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Mamma li Turchi – parte quarta

3 Settembre 2009 4 commenti


Diyarbakir – il Kurdistan

Se dovete andare a Diyarbakir, nel cuore del Kurdistan, NON scegliete la Star Batman, la peggiore compagnia di autobus della Turchia. I locali mi hanno consigliato la Uz Diyarbakir, ma penso che sia difficile essere peggio di quel nano bastardo che ha avuto la brillante idea di farci fare 12 ore di viaggio con una sola pausa per pisciare e di lasciare il mio zaino a caso in mezzo alla strada a Malatya (recuperato solo grazie agli sbattimenti fatti da due olandesi che sono scesi proprio a quell’unica fermata intermedia). Tra l’altro quando vedi uno e pensi: "dovrei pestarlo in un barattolo e dargli fuoco", a volte scopri che era meglio seguire il tuo istinto.
Ok, sbrigata questa formalità parliamo del Kurdistan: le valli fertili dell’Egeo e del Mediterraneo lasciano piano piano spazio a una agricoltura più povera, fatta di grano, frumento, mais, albicocche e cocomeri, e a paesaggi ancora più ampi, con orizzonti immensi occupati solo dagli altopiani, dal cielo e dalle mandrie di mucche, pecore e cavalli (soprattutto più a nord verso l’Armenia). Il modo migliore per girare questa zona è senza dubbio l’auto, fermandosi ogni volta che si vede uno scorcio di bellezza mozzafiato o un paesino dove non hanno visto un turista da almeno 10 anni. Si potrà dire quello che si vuole, ma è impossibile non ammettere che i curdi siano una popolazione diversa da quella turca: più bassi, più scuri, decisamente meno belli (in media, ovviamente, facciamo che ci capiamo), un po’ più chiusi, ma più orgogliosi – se possibile – dei turchi. Siamo arrivati a Diyarbakir il 15 agosto, ogni anno giorno di sciopero generale proclamato dal PKK e teatro di qualche casino: quest’anno però, con le trattative con il governo in avanzato stadio di finalizzazione, tutto tranquillo. Certo è palese che la polizia turca non sta proprio tranquilla da queste parti, dato che girano in carroarmato! πŸ™‚
Diyarbakir è animata e vivace, con un bazar immenso e un sacco di persone che cercano di coinvolgerti nelle più improbabili imprese, senza essere troppo pressanti però. In una giornata ve la godrete appieno, senza infamia e senza lode, giusto il tempo di prendere una macchina, imparare un po’ di curdo, e lanciarvi verso i dintorni.
Noi abbiamo dormito al Aslan Hotel, vicino alle Mura, pulito, ordinato, economico (40 TL per una doppia). Di fianco ci sono 2-3 ristoranti che vi rifocilleranno senza farvi spendere molto, e vi accoglieranno in kurdistan. Se volete risultare simpatici salutate tutti con un "roj bas [pronunciate la j come je in francese, e la s come sh in inglese]" e ringraziate tutti con un "spas", i curdi si invaseranno πŸ™‚
Specialità del luogo: agnello ripieno di riso e mandorle: una delizia, cercatelo!

siria e dintorni di diyarbakirsiria e dintorni di diyarbakirsiria e dintorni di diyarbakirsiria e dintorni di diyarbakir

Mardin – la Siria

A poco più di un’oretta da Diyarbakir potete dare un’occhiata a Mardin. E’ carina, piccola e non offre grandi attrazioni turistiche, ma se andate in fondo in fondo alla strada principale finirete in una caffeteria con una terrazza che da sul confine con la Siria. Per noi è stata un’emozione. Poi forse ci accontentiamo di poco.

Hasankeyf – la Mesopotamia

Sulle guide è liquidata con 4 righe, ma Hasankeyf è una cittadina meravigliosa: a cavallo del Tigri, sormontanta da una frontone di roccia sul quale si abbarbica l’antico castello, è veramente un piccolo gioiello dell’interno della Turchia. Non perdetevi le grotte, un minareto di mille anni fa splendido nel suo stile antico, il ponte romano crollato nel quale i turchi vivono (vedere i panni stesi su una terrazza ricavata da una rovina millenaria non ha prezzo) e i ristoranti in riva al fiume. In particolare il Yolgeçen Hani ricavato in una grotta dove potrete godervi un’oretta o due di frescura. Un’ingiustizia lo scarso rilievo che viene dato a questo posto meraviglioso dalle guide tradizionali. E poi pucciare i piedi nel fiume dove è cominciata la nostra civilità non ha prezzo!

Tatvan – la merda

Se volete vedere che cos’è una cittadina trascurata, sporca e poco invitante, fermatevi a Tatvan, dal lato opposto al Lago di Van rispetto alla città omonima dello specchio d’acqua. Ci hanno fregato all’hotel con camere sporche e troppo costose, bagni orrendi e simpatia zero; ci hanno nutrito decentemente ma nulla più, si sono salvati solo il ragazzo della panetteria che ci ha preparato la colazione. Grazie per averci tirato su il morale prima di partire alla volta dei confini orientali del paese.

HasankeyfHasankeyfIl confine con l'Iran e dintorniIl confine con l'Iran e dintorni

Dogubayazit – l’Iran

Incastrata tra il confine dell’Iran a meno di 30 km e l’Ararat che troneggia sulle sue stradine Dogubayazit è una città di confine. Ci potete trovare un po’ di tutto, ma la vostra permanenza sarà veramente piacevole. Tutto è molto più economico che sulla costa, ma non per questo di minore qualità: se passate da questa città, soggiornate al Tahran Hotel, bello, pulito, economico, con vista sull’Ararat. Noi abbiamo mangiato in un ristorante gestito da una cooperativa di donne mogli di prigionieri politici e le melanzane pasticciate che fanno loro non le abbiamo mai più ritrovate nel resto del Paese. Un delitto non assaggiarle!
La via pedonale al centro della città è ricca di negozi e negozietti dove trascorrere qualche ora, e con un auto Dogubayazit è ideale come base per gite sulle pendici di uno dei monti più famosi della storia dell’uomo, o in uno degli altri splendidi paesaggi lavici che circondano la città. Le foto che aggiungerò non rendono merito ai colori e alle sensazioni di questi orizzonti immensi, ai contrasti tra i denti seghettati della lava solidificata lambiti da pascoli verdi e solitari. Alcuni luoghi devono essere visti con i propri occhi per capirne lo splendore.

Kars – l’Armenia

Con una vasca di 5 ore in macchina da Dogubayazit arriverete a Kars, costeggiando il confine armeno, di cui la città è l’antica capitale. Capirete anche a voi quanto girino le palle agli armeni vedere la propria capitale sotto la bandiera di un altro paese, lì a dieci chilometri dal tuo naso. Ma tant’è. In questa zona, come in tutta la Turchia orientale, la pastorizia la fa da padrona: i prodotti tipici sono i cavalli, il formaggio e il miele (buonissimo!). Kars è una città veramente piacevole, dove trascorrere qualche giorno in tranquillità, godendosi il paesaggio, il cibo e la rilassatezza dei locali. Noi abbiamo soggiornato al Gungoren Hotel, e non abbiamo di che lamentarci, mentre per mangiare non avete che l’imbarazzo della scelta, sia in termini di prezzi che in termini di tipi di cibo.
A 45 km da Kars troverete le rovine di Ani: un luogo suggestivo proprio a ridosso del confine armeno, in fase di ristrutturazione e di valorizzazione. A noi è piaciuto molto, anche se abbiamo avuto la conferma che l’arroganza non è una prerogativa dei politici e dei "potenti" italiani. Nel mezzo di un sito archeologico 4-5 tizi in giacca e cravatta hanno pensato bene che non potevano visitare le rovine come tutti i comuni mortali a piedi, ma hanno dovuto farsi accompagnare dalle auto e dai propri guardaspalle. Tutto il mondo è paese, e d’altronde anche Salvatores disse in tempi non sospetti. "Turchi, Italiani, una fazza, una razza". Non abbiamo motivo di eccepire alla battuta del suo film.

Ararat, confine armeno e dintorniArarat, confine armeno e dintorniArarat, confine armeno e dintorni

Ararat, confine armeno e dintorniArarat, confine armeno e dintorniArarat, confine armeno e dintorni

 

La mia panoramica è finita. Vi avevo anticipato che sarebbe stata più stringata e meno evocativa del mio viaggio dell’anno scorso, ma mi sembra sempre una buona idea lasciare in giro per la rete qualche informazione utile per chi volesse ripercorrere anche solo qualche tappa del nostro viaggio. Alla prossima.

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Mamma li Turchi – parte terza

2 Settembre 2009 3 commenti

 

Blue Cruise

mare mediterraneo turchia Le Crociere Blu sono vituperate dall’estensore della Lonely Planet Turchia in maniera indegna: istiga i peggiori dubbi nel lettore e subdolamente suggerisce di fare altro. Quando poi si legge che il posto migliore secondo l’autore di tutta la costa mediterranea è vicino ad una base militare USA perché "ci si sente a casa con tutti i soldati nei caffé e nei pub", si capiscono molte cose. No?
Per noi la crociera di tre notti e tre giorni (inclusi tre pranzi, tre colazioni, tre merende, tre cene, ma escluse le bibite) è stata un ottimo modo per fare dei grandi bagni nelle caldissime acque delle baie mediterranee: la migliore in assoluto la Baia delle Farfalle che meriterebbe forse una visita specifica con pernottamento nelle tende che vengono affittate sul bagnasciuga e cena al ristorante di pesce raggiungibile solo dal mare. Se volete farvi qualche giorno di puro leisure non esitate a scegliere queste giornate di sole su un due alberi che viaggerà a motore ma per un tratto che in tutto copre meno di qualche centinaio di chilometri (quindi non vi disturberà più di tanto). Ovviamente la piacevolezza della crociera dipenderà molto da equipaggio e compagni di viaggio (si parla di gite da 14-16 persone + l’equipaggio), ma questo è totalmente imprevedibile: a noi è andata bene. I costi? Prenotando da Selçuk abbiamo pagato circa 180 euro a testa, ma di questi 30 erano la commissione di chi ha prenotato per noi, e se mettete insieme pernottamento, spostamento e cibo non andate molto lontano dalla cifra che spendereste comunque. Consigliamo vivamente la Ocean Blue Cruise (la compagnia che abbiamo preso noi) o la V&O Blue Cruise (o qualcosa del genere, che ci è sembrata buona). Noi abbiamo fatto il percorso da Olympos a Fethiye, ma la maggior parte delle persone fa il contrario.mare mediterraneo turchia

Antalya

L’abbiamo vista solo di sfuggita prima di fiondarci a Olympos, ma ci è parsa abbastanza una merda. Ci dicono che la città vecchia è bella, ma così alla distanza sembra un enorme conglomerato di cemento nel caldo torrido.

Olympos

E’ il famoso posto delle case sugli alberi. Tutti ne dicono gran bene. A me non ha fatto grande impressione. Sarà che i due campeggi più grossi sembrano un villaggio vacanze, ma a me non ispirano granché: il pernottamento è più caro (ma se non vi fermate al Turkman Treehouse e vi spingete un po’ più giù verso la spiaggia potete trovare delle sistemazioni molto meno chic e molto più genuine), il cibo ordinario, la spiaggia nulla di che. Ovviamente per arrivare in spiaggia dovete pagare perché ci sono delle rovine lungo la via che vi porta dai campeggi al mare, altrettanto ovviamente maltenute. Insomma: se vi piacciono i campeggi sull’adriatico, forse è un posto che vi può sconquiferare. Ma se preferite le vacanze da maggiorenni, forse ci sono altre mete più appetibili.

Kas

Mini cittadina, tappa obbligata delle Blue Cruise: piccola, turistica, apprezzabile giusto un’oretta per spezzare le ore di mare, onde e barca.

Fethiye

Se il caldo durante il vostro viaggio lungo la costa egea e poi durante la crociera non vi ha assillato più di tanto, potrete rifarvi a Fethiye. La città in sé è un paradiso per turisti e forse dopo 4 giorni di barca potete apprezzarla per un paio di giorni di tranquillità e consumismo: il piccolo centro ospita un bazar ricolmo di negozietti e ristoranti, dove troverete ogni cosa (io ci ho visto purtroppo la finale di Supercoppa che i lazieli ci hanno inopinatamente soffiato), e lungo i moli potrete fermarvi in cafeterie e baretti di ogni risma e per ogni gusto. Il caldo però è soffocante, vittima delle montagne alle spalle e della baia trasformata in un unico grande molo e che non consente al vento di spirare e spazzare la cappa. Onestamente più di due giorni non saprei cosa ce li passiate a fare, se non come base per altre gite.
Noi abbiamo dormito alla Ideal Pension, posto alla mano e gestito da Sonher e Bayram, che dobbiamo ringraziare per la gentilezza e la disponibilità che hanno dimostrato quando blanca è stata male. Se arrivate e non c’è posto potrete dormire in terrazza e se non siete ingrifati come dei mandrilli secondo noi la sistemazione alla buona è molto meglio delle stanze. Le stanze sono piccine e i bagni hanno questa incredibile feature di essere comunicanti con l’abitazione adiacente, ma se non siete troppo sofisticati il posto vi piacerà. Il costo sempre il solito: 60 TL per notte per una doppia. Ma in terrazza potete scendere fino a 10 TL per persona.
Per mangiare non ci sentiamo onestamente di consigliare i ristoranti turistici: costano più cari del solito e non sono niente di speciale. Ma non potete mancare di fare una visita al mercato del pesce: al centro i banconi da cui comprare il pesce fresco, ai lati i ristoranti dove per 5 TL vi cucineranno il pesce e forniranno pane e insalata. Con meno di 10 euro a testa mangerete a volontà! Siamo purtroppo costretti a sconsigliare invece la cena della Ideal Pension: rapporto qualità prezzo non adeguato. Senza nulla volere a Sonher e Bayram! πŸ™‚

Patara

Last but not least sulla costa mediterranea: la spiaggia di Patara. Per arrivarvi da Fethiye dovrete prendere un bus dall’otogar (uno ogni ora la mattina), scendere a Patara, prendere un dolmus e farvi portare fino alla spiaggia (3 TL per il dolmus e 5 TL per entrare nella spiaggia). Ne vale la pena: 20 km di spiaggia di sabbia bianca, dove la notte le tartarughe caretta caretta depongono le uova. Anche il baretto che c’è sulla spiaggia non ha prezzi assurdi, e potrete goderne le bibite serenamente. Il mare è molto bello, fatto salvo il fondo sabbioso: ovviamente non sarà cristallino come durante la crociera, ma se volete prendere un po’ di sole e stare al mare, Patara è sicuramente uno dei posti dove farlo felicemente.

Goreme e la Cappadocia

kapadokya La cappadocia è fantastica, se non fosse una colonia italiana sarebbe ancora meglio. Goreme è sicuramente un posto magico da cui pianificare le proprie gite nelle vallate circostanti: noi abbiamo alloggiato alla Kose Pension, gestita da Allison e con il bagno migliore che abbiamo mai trovato in Turchia. Fantastico. Se poi considerate anche che ha una splendida piscina dove concludere le giornate avete fatto filotto.
Il modo migliore per vedere la cappadocia è spenderci almeno tre giorni: un giorno prendete un bus per il cosidetto tour verde che include una città sotterranea, visioni panoramiche, il monastero di Selime, la gola di Ilhara e se siete fortunati un caravanserraglio; per gli altri due giorni prendetevi uno scooter a 45 TL e sbizzarritevi lungo le strade. Noi abbiamo fatto in un giorno 120 chilometri vedendo tutte le vallate e tutti i paesini a sud-est di Goreme, turchia vera, rurale nel vero senso della parola. Imperdibile. Il terzo giorno dedicatelo a vedere il Museo all’Aperto di Goreme: visiterete le chiese e le abitazioni dei maltesi e dei cristiani della cappadocia, qualcosa di decisamente suggestivo. kapadokya
kapadokyaPer quanto riguarda il cibo non resterete delusi: dovete assolutamente provare il Testi Kebap al Dibek Restaurant, prenotandolo il giorno prima. Prepareranno questo kebap di manzo (rifuggite quello di pollo o quello vegetariano pensato per i turisti) cotto per cinque ore in un orcio di terracotta che spaccheranno davanti ai vostri occhi. Buonissimo. L’ambiente del ristorante è veramente tipico (se non ci trovate dei romani di merda che gridano come i burini che sono, come successo a noi) e potrete gustare anche altre prelibatezze locali come i ravioli con sugo di panna e pomodori (i cosidetti manti), o le dita di fata (una verdura un po’ strana che ha provato blanca). Altri ottimi posti dove nutrirsi sono il Kappadokya Pide Salonu e la Firin Express dove potrete gustare delle pizze turche buonissime e qualche piatto locale: non fatevi fregare, il miglior Testi Kebap lo avrete solo al Dibek.kapadokya

Questi post promemoria sulla Turchia non renderanno mai merito alla bellezza di alcuni luoghi, come il mare turco meridionale o la cappadocia, ma spero servano a qualcuno come traccia per organizzarsi il suo viaggio (come dice Kundo con il valido e necessario aiuto di guide più complete dei miei "papiri").

 

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Difetti di fabbrica di un’epoca

1 Settembre 2009 Commenti chiusi

 

Ho terminato da un paio di giorni l’ultimo libro di Thomas Pynchon, che come molti di voi sapranno è lievemente il mio autore preferito. Ormai TRP ci ha abituato a capolavori immensi intervallati da libri più leggeri e meno impegnativi. Questo ultimo Inherent Vice è decisamente in linea con il precedente Vineland (e anche alcune ambientazioni e personaggi riecheggiano lungo le pagine e le parole del maestro). E’ un bel libro, scorre via tra brani di poesia assoluta e battute da ribaltarsi sulla sedia, lungo la storia del Detective Doc Sportello e la storia personale di TRP, del sogno psichedelico degli anni Sessanta in America, e di tutto quello che ha finito per non funzionare in quel sogno. E’ una struggente ammissione dell’insufficienza di quell’utopia, una ironica presa di coscienza che non bastava pensare che l’amore vincesse su tutte le cose per cambiare il mondo. Io da buon cinico materialista non posso che essere d’accordo. 

Al contrario di Against the Day, non è un libro dai molti piani di lettura, è facile, e anche divertente, ma penso che per vederlo in italiano dovrete aspettare parecchio tempo. Pynchon ci consegna la sua visione a oltre 70 anni suonati di un pezzo della propria vita e della storia dei movimenti nel mondo. Le linee finali del libro, come sempre immense in ogni scritto pynchoniano, il mio socio le definirebbe come le mie: quelle di un inguaribile tanguero sotto mentite spoglie.

Then again, he might run out of gas before that happened, and have to leave the caravan, and pull over on the shoulder and wait. For whatever would happen. […] For the fog to burn away, and for something else this time, somehow, to be there instead.

Poche righe, per bruciare la speranza che una volta sollevato il pavé sotto vi sia davvero una spiaggia e non il laconico dipinto di sabbia che è stata portata via dal tempo.

 

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Inter in Wonderland: parola d’ordine, marmellata!

30 Agosto 2009 3 commenti

 

il mago mourlino Dopo la deludente sconfitta con gli Scrondi del Tavoliere, il Mago Mourlino si trova ad affrontare, solo 7 giorni dopo l’inizio della Serie di Oz, la rappresentativa del Re della Terra dei Cachi, reduce da una gloriosa vittoria contro i Surrogati di Zebra del Siena. Molte sono le incognite, ma Mourlino non si scoraggia: l’Olandesina Volante è atterrata a Milano da meno di 24 ore, ma il mister sa che può fidarsi di lui. Penso che nessuno possa smentirlo dopo le quattro pere rifilate giocando mezzo tempo della partita.
Appena scesi in campo proprio lei grida: "ragazzi marmellata!". Tutti si guardano interrogativi e per 20 minuti provano a interpretare al meglio le sue parole, per senso di ospitalità (alla fine è l’ultimo arrivato, è bello farlo sentire a suo agio): il Muro e l’Orco si spiaccicano l’uno contro l’altro rischiando di fare una frittata più volte; il Colosso si fa fregare la palla invocando un fallo inesistente, ma grazie alle sceneggiate napoletano che mette in campo sente smuoversi nelle viscere la fagiolata che soffocava l’alcool ingerito ieri notte, carburante essenziale del nostro terzino preferito. I Cachi capiscono l’antifona e provano a farsi regalare un rigore cadendo come delle pere in piena area, ma l’arbitro si ricorda che per chi è vestito di rossonero vale l’amnistia di almeno un paio di gialli a partita.
Il primo a capire che cazzo sta dicendo l’Olandesina è la Statua di Sale: infatti "jam" è la parola segreta per schiudere l’involucro cristallizzato che lo tiene prigioniero e liberare la vera anima di Thiago Motta: Gozer il Gozeriano. Minuto 25: Maicon-Zanetti-Motta-Eto’o-Milito-Motta, sinistro a girare, golasso che neanche alla playstation. A questo punto tutti capiscono cosa devono fare: marmellata di cachi! Schiacciare i fottuti rappresentanti del Re in un barattolo sotto vuoto con aggiunta di acqua e zucchero! Dieci minuti e il Colosso, rinfrancato dalla cajassa emersa dalle sue viscere lancia il Leone del Camerun verso la porta; il Ringhio rossonero si appende come una scimmia al nostro puntero e lo abbatte, ma Rizzoli pur decretando il rigore decide che non è un fallo da ultimo uomo, nel senso che c’erano ancora il portiere e il guardalinee, e quindi estrae solo il cartellino giallo. Misteri della fede. In compenso il Principe segna dal dischetto senza guardare il portiere (d’altronde che gusto c’è a guardare in faccia un caco con i capelli lunghi?), e Ringhio chiede il cambio, ma stringe i denti attendendo il riscaldamento del Lumacone (Rosso)Nero Clarence. Peccato che stringe troppo i denti e quando l’Olandesina gli fa scomparire il pallone impazzisce e lo falcidia: secondo giallo e tanti saluti. Il Colosso sfrutta l’alcol brasilero per distruggere i Rossoneri con una calvalcata da valchiria fino a mettere il terzo gol nel sacco. Il resto della partita è accademia: il Drago mette il turbo e scarica una botta da fuori per lo 0-4, e siccome siamo misericordiosi evitiamo di rendere la pariglia di un antico e infamante 6-0, ormai perso nelle nebbie del tempo. E vi abbiamo risparmiato di raccontare gli altri 10 tiri in porta e svariati tiri fuori che hanno portato a un tabellino che non ricordavamo dai tempi di Inter-Caltanissetta di Coppa Italia del 1989.
Era difficile prevedere una colata di asfalto del genere sopra una squadra tanto pompata mediaticamente, ma è proprio il caso di ricordare che solo i migliori adorano l’odore del napalm dopo la tempesta. E se distruggere i Paladini del Re giocando seriamente solo 20 minuti non è napalm e tempesta insieme, ditemi voi come lo vogliamo chiamare?

PS: ci fermiamo due settimane per le partite di quelle strane cose denominate partite tra Rappresentative di Stati Nazione, anche se da questa parte del tunnel, nella Terra dei Cachi, non si capisce bene che cosa sia uno Stato, né tanto meno Rappresentarlo.
 

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Mamma li Turchi – parte seconda

26 Agosto 2009 4 commenti

Istanbul (con l’accento sulla u)

E’ una città immensa, incredibile, vitale, sempre in movimento. Una metropoli europea e la millenaria porta sull’Oriente. Non c’è niente da dire: quando la confronti con una qualsiasi città dell’italietta ti viene da piangere. istanbul
Ci sono due modi per visitare la più grande città turca (non la capitale, fate ben attenzione, ignoranti!): da turisti in un 3-4 giorni potete vedere tutto l’essenziale; se avete un amico che ci abita potete passarci una vita. Io mi occuperò solo di darvi dei ragguagli da turista.
Intanto per capire come è fatta la città pensatela divisa in tre parti: Sultanhamet (il centro storico con tutti i monumenti principali) raggiungibile con il simpatico tram T1 al costo di 1.5 TL a corsa anche dall’aereoporto; Beyoglu, la zona più simile a Corso Vittorio Emanuele e Corso Buenos Aires insieme; la parte asiatica (che non ho visitato, ahimé).
istanbulIl primo giorno potete visitare tutti i monumenti obbligatori: una mattina intera per il Topkapi, il pomeriggio per Moschea Blu, Aga Sofia, Basilica Cisterna, tutti vicini nella zona centralissima di Sultanhamet; il secondo giorno potete farvi una bella gita sul Bosforo, arrivare fino ai Dardanelli con una barca il cui biglietto potete prendere appena sotto il Ponte di Galata a Eminonu, per 20 TL andata e ritorno; il terzo giorno spendetelo a passeggiare per Beyoglu, su Istiklal Caddesi e in piazza Taksim, in tutte le viette intorno, per poi tornare a Sultanhamet e fare compere al Grand Bazar e al Bazar delle Spezie (quest’ultimo più economico e più simpatico che il primo, decisamente "overwhelming" πŸ™‚
Noi abbiamo dormito in due ostelli: il Chillout Hostel a Beyoglu, in una traversa di Istiklal Caddesi, è quanto di più simile al Postello di pergoliana memoria che io abbia trovato. E’ decisamente "cheap" come sistemazione, bagni in comune, stanze piccole e non particolarmente in ordine, prezzo economico per essere a Istanbul (60 TL la doppia senza bagno). E’ in una zona molto viva della città e questo è un plus decisamente. Abbiamo poi dormito all’Arsenal Hostel proprio dietro la fermata del tram a Sultanhamet: un po’ meno economico, centralissimo, bagni ok in stanza, sistemazione pulita. In compenso il posto è gestito da due ragazzi e un signore anziano, e uno dei due ragazzi (quello senza gobba che gestisce anche il ristorante dell’ostello) è molto scortese: se potete evitatevelo, nonostante tutto. Io avrei voluto provare la Coskun Pension, di cui tutti parlano molto bene e che trovate su tutte le guide.
Per mangiare il posto migliore che abbiamo trovato è in una traversa di Ankara Caddesi: fate attenzione, da quelle parti tutti vi manderanno in Ibni Kemal Caddesi, ma quello è un incrocio di ristoranti per turisti dove vi stressano male per farvi sedere al tavolo; invece se da Ankara Caddesi prendete a sinistra entrate in un secondo incrocio di stradine dove c’è anche una piccola moschea verde, sono tutte lokante, molto cortesi e il cibo è molto buono. Non cannate.
Si mangia molto bene anche nel Balik Pazari in una traversa di Istiklal Caddesi a Beyoglu, e in generale nelle stradine intorno a quella via. Basta non fermarsi ai primi ristoranti sulle vie principali e si trova un sacco di roba. Un altro pasto tipico è il pesce mangiato sotto il ponte di Galata, ma noi non lo abbiamo provato, come non abbiamo assaggiato le sardine sul panino che preparano i baracchini proprio lì: peccato!
istanbul Quando farete la gita sul Bosforo, mi raccomando, assaggiate lo yogurt che vi serviranno a una delle fermate, è buonissimo e costa pochissimo. Mentre arrivati a Anadolo Kavagi (sullo stretto vero e proprio), scendendo dal castello fermatevi al primo ristorante con i tavolini su un terrazzino da cui si gode una vista di tutto il Bosforo. Non pagherete molto (c’è un menù da sfondarsi per 20 TL a testa) e il servizio è molto cordiale. Buona mangiata.

Bergama (noi la chiamiamo Pergamo, però così è più divertente)

Pergamo è una cittadina tranquilla. Si raggiunge con un autobus notturno da Istanbul spendendo 55 TL, senza patemi. Un giorno per visitarla è sufficiente, ma se avete la macchina potreste voler approfittare dei dintorni.
Abbiamo soggiornato alla Athena Pension, ai piedi della collina dell’Acropoli: un posto delizioso, il cui proprietario è simpaticissimo e privo di formalismi. Le stanze sono pulite, economiche, e con un bagno più che dignitoso; il cortiletto piacevolissimo e la colazione abbondante.pergamo, selçuk, pamukkale Se arrivate in mattinata, lasciate i bagagli e andate a piedi all’Aesklapion, il tempio di Esculapio, come molte rovine turche poco curato, ma bello da vedere con una minima preparazione autonoma sui dettagli del sito. Ci arrivate seguendo i cartelli dalla strada principale e facendovi una decina di minuti a piedi lungo una salita non troppo ripida. Scesi dal sito, potete prendere un taxi e farvi portare per 15 TL all’Acropoli: la vista è incredibile e potrete aggirarvici per almeno un paio d’ore senza problemi, però portatevi l’acqua e qualcosa per ripararvi dal sole che picchia durissimo.
Il clima è molto piacevole a Pergamo, perché fa caldo, ma c’è un vento costante che spazza il cielo dalle nuvole e non vi fa sudare come delle merde. Finiti i vostri giri, potrete tornare giù a piedi dall’Acropoli (ci vorrà un’oretta) o riprendere un taxi.
Per mangiare la sera, fatevi consigliare dal proprietario della Pensione e salite il ponte appena fuori dai vostri alloggi per portarvi nella città vecchia. Salendo per una decina di minuti arriverete al Sosyal Tesisleri, un ristorante gestito dalla municipalità con una terrazza mozzafiato. Mangerete bene e per una cifra abordabile: non dimenticatevi di assaggere l’olio, veramente ottimo, anche se i turchi preferiscono mettere il limone sull’insalata!! pergamo, selçuk, pamukkale

Selçuk

Con 3 ore di autobus da Pergamo vi spostate a Selçuk una piccola cittadina turistica sulla costa egea: trovare da dormire non sarà certo un problema, dato che ci sono più alberghi che abitanti, praticamente. Noi abbiamo scelto la Kiwi Pension gestita da un inglese divorziata da un turco e da un turco rimasto disoccupato per la crisi (il mitico Levent e i suoi panic attack!). La pensione è veramente pulita e il prezzo che ci ha fatto (scontato rispetto alle tariffe) è stato di tutto rispetto, per cui ci sentiamo di consigliarla. Dispone di una piscina molto bella in mezzo agli aranci e ai mandarini, ma si trova a circa 3 km dalla città e quindi ci vanno una ventina di minuti a piedi per raggiungerla. Ma c’è una soluzione perfetta: il giorno che andrete a visitare l’incredibile sito archeologico di Efeso, tornando indietro troverete a soli dieci minuti a piedi la piscina e potrete passarvi tutto il pomeriggio. Noi abbiamo fatto così e ce la siamo goduta di brutto. Ogni pensione vi offre il trasporto gratis a Efeso, e vi conviene andarci di mattina presto dato che si riempie in maniera assurda di turisti, peggio di una spiaggia di Rimini. Datevi 2-3 ore di tempo per visitare tutto (incluse le stupende Case a terrazza per cui si paga un biglietto supplementare di 15 TL a testa, mortacci loro) e poi rilassatevi in piscina.
pergamo, selçuk, pamukkale Un secondo giorno a Selçuk potete spenderlo per visitare altri tre siti archeologici molto belli: Didime, Priene, Mileto. Vi toccherà farlo con un tour organizzato da una quarantina di euro a testa, perché senza un’auto vostra non riuscirete mai a raggiungere e visitare tutti e tre i siti in un giorno. Il costo include anche il pranzo e la guida, e tutto sommato vale la pena.
Noi abbiamo poi speso un giorno per andare e tornare in giornata da Pamukkale, ma con il senno di poi forse sarebbe convenuto prendere un normalissimo bus da Selçuk a Pamukkale, pernottare e poi prendere un nuovo minibus per la costa mediterranea. Pamukkale è un sito archeologico non particolarmente impressionante, ma inserito nel contesto di terme calcaree di un bianco immacolato, dove anche Cleopatra si era voluta far costruire una piscina termale dal suo adorato Marco Antonio. MIca scema! Non vi fate infinocchiare e quando siete lì non pagate 23 TL a testa per la piscina sovraffolata, ma godetevi l’acqua tiepida nelle vasche comuni: ce ne sono dieci e se non vi fermate alla prima non ci saranno problemi di sovraffollamento. Se parlate russo, Pamukkale è il posto per voi, pensateci! πŸ™‚pergamo, selçuk, pamukkale
Tornando a Selçuk, quello che non potete perdere sono un paio di posti dove mangiare: la lokanta Rumeli in una delle viette del centro vi offrirà una zuppa incredibile a 4 TL accompagnata automaticamente da una pita al formaggio. Se non siete dei grandi mangiatori, accontentatevi, perché sarà difficile mangiare altro dopo la porzione che vi porteranno. Nel caso cmq i prezzi saranno contenutissimi. Un secondo luogo imperdibile è certamente la Selçuk Kofteçisi, una polpetteria popolare proprio vicino all’Otogar: mi sarei magiato un milione delle loro polpette!
Passare due-tre giorni a Selçuk visitando tutte queste cose, abbuffandosi e rilassandosi in piscina è sicuramente il lasso di tempo ottimale per non annoiarsi della cittadina e per non perdersi le cose essenziali.

La prossima puntata vi ragguaglierò su costa meridionale e cappadocia; l’ultima puntata sarà invece sulla turchia orientale. Stay tuned.

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Inter in Wonderland: il Polase Γ¨ un’arma a doppio taglio

23 Agosto 2009 8 commenti

 

C’era una volta un allenatore portoghese dal taglio di capelli proteiforme al comando di una squadra di creature, mostri, eroi ed antieroi come non si conosceva da tempo. Durante una lunga estate calda, al volgere di un decennio, questo lusitano accompagnò i propri protetti in gita in riva al Fiume Giallo, con la speranza di tornare in patria con l’ennesimo tesoro, sfumato davanti agli occhi di tutti proprio quando sembrava cosa fatta. Al ritorno dal Regno di Mezzo, Mourlino stava scrutando l’orizzonte senza posa, come sua imperitura abitudine, ed ecco apparirgli come in un sogno una coniglietta chinaa (sing. masc. chinao, pl. chinai/chinae) madida di sudore e con il lascivo sguardo di chi ha bisogno di essere aiutata. Seguito dai propri fedelissimi il nostro protagonista si incamminò in una galleria scavata nella terra soffice al di sotto della Capitale, per chilometri e chilometri, sotto la Città Proibita, sotto le Grandi Montagne, attraverso la Grande Madre Agarthi, fino a sbucare senza aver neanche sfiorato un pelo della coniglietta (dannazione!), bello bello come il sole dell’Algarve, spazzolandosi un granello di polvere dalla spallina della giacca, sui prati di una  Pinetina che non era proprio la Pinetina che conosciamo, in una Appiano Gentile che non era proprio identica all’Appiano Gentile a cui siamo abituati. Qualcosa era cambiato. Sapeva di non essere proprio sulla stessa Terra che aveva conosciuto e che stava per cominciare un’avventura che si sarebbe raccontata per molti anni a venire. O forse no. L’intento del vostro umile autore è quello di raccontare le vicende di Mourlino, il Principe dei Mostri Nerazzurri, nella Terra dei Cachi (nell’apocrifo predatato di Lewis Carroll si chiama Paese delle Meraviglie, ma il ragazzo era un inguaribile ottimista, nda) ed in particolare nel Campionato più sparagnino del mondo, la Serie di Oz.

Il primo impegno è quello con gli Scrondi del Tavoliere, una compagine di nani da giardino vestiti di rossobianco la cui principale caratteristica è quella di non avere qualità alcuna. Il Mago Mourlino è sempre stato famoso per la sua generosità e complice il caldo decide di non aver bisogno del primo tempo: i suoi ragazzi e gli scrondi si siedono a tavola con il Cappellaio Matto e cominciano a sorseggiare delle spume al grido di "Un buon non campionato, a te? A me! Un buon non campionato, a me? A te!". L’unico che si aggira con sguardo interrogativo è Barbalbero con il numero 14 sulla schiena: infatti in un paio di occasioni passa la palla agli avversari ignaro della pastetta che si stava consumando. La curva nerazzurra scandisce un solo grido per 45 minuti: "Po-la-se! Po-la-se!", ma il resto dello stadio non sa chi cazzo sia questo Polase e quindi rimane muta. Non si capisce se per questo o per la geniale novità dei tifosi ospiti al terzo anello che mi gridano nelle orecchie io non sento un cazzo e sono irritato come quando trovi una merda sul materasso prima di andare a dormire dalle grida dei sostenitori scrondici. Mourlino sembra stancarsi della pastetta, riconosce di non aver capito un cazzo e soppianta Calimero Muntari in crisi di zuccheri per il Ramadan con Supermario SOS, passando a un più interessante 4-3-3 e riscattando la prestazione dell’Ent.
Il Cappellaio Matto capisce perfettamente il grido sommesso dello stadio e nell’intervallo versa abbondanti dosi del medicinale nelle spume dei giocatori di entrambe le squadre, ignaro però dell’effetto che la sostanza ha su Mourlino, pari pari a quella dell’LSD. Infatti rientriamo in campo senza Barbalbero e con La Trivella Semipodale in un 4-2-4 che per 45 minuti non si vedeva dai tempi di Fossati nei primi del Novecento dove la tattica non si sapeva neanche dove stesse di casa. Il risultato è ottimale: 6 giocatori nella nostra metà campo e 4 in quella degli Scrondi che appena prendono la palla si lanciano come gazzelle nane nella prateria della nostra assenza. Nonostante tutto questo Il Principe si procura un sacrosanto rigore che Il Leone trasforma senza esitazioni, come invece non fa dieci-quindici minuti dopo. Dal settantesimo in poi le praterie si trasformano in interi continenti e prima o poi la frittata è destinata ad accadere con un liscio clamoroso dell’Orco Lucio e una diagonale fatta come la farei io giocando a baseball di Speedy Ritardo Cordoba. Pareggio. Rabbia. Aumentata dal fatto che la Trivella Semipodale e Supermario cominciano a fare giochetti inutili perdendo quintali di palloni, mentre il Drago Stankovic e la Statua di Sale si affannano alla ricerca del Polase che ormai è scomparso dalle loro vene. Nel finale rischiamo di prendere anche un secondo fico offerto gentilmente dai contadini del Tavoliere: finisce 1-1 e cara grazia.

Scatta il mantra: nonfacciamodramminonfacciamodramminonfacciamodramminonfacciamodramminonfacciamodrammi… ma cazzo di budda, fanculo al mantra, erano solo  Scrondi, cazzo. Dovevamo solo rifilargliene quattro e basta. Se non vinci con questi nani da giardino hai perso, e basta, come dice il nostro saggio Maestro di Spada. Ci mancano più di un uomo in mezzo al campo. Da quattro anni. E gli unici a non accorgersene sono i mentori di Mourlino. Dopo questa grande partita d’esordio, guardo con molta fiducia al prossimo match della serie di Oz con la Nazionale della Terra dei Cachi. Che sia Crisi Inter non mi stupisco più, ma inizio già a rompermi le palle. Il vostro narratore colmo di pazienza.

 

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Ricorda per sempre il 4 agosto…

22 Agosto 2009 Commenti chiusi

 

Il 4 agosto è uscito il nuovo romanzo di Pynchon, Inherent Vice

Di primo acchitto sembra più vicino a Vineland che non a Against the Day o Gravity’s Rainbow, ma sarà sempre un piacere leggerlo e parlarvene. Qui il wiki dedicato e sotto potete vedere un trailer la cui voce narrante è la cosa più vicina a una apparizione pubblica di Thomas Pynchon da 50 anni a questa parte πŸ™‚

 

 

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Mamma li Turchi – parte prima

22 Agosto 2009 5 commenti

 

Il viaggio in Turchia non mi ha stimolato allo stesso modo la grafomania come quello in Cina. Non perché la Turchia non sia un paese bellissimo che vale assolutamente la pena di visitare, quanto perché il viaggio in Cina lo aspettavo da 15 anni, mentre quello in Turchia no. E soprattutto la sensazione che la Cina si conosca molto meno della Turchia. In ogni caso ho intenzione di fare una serie di post in cui darvi delle dritte se vi capita di scegliere l’Anatolia come meta di un vostro viaggio, tanto per dare una mano e condividere l’esperienza molto positiva fatta da me e blanca.
Uno o più primi post saranno generali e cercheranno di darvi delle dritte per orientarvi, mentre quelli seguenti dovrebbero entrare nel dettagli di alcuni luoghi della Turchia che abbiamo visitato. Spero che al di là di tutto quello che scrivo sia utile o interessante per chi lo leggerà su questo blog malfamato πŸ™‚

LINGUA, DENARI, PERSONE
Il turco non c’entra un cazzo con nessuna lingua che conoscete. Mettetevi l’anima in pace (io ne parlo 4 e due mezzi, quindi penso di avere titolo ad affermarlo :). Non si capisce una fava, neanche di striscio. In compenso i turchi sono super disponibili e raramente ci è capitato di aver bisogno di una mano e di non trovare qualcuno che si è fatto un culo a capanna per aiutarci: dal barista che ha setacciato i giornali per due giorni per trovare il canale dove facevano vedere la supercoppa, a Sonher della Ideal Pension che ci ha aiutato quando blanca è stata male, fino ad arrivare a persone mai più viste che per strada non hanno mai fatto mancare gentilezza. Capiamoci, gli stronzi ci sono come in ogni luogo, ma io li ho trovati più rari in Turchia che in Italia πŸ™‚
In ogni caso i turchi con gli stranieri fanno come gli italiani: gli parlano dieci minuti in turco come se dovessero capirlo per forza, poi quando gli dici che non capisci, ti ripetono tutti i dieci minuti gridando, come se alzando il volume il turco diventasse più intelleggibile per un italiano. Il top è stata una discussione che ho visto al Gran Bazar di Istanbul tra una sciura italiana (romana) e un commerciante turco che parlavano rigorosamente in romanesco e turco stretto, gridando sempre più forte per farsi capire: alla fine la sciura se n’è andata con mille pacchettini quindi presumo che attraverso vie misteriose si siano intesi perfettamente.
Il mio consiglio è di prendervi sia un bel frasario che un dizionario di italiano-turco, nonché di imparare come si pronunciano le 26 lettere dell’alfabeto e alcuni vocaboli fondamentali: numeri, grazie, prego, buon giorno, le ore, qualche cibo, le domande fondamentali (quanto costa? ne kadar?). Il resto lo apprenderete facilmente lì se ne avrete voglia. In quasi tutti i posti tranne istanbul pochissime persone parleranno inglese (manco qualche parola) e quindi vi conviene sapervi arrangiare con gesti, figure e buona volontà.
I turchi comunque hanno sempre voglia di chiacchierare, soprattutto di politica (paese non ancora nel baratro della decadenza come il nostro), e la mia sensazione è che la Turchia si un posto in cui la gente ha ancora molte possibilità di crescere e di scoprire, di elaborare e di discutere, al contrario del Bel Paese dove meno si parla di cose interessanti e meglio è, dato che avere un’opinione è ormai l’unico lusso che tutti hanno ma di cui nessuno si preoccupa.
Per quanto riguarda i soldi potete prelevare dappertutto e talvolta anche in euro: ovunque accettano anche gli euro come pagamento, senza lucrarci troppo, ma il resto di solito è in lire. La lira turca sta a mezzo euro più o meno (2009), ma subisce una costante e forte svalutazione, quindi informatevi prima.

TRENI, BUS, AEREI
Dopo i soldi, gli spostamenti da/per la Turchia e all’interno del Paese.
Per arrivare in Turchia avete mille possibilità in termini di aereo e non ci sentiamo di raccomandarne nessuna: a me hanno perso per finta il bagaglio all’andata (in realtà si erano solo dimenticati di metterlo sul nastro e lo hanno visto buttato in mezzo al magazzino dopo un’ora di scleri con la tipa dell’aereoporto), e perso uno degli zaini per davvero al ritorno (il tizio a Malpensa sosteneva che da Istanbul ne perdono 70 alla settimana!). La Turkish però durante il volo è stata ottima, mentre di Alitalia non mi fido manco dipinto. Insomma: volare in Turchia è come volare ovunque, un terno al lotto πŸ™‚
Per quanto riguarda gli spostamenti interni i turchi usano soprattutto i pullman: ogni città ha uno o più otogar (stazioni degli autobus) raggiungibili di solito con minibus, navette o taxi abbastanza semplicemente; in ogni città troverete milioni di agenzie di autobus, ma i costi sono abbastanza uniformati. Quello che posso fare è dirvi le mie esperienze con alcune compagnie e quindi evitarvi alcuni pacchi.
Noi ne abbiamo provate diverse (Istanbul-Pergamo con Metro, 7 ore, 60 TL; Pergamo-Selçuk con Metro, 3 ore, 20 TL; Selçuk-Antalya con Pamukkale, 9 ore, 35 TL; Fethiye-Goreme con la Goreme Qualcosa, 12 ore, 60 TL; Goreme-Diyarbakir con la Star Batman di merda, 14 ore, 60 TL) e la differenza è tanta: i turchi principalmente basano la differenza su quante cazzate ti distribuiscono durante il viaggio, ma per noi è un po’ diverso. La Metro secondo i turchi è una compagni di scarsa qualità perché in effetti è molto estesa sul territorio, con autobus confortevoli e moltissime possibilità, ma il servizio è abbastanza scarno (solo té o caffé e ogni 2-3 ore): secondo me è una soluzione buona per viaggiare sicuri di non prendere gravi inculate, una sorta di garanzia data dalla dimensione della compagnia. Sicuramente la migliore con cui abbiamo viaggiato è stata la Pamukkale, una compagnia nuova tutto sommato e che si prodiga in minchiate ogni mezz’ora, con autobus abbastanza comodi e stewart attenti. La via di mezzo è stata la compagnia di Goreme. L’esperienza più traumatica invece con la Star Batman, se potete evitarla, fatelo con tutto il cuore, brutte merde che non sono altro: viaggio di 14 ore, con solo una sosta prevista per bisogni e spuntini (pensate voi a tenere 4 bambini per sei ore chiusi in un autobus senza possibilità di andare in bagno); a metà del viaggio, nell’unica tappa intermedia, bagagli scaricati a caso in mezzo alla strada (il mio l’ho dovuto aspettare 5 ore all’otogar di Diyarbakir, e solo perché un altro viaggiatore si è fatto la sbatta di andare a Malatya e segnalare a una agenzia che uno zaino in più era stato abbandonato in mezzo al nulla, nonostante avesse l’etichetta con il mio numero di posto e la destinazione, ho potuto recuperarlo; la compagnia non mi ha pagato nemmeno il çay che ho preso mentre aspettavo lo zaino, assurdo); un solo steward che pareva ti facesse un favore a risponderti (se lo reincontro faccio quello che volevo fare al primo minuto, infilarlo in un cestino della spazza e dargli fuoco). Una merda: se potessi fargli saltare la sede, non aspetterei altro.
Nonostante questa disavventura i viaggi in autobus sono abbastanza comodi, soprattutto se fatti notte tempo, e fanno risparmiare un sacco di notti in albergo!
Gli aerei interni sono piuttosto economici e collegano quasi tutti gli aeroporti principali con Ankara e Istanbul. Se dovete fare spostamenti di più di 10-12 ore, consiglio vivamente la scelta dell’aereo. Prenotandolo per tempo spenderete 100-120 TL a testa per passare da un lato all’altro della turchia con la Turkish (Turk Hava Yollari πŸ™‚

FOOD & DRINK
Il cibo in Turchia è fantastico, anche se dopo un po’ non ne potrete più di carne: non fraintendete, non è che non abbiano frutta e verdura, di cui anzi si nutrono in abbondanza, ma è che quasi tutti i piatti unici contengono almeno un po’ di carne. Tutto sommato mangiare in Turchia è ancora molto economico e noi abbiamo speso una media di 20/25 TL (10-12 euro) in due per mangiare fuori in trattorie, ristoranti e similia. Se vi accontentate di baracchini, gozleme (piadine buonissime) e vaccate simili probabilmente potete anche scendere. Ovviamente nei grandi centri e nei luoghi più turistici rischiate di spendere più di così. Però il punto è sempre lo stesso: guardarsi intorno e scegliere con cura.
Di solito la colazione tipica turca prevede pomodori, cetrioli, uovo sodo, miele, yogurt, formaggino salato, pane, olive, anguria, té o caffè. In molte pensioni potete consumare anche una colazione più italiana con marmellata e burro, ma non ovunque. IN ogni caso grandi mangiate.
Ricordate che di solito ai ristoranti non si paga il coperto e quando vi sedete il pane o la pita ve la piazzano davanti agli occhi insieme a un insalatina di pomodori, cetrioli e cipolle.
Sui piatti tipici potremmo spenderci ore e ore, ma cerco di farvi un riassuntino giusto per orientarvi sui menu che di solito però sono perfettamente illustrati: sis kebab è uno spiedino di carne bovina; tavuk sis è lo spiedino di pollo; adana kebab è uno spiedino di carne macinata piccante che vi infileranno ovunque; patlicani (pronuncia patlegiane) sono le melanzane; çorba (pron. ciorba) sono le zuppe buonissime in particolare di lenticchie o di pomodori; yaprak sarma o yaprak dolmasi sono le foglie di vite ripiene di riso speziato ottime come antipasto; peynar o kasarli indicano rispettivamente formaggio e qualcosa al formaggio; dolmasi vuol dire ripieno (biber dolmasi sono i peperoni ripieni disumani che troverete ovunque).
In ogni luogo troverete piatti tipici che in alcuni casi si assomigliano molto, ma in molti altri casi sono imperdibili: nella parte dedicata ai luoghi cercherà di consigliarvi πŸ™‚
Sulle bibite: l’acqua in bottiglietta costa 0.5 TL nei posti onesti, in bottigliona 1-1.5 TL nei posti onesti; le bibite vanno dalle 2.5 TL in su e tra l’altro consiglio vivamente la lemonade o il visne nektar (succo di ciliegia) dolce ma buonerrimo; inoltre quando mangiate piccante (cioé sempre praticamente) potreste gustarsi l’ayran, uno yogurt molto liquido usato come bibita a tavola; la birra Efes è a bassa gradazione e mi dicono molto piacevole, mentre il vino non ha molti estimatori in turchia, tranne che in alcune zone. Essendo astemio evito commenti πŸ™‚

DORMIRE
Pernottare in TUrchia non è un problema, anche nei posti più remoti. Se viaggiate soli è ancora molto economico (diciamo intorno ai 10-15 TL per notte in dormitorio, ovvero 5-8 euro, inclusa la colazione), mentre se viaggiate in due può essere un filo più costoso (noi abbiamo fatto tutto con un budget di 60 TL per notte inclusa la colazione, ovvero 30 euro, sforandolo solo in due occasioni nell’arco di un mese più per fretta nostra che per assenza di possibilità). Non vi fate rapinare: se il prezzo per una doppia CON bagno in stanza è più di 30 euro l’albergo deve assomigliare a un tre stelle italiano, altrimenti vi stanno fottendo e potete legittimamente tirare sul prezzo. Prima di prendere una stanza (a meno di aver avuto referenze da altri) controllate bene che le lenzuola siano pulite e che il bagno non sia una merda, perché sono queste le due facilities che vi faranno dormire sereni. Tranne un paio di occasioni noi siamo capitati abbastanza bene, dormendo sereni, facendo un ottima colazione e potendoci lavare senza ansie (più per blanca che per me che sono fondamentalmente un mancato punkabbestia).

GITE E TURISMO
Forse l’aspetto in cui la Turchia è diventata costosissima e poco "simpatica" è quello dei costi di escursioni e attrazioni: hanno preso un po’ la moda cinese per cui per vedere ogni sassetto con un minimo valore storico bisogna pagare 5 euro. Addirittura molte spiagge con la scusa della presenza di due o tre muri d’epoca valgono il biglietto di ingresso (magari non esoso, ma inevitabile). I biglietti per i siti archeologici variano dai 15 alle 30 TL, spesso con un sovrapprezzo per porzioni più o meno fighe all’interno del sito stesso (es: l’harem all’interno del Palazzo Topkapi, la chiesa meglio conservata del Museo Aperto di Goreme in Cappadocia, le case a terrazza di Efeso). In quasi tutti i casi vale la pena, però è veramente irritante questo attaccamento speculativo, soprattutto se si considera che la cura con cui vengono organizzati i siti non è sempre (anzi quasi mai a dire il vero) di livello tale da giustificare un biglietto di ingresso alto. Alcuni siti fanno eccezione (l’ultimo in ordine di tempo Ani, l’antica capitale armena nei pressi di Kars che paradossalmente è costata solo 5 TL), ma in generale tra i saccheggi subiti e lo stato di semiabbandono il grosso del lavoro dovranno farlo la vostra fantasia, il paesaggio generale, e la documentazione che vi sarete preparati per tempo sui siti. Anche qui, non fraintendete: i siti sono bellissimi, ma potrebbero essere incredibili con un minimo di cura e di savoir-faire. Alcuni infatti lo sono.
Spesso vi verranno proposte gite e day-trip: pensateci bene. Andare e tornare da un singolo posto è sempre semplice e vale la pena gestirvelo da voi; andare e tornare da 5 posti è sempre un bordello e se vi offrono un tour organizzato (magari con una guida) è una buona idea sfruttare l’occasione. D’altronde fare il turista tipico per un paio di giorni durante una vacanza di un mese non lederà certo il vostro orgoglio di uomini e donne di mondo πŸ™‚
Ricordatevi però di chiedere sempre dettagli su itinerario, cose incluse e non nel costo della gita, e soprattutto un contatto con cui lamentarvi nel caso le cose andassero storte e a cui chiedere indietro parte del denaro se necessario (sarà durissima, ma potrebbe anche accadere). Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, però anche lì dovrete essere dei buoni giudici delle persone che incontrate per capire se stanno cercando di fottervi. A noi è andata bene e devo dire che non mi posso lamentare dell’onestà e della disponibilità dei turchi in generale.

Direi che per questa prima parte ho scritto abbastanza. Attendetevi altre puntate per dettagliarvi i luoghi che abbiamo visitato con pro, contro, suggerimenti e trucchetti πŸ™‚

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Sfiga Inter, Nuova Inter

8 Agosto 2009 3 commenti

 

Primo match ufficiale della stagione, primo post di commento/sfogo. Direttamente da Fethiye, Turchia, dove ho visto la partita in un ristorante nella zona pedonale commerciale: tutto bene fino a che non siamo stati raggiunti da una comitiva di romani con dieci bambini tutti laziali. Appena si sono seduti, gol di rimpallo sulla faccia da culo di Matuzalem. Cinque minuti, raddoppio di Rocchi tenuto in gioco da un errore posissiunale di Chivu. I bimbi esultano e iniziano a scoattare. Io mi innervosisco e li zittisco. Litigo con i genitori. Poi mi calmo, chiarisco, noi segnamo, ma non basta. Sfiga.

Mourinho non stupisce nessuno: in campo tutti i nuovi acquisti. Rombo con Stankovic trequartista. Poi 4-3-3 con Mario e un lenterrimo Vieira. Negli ultimi dieci minuti 4-2-4 alla disperata (per mandare in campo King David lo devi essere veramente). Io pensavo molto peggio. La Lazio fa due tiri in porta e due gol, noi ottanta e un gol. E, grande novita’, lanci lunghi solo dal 80esimo quando si tenta il tutto per tutto. La condizione e’ ancora appesantita, ma giochiamo a calcio, un po’ lentamente a dire il vero, ma almeno a calcio. Dal punto di vista tattico-tecnico non sono insoddisfatto, tutt’altro, pero’ perdere e vedere la Lazio con piu’ tituli di noi mi fa girare il cazzo a paletta. Mi dico che succede, ma mi incazzo comunque. 

E’ palese che in mezzo al campo ci manchi ancora fosforo e che nessuno in rosa abbia la qualita’ per fare l’uomo che serve le punte, ma e’ altrettanto chiaro che i giocatori che abbiamo preso ci faranno godere: eto’o ha una velocita’ di esecuzione impressionante, e una determinazione incredibile. Sbaglia un gol che non ha mai sbagliato in carriera, ma ne mette un altro in grande stile e quasi pareggia con una punizione che non ci fara’ rimpiangere quelle di Mario, che invece mi pare deambulare un po’ in scazzo feroce. Lucio grande personalita’ e finalmente qualcuno che fara’ cagare addosso gli avversari ad ogni calcio d’angolo. Milito si intende perfettamente con il camerunense e questo in una settimana e’ gia’ un risultato incredibile. Motta e’ quello che mi ha convinto meno, ma ampiamente sopra la sufficienza. Gli altri interpreti gia’ li conosciamo e alcuni non vorremmo vederli in campo, ma tant’e’. Speriamo i dirigenti sappiano che un uomo che sappia inventare calcio in mezzo (o trequartista o regista puro vedano loro con Mou) ci serve come  il pane per completare l’opera. 

Vera nota stonata (oltre alla sconfitta) Cruz che entra, calpesta Maicon e quasi gli mette le mani in faccia. Io voglio ricordarmi un altro Jardinero. Ti prego, non ti coattizzare in biancoceleste. Ora torno alle mie vacanze, un po’ deluso dal risultato, ma abbastanza soddisfatto e con una voglia incredibile di vedere dal vivo i ragazzi. Per le notizie dalla Turchia dovrete aspettare che io rientri, che non mi va molto di stare al computer in questi giorni πŸ™‚

PS: non ho ancora deciso con ppn se rifare i commenti alle partite oppure lasciarlo cosi’. Per ora concludiamo l’anno calcistico con questa sfigata supercoppa. Fanculo.

 

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Video sull’hackmeeting 2009 alla Fornace di RHO (MI)

21 Luglio 2009 Commenti chiusi

 

A distanza di giorni, torno ad aggiornare il blog. Non parlo di politica, che mi deprime in questa fase di abietto degrado della mente italiota. Ma se volete sapere che cos’è un hackmeeting adesso avete un video fatto da uno dei nostri soci che lo spiega molto bene. Grazie dan.

 

CHECK IT OUT!

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