Tanto per fare il pari con l’etica dei pm Canepa e Canciani: l’assoluzione di De Rosa in appello per i pestaggi del 21 luglio 2001

4 Dicembre 2007 3 commenti

 

Oggi a  Genova, mentre nell’aula al V piano si celebrava la terzultima udienza del processo contro 25 manifestanti, nell’aula della corte di appello Giuseppe De Rosa, in forza alla DIGOS di Milano e distaccato nel capoluogo ligure in occasione del vertice G8, veniva assolto in secondo grado. Per chi non lo ricordasse Giuseppe De Rosa era fino a questo momento l’unico condannato tra le forze dell’ordine per fatti di piazza, ovvero per i pestaggi, gli arresti illegali, le violenze di quei giorni: è uno dei protagonisti del pestaggio dell’allora minorenne MM il sabato pomeriggio e di altri ragazzi che stavano prendendo in giro lo schieramento di polizia seduti per terra. MM è il famoso ragazzino preso a calci dall’allora vice capo della DIGOS genovese Alessandro Perugini, quello con uno zigomo che sporge fuori di diversi centimetri dal viso (guardatevi la foto). A processo per lesioni per quegli eventi finirono 6 poliziotti (Del Giacco, Raschellà, Perugini, De Rosa, Pinzone, Mantovani), mentre l’allora capo della DIGOS è stato archiviato. De Rosa in primo grado scelse il rito abbreviato: meno prove in cambio di uno sconto di pena di un terzo. Risultato: un anno e otto mesi. Facciamo notare che De Rosa e’ facilmente riconoscibile nella persona che prende parte al pestaggio, ed è ufficialmente riconosciuto da uno dei suoi coimputati (l’ispettore Del Giacco), ma il giudice della corte di appello lo assolve dicendo non che il fatto non è avvenuto, ma che non c’è certezza dell’identificazione dell’imputato. Per convincervi guardatevi le foto sotto. Misteri della fede, oppure il vero segno dell’etica della giustizia nei confronti del fenomeno Genova, con buona pace di Canepa e Canciani i moralizzatori. puah. 

l'ispettore giuseppe de rosa della digos di milano all'opera il 21 luglio 2001 l'ispettore della Digos di Milano Giuseppe De Rosa all'opera nei pestaggi sabato 21 luglio 2001l'ispettore de rosa e altri indagati nell'ambito del cosiddetto processo perugini l'ispettore de rosa soddisfatto osserva il suo operato dopo l'arresto illegittimo di 10 persone che non stavano facendo niente e il loro pestaggio. complimenti!

Hop Hop Balzelli

2 Dicembre 2007 13 commenti

 

La Fiorentina deve ringraziare un Frey migliore in campo se non perde con uno scarto maggiore del due a zero che la Beneamata rifila ai viola. Mancini non porta Stankovic neanche in panca e il cambio per il centrocampo è rappresentato da Maxwell e Pelé. Nonostante questo la gara ha un solo padrone, ed è quello nerazzurro.

Dietro Maicon macina chilometri e Chivu dimostra di trovarsi molto a suo agio nel ruolo di terzino sinistro. Samuel è insuperabile e nonostante Cordoba riusciamo a non prendere gol, anche grazie a Julio Cesar che quando viene chiamato in causa risponde da gran campione: la sua parata à la Garella di piede in controtempo è fenomenale la 45esimo del secondo tempo. Anche schierati a tre come negli ultimi minuti non soffriamo anche se non è un assetto tattico molto congeniale.

Chivu quando si sposta a fare il mediano esterno sinistro lavora ancora meglio in tandem con Maxwell, ma a centrocampo la differenza assoluta la fanno Cambiasso e Jimenez. El Cuchu sembra avere due o tre cloni in campo, ed è inesauribile: uno dei Cambiasso gioca centrale aggiunto in copertura, uno di loro gioca mediano incontrista, e l’altro regista. Jimenez, su cui non avrei scommesso due lire bucate, invece, dimostra di sapere dare il suo contributo: Mancini lo mette in campo per appoggiare alle punte e tenere palle per far salire la squadra, e lui non tradisce. Il gol corona la seconda prestazione convincente in meno di una settimana, e devo dare atto a chi ci credeva che è un giovane con dei bei numeri.

Davanti Zlatan prende a pallonate Frey ma non riesce a buttarla dentro, accontendandosi di due assist ineguagliabili per Jimenez e per Cruz, che con freddezza sigla il due a zero a modo suo.

Se l’Inter continua a giocare così qualcuno oggi ha detto che possiamo prendere appuntamenti direttamente all’orario dell’intervallo. Adesso concentrati da qua a febbraio per fare i punti determinanti per non soffrire il finale di campionato.  

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Punti di vista

28 Novembre 2007 1 commento

Alle volte mi stupisco di quanto sia facile rappresentare la distanza siderale tra i punti di vista di persone che in teoria dovrebbero fare parte del medesimo contesto culturale o sociale. Uno dà per scontate mille cose, e poi ci si trova a fare i conti senza neanche capire bene perché. E’ un fenomeno spaesante, ma allo stesso tempo continuo e necessario.

Così mentre mi ritrovo un giorno a dormire come un sasso per la stanchezza di un corteo da 80.000 persone in cui poteva succedere di tutto e in cui è successo solo quello che abbiamo lavorato perché accadesse, a genova, dove le persone non tornavano per fare un corteo da 6 anni. E il giorno dopo non dormo per la rabbia: perché mi tocca sentire l’avvocato difensore di una persona per l’assoluzione della quale ho lavorato in questi anni che cerca di salvare il culo del proprio assistito buttando merda su un pezzo volenti o nolenti importante di ciò che è stato Genova, venendo meno a quel minimi microbico patto di solidarietà che facilmente spiega che a Genova o si salvano tutti o non si salva nessuno, perché è anche giusto che sia così. Rabbia nel constatare il poco peso di parole importanti come solidarietà e rispetto. Già perché è troppo facile lasciare altri a farsi il culo per anni in un aula di tribunale e arrivare all’ultimo momenot e buttare tutto all’aria. 

Poi capita di aprire il blog del collettivo a cui partecipi e ritrovare nelle parole di un tuo compagno qualcosa al tempo stesso di semplice e di inespugnabile, la convinzione che non è tutto uguale e che ci sono delle distinzioni da fare tra quello che ha un senso e quello che non lo ha. E che non si è poi così soli a trovarsi sempre dalla parte del torto, che per chi non lo avesse capito è quella giusta.

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Mamma li turchi?

27 Novembre 2007 5 commenti

 

Missione compiuta: tre pappine e i turchi vanno a casa, con il merito di essere la formazione più impegnativa di un girone abbastanza ridicolo (sempre meno di quello dei cugini con la maglia a righe del colore sbagliato). L’Inter continua ad avere lo stesso problema: vuoti di concentrazione e leziosità immotivate, che contro squadre più cattive o preparate possono costare care. La gara non ha storia, e basta un secondo tempo concentrato per portare a casa un risultato che poteva essere anche più crudele nei confronti dei turchi, seguiti da 5000 calorosissimi tifosi.

Dietro Maicon macina chilometri (l’ultimo scatto lo fa al 92esimo!) mentre Samuel e Cordoba amministrano clienti non difficili, anche se l’argentino deve mettere le toppe sia al colombiano che alla svagatezza di Maxwell. Chivu davanti alla difesa non convince per un cazzo, mentre fa meglio quando Mancini lo sposta a sinistra facendogli scambiare posizione nel rombo con Cambiasso, che è sempre l’unico ad aggredire ogni pallone. Zanetti fa il solito mestiere e Stankovic mostra tutti i limiti di una condizione precaria. Davanti Ibra fa poco ma bene, mentre Cruz macina metri e palloni ma non si capisce con lo svedese, e neanche con la porta: un evento!

Nel primo tempo sprechiamo tre palle gol nitidissime: due di cruz e una di chivu dopo un’azione splendida che finisce sul suo piede monco, il destro. Certo che giocatori di serie A che non riescono a tirare con il proprio piede sbagliato dritto per dritto fanno un po’ impressione. Nel secondo tempo continuiamo a sbagliare un numero infinito di passaggi elementari e manchiamo di finalizzazioni: per un attimo il fantasma di Gilardino si impadronisce del ragazzo di santiago de l’estero. Poi il primo rimpallo buono va in rete e tutto torna normale. Ibra mette il suo marchio sul secondo gol. Palla mancata da tutta la difesa che si ferma tra i piedi dello svedese che sembra impappinarsi, si ferma un attimo, ci pensa, ipnotizza palla, difensore e portiere e con una lecca da fermo la mette nel sette. Apoteosi. Il terzo gol di jimenez è un premio eccessivo per uno che sta dimostrando di non valere molto: il grido "dovevi restare a Terni!" mi si ferma in gola mentre la palla entra con un pregevole esterno sinistro a fil di palo.

Il lampo di genio cinico deve ancora arrivare: sul due a zero ibra tenta di farsi ammonire in ogni modo, così da scontare la diffida durante l’inutile partita con il PSV. Non ci riesce allora perde tre minuti  prima di battere una punizione che tira da 40 metri all’incrocio, garantendosi l’agognato giallo ed uscendo così tra la standing ovation di san siro. Samuel capisce l’antifona, ed essendo anche lui diffidato segue le orme dell’Uomo Posseduto da una Foca: perde tempo al 92esimo sul 3 a 0 battendo una punizione ininfluente, giallo e diffida. Genio puro. 

Ora voglio vedere questa Inter a Eindhoven per provare a vincere anche così, quando non conta nulla: orlandoni, zanetti, esposito, matrix, maxwell, bolzoni, solari, stankovic, jimenez, suazo, balottelli 🙂 

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Repost: prime volte nella storia d’italia, i pm alla riscossa, e parole di precisione

26 Novembre 2007 Commenti chiusi

Non ho tempo di fare un cazzo oggi, sommerso dagli sbattimenti e dal tenere dietro alle cose che arrivano addosso come meteore mentre pensavi di avere tuttaltro da fare. Fortunatamente c’è chi si sbatte al posto mio e a me non resta che rimandare a ciò che scrive qualcun altro: spesso il rumore mediatico di fondo ci impedisce di soppesare bene le notizie, infatti, ed è bene invece riuscire a dare un peso giusto alle parole giuste.

Ad esempio mettere in fila la notizia dell’identificazione dei due agenti protagonisti durante l’irruzione alla Diaz di un colloquio poco edificante – "Siamo uno a zero per noi per ora", "si dobbiamo ammazzarli tutti" –  sembra essere un microscopico contraltare ad un evento che non ha precedenti nella storia italiana, ma che stranamente ha poco spazio sui quotidiani. In questi giorni infatti l’ex capo della polizia De Gennaro sta ricevendo insieme all’ex questore di Genova Colucci e all’ex capo della DIGOS Spartaco Mortola gli avvisi di conclusione indagine per induzione a falsa testimonianza e falsa testimonianza (rispettivamente). E’ un fatto senza precedenti ma non tutti sembrano notarlo. A questo secondo me è interessante interpolare il bel post di caparossa sul tema "impunibilità delle forze dell’ordine, morti accidentali, derive sociali". 

Seguendo questa linea di ragionamento è facile accorgersi come i pm siano i personaggi sulla cresta dell’onda, raramente come in questo caso per eventi che ci fanno sorridere, molto più spesso per operazioni becere e di pura autopromozione, ovviamente sulla pelle di chi indagano. Il nostro beneamato Basilone, protagonista della prima condanna in fatti politici per devastazione e saccheggio nella storia penale italiana, si ripete: evidentemente la pubblicità garantita dalla precedente operazione andava scemando e aveva bisogno di un nuovo palcoscenico. La mia personale speranza è che i cinesi, che non sono quattro pirla come il movimento milanese, gli facciano un culo come una capanna, e gli facciano passare per sempre la voglia di farsi pubblicità mettendo in galera la gente per tempi poco raccomandabili. Auguri di pronta relazione con l’ambasciata della grande madre cina.

Per finire, c’è da segnalare che non sono l’unico a postare raccolte di interventi, giacché anche i soci di Wu Ming fanno lo stesso: il brano migliore del nuovo giap (a proposito: scrivete loro e rincuorateli sul fatto che l’errore che hanno commesso nella dedica, del tutto involontario, è umano e non ha rovinato il gran lavoro dietro questa newsletter, fatelo che mi si stanno deprimendo per la cosa!!!) è senz’altro quello che inizia con "ragazzi anche io sono di sinistra, ma…. sei uno stronzo!". La frase rappresenta la mia sensazione sulla gente con cui ho a che fare nel 90% dei casi. Che disastro l’umanità.  

Contro la Dea basta una gamba sola (nonostante Banti)

25 Novembre 2007 9 commenti

 

L’Atalanta è sesta ed è stata sconfitta una sola volta fino a quando giunge a San Siro, dove nei primi 30 minuti del primo tempo la gara andrebbe sospesa per manifesta inferiorità degli orobici nei confronti dei nerazzurri. Ne facciamo solo due, ma potrebbero essere di più, e solo l’insufficienza cronica di Cordoba sugli anticipi, la stanchezza dei nazionali sudamericani, e i cartellini che rimangono nel taschino di quella merda di Banti consentono all’Atalanta di accorciare le distanze e dare l’impressione negli ultimi dieci minuti di rischiare il colpaccio. Personalmente fino all’85esimo non ho dubitato neanche un istante del risultato. Dopodiché è sempre l’Inter e soffrire è uno stile di vita.

Il reparto difensivo al momento ha un solo vero punto debole: Cordoba e la sua scarsezza tattica compensata solo parzialmente dalla sua velocità. Maicon è forse il più forte terzino destro del mondo in questo momento, Samuel è in grandissima forma, Chivu ha degli ottimi piedi e secondo me funziona meglio come terzino che come centrale. E’ molto lento ma accarezza la palla molto bene. A centrocampo siamo in piena emergenza e in campo c’è un solo titolare, reduce da due partite in sei giorni dall’altra parte del mondo e da un fallaccio che ha fatto temere il peggio. Solari è il fantasma di sé stesso, Dacourt sembra immortale e mette fieno in cascina come non mai, mentre Zanetti raggiunge le 400 partite in nerazzurro, cosa per la quale è degno di un rispetto assoluto. Davanti Cruz si dimostra un giocatore di un’umiltà e di una efficacia letale, mentre finalmente Suazo mostra una buona parte delle sue qualità: non è un fenomeno disumano, ma secondo me conferma di poter essere una buona punta per un Inter che sarà sempre necessariamente ricca di nomi lì davanti anche molto più paludati.

Mancini fa fare il giro di passerella anche a Matrix e Ibra, che lo stadio accoglie con urla e standing ovation. L’esperimento della difesa a tre tampona gli svarioni di Cordoba, ma si nota un calo di qualità a centrocampo appena Cambiasso va in riserva. Il problema quindi principale, nonostante la forza che dimostriamo, rimane quello di trovare lì in mezzo chi faccia girare la palla con continuità ed efficienza svizzera.

 

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Apparizioni e sparizioni

23 Novembre 2007 4 commenti

 

Giovanni Luperi all’epoca del G8 di Genova era consigliere ministeriale, e subito dopo è diventato capo dell’UCIGOS, il coordinamento di tutte le DIGOS d’Italia. Giovanni Luperi è stato davanti, dentro e fuori la Diaz durante buona parte dell’operazione, e fa parte di quel capannello di dirigenti che ha in mano il famoso sacchetto contenente le due molotov che verranno accollate ai manifestanti per giustificare la perquisizione ai sensi del 41 TULPS.

Giovanni Luperi ieri, a pochi giorni da una manifestazione di 80.000 persone che chiedeva di non violentare la nostra storia, è stato promosso a vice capo dell’AISI, l’ennesimo nuovo nome dei servizi sergreti civili (fino all’anno scorso si chiamavano SISDE, per chi non avesse grande dimestichezza con le sigle). Nessuno si stupisce, come nessuno si è stupito della promozione di De Gennaro fatta passare come "esonero migliorativo", o di quella di Calderozzi a capo dello SCO, o quella di Gratteri a capo del coordinamento delle forze di polizia, e via dicendo. Nessuno si stupisce ma tutti ancora lì a chiedere una minchia di commissione di inchiesta e "verità e giustizia" a questo Stato? I più ridicoli sono proprio i rifondati che vengono presi a schiaffi quotidianamente dal governo che sostengono: gli hanno fatto ingoiare le missioni di pace, il protocollo sul welfare che è una sostanziale conferma della legge 30, la non riforma né della Bossi-Fini né della Fini-Giovannardi, e non ultimo la bocciatura della Commissione di Inchiesta sul G8 (che sarebbe stata comunque una cialtronata diretta da De Gennaro e Ligotti, il difensore di Gratteri). 

Voglio dire, se un compagno che conosco da dieci anni e che è stato sempre disposto anche a giustificare la mafia come forma di opposizione allo Stato mi dice che è preoccupato per la nostra democrazia, viene da pensare che siamo molto di più che in emergenza, no? 

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Toni Negri: convergenza teorica e intuizioni 8, proposta concreta 5

21 Novembre 2007 1 commento

Ieri sera in quel di Pergola il collettivo di Chainworkers ha dato vita al quinto passaggio di "a ruota libera", un ciclo di incontri con nomi parecchio conosciuti della politica "alternativa" italiana con cui confrontarsi sui temi della precarietà, dell’organizzazione, e della prospettiva politica in cui ci si muove. Ieri era il turno di Toni Negri, e tutto sommato l’incontro è stato interessante.

Toni si è dimostrato come al solito un abile affabulatore, riproponendo alla platea da un punto di vista teorico tutte le cose che ha già descritto nei suoi libri più recenti, con una oratoria davvero invidiabile. Temi nuovi non ne ha posti molti, se non alcuni elementi che ha prelevato dritto dritto dalla nostra esperienza collettiva: mayday, san precario, dimensione della produzione autonoma e della sua valorizzazione sociale. 

Il nodo spinoso di ieri sera, sul quale ha tentato di buttarla in caciara, salvo poi accorgersi che questo mostrava debolezza e quindi entrare nel dettaglio, è il tema della pratica e della concretizzazione di un afflato teorico e di analisi che ci vede (come collettivo) quasi totalmente convergenti. Di fronte all’incalzare della questione Toni non ha proposto nulla di innovativo: ha parlato dell’individuazione dei soggetti della lotta di classe, della creazione di istituzioni che sappiano creare per questi soggetti un rapporto di forza "positivo", e dal punto di vista strettamente pratico è ritornato sul tema dell’inchiesta e della militanza (sic et simpliciter). Non è un caso infatti, e qualcuno a caso ieri glielo ha fatto notare, che su proposte tutto sommato già esplorate come queste verte lo scontro con i soggetti che si fanno "seguaci" più stretti del Professore. Se la proposta pratica è uguale a quella degli anni Settanta, andrà incontro nel migliore dei casi alle stesse vittorie (e non è poco, ok), ma anche alle stesse sconfitte (e manco questo è poco, però!).

In conclusione, sperando di potervi proporre presto l’audio della serata, se dal punto di vista dell’analisi ho trovato il suo modo di presentare le cose molto affascinante e simile al nostro, dal punto di vista pratica sono rimasto molto deluso (non che avessi grande aspettative, ma qualche spunto nuovo me lo aspettavo, anche solo per criticarlo 🙂 Conforta sapere che l’aleatorietà della discussione sulle forme pratiche di rinnovamento delle organizzazioni autonome sia qualcosa che non lascia nelle secche solo noi "praticoni militanti", ma anche i filosofi politici che ci si scervellano a tempo pieno.

 

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Il mostro dell’autunno: blackswift è tornato

19 Novembre 2007 Commenti chiusi

 

E’ stato peggio di un parto, il mostro dell’autunno ad opera di Blackswift. Il racconto è pronto da due mesi ma tra revisioni delle ultime cose (grazie blanquita), impaginazione (grazie carlo finalmente abbiamo una versione in pdf decente), e organizzazione del corteo di genova, non ce l’abbiamo fatta prima di adesso a spedire la newsletter. Ed è quasi il momento del mostro dell’inverno! In ogni caso ripubblico qua il testo della newsletter e spero vi andrete a leggere volentieri: Settembre andiamo, è tempo di migrare.

Pre Scriptum

Siamo spesso da biasimare in questo,
è ben provato che con un’aria devota e un’azione pia
inzuccheriamo lo stesso diavolo.

Autunno

Una nuova newsletter aperiodica per un nuovo mostro, quello dell’autunno. Andiamo al sodo, che è una newsletter di grande urgenza, almeno per noi. Gli eventi narrati, opera di fantasia, speriamo siano un gustoso divertissment sull’evento mediatico settembrino: Garlasco e la sua mostruosità, la mediaticità e le sorelle K, le trasmissioni e l’attenzione della gente, le discussioni e le battute. Decidendo di dedicarci alla fiction finiamo spesso per tentare ribaltamenti quotidiani di vicende annose e di ampio successo mediatico, ma in questo ci teniamo a precisare alcuni aspetti e ritirare fuori, graditamente, ancora una volta un articolo di Carlotto. Forse lui, meglio di noi, riuscirà a spiegarvi perché i delitti passionali in famiglia hanno così successo e perché lo abbiamo voluto tingere di un complottismo, in grado di sradicare minimamente i fatti dalla loro intima e reale vicissitudine. Lo pubblichiamo nel momento in cui, per altro, i delitti di famiglia sono già dimenticati: ora vanno di moda i pirati della strada, ancora più diabolici nei loro fili ideologici (su alcool, droghe, proibizioni, al solito). E allora la doppia citazione in partenza, ce ne regala, immediata un’altra, piuttosto convivente con i fatti da noi narrati.

Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole.. non c’è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l’avete fatto. So che avevate paura.

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Genova, ancora noi

18 Novembre 2007 8 commenti

 

E’ stata una fatica immane, ma alla fine siamo riusciti a portare a casa un successo: decine di migliaia di persone sono tornate a Genova per difendere 25 persone che rischiano di essere il capro espiatorio di una magistratura occupata a fare da battistrada terroristico ai progetti di costruzione di un blocco d’ordine consensuale e afasico nella nostra società. Un blocco di ventimila persone senza bandiere, simboli, cappellini, nulla che non fosse la propria voce e la propria intelligenza e la volontà di esserci non so quando lo rivedremo, ma penso che per tutti noi che ci siamo fatti un culo come una capanna per organizzare il corteo di ieri a Genova sia la più grande soddisfazione. E’ difficile descrivere a chi non c’era il senso di liberazione che si percepiva nell’aria ieri, dopo anni passati a rimuovere quello che a Genova era accaduto e le conseguenze che questo stava avendo sulla vita di qualcun altro. Non so se questo avrà un effetto sui giudici che dovranno decidere della sorte dei 25 (in realtà penso di no, con grande cinismo), ma sicuramente era il massimo che potevamo fare: in ogni caso nessuno può più pensare che non si ricordi Genova e quello che ha significato, e in ogni caso nessuno può pensare che dopo la condanna la situazione sarà così pacifica come lo è stata ieri. Anche in quel caso dirò: in ogni caso nessun rimorso per quello che accadrà.

PS: a breve su questi schermi troverete le risposte alle domande più stupide dei giornalisti, novantesimo minuto dell’organizzazione del corteo e il prequel organizzazione per organizzazione e quotidiano per quotidiano. Spero tra me e il mio socio di averne il tempo 🙂 

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