La Lega dei Citroni: buio pesto
In campo, in una terribile notte tempestosa di inizio novembre, non entrano i nostri eroi, non entrano pirati e corsari, fiabe e mostri mitologici, ma solo deprimenti primati, quadrumani degni del giorno in cui si festeggiano i morti. Le immagini scorrono sui televisori e sotto gli occhi attoniti di chi ha seguito la squadra fino alle desolate lande di Albione.
Gli ominidi nerazzurri sembrano nani di fronte alle cavalcate dell’elementare 4-4-2 della bianca squadra inglese. E’ solo questione di tempo prima che arrivi il primo affondo. E solo la scarsità dei nostri avversari non rende peggiore il passivo al termine di 45 minuti di orrore. Il bombardamento degli speroni ai danni delle speranze e della fiducia dei tifosi nerazzurri è accentuato dall’apparente incapacità di reagire dei non più bipedi in campo.
C’è solo il tempo per uno squillo di un primate olandese per il resto dei minuti completamente assente dal campo, prima di assaggiare l’amaro sapore di un secondo colpo al cuore. A cui segue l’ennesima uscita dal campo in barella e l’ennesimo esordio di un giovane primavera. Purtroppo questa volta non porterà fortuna. Il tempo scorre, e gli ominidi non si trasformano in Homo sapiens, né tantomeno le cavalcate degli avversari rallentano o ci danno tregua.
Nemmeno il momento di grazia di uno dei pochi a onorare la nostra storia recente e passata e futura, un lampo con cui ci regala l’illusione di poter sopravvivere all’incrinamento del nostro cuore di cristallo, rischiara l’orizzonte. E’ buio pesto. E’ notte fonda. Senza stelle. E quando a pochi istanti dalla fine arriva anche la terza coltellata c’è solo voglia di gridare e di picchiare i pugni sulla tastiera mentre lo streaming avanza inesorabile, bit dopo bit, verso la sentenza finale di disfatta.
E’ la sconfitta più amara della stagione, forse solo pari come modalità e come sensazioni a quella di Montecarlo, quando ancora si potevano accampare scuse sulla fase primorde della stagione. E’ la disfatta sul palcoscenico dove pensavi di aver trovato energie mentali e stimoli che altrove ti mancavano, quello su cui ti scopri umano meno che umano, ominide e quadrumane, anziché eroe. E’ la recita che ti riporta alla realtà. E al fatto che qualcuno deve assumersi la responsabilità di quello che sta succedendo a una squadra che a novembre sembra già arrivata a fine aprile: vuota di energie, di luce, di volontà e soprattutto di speranza. E gli infortuni sono un indizio di colpevolezza, non un alibi.
Il credito è finito. Per me da oggi la strada è tutta in salita: il mio tifo sempre seguirà i colori del cielo e della notte, ma c’è chi da oggi dovrà subire lo scrutinio di ogni paia di occhi genuinamente e per sempre nerazzurri, senza il beneficio del dubbio. Il tradimento del sogno e la mistica della dura realtà no pasaran!