettura…

Maurizio Auriemma, nuovo dirigente del III Reparto Mobile Milano

25 Settembre 2006 1 commento

Dall'Adnkronos  leggiamo:

AURIEMMA NUOVO DIRIGENTE REPARTO MOBILE POLIZIA = Milano, 25 set. Adnkronos) – Si è insediato oggi il nuovo dirigente del terzo reparto
mobile di Milano, Maurizio Auriemma, primo dirigente della Polizia di
Stato. Auriemma sostituisce Mario Mondelli, anch'egli primo dirigente
della Polizia di Stato, che ha assunto la direzione del primo reparto
mobile di Roma. Auriemma aveva diretto negli ultimi tre anni il sesto
reparto mobile di Genova. (Red-Buz/Col/Adnkronos)

Di questa notizia rileviamo due cose interessanti: la prima è che, senza colpo ferire, il Primo Dirigente Mario Mondelli (il responsabile di piazza che ha ordinato la carica contro le tute bianche in via Tolemaide, vedi il video Legittima Difesa) è stato promosso da Cuneo a Milano, nonostante le sue defaillance non solo in Ordine Pubblico, ma soprattutto in aule di tribunale. La seconda notizia è che a Milano arriva un altro "reduce" del g8, Maurizio Auriemma, resosi noto alla ribalta delle recenti cronache per le cariche contro gli studenti in piazza De Ferraris, colpevoli di protestare ad alta voce contro Silvio Berlusconi.

Ma chi è Maurizio Auriemma? Ce lo facciamo raccontare dal brano di udienza nel processo contro 25 manifestanti a Genova di cui è stato protagonista:

Quinto teste e' un altro dirigente, Maurizio Auriemma, che ha operato sia il 20 luglio che il 21 luglio. Dalla sua deposizione emerge una situazione in cui diversi focolai di scontri si moltiplicavano per la citta', mentre le forze dell'ordine venivano comandate a destra e manca nella citta'. Tutto questo comunque abbastazna sotto controllo. Nonostante questo panorama abbastanza sfavorevole alla difesa, il teste non ha deposto di alcun episodio contestato, dato che il 20 luglio lui ha effettuato cariche in via orsini, presso la caserma di san martino, in via fieschi e in corso aurelio saffi. Nella giornata del 21 invece coadiuva Lapi nel liberare piazza giusti e corso sardegna, facendo uso massiccio di lacrimogeni, quei lacrimogeni che si intravedevano da piazza de ferraris mentre agnoletto e casarini decretavano la conclusione dei cortei con le cariche ancora in corso. (tratto da supportolegale

Siamo sicuri che la loro presenza a Milano migliorerà il clima che si respira ogni volta che ci si azzarda a mettere in discussione qualcosa anche solo per cercare di costruire una vita migliore in una città che non è che proprio proprio ti aiuta.

Ulteriori materiali su Mondelli e Auriemma:

Prosegui la lettura…

Categorie:oscuro scrutare Tag: