Crossways: wu ming, la negritudine del punk e le mie letture

2 Novembre 2006 Commenti chiusi

 

Oggi su carmillaonline e sul sito della wu ming foundation, wu ming 1 pubblica un bellissimo articolo sulla negritudine del punk rock, mettendo in mostra non solo il suo talento nello scrivere (di cui siamo da sempre invidiosi) ma anche la propria decisa propensione a integrare la storia, la cultura popolare e la politica (ah, vizioso!). Non ripesco i contenuti del pezzo di wm1, che va letto per intero, ma continuo a rilevare con curiosità la convergenza a distanza delle cose su cui sta lavorando la foundation e quelle su cui sto studiacchiando io. I primi punti dell'articolo infatti riassumono per sommi capi le basi della diffusione della danza e della musica nera nel contesto della diaspora africana del '600 e '700, e sono certo che il nuovo libro degli autori di Q vedrà come centrale i conflitti in Nordamerica proprio nel corso del XVIII secolo, in cui le storie e le lotte di schiavi, marinai, protoproletari, deportati, nativi ed eretici (i vecchi amori non si scordano mai 🙂 si sono incrociate in un calderone esplosivo dalle potenzialità rivoluzionarie.

Io continuo lemme lemme la mia lettura di Redicker e del suo The Many Headed Hydra, che narra proprio di questi punti di incrocio e dei vettori del conflitto in quel secolo e in quel contesto. Il capitolo sulla rivolta del 1741 a New York, sembra scritta in parallelo con un brano dell'articolo di wm1. Casualità? Forse o forse no. Forse alcuni passaggi della storia moderna meno indagati e meno raccontati sono quelli che celano le possibilità più interessanti e la sensazione profonda che non ci siano mai stati tempi tranquilli per chi ci vuole male. Sorrido delle coincidenze che si palesano nella mia vita intellettuale e mi metto a camminare sul sentiero che mi fanno intravedere.

 

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Intellipedia: la wikipedia dell’intelligence internazionale

2 Novembre 2006 Commenti chiusi

 

Ogni tanto leggere il Corriere della Sera serve a qualcos'altro che non farsi venire attacchi di bile e tastare il polso del "common sense making" italiano (nel senso letterale del termine). Ieri sera infatti sulla versione online del quotidiano di via Solferino è comparso un articolo sul nuovo strumento di cui si sarebbe dotata la CIA per strutturare il loro nuovo archivio: Intellipedia infatti è una piattaforma che usa mediawiki a cui hanno accesso solo agenti e informatori, e che dà loro la possibilità di costruire una knowledge base che migliori il livello e la qualità delle informazioni scambiate tra tutti gli operatori di intelligence.

Sarebbe curioso a questo punto trovare un punto di accesso e verificare se mediawiki abbia qualche vulnerabilità, no? Peraltro la cosa un po' drammatica è vedere che l'utilità di queste tecnologie è stata compresa dalle forze dell'ordine prima che dalle strutture di formazione. Un po' triste, ma una buona parabola di come funzionano le priorità nel mondo reale.

 

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Categorie:jet tech, oscuro scrutare Tag:

La noia è una brutta bestia

2 Novembre 2006 Commenti chiusi

Nel mio girovagare odierno per i meandri dei miei e degli altrui feed RSS mi sono imbattuto nell'ennesimo studio curioso più per le intenzioni perniciose che per i risultati. Perché questo baldo giovane ha speso giorni e giorni a verificare il grado di plagio all'interno delle voci di wikipedia, scoprendo che ammonta a un buon 2% (WOW!), e che le fonti principali sono altre enciclopedie. La cosa non stupisce, senza dover necessariamente rievocare tutte le discussioni sulla cultura come prodotto collettivo, perché le descrizioni ben fatte di voci enciclopediche non hanno giustamente bisogno di essere riscritte, ma semplicemente di essere diffuse. La cosa che giustamente aizza un po' di molestia è l'attitudine a non ricambiare il plagiarismo da parte di wikipedia e di chi gestisce il progetto, che in cerca di ulteriore visibilità si lamentano quando brani dalle proprie voci vengono riusati liberamente da altri… Ah, la sana vecchia abitudine della proprietarizzazione del comune, quando la perderanno gli esseri umani?

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Categorie:jet tech Tag:

Umorismo cinese sulla censura

1 Novembre 2006 Commenti chiusi

Leggo da BoingBoing e devo tradurre per forza, tanto mi sto pisciando addosso dal ridere.

"Un rappresentante ufficiale del governo cinese, parlando a un summit delle Naizoni Unite che si sta svolgendo ad Atene sul tema di Internet, ha affermato che la repubblica popolare cinese non pratica alcune forma di censura delle connessioni o dei contenuti in rete.

[Yang Xiaoqun]: Non penso che dovremmo usare doppi pesi per giudicare la Cina. In Cina non abbiamo alcun software che blocca l'accesso a determinati siti. Qualche volta abbiamo dei problemi a connetterci, ma questo è un problema differente. Io conosco colleghi che ascoltano la BBC nei loro uffici dal web, e ho sentito persone continuare ad affermare che la BBC non è raggiungibile dalla Cina o che è bloccata.Non capisco perché le persone dicano tutto questo, dato che noi non pratichiamo alcuna forma di restrizione dei contenuti su Internet. […] Alcuni dicono che ci sono giornalisti in Cina che sono stati arrestati. Ci sono centinaia di giornalisti in Cina e alcuni hanno problemi legali, ma questo non ha nulla a che vedere con la libertà di espressione."

Beh, che dire, staremo a vedere che cosa ci racconteranno di prima mano i nostri mandalini quando tornano, ma ho il sospetto che lo speech diplomatico di Yang Xiaoqun sia, per così dire, vagamente eufemistico.

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Categorie:jet tech, orient express Tag:

Un buon indicatore del trend di Google

1 Novembre 2006 Commenti chiusi

Considerato che dopo l'acquisto di YouTube, Google proprio ieri ha assimilato anche JotSpot, qualcuno ha pensato di mettere a frutto le sue conoscenze di ajax per fornirci un interessante grafico delle acquisizioni del colosso di Mountain View negli ultimi anni. E' molto interessante notare come fino al 2001 non ce ne siano state, un periodo in cui evidentemente l'innovazione è stata tutta farina del sacco di Page & Brin e di quello che frullava loro in testa. Più si procede nella timeline si nota come i progetti acquisiti offrissero più che un margine di ampiamento dell'indice di documenti inclusi nelle ricerche di google, uno strumento in più nel diventare un leader senza pari nel mondo delle compagnie che offrono servizi di gestione delle informazioni ai prori utenti. La timeline rende evidente più d'ogni altro come dall'interesse scientifico/tecnologico, i due fondatori di Google si siano mossi nella direzione di creare una ragnatela di relazioni complesse tra informazioni che diventasse il centro della percezione di tutti gli umani che usano il computer come un sesto senso. Obiettivo ambizioso e un po' terribile a cui pero' sicuramente Google è l'unico a poter aspirare con qualche possibilità di successo, e forse l'unico che valga la pena di studiare a fondo 🙂

 

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Categorie:jet tech Tag:

Ci voleva un genio per capire l’Iraq

1 Novembre 2006 Commenti chiusi

In piena giornata di ognissanti, che come ogni giorno festivo che si rispetti è la morte di ogni forma di informazione dignitosa, Repubblica Online spara il titolone su un grafico che il New York Times avrebbe intercettato (come?) da una riunione di esperti militari americani. Nel grafico si dipingerebbe l'Iraq come un paese inesorabilmente in crescita verso una situazione di caos incontrollabile. La domanda è: ci volevano gli esperti americani per notare questo panorama con occhio attento e millimetrico?

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Categorie:movimenti tellurici Tag:

Il dolce perfetto

1 Novembre 2006 6 commenti

 

Il problema non è fare un tiramisù, il problema è fare un tiramisù perfetto. O quasi. I segreti in merito sono: il liquore (se ne mettete troppo è la morte, se ne mettete poco non si apprezza il dolce fino in fondo); l'albume d'uovo montato più lungo possibile; l'aggiunta del caffé in polvere alla crema; l'uso dei pavesini (i savoiardi, preferiti da molti, si imbevono troppo o troppo poco risultando alternativamente in un pastone inmangiabile o in una zuppa inglese che sa vagamente di mascarpone)

Ingredienti:

  • 500g di mascarpone fresco
  • 3 cucchiai di zucchero bianco
  • 3 tuorli d'uovo
  • 2 albumi d'uovo montati a neve
  • un cucchiaino di caffè in polvere
  • due caffettiere da 3 di caffè caldo
  • un bicchierino di rum scuro
  • cacao in polvere
  • pavesini

Preparazione del tiramisù

Ordite una crema ponendo il mascarpone in una recipiente tondeggiante, aggiungete lo zucchero bianco, il caffé in polvere, i tuorli d'uovo e il rum. Mischiate tutto fino ad avere una crema omogenea, priva di grumi di mascarpone o caffé in polvere mal miscelato.  A questo punto aggiungete gli albumi montati a neve e miscelate ottenendo una crema omogenea un filino più liquida. Assaggiate e valutate la necessità di aggiungere zucchero in questa fase.

A parte mettete su una caffettiera da sei o due caffettiere da tre, e versate il caffè in una tazza abbastanza larga da ospitare le vostre manine sante e il pavesino. [diametro minimo consigliato: 13-14 cm]

Preparate un po' di cacao in polvere in un colino per the e appoggiatelo su un piattino.

Disponete tutti gli elementi intorno alla teglia e procedete come segue:

  • deponete uno strato di crema più uniforme possibile
  • intingete rapidamente i pavesini nel caffé e disponeteli sopra la crema
  • stendete un velo di cacao in polvere

Dovreste riuscire a fare questo passaggio quattro volte  ottenendo un tiramisù a quattro strati. Aggiungete una spolverata di cacao in polvere più abbondante sulla superficie del dolce e mettete in frigo a riposare. E' fatta!

 

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Categorie:kitchen Tag:

Vittoria di misura contro pippo, paperino e pluto

31 Ottobre 2006 1 commento

Tempo un minuto e siamo in vantaggio come solo el jardinero può abituare un interista ad aspettarsi. Il primo tempo contro lo spartak mosca, cenerentola del girone di Champions League, sul campo sintetico di Mosca con una temperatura di 0 gradi, scivola via tranquillo. Dominiamo il campo mentre i russi si affannano a cercare di recuperare. Il gol arriva con una papera difensiva che Ibra-Cruz sfruttano magistralmente. Lo svedese meriterebbe il gol, ma il guardalinee lo ferma comprensibilmente ma non giustamente pensando che quando uno è 5 metri avanti la difesa sia partito in fuorigioco (ma non era così).

Nel secondo tempo i russi entrano in campo come dei forsennati e l'Inter si addormenta un po'. Fortunatametne davanti loro hanno Pippo, Paperino e Pluto che non sanno come metterla dentro neanche da soli senza portiere. La vera occasione ce l'hanno infatti con Shiskin che centra la traversa praticamente da centrocampo. Nonostante la sofferenza è tutto sotto controllo, ma le reti mancate da Ibrahimovic e Stankovic al 91' e 92' avrebbero falsato il risultato. Portiamo a casa la quarta partita su quattro del tour de force di fine ottobre, e speriamo di rimanere concentrati per le prossime partite.

 

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Categorie:spalti e madonne Tag:

Primi in europa

31 Ottobre 2006 Commenti chiusi

 

Qualche settimana fa, dopo la presentazione del primo testo della finanziaria 2007, mi sorpresi leggendo un comunicato del Cocer, che quantificava con nonchalance gli organici di Carabinieri, Esercito, Marina, Aeronautica e Guardia di Finanza in 450 mila persone (scontente della finanziaria che ne prevedeva tagli). Siccome – come tutti i dati statistici relativi a impiego, stipendi, uso dei soldi pubblici – i dati relativi alle forze dell'ordine sono un incubo a trovarsi, ho aspettato di avere un paio d'ore per mettermi a cercare. Probabilmente una telefonata all'ISTAT e alle istituzioni relative alle ffoo, con un po' di protervia potrebbero darci dati piu' genuini e aggiornati, ma già quelli che sono riuscito a raccogliere dovrebbero far rabbrividire.

Infatti i rapporti del Ufficio per la Pianificazione e il Coordinamento delle Forze di Polizia menzionano circa 275 mila appartenenti alle ffoo (intendendo presumo GdF, PS, CC) almeno fino al 2003. Diciamo che in parte di sovrappongono al  dato contenuto nel comunicato del COCER e facciamo in fretta a dire che ci sono circa 600 mila appartenenti alle forze dell'ordine in Italia (probabilmente escludendo le Polizie Locali che aumenterebbero di almeno un centinaio di migliaia di unità il conto, e questo escludendo guardie private, bodyguard, controllori, ausiliari e aspiranti sbirri tra i privati cittadini). Se teniamo in conto 60 milioni di italiani questo significa: uno ogni cento persone. Un numero elevatissimo, come conferma il Sole 24 ore in uno speciale del 29 dicembre 2005 (citato in questo forum ma che non ho trovato online) che ci piazza al primo posto in Europa per rapporto ffoo/popolazione e al terzo posto nel mondo (dietro solamente a Kuwait e Cipro): non vi sfuggirà che siamo messi molto peggio di quasi tutti i regimi totalitari e guerrafondai del mondo… Non male come primato!

La domanda è: perché allora a Milano come in altri luoghi sale la richiesta bipartizan (Ferrante oggi su epolis milano e De Corato da sempre su ogni media possibile) di 500 poliziotti in più? Dove li vogliono mettere? E perché il COCER si lamenta che vogliano tagliare proprio un settore ipertrofico come questo?

Ma la vera questione è: possibile che non ci si arrivi che la soluzione ai problemi di una società non è aumentare il numero di sbirri? Sembra elementare, dato che l'aumento del rapporto popolazione/ffoo non ha prodotto una diminuzione del rapporto crimini/popolazione, ma pare che sia una realtà troppo dura da digerire quasi per tutte. Qualcuno si stupirà ancora se si canterà a squrciagola "Stato di Polizia"? Speriamo di no.

 

 

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Categorie:oscuro scrutare Tag:

Babel

31 Ottobre 2006 1 commento

Babel è il terzo film di Iñárritu (El Timbre non conta), dopo il superlativo Amores Perros e il buon 21 Grammi: la regia è eccellente, gli attori bravi, la fotografia precisa, la musica molto ben pesata, il montaggio senza pecche, la trama funziona, ma tutto sommato non convince. I temi sono lì, appaiono e scompaiono nel giro di un baleno, senza mai venire approfonditi: è come se Kubrick si fosse messo a girare filmini in casa anziché fare un film. Ha la decenza di non sbrodolare in un lieto fine a tutto tondo, ma il suo realismo accanito, la sua impietosa voglia di raccontare le cose come finiscono veramente e non come le si vorrebbe far finire nei sogni di Hollywood e dell'America tutta, non sono ai livelli che conosciamo. 

Provaci ancora, Alejandro. 

Voto complessivo: 6,5

 

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