Mission Impossible: recuperare il pop a sinistra
Ogni tot ritorna in auge una discussione che si insinua in ogni progetto politico che voglia avere un minimo di respiro in questa fase (e non solo): per vent'anni le destre hanno omogeneizzato una cultura popolare e pop (che come mi insegna wm1 non sono la stessa cosa 🙂 somministrandola alle nuove e alle vecchie generazioni. Il risultato è il substrato sociale e culturale con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Non è una grande novità (Gramsci docet da tempo immemore e se lo cita Fini dovremmo farci un pensierino pure noi…) che affrontare seriamente il problema della riconquista del terreno culturale sia una priorità politica (non riconquistare terreno ideologicamente puro, ma riconquistare terreno per la possibilità che esista un altro punto di vista che gli omogeneizzati di cui sopra). Il vero problema che ci troviamo affrontare non è tanto il fatto che le nuove generazioni abbiano posizioni avverse alle nostre, ma che non abbiano la capacità di incontrare sul proprio percorso che una singola opzione (che diventa vagamente totalitaria con buona pace della retorica della libertà).
L'ennesimo spunto per questa discussione è stato questo post sulla trasmissione di Lucarelli sul g8 di Genova e i processi che ne sono derivati. Colto da raptus pop il mio socio si è sciroppato la fiction su Dalla Chiesa, traendone alcuni spunti di ragionamento. Il mio sintetico pensiero (sono ancora in fase rassegna e quindi ho poco tempo online) è che ognuno deve attivarsi in questa battaglia per un rimescolamento delle carte a livello culturale. Se non porteremo a casa qualcosa siamo destinati non tanto a essere sterminati, quanto a rimanere perennemente oscuri, inascoltati, non visti, inaccessibili in un senso un po' metafisico anche al nostro vicino di casa. Quello che pensiamo, quello che proviamo vale almeno la possibilità di essere incontrato.
Ma cosa cazzo vuol dire?
Che cazzo stai dicendo?
Come cazzo si fa a capire cosa dici? Cos’è la gara a “famolo strano”. Esprimiti in italiano cazzo!
Di cosa stai parlando, dello smettere di mangiare cioccolata svizzera e riappropriarci del finissimo cioccolato piemontese? o di andare in erboristeria e non più in farmacia?
Eh?
Ho riletto, non ho amcora capito di cosa straminchia stai parlando. Ma ho capito che il tuo arzigogolare sull’estetica delle tue frasi del cazzo è esattamente inaccessibile. Soggetto, verbo, complemento oggetto. E rileggiti calvino se vuoi un esempio di accessibilità , non quegli altri onanisti di wuming.
Quando ce vo’ ce vo’.
ripeto abbiate pietà per me in questa settimana che ho sempre due minuti e scrivo al volo. mi rendo conto di non essere il massimo della didattica 🙂 ho temporaneamente abdicato il ruolo al mio socio 🙂
Siccome sei un cinico di merda, un insensibile e uno spietato profeta del nichilismo da overdose di cemento e asfalto non riceverai nessuna pietà . Hai due alternative: o prometti di spiegarti più linearmente d’ora in poi oppure domani sera ti trascino legato alla mia macchina su e giù per la tua cazzo di milano: avrai tutto l’asfalto che ti meriti.
Se per caso opti per la promessa ricordati che ho sempre una fune nel bagagliaio.
Tra l’altro cosa cazzo vai a vedere le rassegne di cinema che non capisci un cazzo, non sapresti dire la differenza tra un piano sequenza e un piano inclinato neanche se te lo suggerissero.
Miserabile infima creatura nerovestita!