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Archivio per la categoria ‘spalti e madonne’

Sofferenza old school, risultato new style

23 Dicembre 2006 8 commenti

 

Arrivando a San Siro, un tifoso a caso si è fermato lungo la strada e mi ha dato un passaggio lungo la strada che porta allo stadio. La cosa mi ha stupito per l'insolita gentilezza tra individui abitanti a Milano. Non sapevo che era un segno del destino: avrei dovuto soffrire 90 minuti pensando per almeno 45 di essi che avremmo perso la prima partita della stagione in casa contro l'Atalanta. 

Happy ending invece con gol di Adriano (unico suo contributo positivo alla partita, non cambia la mia opinione circa il darlo in prestito al Crotone) e raddoppio di Loria (sì, è un giocatore dell'Atalanta, ma segna per noi! 🙂 Il bottino si porta a 11 vittorie consecutive eguagliando il record della Roma, e i punti guadagnati mantengono a distanza i giallorossi e le siciliane. Purtroppo il Milan pare avere un momento di ripresa, ma confidiamo nel fatto che non durerà.

Il primo tempo è un museo degli orrori: Recoba, dopo aver giocato i suoi canonici 90 minuti, si infortuna ai muscoli del polpaccio… se lo facesse apposta non ci crederemmo in una continuità così snervante nel ritmo; Zanetti a centrocampo sbaglia passaggi su passaggi, Cambiasso a ritmo ridotto; Burdisso e Andreolli non si trovano nel registrare la difesa, Maicon fa il possibile, ma Maxwell continua a giocare da ala, anche se è posizionato nel terzo del campo appartenente ai nerazzurri; Stankovic sembra assente e dopo 2 minuti ci ritroviamo con Adriano seconda punta dietro a Crespo (l'unico che insieme a Julio Cesar) non cala mai e ci fa felici. Il gol di Doni al 16' è una doccia fredda che tutti sperino svegli la squadra che ha lasciato il giocatore migliore della Dea da solo a mollare la sua bomba, ma la partita non cambia e soffriamo abulici per tutto il primo tempo.

Nell'intervallo si scalda Figo ed entra al posto di Cambiasso (lieve infortunio) e illumina la squadra con giocate di una classe straordinaria, Maxwell e Zanetti diventano ufficialmente il collettivo di autogestione della fascia sinistra, Stankovic carbura a gasolio e negli ultimi 40 minuti diventa un trattore inarrestabile, Adriano sbaglia qualsiasi pallone gli viene messo su piedi e testa (compreso un tocco a porta vuota), ma riesce almeno a pareggiare, con una sceneggiata napoletana e pianto di gioia, che Un posto al Sole è alta cinematografia a confronto. L'autorete di Loria corona un secondo tempo passato a prendere a pallonate i nerazzurri sbagliati, e portiamo a casa il risultato.

L'assenza degli uomini di personalità della squadra si sente, e siamo CERTI che le riserve in campo oggi POSSONO dare di più di quanto hanno fatto oggi. Speriamo la vittoria sofferta (in qualsiasi altro campionato degli ultimi vent'anni avremmo perso con il 2-0 segnato al 90esimo su ribattuta di un rigore nostro sbagliato all'89esimo) serva a dare fiducia anche a chi parte dalla panca.

Ultima nota, in negativo, per le tifoserie: gli slogan degli Irriducibili inneggianti alle lame e alle forme di scontro tra tifoserie al sangue (sugli scontri ognuno si diverte come gli pare, sulle lame mi pare una pratica infame, come è noto usa ai più spregevoli) fanno da (in)degno contraltare ai lanci dei tifosi della Dea che constringono Bertini (aretino maledetto) a interrompere la partita per qualche minuto. Se avessimo rubato un rigore, o gli avessero annullato un gol regolare, potrebbero pure avere le loro ragioni, ma se la squadra perde per circostanze sportivo-fortuite, mi spiegate che cazzo volete?

In ogni caso, prossimo appuntamento l'andata dei quarti di Coppa Italia, e Toro-Inter il 13 gennaio.

 

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Tutti pazzi per Materazzi!

21 Dicembre 2006 Commenti chiusi

Dopo la strapazzata che la Lazio ha rifilato ai propri cugini romanisti si sapeva che non sarebbe stata una partita facile. In più quest'anno pare che tutti abbiano il solo obiettivo di farci il culo, per ora obiettivo regolarmente fallito. E la partita a Lazio non fa eccezione, dato che la chiudiamo con due gol di scarto e a reti inviolate. Il gesto della serata, dopo 90 minuti di botte non sanzionate, 45 minuti in dieci, e 10  minuti di insulti dei laziali, è quello di Matrix dopo il gol: dito dritto davanti alla bocca e labbiale che dice chiaramente "dovete stare muti". Che bello sentirsi a casa come nei cortili di Comasina e Bruzzano 🙂

I laziali partono a paletta e cercano con il pressing di fare brutto, ma ci riescono per 15 minuti senza mai impensierire Julio Cesar. Oddo e Makinwa sul lato presidiato da Maxwell, il terzino gentiluomo, fanno venire i sudori freddi ai tifosi nerazzurri, ma in compenso tra Matrix e Burdisso (mi è parso di vederne tre in campo), la situazione dietro non corre rischi di nesun genere. Tra il 15' e il 45' li dominiamo, fino a uno slalom palla al piede di Valdanito che centra per Cambiasso che da sdraiato infila l'incolpevole Peruzzone (a cui vogliamo istintivamente bene, al contrario del resto della Lazio). Pancev che doveva fare orrido e Ledesma il campione non toccano palla, ma in compenso toccano e parecchio gli avversari… Si vede che stanno scoprendo un nuovo lato della loro sessualità.

Al 46' l'arbitro Rocchi si inventa una seconda ammonizione per Ibra che stava giocando come l'ira d'iddio, e lo butta fuori (spazio al Chino domenica). Il nuovo regolamento FIFA interpretato alla lettera quanto poco alla lettera è interpretato il vecchio buon senso calcistico inizia a rompere il cazzo. La partita ovviamente cambia faccia, ma i nerazzurri tirano fuori un carattere pazzesco: Mancini azzecca la mossa, dando disposizioni di rallentare la manovra laziale per costringerli a costruire anziché mettere in difficoltà la difesa con ripartenze improvvise.

Oddo inizia a pennellare cross e tutta la Lazio ci prova solo da più di trenta metri, incontrando sulla sua strada i corazzieri della nostra difesa (anche quelli alti solo uno e ottanta come Burdisso) oppure i pugni di Julio Cesar, che non gliene fa passare una liscia. Entra Adriano (io ho capito, questa è la vera punizione per lui, fino a che non scopre il carbone portato dalla befana, ovvero un bel trasferimento semestrale al Crotone) ed esce Maxwell, Zanetti arretra e mummifica Oddo (che però si dimostra veramente un bel giocatorino); entra Figo ed esce l'immenso Crespo tra gli applausi. Soffriamo in seduta permanente, ma Luis fa quello che deve: tiene palla, fa salire la squadra, si procura calci piazzati. Da un calcio di punizione praticamente sulla bandierina, pennella a centro area, salta Vieira e il questa volta ingenuo Peruzzi va sulla cucuzza nera e pelata del francese, da dietro sbuca Matrix e insacca.

Mancano cinque minuti ma la partita è chiusa, nonostante la mossa a sorpresa di Delio Rossi, che butta nella mischia gli albanesi 🙂  Altre segnalazioni: il capitano che corre per tutta la partita senza stancarsi mai e cavalcando nelle praterie palla al piede fino a che non lo abbattono regolarmente (più precisamente lo abbatte sempre, visto che tra Mudingayi e Ledesma avranno fatto 80 falli collezionando una ammonizione in due….); Maicon che scorrazza sulla fascia; Stankovic che non si stanca mai di recuperare palloni; la superbia del nostro gioco nello stretto sui passaggi corti, che mi lascia vieppiù a bocca aperta.

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La bicicletta dei beati

17 Dicembre 2006 10 commenti

La quartultima del girone di andata si preannuncia una parita non difficile: nella stagione il Messina è stato preso a pallonate da tutte le squadre del campionato o quasi, e da noi ne ha prese cinque in coppa italia (giocando con la primavera praticamente). Ma ovviamente ogni partita è un pericolo se manca la concentrazione: infatti sudiamo i primi venti-venticinque minuti dove giochiamo come l'Ascoli….

La decisione di schierare di nuovo Maxwell terzino con Burdisso in panca è incomprensibile, mentre il centrocampo affidato a Vieria-Cambiasso con Zanetti e Figo ad ammistrare il tutto era quello che tutti si aspettavano. Dopo aver rischiato grosso per colpa del brasiliano che evidentemente convince solo Mancini, che con un tacco sulla linea di fondo libera Zoro che la mette al centro facendo quasi fare gol a Floccari, ci ripigliamo e iniziamo a giocare da Inter. In compenso il Messina comincia a giocare da vice-gobbi quali sono, e la mette sulla rissa: le scarpate non si contano, fino a che mentre Matterazzi va a recuperare il pallone vicino alla panchina di Bruno Giordano (ah il calcio scommesse!), questo prima gli nasconde il pallone e poi gli rifila una manata da dietro: siccome è Matrix, l'arbitro a scanso di equivoci lo ammonisce. Fortunatamente poi con l'aiuto del quarto uomo (il guardalinee sembra un pesce moggiano) espelle pure Giordano.

Nella ripresa entriamo più determinati e il Messina viene bombardato per 45 minuti. Anzi no, per 30 visto che per non infierire negli ultimi 15 minuti di gara facciamo melina e tutta la squadra passa sempre la palla ad Adriano nella speranza che possa fare gol. Si dimenticano che è una lavatrice e che quindi serve a fare il bucato e non a segnare. Che schifo.

Matrix è in stato di grazia e, a parte i mille e ottocento recuperi con cui domina la nostra metà campo,  mette in rete una palla con una rovesciata degna di Ronaldinho. Ci mette almeno un minuto per crederci. Ibra dopo una brutta bota gioca come sa, e fa dei numeri che non vedrete mai nelle sintesi di Controcampo, ma che fanno paura (a un certo punto nessuno nello stadio ha capito dove ha messo il pallone scavalcando due difensori in area). In compenso, come avrete visto nelle sintesi la mette con un taglio orizzontale perfetto, dopo che Maicon ha seminato 8/11 del Messina. Tutta la squadra (a parte Maxwell e Adriano) è diligente e ordinata, macina palloni e li mette dentro. Con un pizzico di fortuna finiva 7-0, ma noi non siamo la Roma e non umiliamo gli avversari con i gol, ma solo con il distacco di chi controlla il campo.

PS: ultima nota, i cori razzisti sono una merda inaccettabile (anche se limitati in questa edizione dello scontro Zoro-Boyssan), però gli insulti per i giocatori del Messina e in particolare per il loro difensore sono tutti ampiamente meritati per il livore e i calcioni che ha rifilato a tutti i nerazzurri.

 

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Cinismo e sufficienza

10 Dicembre 2006 Commenti chiusi

Arriviamo a Empoli con un quintale di gufate e torniamo a casa con il record di Trapattoni ed Herrera eguagliato e 3 gol alla "difesa meno perforata del campionato". Il riassunto della partita è: troppa sufficienza nel giocare e un cinismo sconfinato nel mettere 3 palloni 3 in fondo al sacco.

Il primo tempo è da dimenticare, e ogni interista rivede il film degli anni passati: la squadra non gira, la difesa tiene ma quando la palla oltrepassa il centrocampo il gioco scompare. Sbagliamo TUTTI i passaggi e Solari è evidentemente in giornata no, lasciando a bocca asciutta di palloni l'area dell'Empoli e il presidio che Ibra-Crespo vi allestiscono.

Rientriamo nel secondo tempo e l'Empoli ci crede: ci mette sotto un po' e quasi la mette dentro. Grosso si fa male e Mancini butta dentro Maxwell che forse interpreta male il senso delle parole "devi fare il terzino sinistro" che dalle mie parti indicano "anticipa l'avversario e spazza via quando sei indeciso". Invece lui fa il brasiliano e quasi fa un paio di figure di merda epocali.

Mancini ancora non si fida e aspetta il 13esimo del secondo tempo per buttare dentro Recoba, l'unico che può iniziare a far filtrare palloni in area (almeno per circa 90 minuti, fino a quando non si farà male di nuovo ai muscoletti). Infatti la partita cambia faccia e nel giro di due minuti da un suo cross dall'angolo torre di Ibra e tap-in di Crespo. Ogni tifoso dell'Inter lo sapeva che era il cambio da fare, ma Mancini non può fare SUBITO la cosa giusta, deve farti per forza penare un po'. L'Empoli si tuffa a testa bassa in avanti, e dai e ridai, al primo passaggio sbagliato Ibra la mette sbeffeggiando Balli con un tiro a girare dritto sul palo interno. Dopo altri dieci minuti Ibra da solo davanti a Balli la tocca piano e fa fare la figura dell'eroe al portiere 39enne dell'Empoli. Sullo sviluppo dell'angolo, cross di Burdisso e testata di Samuel che insacca il 3-0 che chiude definitivamente la questione. All'Empoli non rimane che mettersi a prendere a scarpate chi capita, ma le ammonizioni le becchiamo solo noi.  

Ah, dimenticavo… Al 18esimo del secondo tempo è entrato anche Adriano che nonostante gli scongiuri continua a essere una lavatrice. La cosa più irritante: perde la palla e rimane fermo lì deluso che gli avversari osino GIOCARE contro di lui, l'Imperatore. Sì… l'Imperatore di sto cazzo.

 

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Nedved fa il piangina

6 Dicembre 2006 3 commenti

Se un qualsiasi altro giocatore avesse preso a calci l'arbitro dopo aver quasi spezzato una gamba a un avversario al 90' per pura reazione di stizza, quante giornate gli avrebbero dato (ovviamente se non si chiama Zinedine Zidane e non è il cocco del presidente della FIFA)? Cinque giornate. Forse Nedved era abituato ad essere trattato da juventino anziché da giocatore di qualsiasi squadra, ma era ben ora che finisse sta storia.

La vita ordinaria è frustrante per chi è abituato a essere "speciale", tanto che il povero biondino fa il piangina fino al punto di dichiarare di essere disposto a lasciare il calcio italiano se la squalifica venne confermata: il pallone è mio e si gioca come dico io o me ne vado…. Neanche all'asilo nido. 

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Notizia di reato

6 Dicembre 2006 Commenti chiusi

 

Quando uno vede che Mancini in difesa ha schierato il 20enne Andreolli (un grande futuro certamente, ma un presente non certo da Champions League) come centrale insieme a Samuel, e con prima punta Mariano Gonzales, ha subito la sensazione che si giochi per uno spudorato 0 a 0.  Sensazione confermata dal nervosismo che perade tutti i giocatori in campo dopo il gol di Makkai per il Bayern. Vieira aspetta il 91' per confezionare un 1-1 perfetto per tutti, soprattuto per gli inquirenti ai quali suggerirei di controllare il totonero delle scommesse. Troppo evidente per non essere vero…

 

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Risse con la terza squadra dei gobbi

2 Dicembre 2006 Commenti chiusi

La terza squadra dei gobbi, il Siena (ricordiamo che la seconda è il Messina), orfana di Moggi la mette dal primo minuto sulla rissa. Riescono a farci ammonire i due diffidati nell'ignavia dell'arbitro De Marco che è evidentemente doriano (se fosse genoano, dopo l'anticipo di B di ieri sera avrebbe trattato i cugini bianconeri dei gobbi in maniera diversa), e dei suoi collaboratori De Santis (un nome un programma) e Rosi.

Il primo tempo pare poco più di un allenamento, anche se il Siena si convince che tra scarpate, gomitate e arbitro girato dall'altra parte, potrebbe anche portare a casa un pareggino fastidioso. Burdisso gliela piazza implacabilmente à la Matrix, e il Siena affonda.

L'Inter rientra in campo per l'allenamento di sabato ma si rilassa un po' troppo e il Siena riesce a farsi dare un rigore che da lontano sembra certo (da vicino mi dicono un po' meno). Julio Cesar para in maniera esemplare e suona la sveglia. Crespo la sente e se ne va solo a segnare dopo aver scartato due difensori con una freddezza encomiabile e aver messo a sedere il portiere. Golasso.

Il resto del secondo tempo sprechiamo molto ma il Siena non esiste più se non per i calci e i colpi di gomito e di mano, che però De Marco non vede mai, e neppure i due guardalinee anche se avvengono a tre centimetri dal loro naso. Siamo primi e i due diffidati saltano empoli.

Grande rammarico: Figo mette insieme i suoi tre numeri a partita al 93' e si guadagna un rigore grande come una casa che gli viene negato per puro dispetto dall'arbitro di Genova. Se eravamo zero a zero, era meglio che la giacchetta rossa aspettava la celere per portarlo a casa.

 

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Allenamento per i quarti

30 Novembre 2006 1 commento

 

Una breve: sessione di allenamento in campo per i ragazzi: io ho visto solo il primo tempo, ma è bastato a capire perché la Coppa Italia (ora Tim Cup) diventa interessante dalle semifinali in poi. Che noia, che barba! 

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Sintesi in sciopero

26 Novembre 2006 1 commento

La sintesi della partita è in sciopero per protesta nei confronti del mio socio che mi ha fatto penare la partita più importante del girone di andata in compagnia di due rossoneri che non hanno smesso un secondo di parlare e di menarla sull'onda della loro delusione per il pericolo serie B. Per chi apprezza, comunque, abbiamo dominato la partita, ma, essendo l'Inter, abbiamo rischiato di pareggiare da dementi negli ultimi 5 minuti. Niente di diverso da quello a cui la beneamata di ha sempre abituato, solo che quest'anno il rischio non si è ancora tramutato in realtà. Speriamo di vedere il tramonto 🙂 [se siamo riusciti addirittura a rivedere Adriano come un calciatore anziché come una lavatrice, forse vuol proprio dire che c'è qualcosa di diverso quest'anno]

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Passiamo in Europa

23 Novembre 2006 Commenti chiusi

Entro al bar penelope dopo che è rimasto chiuso per mesi. Sono in ritardo perché ho insegnato in un corso linux e reti fino alle nove: entro nel bar e vedo Crespo che insacca, quasi che me lo facesse come un piacere personale. Del primo tempo quindi conosco solo gli ultimi minuti, passati dallo Sporting all'assalto della difesa nerazzurra che se la gestisce con disinvoltura (considerato anche il fatto che i portoghesi sono noti per il loro attaccanti inesistenti).

Nel secondo tempo l'Inter gestisce il risultato e mostra un gioco che io non ricordo da molti anni:  sicurezza, tranquillità, scambi veloci, organizzazione in campo, tutto per benino. Crespo gode di un intuito tattico ineguagliabile (sempre nel posto giusto quando la palla arriva), il centrocampo si trova a memoria, la difesa chiude ogni spazio nonostante le scarpate che i centrocampisti avanzati (in assenza di attaccanti si fa quel che si può….) dello Sporting rifilano a tutti quelli che si trovano a tiro. Ibrahimovic irride i portoghesi con giocate di un altro pianeta. 

Nella mia testa rimangono impresse due azioni (che potevano essere due gol senza problema): Ibra chiuso da tre sulla linea del fallo laterale, giochicchia per due minuti poi cucchiaio a scavalcarli tutti con palla che si appoggia sul piede di Vieira; scambio tutto di prima con Maicon e Crespo e stecca di Ibra che Ricardo para (quasi come il rigore degli Inglesi ihihihih!). Palla giocata in avanti da Grosso dopo un recupero, tacco a seguire di Stankovic verso Ibra, galoppata furente che si lascia dietro tutti, cross perfetto con Crespo che in scivolata non ci arriva per questioni di microsecondi. Chi se la ricorda un Inter tanto spigliata. Io no di certo (d'altronde negli anni sessanta non ero nato).

La partita però la dedichiamo al cuchu che finalmente rientra e subito sgroppa da centrocampo in avanti (peccato aver perso Dacourt che dava aggressività a tutto il centrocampo). Come dice giustamente la gazza, Inter a trazione argentina, che!

 

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