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No olvidamos

26 Giugno 2009 1 commento

 

Sono passati sette anni. Molto cose sono cambiate, ma non tutte. C’è sempre una parte con cui stare e una parte contro cui combattere. Capire quale è facile. E non costa solo lacrime, ma anche una gioia che nient’altro ti può dare, quella di combattere per le persone con cui vivi ogni giorno.

 

http://www.youtube.com/watch?v=ui2FkMJWatM

 

Sette anni fa Dario e Maxi venivano assassinati dalla Polizia di Buenos Aires durante una delle più grandi manifestazioni piquetere. Non tutti gli anni mi sono ricordato di render loro omaggio su questo blog, ma non c’è stato 26 giugno che io non abbia sentito un groppo in gola ripensando a loro e ai miei compagni che continuano a lottare in Argentina. 

 

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I problemi della scuola – parte sesta e ultima – il pagellone

24 Giugno 2009 10 commenti

 

Bene, l’anno scolastico si avvia alla sua conclusione e mi pare corretto cercare di tracciare un po’ un bilancio di quanto è accaduto in questa mia esperienza in quel della Comasina. Mi pare anche che sia giusto nei confronti degli sparuti lettori di questo blog aggiornare su come si sono concluse alcune vicende che tanto hanno animato i commenti e le mie giornate negli ultimi mesi. Ho pensato di farlo con una specie di pagellone, ovviamente con i voti in stile Gelmini: spero nessuno si offenda per quanto scriverò, ma d’altronde è quello che penso 🙂

Studenti, voto 7: come sempre sono la componente più importante della scuola, quella per cui si sceglie di fare questo mestiere. Mi sono divertito molto con loro, ma penso che in generale non siano stati molto in grado di raccogliere e proporre stimoli che altrove ho visto prendere piede molto più decisamente. Sono convinto che le prime di quest’anno saranno un po’ più propositive e che in buona parte non sia solo colpa degli studenti: siamo noi adulti che dovremmo contribuire risolvendo le situazioni problematiche a far sì che il grosso degli alunni possa approfittare delle occasioni che si parano loro davanti. Insomma: bene, ma si può fare meglio. Con l’aiuto di tutti.

Docenti, voto 7: il voto è una media tra l’otto che meriterebbe la dedizione, la bravura e la voglia di lottare di un gruppo (anche consistente) di docenti, e il cinque per la tardiva sveglia del grosso del collegio docenti, accortosi troppo tardi della fonte di alcuni problemi della scuola e disposto alla battaglia solo dopo aver toccato con mano il problema. Avremmo tutti insieme potuto muoverci prima, forse risparmiandoci un ultimo mese veramente thriller di rapporti tesi e problemi rimasti scarsamente risolti. Ovviamente non è "colpa" dei docenti, ma il loro insieme è uno spaccato della società, dei suoi limiti, della scarsa propensione generale a sbattersi per risolvere le cose e per inventarsi nuovi modi per farle. Sono convinto che se una scuola potesse contare sempre sullo stesso gruppo di persone molte cose migliorerebbero di anno in anno, con una progressione che non può che realizzarsi conoscendosi meglio, facendo le cose insieme per tanti anni e limando l’un l’altro i rispettivi limiti. Sarebbe ingiusto non dare la sufficienza al gruppo di adulti che più di tutti ha a cuore l’istituzione scolastica, ma sarebbe anche poco onesto dire che ci si è librati molto in alto. Non mi odiate, sapete che non mi accontento mai. La mozione finale e l’ultimo mese hanno alzato di molto la valutazione complessiva.

Personale non docente, voto 7: sempre disponibili, sono le fondamenta su cui costruire la scuola. Non tutte le bidelle della scuola dove sono stato quest’anno apprezzano la rilevanza del loro ruolo, ma alcune di esse sono insostituibili: C. e V. sopra tutte. Grazie mille.

Segreteria, voto 5,5: un consesso di persone in generale con scarsa propensione all’iniziativa, diciamo così. Se ne salvano due o tre, ma il grosso avrebbe bisogno di qualcuno che spiegasse loro che una segreteria efficente ed efficace è la chiave per una scuola che funziona senza intoppi. Lo dovrebbe fare il preside, ma sappiamo i limiti che la scuola dove ho insegnato ha in questo senso. Il voto è la media tra la disponibilità e la competenza di alcune persone della segreteria e la totale inesistenza di altre. Ho capito che non bisogna disturbare ogni minuto la gente che lavora, ma non è neanche possibile pensare che si debba prendere un appuntamento per realizzare un intervento tempestivo nei confronti di un alunno e della sua famiglia perché "gli orari sono quelli". Su, un po’ di flessibilità ci aiuterebbe a lavorare meglio. E forse nell’ultimo mese senza studenti questa cosa si è notata di più. Il voto è tirato in basso dallo spreco costituito dal dover pagare un consulente economico esterno per fare i conti quando ci sono persone lautamente remunerate in segreteria per quel lavoro. Tristezza in salsa italiana.

Dirigente Scolastico, voto 4: sapete come la penso, l’ho scritto in tutte le salse. Ho tenuto il vecchino (come si è lui stesso firmato) come ultimo punto, anche per aggiornarvi su come è finita la battaglia tra la scuola e il suo inadeguato dirigente scolastico. In uno degli ultimi collegi docenti il preside si è scontrato con tutti i professori: ha pensato bene di rigirare troppe volte la frittata dei problemi della scuola, infine cercando di addossarla a quei docenti che per tutto l’anno hanno retto l’organizzazione della scuola e svolto le funzioni che avrebbe dovuto coprire il dirigente. Non solo, ha pensato bene di addossare a tutto il corpo docente la colpa dei limiti della scuola in cui lavoravano, insultandone la professionalità e l’impegno. Il risultato netto è stata una mozione firmata da tutto il collegio docenti tranne 6 persone (tra cui l’RSU della UIL che ha ritenuto non idonea la sede del collegio docenti per quella protesta) in cui si metteva a verbale l’inadeguatezza del dirigente e il suo totale disimpegno verso la scuola che avrebbe dovuto reggere. Pochi giorni dopo una lettera firmata dalla stragrande maggioranza dei docenti delle scuole medie è stata portata in Consiglio d’Istituto e inoltrata al Provveditorato controfirmata da tutto il Consiglio (in una riunione in cui il Dirigente ha nuovamente fatto una figura di tolla cercando di sgusciare dalle proprie responsabilità e mancanze). Pochi giorni fa a scuola è serpeggiata una voce che finora non mi è stata confutata: il vecchino sarà trasferito in una elementare a Paderno Dugnano, una piccola vittoria che ogni docente della scuola sta assaporando. Non so se sia dipeso da noi, dalla nostra battaglia, dai litigi o semplicemente dal caso, ma sono contento di lasciare la scuola dove ho insegnato (e dove probabilmente non insegnerò l’anno prossimo considerata la mia condizione di precario) con un problema in meno sul groppone.

Concludo salutando tutti i colleghi, il personale ATA, e il personale della segreteria, sia le persone che ho apprezzato che quelle con cui ho litigato. Non sarà un anno che dimenticherò facilmente.

Contro il giorno

23 Giugno 2009 5 commenti

 

Finalmente (dopo 3 anni) è uscita la traduzione italiana dell’ultimo libro di Pynchon, Against the Day. Ultimo ancora per poco dato che a breve uscirà Inherent Vice, un noir del mio autore preferito 🙂 Ovviamente ho comprato anche la traduzione, ma alla seconda riga già mi sono incazzato. Passi metterci tre anni a tradurlo, ma se poi si fanno errori grossolani e scelte senza senso nella traduzione (non rendendo il tono e lo stile pynchoniano), tanto valeva non farla neanche la traduzione: intendiamoci, so bene che è un lavoro difficile ma sarebbe bello potersi confrontare con Massimo Bocchiola su una serie di scelte. Se avrò tempo condividerò qua le mie perplessità.

Ne approfitto per ripubblicare una versione unificata delle mie sintesi del libro fatte mentre leggevo la versione originale (sono piene di errori e imprecisioni, ma erano scritte come memo personale e al volo durante la lettura, e quindi mancano delle interpretazioni a libro completo) che mi è stato inviato da un lettore del blog che le ha trovate molto utili. Grazie mille a.b. 

Ricordo inoltre a tutti che la fonte più interessante di approfondimenti sul libro e sugli altri libri è il progetto di una specie di wikipedia pynchoniana avviato proprio quando fu pubblicato Against the Day. 

 

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Teen hacking e il Babau

12 Giugno 2009 1 commento

 

 

L’hackmeeting si avvicina: check out hackmeeting.org per ogni informazione!

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Riscaldate i motori, si avvicina l’hackmeeting 2009

7 Giugno 2009 Commenti chiusi

 

Tralascio le elezioni europee che faranno sprofondare questo paese ancora più nel baratro che si sta scavando, per ricordarvi che da questa settimana iniziano ufficialmente le iniziative di avvicinamento all’hackmeeting 2009, l’annuale incontro di smanettoni, attivisti e controculture digitali italiane e non solo. Il meeting sarà a Rho il 19-20-21 giugno 2009, alla Fornace appena rioccupata, in via San Martino 20. Prima del meeting per un paio di settimane gli atenei milanesi e altri luoghi saranno interessati da iniziative di approfondimento che cercheranno di declinare l’attitudine hacker nei temi più svariati. Partecipate numerosi e fatevi vedere a Rho che c’è una marea di roba da fare (parlo io che sono da 5 giorni a casa con la febbre! 🙁

Qui trovate l’elenco delle iniziative del warm up!!

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Bella vita!

31 Maggio 2009 1 commento

 

Quattro anni, quattro scudetti, coppe, coppette, nemici in B o in purgatorio. Che dire? Bella vita!
Oggi concludiamo un gran campionato con una rimonta di nervi, con le squadre in vacanza. Festeggiamo, ci rallegriamo e guardiamo per una volta con gioia al futuro. Oggi è stata l’ultima partita di Figo, l’ultima di Crespo, l’ultima di Cruz, grandi campioni che rimarranno nella storia della Beneamata e nel cuore di noi tifosi. Grazie per un altro titulo.

Sarà capitato anche a voi di avere un sogno nel cuore! Sarà capitato anche a voi, nerazzurri alé, nerazzurri alé, nerazzurri alé!
 

PS: adesso terrà banco il calciomercato. Io mi auguro che sia breve, intenso e soddisfacente. Lasciate perdere le battute, grazie. Per chi non lo sapesse con i soldi i mal di pancia passano: o a chi ce li ha o a chi riceve i soldi 🙂

ciauz

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Politica Snai: le Europee

30 Maggio 2009 6 commenti

 

Se chiedete a qualcuno come si vota alle Europee o chi sono i candidati o che cosa serva il Parlamento Europeo e quale differenza ci sia tra questo e la Commissione, in Italia la risposta che avreste è: boh. Se cercaste sui giornali chiarimenti sul tutto la risposta rimarrebbe: boh. Fermo restando la mia avversione in generale alla dimensione del voto, è pur vero che analizzare la dimensione elettorale fa parte del comprendere che cazzo succede e che cazzo succederà in un determinato contesto geopolitico. Lo spazio politico europeo, unica vera salvezza per questo paese ormai decadente e macilento, è ignorato e privo di un concreto interesse, lasciato a personaggi sconosciuti e di alcuna progettualità politica qualsivoglia. In merito l’articolo di Internazionale di questa settimana è molto istruttivo, perché racconta come il Parlamento europeo va via via guadagnando poteri e che quello che vi accade può avere un riflesso reale nella vita politica nazionale. 

Ma cosa accadrà? Lascio qui le mie previsioni, così vediamo quanto ci piglio: affluenza sotto tra il 40 e il 50 per cento (aiutata dalle provinciali, che non commento neanche dato che a Milano lo scontro è tra un rappresentante dei poteri forti economici e speculativi della città, e uno sfigato di sinistra che cerca di sembrare un po’ leghista per raccattare voti); larga vittoria delle formazioni populiste-xenofobe (stile Lega e La Destra). E il dramma è che se anche volessi andare a votare per remare contro questa tendenza mi ritroverei nomi di gente che non conosco, che non si sa che cazzo abbiano fatto né che competenze abbiano, in liste microscopiche di sinistra senza senso e in liste macroscopiche che si definiscono di sinistra ma che non hanno manifestato una visione di società alternativo a quello propagandato dal Governo manco di striscio. 

Che tristezza. L’unico tema politico attuale sono le scopate del Premier. E magari almeno dettassero scandalo. Manco quello. Questo cazzo di Paese  mi deprime vieppiù.

 

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La Mayday raccontata da noi!

27 Maggio 2009 Commenti chiusi

 

 

 

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Tutti al mare

24 Maggio 2009 6 commenti

 

38 gradi sul termometro. Una partita con in palio il nulla cosmico. Segna Ibra, l’unica cosa importante in questa domenica in cui tifosi e giocatori sono già al mare. In campo alcune riserve, che mostrano i loro limiti, e alcuni titolari, che mostrano la spensieratezza di chi è già campione. Settimana prossima passerella in casa contro l’Atalanta, che ci ha rifilato tre pere all’andata. Spero che i giocatori si vogliano congedare con una prestazione diversa dai propri tifosi. Poi sarà tempo di calciomercato e di grandi progetti per l’anno prossimo. Noi ci saremo, ma anche la veste dei commenti sul blog cambierà, in collaborazione con i Grandi Antichi e il loro portavoce cieco e idiota, ppn.

 

Ciao a tutti, tetracampioni.

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Un paese piccino picciò

21 Maggio 2009 27 commenti

 

Ti svegli la mattina.Scendi al bar a fare colazione, troppo pigro per mettere su dell’acqua a bollire e farti un the. Al bar sorseggi un cappuccio e mangi una ipercalorica brioche al cioccolato ricolma di burro o qualsiasi cosa ci mettano per renderla così grassa e dolce. Ascolti i discorsi della gente: sugli zingari, sui negri, sugli africani, sui soldi facili, sul pudore quando devono averlo gli altri, sui mezzucci, su un paese che è sempre uguale a sé stesso, fatto per i furbi e per i pavidi, inviso a gente integra e coraggiosa. Ti sale la nausea e sali sull’autobus. Litighi con il conducente che novanta volte su cento odia non solo i passeggeri (questo sarebbe comprensibile dopo ore e ore a farti spaccare le palle per tutti i problemi dell’ATM) ma i passeggeri stranieri e quelli che non sembrano ariani. Poi litighi con una vecchia che ritiene che il problema sia che "i marocchini prendono il suo stesso autobus e puzzano". Ti viene voglia di spaccare il cranio di quella ottusa ottuagenaria, se non che ti rendi conto che intorno a te sei l’unico a scandalizzarsi e a prendere parola. Ti ammutolisci e continui. Vai al lavoro, a scuola nel mio caso, affronti gli insulti omofobi e razzisti che i ragazzini imparano alla tv e nelle loro famiglie, cerchi di spiegare loro perché sono atteggiamenti idioti, che una persona è una persona e la sua stronzaggine è indipendente da fattori quali il colore della pelle o la sessualità, ma che ha a che vedere con altro. Ti rendi conto che per la maggior parte di loro contano solo i soldi, i vestiti, gli oggetti. E basta. Esci da scuola, il pomeriggio vai a fare un corso per pazzi: ti lasci ammaliare dalla loro innocenza e dalla loro buona coscienza. Poi ti parlano bene di Berlusconi. Lo stesso giorno in cui leggi che il capo del governo del tuo paese ritiene che tutte le istituzioni siano contro di lui dato che lo vogliono trattare come un cittadino qualunque soggetto alla legge. Allora guardi quelle persone che non hanno malizia e ti rendi conto che il cancro che invade il tuo paese è ormai alla fase terminale. Che c’è poco da fare. Prima di uscire vai dal medico, in via Adda al 10, il tuo medico della mutua. Non ci sei mai andato perché per fortuna non ti ammali mai. Entri. Scruti le pareti, guardingo ormai di un mondo che senti sempre più distante. Sulla bacheca alle spalle del medico che ti fa battute sul tuo cognome "che non è certo terrone, no?" vedi in bella vista due foto del Duce. Dovrai anche cambiare medico della mutua, sempre che serva a qualcosa. Perché non sei per nulla certo che il prossimo non ce ne abbia due di Hitler alle spalle. Prendi la tua ricetta e fuggi trattenendoti per evitare di dover picchiare anche quello che dovrebbe curarti. Almeno lo deridi dicendogli che i tuoi studenti migliori sono stranieri, che gli italiani sono una etnia ormai involuta e con scarso futuro. Non capisce la battuta. Cerca di sembrare più democratico di quello che è. Dopo cena potresti uscire: l’ultima volta con le persone con cui vai a calcetto hai dovuto fare una discussione sull’embargo su Cuba, scoprendo che 30 anni dopo qualcuno ancora pensa che fosse motivato "dai missili dei russi che minacciavano la democrazia"; qualche sera fa invece, il giorno dello scudetto scopri che il gruppetto di persone con cui vedi la partita ha fatto fare le magliette "szero tituli" a Calci e Pugni, il marchio dei nazi di Milano, per non fare la fatica di cercare uno stampatore online. E’ questione di priorità. E di integrità. Va bene tornare a vivere le passioni di una persona normale: il calcio, gli hobby, la vita ordinaria al di là e prima della politica. Ma la vita al di là della politica è piena di merda, macchiata in ogni suo istante del male che sta rapidamente e inesorabilmente ingoiando il paese in cui vivi (e non solo). 

Datemi un solo motivo per cui valga la pena pensare che gli umani possano salvarsi, possano essere migliori di quanto abbiano mai dimostrato di esserlo. Perché ci sono giorni in cui non c’è nulla che potrebbe convincermi a restare ancora in loro compagnia. 

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