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Il valore di un libro – I materiali del killer (Gianni Biondillo)

19 Settembre 2011 Commenti chiusi

Il valore di un libro che ti rimane nel cuore non è necessariamente legato a motivi letterari (il suo valore assoluto o il linguaggio usato) o di intrattenimento (la trama e la sua costruzione). Spesso basta poter conservare due frasi perfette, per fare di un libro qualcosa da consigliare e diffondere ad  altri.

Gianni Biondillo sa scrivere. Questo è il prerequisito per riuscire a godersi un libro. Sa scrivere bene, leggero e divertente. E da il meglio di se quando scrivere di e con Ferraro, il suo personaggio principe. Lo aveva abbandonato da qualche anno e ogni appassionato di letture ne sentiva la mancanza.

Anche se a dire il vero non è Ferraro il personaggio migliore dei suoi libri: quello per cui vale la pena leggerlo è Lanza. Anzi i dialoghi tra Lanza e Ferraro. Ho passato decine di minuti a ridere e sorridere sfogliando gli scambi di battute al fulmicotone. E di questi tempi godersi una storia riuscendo anche a sorridere e a capire qualcosa in più del mondo che ci circonda non è assolutamente un’impresa facile.

Godetevelo. Voto: 8
Ah, le frasi, quasi dimenticavo di scrivervele:

“La crudeltà delle latitudini non dà scampo”: una sintesi della futilità del razzismo.

“Lui le diede un bacio. Non quello di un amante, ma neppure quello di un amico”: quanta parte della nostra vita c’è in questa frase, quante delle nostre relazioni, quanti dei nostri ricordi?

Il segreto dei suoi occhi

9 Luglio 2010 10 commenti

 

Ieri finalmente dopo tipo un mese sono riuscito ad andare al cinema senza assilli e senza fretta, per vedere un film che avevo preso di mira da un annetto:  El segreto de sus ojos di Juan José Campanella, argentino vero, lui e il film. 

Tutti gli effetti speciali del film si esauriscono nella scena iniziale, ma già dimostrano la voglia disperimentare con il codice cinematografico senza strafare. Tentativo ampiamente riuscito con una pellicola tesa nella sua trama thriller e sospesa sulla passione degli uomini e delle donne. Il film è lungo, ma scorre piacevolmente fino alla fine, con una sorpresina a ogni svolta, toccando i sentimenti degli esseri umani, ciò che li spinge a fare quello che fanno e ad essere quello che sono, la storia dell’argentina e del resto del mondo, delineata con due tratti di dialogo, come si confà a un ottimo racconto che non vuole ammorbare il lettore, ma seminare il dubbio su ciò che è stato nella storia e che forse potrebbe tornare.

Su tutti è bello ricordare il personaggio di Pablo Sandoval, fantastico ubriacone fine e generoso conoscitore del cuore degli uomini, autore della miglior risposta telefonica in un ufficio pubblico di tutta l’Argentina: "Pronto, Banca del Seme, Ufficio Prestiti, desidera?"; e la fantastica scena nello stadio del Racing Club de Avellaneda (originario club di Diego Alberto El Principe Milito, ehehe) o i cinque minuti di monologo sulle differenti tipologie di coglioni presenti sulla Faccia della Terra. Campanella ha molta strada davanti, speriamo che decida di percorrerla tutta 🙂

Voto: 8,5

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