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Foto dalla Cina – parte 4

12 Settembre 2008 Commenti chiusi

 

La Crociera sullo Yangze

Yangze River 长江 - 25.07.2008 - La crociera sullo Yangze è una tappa fondamentale di almeno uno dei vostri viaggi in Cina: vi rilasserete, vi godrete lo spettacolo e... vi dovrete alzare alle 5.30 di mattina dato il casino che fanno i vostri compagni di viaggio cinesi per andare a visitare la prima delle tante gite di ogni giorno. E il peggio sarà che senza un briciolo di colazione vi toccherà farvi delle scalinate di questo tipo: io sto prendendo fiato mentre Blanca affronta coraggiosamente la nostra comune malasorte!Yangze River 长江 - 25.07.2008 - E' anche giusto dire che nonostante le levatacce il fiume è uno spettacolo decisamente suggestivo.Mingshan 名山 - 25.07.2008 - Di fronte alla Città dei Fantasmi, poche ore dopo la partenza da Chongqing, sorge il Monte Ming, sopra il quale si ergono da secoli gli edifici di templi e pagode. Molte delle cose che vedrete sono molto più recenti di così, ma almeno sono ricostruite con l'intenzione di mostrare un pezzo caratteristico di ciò in cui i cinesi credono da sempre. In questo caso il dettaglio è un'alabarda in pietra che dovrebbe riprodurre quella del mitico Guan Yu.Qinglong Waterfalls 青龙瀑布 - 25.07.2008 - Le cascate di Qinglong sono spacciate come le più alte di tutta l'Asia, ma in realtà le Qinglong più alte di tutta l'Asia sono altrove e non vicino allo Yangze. Queste cascate in ogni caso sono molto belle e valgono la pena di una visita.Qinglong Waterfalls 青龙瀑布 - 25.07.2008 - Le cascate di Qinglong sono spacciate come le più alte di tutta l'Asia, ma in realtà le Qinglong più alte di tutta l'Asia sono altrove e non vicino allo Yangze. Queste cascate in ogni caso sono molto belle e valgono la pena di una visita.Baidishi 白帝市 - 26.07.2008 - La città del re bianco non è una gita imperdibile, ma questo scorcio era molto bello.

Yangze River 长江 - 26.07.2008 - Le anse dello Yangze mentre entra nelle Tre Gole sono uno spettacolo che non dovrebbe mancare in un viaggio in Cina.Xiaosanxia 小三峡 - 26.07.2008 - Nel corso del penultimo giorno di crociera sullo Yangze, proprio in mezzo alle tre gole, avrete la possibilità di inoltrarvi su un affluente del grande fiume, in quelle che i cinesi chiamano le Piccole Tre Gole. Lo spettacolo è ancora più suggestivo perché le strettoie del letto fluviale rendono ancora più impervie le montagne circostanti. Alla fine delle Piccole Tre Gole vi trasferirete su barche ancora più piccole per esplorare le Mini Tre Gole (小小三峡) che in cinese sembrano un gioco di parole, ma che valgono la pena.Yangze River 长江 - 26.07.2008 - Le anse dello Yangze mentre entra nelle Tre Gole sono uno spettacolo che non dovrebbe mancare in un viaggio in Cina.Xiaosanxia 小三峡 - 26.07.2008 - Nel corso del penultimo giorno di crociera sullo Yangze, proprio in mezzo alle tre gole, avrete la possibilità di inoltrarvi su un affluente del grande fiume, in quelle che i cinesi chiamano le Piccole Tre Gole. Lo spettacolo è ancora più suggestivo perché le strettoie del letto fluviale rendono ancora più impervie le montagne circostanti. Alla fine delle Piccole Tre Gole vi trasferirete su barche ancora più piccole per esplorare le Mini Tre Gole (小小三峡) che in cinese sembrano un gioco di parole, ma che valgono la pena.Yangze River 长江 - 26.07.2008 - Le anse dello Yangze mentre entra nelle Tre Gole sono uno spettacolo che non dovrebbe mancare in un viaggio in Cina.Yangze River 长江 - 27.07.2008 - C'è da notare che i chinai con il bambù riescono a fare cose incredibili!

La Grande Diga delle Tre Gole 三峡大坝 - 27.07.2008 - La Grande Diga è impressionante, ma meno di quanto uno si aspetti, soprattutto considerato la grande propaganda che si spende per dipingerla come un mostro modello vajont-appena-prima-che-accadesse-il-disastro. Ovviamente è un'opera controversa, ovviamente non è simpatico spostare 2 milioni di persone e sommergere una buona metà delle montagne circostanti, ma se io fossi un Governo che deve provvedere al fabbisogno energetico di un miliardo e mezzo di persone in costante crescita penso che non mi farei nessun problema a fare quello che ha fatto il Governo chinao. Devo ammettere che è stato un shock rifletterci, ma non ho raggiunto altre conclusioni.La Grande Diga delle Tre Gole 三峡大坝 - 27.07.2008 - La Grande Diga è impressionante, ma meno di quanto uno si aspetti, soprattutto considerato la grande propaganda che si spende per dipingerla come un mostro modello vajont-appena-prima-che-accadesse-il-disastro. Ovviamente è un'opera controversa, ovviamente non è simpatico spostare 2 milioni di persone e sommergere una buona metà delle montagne circostanti, ma se io fossi un Governo che deve provvedere al fabbisogno energetico di un miliardo e mezzo di persone in costante crescita penso che non mi farei nessun problema a fare quello che ha fatto il Governo chinao. Devo ammettere che è stato un shock rifletterci, ma non ho raggiunto altre conclusioni.Yangze River 长江 - 27.07.2008 - Devo ammettere che questa immagine è l'ultimo fotogramma che mi rimane nella testa dello Yangze, impetuoso e immenso, appena prima della Diga.Yichang 宜昌 - 27.07.2008 - Questa pischella ha passato tutto il viaggio alla Diga e poi verso Yichang a fare le boccacce e giocare con me e con un ragazzo australiano con cui io e blanca abbiamo trascorso il tempo della crociera. Era invasata dai Nasi Lunghi e meritava un po' di notorietà :)

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Venezia a Milano, tre e quattro: il dubbio

10 Settembre 2008 1 commento

 

Vedere il nuovo montaggio di un film girato nel 1963 che dice già molto, se non quasi tutto, contribuisce a coltivare la sensazione che i tempi in cui viviamo siano cupi e stupidi, più che oscuri. La Rabbia in questa versione epurata dello sciocco bipartizanismo pseudogiornalistico e cerchiobottista della sua costretta versione originale (in cui al lavoro di Pier Paolo Pasolini si affiancò quello del modestissimo destroide Guareschi) è un bellissimo lavoro di restauro politico. I miei complimenti vanno ovviamente all’amico Fabio Bianchini che ha curato il montaggio della "nuova" prima parte del film, scritta a partire dalle bozze di PPP, e al regista Giuseppe Bertolucci, che al contrario di Fabio forse non se ne farà nulla della mia opinione. La definizione esatta per questo film è: profetico. E la porzione finale "Aria del Tempo" è difficile dire se si riferisca agli anni 60 in cui PPP viveva, o alla sua lucida visione di un futuro in cui viviamo noi. Voto: 8.

Il dubbio è confermato dal secondo film della giornata (a dire il vero mi sono arreso a metà), Below Sea Level di Gianfranco Rosi, un documentario abbastanza scarso in termini di qualità, che non dice nulla, non racconta niente di che, e soprattutto lo fa in maniera del tutto non-interessante. La parte migliore è la barzelletta raccontata da uno dei poveracci intervistati e qualche gag. Ci vuol di più per essere profondi. Voto: 5

In un giorno diverso sono andato a vedere il rinfrescante film dei Coen, Burn Before Reading: evidentemente non è poi così difficile fare un film piacevole, sagace, ironico e divertente. Saranno anche aiutati da fama, soldi e un cast eccezionale, ma non saranno certo senza meriti. In Italia dubito che personaggi come loro troverebbero spazio. Voto: 7,5.

A seguire un film a cui darò un voto strano, Une Nuit de Chien, dato che è difficile giudicareil surrealismo kafkiano inserito in una specie di piece teatrale scarsa su pellicola. Voto: N/A. Avrei poi dovuto vedere La Fabbrica dei Tedeschi, di Mimmo Calopresti, sulla tragedia della Thyssen-Krupp: la verità è che non me la sento, il solo pensiero di rivivere quella vicenda mi arrotola lo stomaco come non mi accadeva dal tempo in cui portavo in giro il film sul massacro a Puente Pueyrredon e sull’omicidio di Dario in Argentina. Non saprei come spiegarlo meglio, ma anche nel mio infinito cinismo, quella della Thyssen è una storia che mi gela il sangue nelle vene e che scuote il mio cervello come una granata, e guardandomi allo specchio sento di non voler essere invaso dalle sensazioni che essa mi scatena. 

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Foto dalla Cina – parte 3

10 Settembre 2008 1 commento

 

Chongqing 重庆

Chongqing 重庆 - 23.07.2008 - Uno dei panorami più comuni dei saliscendi della città sullo Yangze: gente che porta carichi immani su per un pendio. Con che coraggio poi tu ti ritrovi a vederlo passare mangiando comodamente seduto?Chongqing 重庆 - 23.07.2008 - Chongqing è il posto ideale dove catturare immagini quotidiane. Il sole è ovunque e la gente pure, percui basta settare la macchina e scattare, scattare, scattare...Chongqing 重庆 - 23.07.2008 - Chongqing è una città stretta tra due fiumi enormi, tutta gradini salite e discese. Ricorda un po' Genova e un po' una città di montagna e lago. Salendo una ripida scalinata in centro e girando potreste ritrovarvi in mezzo a un cortile, senza sapere se avete messo piede in casa di qualcuno oppure no.Chongqing 重庆 - 23.07.2008 - Il Tempio degli Arhat è uno dei luoghi più caratteristici di Chongqing, incastrato tra palazzoni, case di nuova costruzione e negozi, non riesce a perdere nulla del suo fascino. Anzi forse questa sua collocazione giustapposto alla modernità lo rende ancora più interessante da vedere.Chongqing 重庆 - 23.07.2008 - Il Tempio degli Arhat è uno dei luoghi più caratteristici di Chongqing, incastrato tra palazzoni, case di nuova costruzione e negozi, non riesce a perdere nulla del suo fascino. Anzi forse questa sua collocazione giustapposto alla modernità lo rende ancora più interessante da vedere.Chongqing 重庆 - 23.07.2008 - Il Tempio degli Arhat è uno dei luoghi più caratteristici di Chongqing, incastrato tra palazzoni, case di nuova costruzione e negozi, non riesce a perdere nulla del suo fascino. Anzi forse questa sua collocazione giustapposto alla modernità lo rende ancora più interessante da vedere.

 

Dazu 大足

Dazu 大足 - 24.07.2008 - Questo è un piccolo tempio nei dintorni di Dazu. Per arrivare al sito delle sculture da Chongqing è necessario un viaggio in autobus di quasi tre ore: la gita vi occuperà l'intera giornata ma ne varrà certamente la pena. Ne potreste approfittare anche per capire un po' meglio, anche se attraverso i finestrini di un mezzo di trasporto, la vita al di là delle città in Cina.Dazu 大足 - 24.07.2008 - Dazu è uno dei quattro luoghi con sculture buddhiste scolpite nella roccia della montagna ed è decisamente meglio conservato di Longmen, sepolto nella vegetazione e più curato. E la dimensione delle sculture non è meno impressionante che a Longmen: qui potete vedere una tartaruga drago che osserva minacciosa Blanca che entra in una delle grotte più spettacolari e in cui erano vietate le foto ovviamente.Dazu 大足 - 24.07.2008 - Queste sono i tre Buddha più imponenti del complesso... se si intende la dimensione verticale. Come potete notare sono un po' più piccoli di quelli di Longmen, ma sono anche molto meglio tenuti.Dazu 大足 - 24.07.2008 - La ruota della vita come non l'avete mai vista: in questa scultura sei diverse esistenze sono rappresentate attraverso tutte le loro incarnazioni, fino all'Illuminazione. Didattico è dire poco.Dazu 大足 - 24.07.2008 - Il vero pezzo forte del sito di Dazu è ovviamente Il Buddha che Dorme mentre Raggiunge il Nirvana, una scultura lunga 32 metri e alta 5. Alla faccia del pisolino :)Dazu 大足 - 24.07.2008 - La bellezza del sito di Dazu sta nelle composizioni, come quella che vedete qui rappresentare gli inferni, gli dei, i ministri celesti e le varie schiere. L'organizzazione della rappresentazione è molto minuziosa, e i particolari sono veramente bellissimi. Ovviamente una singola foto panoramica non rende appieno quanto la visione da vicino dei dettagli, ma dovrete accontentarvi :)

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Venezia a Milano, due: cose che si lasciano guardare senza opporre resistenza

10 Settembre 2008 1 commento

 

Giornata di film tutto sommato decenti, che si lasciano guardare, senza destare particolari impressioni, forse eccettuato solo il nuovo lavoro di Ozpetek. Cercherò di essere sintetico che sono in ritardo 🙂

Il primo film, Brideshead Revisited, è una grossa produzione, fatta con parecchi soldi e si vede. Questo non basta a fare un film che si erga sopra la media. E’ come un buon coltello che però non riesce ad affondare nel cuore del problema: rimane sospeso in un giudizio morbido e a volte contraddittorio, come se un attacco diretto fosse troppo poco english. Non fraintendetemi, lo si guarda tutto con piacere e si ha la sensazione usciti dal cinema di non aver buttato via i soldi, ma neanche di aver assistito a qualcosa che ha impreziosito la vostra vita. Voto: 6.

Back Soon invece non pretende così tanto come l’inglese: vuole essere una commedia divertente e leggera, e ci riesce, elevandosi sopra la media sia per l’umiltà dell’obiettivo che per alcuni elementi – come i paesaggi incredibili made in Iceland. Per il resto se avete voglia di farvi quattro ghignate è vivamente consigliato. Voto: 6,5.

Arriviamo ai pezzi  forti della giornata, ovvero il nuovo lavoro di Ozpetek e il primo lavoro come regista dello sceneggiatore di Babel e in generale di Inarritu, Arriaga. Devo dire che quello che mi ha impressionato di più è stato il primo: Un Giorno Perfetto è una grandissima reality fiction ambientata a Roma, quello che forse avrei voluto fare – o forse farò ancora – con Concrete, il seguito ideale di Monocromatica con il progetto Blackswift. E’ stato molto criticato per la Roma – e l’Italia – disperata,feroce e decaduta che ritrae nel film: i beneamati critici forse dovrebbero guardarsi intorno un po’ di più e criticare il soggetto del ritratto e non chi vi punta l’obiettivo di una cinepresa. Non prende un voto molto alto per due motivi: Mastrandrea, che io apprezzo e stimo, non è la scelta giusta per il personaggio che interpreta; l’uso del flashback è totalmente incomprensibile, senza il ritmo del finale sarebbe clamoroso. Per chi scassasse le palle, ricordo che il flashback serve per aumentare la tensione, non per diminuirla. Voto: 7,5.

Il film di Arriaga – che per essere onesti è il suo secondo come regista – è un bel film, impressionanteda un punto di vista formale, ma che tutto sommato ti lascia con questa domanda finale: e quindi? Traduco: il film è fatto benissimo, fotografia precisa, interpretazioni ottime, regia di buon livello, musiche ficherrime, sceneggiatura perfetta, ma alla fine della fiera non sembra riuscire ad aggredire un punto di vista, lasciando chi si gode il film con l’inquietante dubbio che il film non dica nulla di più della trama. Nei film fatti con Inarritu forse questo limite era colmato dal regista o dalla collaborazione tra i due, fatto sta che questo The Burning Plain rimane un po’ monco. Nonostante questo è un gran film, intendiamoci. Voto: 7.

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Venezia a Milano, uno: ottimi antipasti

8 Settembre 2008 Commenti chiusi

 

E anche per il 2008 Venezia sbarca a Milano con l’abituale rassegna. Devo ammettere che fatico un po’ a comprendere i ragazzi che l’organizzano che nel corso dell’ultimo anno hanno preso più granchi che altro (contrariamente alle mie precedenti esperienze). Ad esempio per questa rassegna – che include anche Locarno – hanno selezionato 50-60 film: passi che i film che hai sono quelli che ti danno le distribuzioni, ma perché accorciare la rassegna da dieci a otto giorni come l’anno scorso e infine a sette? Perché obbligare la gente a non poter vedere tutto, ma neanche tanto? Mistero. Se poi ci aggiungete che ovviamente il mondo del lavoro cospira contro di me piazzandomi tutti gli appuntamenti solo in questa settimana e lasciando vuota sia la precedente che la successiva, capite la mia vaga preoccupazione. Ad ogni modo, comincio la dissertazione odierna.

Il primo film che ho visto è stato Il Sol dell’Avvenire, di Pannone, documentario che ha scatenato le ire di benpensanti, politici e associazioni delle vittime del  terrorismo. Comprensibilmente e con merito, io dico. Perché il film racconta con le parole degli ormai vecchi protagonisti e senza andare in profondità più di tanto la storia di un gruppetto formatosi tra fuoriusciti del PCI e altri, parte dei cui membri confluiranno poi nell’esperienza delle Brigate Rosse e parte invece nella FIOM e nel PCI/PDS/DS/PD. Sapete perché tutti ne fanno uno scandalo? Perché senza pretendere di spiegare che cosa sono state le BR o che cosa sia oggi la politica, il film dice una cosa molto banale e molto semplice, ma che tutti con forza stanno cercando di cancellare dal buon senso e dalla storia italiana: chi ha scelto all’epoca la lotta armata non era un pazzo mitomane, mostro della porta accanto, ma una persona normale, intelligente, curiosa, convinta di quello che faceva e della propria storia. Il film mostra con semplicità disarmante che "i terroristi" sono persone normali, con il corollario abbastanza lineare che quelle scelte, che ognuno può giudicare per sé stesso, non erano aberrazioni, ma una delle possibili scelte politiche, inserite nella storia politica italiana e non fuori da essa. E’ una realtà scomoda, e per questo molti si sono inalberati, ma se ci fosse più onestà intellettuale in Italia vivremmo meglio, e questo film cerca di dare il suo contributo. Voto: 7,5.

Il secondo film è stato Birdwatchers – La Terra degli Uomini Rossi, di Marco Bechis: il film è uno spaccato della vita e delle lotte dei Guaranì-Kaiowà in Brasile, semplice nudo e crudo, appena appena romanzato per metterne insieme i pezzi. E’ la dimostrazione che non ci vogliono grandi trame o grandi budget per fare un buon film che ti spiega cosa sta avvenendo nel mondo intorno a te. Non mi dilungo perché ne avrete letto sperticate lodi un po’ ovunque, anche se non capivo e non capisco neanche adesso l’aspettativa per il Leone d’Oro che giornalisti e protagonisti del film avevano: è una bella pellicola e forse (vedremo) avrebbe meritato più di the Wrestler, ma sono convinto che durante la rassegna si possano vedere lavori più densi 🙂 Voto: 7.

Il terzo film è un mio classico: più li guardo più i film turchi mi piacciono. A sto giro si tratta di The Market – Una piccola storia del commercio, di Ben Hopkins, meritatissimo premio per il miglior attore a Locarno. E’ una commedia leggera e umana, che scorre leggera e ti trascina nelle sue pieghe. Cinema vero senza tanti trucchetti. Voto: 6,5.

Ultimo film della giornata è Choke, tratto dall’omonimo libro di Chuck Palahniuk, di cui riesce a trasporre il registro ovviamente scorciando la trama. Il libro è divertente e sagace come Palahniuk sa essere e anche in sala il tempo vola via: Anjelica Houston supera sé stessa e meriterrebe più premi di quanto non abbia raccolto in carriera; Sam Rockwell, già indimenticabile Zaphod Beeblebrox, e Kelly MacDonald – conturbante – sono perfetti nel ruolo di psicopatici, e ti agganciano come se fossero tuo amici di lunga data. Notevole. Voto: 7.

 

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Foto dalla Cina – parte 2

8 Settembre 2008 3 commenti

 

Tanto per lasciarvi qualcosa da fare in giornata le foto da Luoyang, Longmen e Xi’an (inclusi i dintorni!)

Luoyang 洛阳 e dintorni

Treno per Luoyang 去洛阳的火车 - 15.07.2008 - Il viaggio in treno tra Kaifeng e Luoyang dura tre ore: non sono molte da fare seduti in seconda classe insieme a tutti i chinai, ma in piedi come abbiamo fatto noi sono piuttosto lunghe, anche se la curiosità dei chinai nei confronti degli alieni dai nasi lunghi aiutano a passare il tempo, soprattutto se uno di questi parla un pochino di cinese :) Notate il sistema di condizionamento in assenza dei veri condizionatori che ci sono nei treni migliori: ventilatori imbullonati al soffitto. Da notare che anche sugli autobus funziona uguale, con un ventilatore solo sopra il guidatore :)Longmen 龙门 - 16.07.2008 - Le Grotte di Longmen sono uno dei quattro siti in Cina dove potrete osservare gigantesche sculture buddhiste scavate direttamente nella montagna. Gli altri luoghi sono Dazu, nei pressi di Chongqing, che abbiamo visitato, e poi le grotte nei pressi di Datong e di Chengdu, che invece abbiamo mancato. Questa è una prima vista di insieme di uno dei blocchi di nicchie scavati nella montagna che corre lungo il fiume che attraversa la città di Luoyang (capitale di diverse dinastie tra cui quella degli Han Orientali nel primo e secondo secolo d.C.)Longmen 龙门 - 16.07.2008 - Nella foto vedete le sculture della sala principale, imponenti nei loro circa dieci metri. Purtroppo non abbiamo potuto vedere le grotte di notte dato che è evidente un sistema di illuminazione impressionante.Longmen 龙门 - 16.07.2008 - Dall'altra parte del fiume l'impressionante lavoro di scultura della parete di roccia è più apprezzabile. Come direbbe un mio amico avvocato: culi immani!Luoyang 洛阳 - 16.07.2008 - Il Tempio di Guanlin tra Luoyang e le Grotte di Longmen è il luogo dove la leggenda vuole che sia sepolto Guan Yu, uno degli eroi del romanzo I Tre Regni. Per un fanatico di fantasy come me era una tappa obbligata. Questa decorazione in ceramica in realtà rappresenta uno degli altri classici cinesi (Viaggio in Occidente), come chi ha riconosciuto l'aspetto scimmiesco della figurina potrebbe aver intuito.

Songshan - 17.07.2008 - Questa decorazione all'Accademia mi è rimasta impressa per il tono verde di tutta la foto, in cui le ceramiche vetrificate del tempio si confondono con gli alberi che lo circondano.Songshan - 17.07.2008 - Questo scorcio dell'Accademia di Songshan mostra chiaramente perché è un posto molto più godibile della commercialissima Shaolin. Un po' di magia arriva anche a voi?Songshan - 17.07.2008 - Altre decorazioni dell'Accademia di Songshan: pregevole il misto di colori della ceramica dipinta e vetrificata.Songshan - 17.07.2008 - Anche le rane sono animali che godono dell'apprezzamento dei chinai, che le ritengono portare fortuna e benessere.Shaolin 少林 - 17.07.2008 - L'unico luogo ancora dotato di una certa autenticità e magia in tutto il tempio di Shaolin è la Foresta delle Pagode, in cui per ogni monaco importante per il tempio è stata costruita una pagoda in pietra di 4-6-8 metri. C'è anche una Pagoda dedicata a tutti i monaci che non sono ricordati da una singola pagoda, la cosiddetta Pagoda dei Comuni. Se c'è un posto per cui vale la pena la visita a Shaolin, è questo.Songshan - 17.07.2008 - Il terzo giorno in cui siamo rimasti a Luoyang pioveva a dirotto e abbiamo deciso che non avevamo veramente voglia di spararci un viaggio incerto fino a Dengfeng alla ricerca di un improbabile ingresso in quella che è la vera maggiore scuola di Kung Fu della regione. Ci siamo allora accodati alla gita organizzata per Shaolin, sicuri della delusione, ma rasserenati quando abbiamo scoperto che passava anche dall'Accademia di Songshan, un luogo a pochi chilometri dal famoso tempio e dal clima molto più mistico e meditativo. In particolare qui potete notare un cipresso famoso per essere uno dei più antichi di tutta la Cina: 4500 ANNI!

Xi’an 西安

Xi'an 西安 - 19.07.2008 - Le prime file dell'esercito di terracotta sono quelle che si possono apprezzare meglio. Dietro di loro le fosse in cui sono stati rinvenuti a pezzi i soldati.Xi'an 西安 - 19.07.2008 - L'esercito di terracotta è ovviamente una delle attrazioni principali dei dintorni di Xi'an. E' francamente impressionante, e immaginarlo come doveva essere appena prima di essere seppellito con l'Imperatore Qin Shi Huangdi, con ogni viso e ogni uniforme colorata e dipinta nei minimi dettagli, è un esercizio di fantasia non indifferente. Considerate che quello che vedete è solo il corpo di guardia funerario della città, dato che la tomba dell'Imperatore vera e propria, e tutto ciò che vi era seppellito insieme, non sono ancora stati rinvenuti.Xi'an 西安 - 19.07.2008 - Intorno alle aree dove sono stati ritrovati i soldati di terracotta, il governo ha costruito un immenso hangar, sotto la cui volta gli scavi continuano mentre le persone possono osservarne i risultati. Questo è un colpo d'occhio del sito dell'Esercito di Terracotta.Xi'an 西安 - 21.07.2008 - Questa finestra di una casa popolare cinese è l'emblema di quello che accade in Cina oggi. Mao è sullo sfondo, un po' sbiadito ma tuttora presente nelle linee che ha dettato per il gigante asiatico e nelle prospettive che i cinesi hanno per il proprio futuro radioso. Se però non si pulisce la polvere da quanto ha detto e fatto il Grande Timoniere, presto potrebbe non essere più così. :)Xi'an 西安 - 20.07.2008 - La gente nelle strade della Cina è la cosa più bella: sono diversi da noi, vivono i luoghi pubblici in maniera diversa, danno peso a cose diverse da noi. Per questo sono affascinanti, e i loro ritratti spiegano perché, o almeno ci provano :)

Xi'an 西安 - 20.07.2008 - La domenica mattina il Tempio degli Otto Immortali, appena fuori dalla porta orientale della cinta muraria antica di Xi'an, viene invaso da un mercatino di antiquariato e cianfrusaglie di ogni tipo. Molte delle cose sono oggettistica priva di valore "antiquario" reale, ma sono lo stesso degli ottimi souvenirs, a patto che siate disposti alla sceneggiata napoletana della contrattazione. Più tardi andate nel pomeriggio, più i prezzi saranno accessibili (e questo vale un po' per tutti i mercatini ambulanti della Cina).Xi'an 西安 - 20.07.2008 - Le due principali pagode di Xi'an, già nota come Chang'an, capitale degli Han Occidentali e di svariate altre dinastie, sono la Pagoda della Piccola Oca e la Pagoda della Grande Oca. Quest'ultima è inserita in un enorme parco tematico sulla dinastia Tang per cui i chinai sono invasati, e al momento è in ristrutturazione. Devo dire che io ho apprezzato di più la Xiao Yan Ta, più antica e meno sfavillante, ma come si può notare da questa foto con un suo fascino e i suoi misteri.Xi'an 西安 - 22.07.2008 - Uno dei luoghi più piacevoli di Xi'an è il distretto musulmano: qui potete vedere girare chinae con il velo e vecchini con cafetano e spelacchiate barbe di cui essere orgogliosi; oppure potete gustarvi i dolci mediorientali, il pane, e la frutta secca di ogni tipo. Il quartiere islamico è abbastanza vicino al centro, a due passi da uno degli ostelli della città, ed è uno spasso, nonché il posto perfetto per mangiare e acquistare qualsiasi cazzata vi venga in mente. Questa è la Grande Moschea: ha un giardino stupendo ed è una piccola oasi di pace in mezzo al tran tran industriosissimo del quartiere che la circonda.Xi'an 西安 - 22.07.2008 - La Grande Moschea del quartiere islamico di Xi'an è un posto piacevolissimo dove passare qualche ora, come potete notare. Non serve molto, solo non fare casino. A proposito, islamico in chinao, contrariamente a quanto vi scrivono nei dizionarietti si dice Qingzhen, ovvero pulito e vero (traduzione letterale ma che mi serve a spiegare come i musulmani chinai abbiano scelto un nome con molta attenzione, e come in cina le parole contino molto).Xi'an 西安 - 21.07.2008 - Nonostante lei non volesse essere fotografata, da buona musulmana, io sono riuscito a strapparle un'immagine di nascosto. Ci ha preparato frittelle buonissime con erbette e aglio, irretito nel ristorante davanti al quale lavora per mangiare un ottimo hot pot anche se fuori c'erano 40 gradi grazie alla sua simpatia... E al tifo di suo figlio per l'Inter: è stata la prima chinaa che alla notizia che ero di Milano ha inneggiato ai nerazzurri e non ai fottuti cugini rossoneri, rincarando la dose il giorno successivo con una dotta discussione sul calciomercato in corso in Italia. Non potevo non amarla! :)Xi'an 西安 - 22.07.2008 - Come ho già avuto modo di spiegare le moschee in Cina non sono altro che normali templi a pagoda con alcuni accorgimenti: uno di questi è la presenza in qualche decorazione della mezzaluna. A Xi'an questa è proprio in cima all'edificio principale della moschea, e si vede meglio che in altre città dove è più camuffata. Oltre a questo nelle altre foto potete notare sia la presenza di altoparlanti per la preghiera, assenti nelle pagode taoiste o buddhiste, e di scritte in lingua araba, che non sono sicuro i chinai di Xi'an capiscano veramente :)

 

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Foto dalla Cina – parte 1

6 Settembre 2008 9 commenti

 

In Cina ho fatto circa 2000 foto. Ho passato le scorse due settimane a spulciarle e cercare di sistemarle al meglio, anche considerato che sono alle prime esperienze con la mia Nikon D50 usata (grazie ppn!). Ne ho selezionate circa 650 che ho salvato in alta qualità, e ne ho ulteriormente selezionate circa 130 da mettere qui sul blog un po’ per volta. Uno dei principali problemi delle foto, al di là dei miei limiti di composizione, è la luce nelle città cinesi, che come a Milano è bianca e piatta: la soluzione è quella di avere foto "annebbiate" oppure costantemente sovraesposte. In alcuni casi mi è riuscito di ovviare alla cosa o sottoesponendo o prendendo un momento particolare della luce, oppure ancora saturando un po’ colori e contrasto nella foto. Quando avevo una vecchia Canon manuale mi ricordo che usavo un filtro sui grigi che mi aveva dato grandi soddisfazioni e penso che potrebbe essere una buona idea, ma a questo riguardo attendo consigli da chi è più bravo di me dietro l’obiettivo. Intanto godetevi la prima serie di foto da Shanghai e Kaifeng.

Shanghai 上海 - 10.07.2008 - Questa è la vista che si gode dall'appartamento in cui abita(va) il mio socio beirut. Era una giornata un po' turbolenta, cosa che ha consentito di apprezzare un cielo un po' mosso, al contrario della solita lastra grigio biancastra. Non si vedono, ma i palazzi in tutta Shanghai sono ricoperti di condizionatori.Shanghai 上海 - 10.07.2008 - Uno scorcio quotidiano a Shanghai, e più in generale in Cina: carretti, negozietti aperti sempre e cibo. Come potete notare la luce è un po' grigia, ma la Cina, come Milano, è afflitta da questo morbo incurabile.Shanghai 上海 - 10.07.2008 - Questa foto vuole mostrare uno degli scorci quotidiani di Shanghai: macchine, bici, gente, tecnologia e cemento. E' uno dei tanti e neanche il più impressionante agglomeranto di centri commerciali della metropoli. In questo caso si occupa di tecnologia ed è dove ho trovato le simpatiche schede SD da 2 Gb a 70 yuan (ovvero 6.5 euro): e chi me le ha vendute deve ringraziare che era il primo giorno che ero in Cina perché con un minimo sforzo si portano via a 50 yuan o anche meno l'una.Shanghai 上海 - 11.07.2008 - Il Giardino del Mandarino a Shanghai è uno dei pochi posti dotati di verde della città di Shanghai, per il resto affogata nel cemento quanto e più di Milano. Solo stando in Cina in estate e provando a visitare altre città con più vegetazione vi accorgerete di quanto la fottuta flora faccia la differenza! Per inciso è uno dei luoghi in cui è ambientato Shanghai Karma, il prossimo romanzo che io e il mio socio stiamo tentando di vedere pubblicato (senza grande successo peraltro, almeno per ora! :)

Shanghai 上海 - 11.07.2008 - I chinai hanno una predilezione per le decorazioni elaborate e fatte nei materiali più assurdi nei posti più visibili. I tetti dei palazzi e delle pagode sono ricolmi di animali mitologici ed ordinari, di guerrieri e personaggi delle leggende popolari, e la mia impressione è che i simboli siano una presenza costante nella geometria urbana e non cinese. In questo caso potete notare un bel dragone marino nel Giardino del Mandarino.Shanghai 上海 - 11.07.2008 - Questo muro decorato si trova nel Giardino del Mandarino. Se non aveste letto altre didascalie, il Giardino è uno dei pochi posti dotati di verde della città di Shanghai, per il resto affogata nel cemento quanto e più di Milano. Solo stando in Cina in estate e provando a visitare altre città con più vegetazione vi accorgerete di quanto la fottuta flora faccia la differenza! :) Shanghai 上海 - 11.07.2008 - Questa foto è stata scattata nella principale via commerciale di Shanghai, che come si può notare non è certo esente dalla costante industriosità chinaa, nonché dalla peculiare caratteristica arrangiona dei true chinai.Suzhou 苏州 - 12.07.2008 - La gita in giornata a Suzhou è stata un po' drammatica: siamo partiti con il Sole e siamo arrivati con l'uragano. Fradici siamo entrati in una tearoom per ripigliarci, incocciando in un'aria condizionata a 0 gradi, con conseguente semi congestione. Quando mi sono ripigliato, anche il tempo stava meglio, e abbiamo passeggiato tutto il giorno per la Venezia cinese, che ormai di Venezia non ha più nulla se non il nomignolo. In ogni caso è un bel posto, soprattutto i negozietti possono riservare molte gradite sorprese.

Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - L'arrivo a Kaifeng alle 6 di mattina è stato un po' traumatico: pioveva gocce microscopiche di acqua, e un numero esiguo di vecchietti pulivano la strada da quelli che sembravano i resti di una festa che avevamo chiaramente perso. Solo a sera ci siamo resi conto che il Mercato Notturno sarebbe stato lì per deliziarci, ma in quell'istante, stanchi dal viaggio insonne e provati dall'umidità, abbiamo solo sperato che chi faceva il turno di notte in reception fosse sveglio.Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Kaifeng è un paesino per gli standard chinai. Per piccola città un chinao intende un posto da 3 a 5 milioni di abitanti. Per grande paese uno da 1 a 2 milioni di abitanti. Kaifeng ne ha 500.000 più o meno, e camminando per le sue strade in parte ancora non asfaltate si ha la sensazione di conoscere meglio la Cina che vive al di fuori dei riflettori: e si scopre che non è poi così distante da quella che si incontra nelle metropoli. Anche qui le strade sono piene di taxi e carretti, i marciapiedi ingombri di gente che spende la sua vita in uno spazio pubblico e comune come quello della strada. Certo i beni che vendono sono più poveri che in molte metropoli, e il loro abbigliamento è più modesto, ma per il resto mostrano la stessa matrice culturale e sociale. Da noi, il senso della vita nelle strade, della colonizzazione del marciapiede e del quartiere si è perso; in Cina no, è vivo, e quotidiano.Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Questa è la vera Cina: chinai in strada, che mangiano cose semplici e chiacchierano di cose di tutti i giorni; stranieri osservati come alieni quali sono. Impagabile.Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Solo recentemente Kaifeng ha iniziato a coccolare le sue attrazioni turistiche. Infatti la Pagoda di Ferro e il suo parco, nonché il Tempio del Primo Ministro sono stati solo recentemente oggetto di ristrutturazione e di preparazione per il grande pubblico (complici i fondi per le Olimpiadi). La Pagoda Po invece è ancora rimasta al margine di questo magna magna, relegata in una zona periferica molto simile alle villas argentine, ma per questo molto autentica. Camminando nelle strade sconnesse e non asfaltate arriverete a muri che vi indicano con caratteri in vernice rossa la pagoda, e non potrete che ammirarne la bellezza semplice e magica. Anche la Pagoda Po, come il resto della Cina, non si è salvata dalla furia iconoclasta della Rivoluzione Culturale, ma i monaci e i fedeli che la usano per pregare stanno lentamente e inesorabilmente ripristinando i diecimila Buddha che ne decorano le pareti di roccia.

Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Nei templi chinai troverete spesso sculture simili a queste. Sono delle sorte di tartarughe primordiali o di draghi tartarughe, che reggono sulla schiena una stele con l'iscrizione della fondazione del tempio o del suo auspicio. D'altronde per i chinai le tartarughe sono simbolo di saggezza e stabilità, animali che sorreggevano il mondo nella remota antichità. E sono pure simpatiche, guardate il muso di questa, come si fa a non apprezzarlo? :)Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Ovunque, sui tetti dei templi, decorazioni di ceramica vetrificata: loro si invasano, ma anche io non ho potuto evitare di fargli otto milioni di foto. Questi esemplari sono abbastanza semplici e senza caratteristiche particolari, ma sono nondimeno belli.Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Le moschee in Cina sono identiche a un qualsiasi altro tempio, e trovare quella di Kaifeng è una discreta impresa, incastrata com'è nelle viuzze del quartiere musulmano. Noi avevamo quasi desistito, ma alla fine ne è valsa la pena. Le moschee cinesi sono tra i luoghi più pacifici che potrete trovare, poco visitate dai turisti e anche dai cinesi, se non al momento del culto. Per individuarle tenete d'occhio i megafoni che servono per la preghiera e la mezzaluna di solito collocata sopra il tetto del tempio al posto di un'altra decorazione. Spesso anche le scritte in arabo aiutano (ma potrebbero essere mendaci e portarvi da tutt'altra parte rispetto a dove volete essere :)Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Uno entra in albergo stanco morto, si fa una doccia, tempo mezz'ora riesce e dove non vi era nulla ecco apparire il Mercato Notturno. Se siete in Cina, non dovete perdervelo!

Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Il Mercato Notturno di Kaifeng è stata una delle sorprese più piacevoli di tutto il viaggio. Una volta usciti dall'albergo per cercare del cibo, ci siamo imbattuti in una pletora di bancarelle uscite da non si sa bene dove che ci offrivano ogni ben di Dio. Nella foto potete apprezzare la verve spiedinatoria dei chinai: se si può infilare in uno stecchino, state pur certi che in Cina ve lo servono alla griglia :)Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Di giorno questo incrocio è pieno di auto e di pischelli che attraversano per andare nei negozi delle grandi catene commerciali simil-americane delle vie principali del centro; di sera diventa una sorta di quotidiana fiera di paese, il Mercato Notturno della Via della Torre del Tamburo (Gulou Jie Yeshi)Kaifeng 开封 - 14.07.2008 - Seduti al tavolo di fianco a questa coppietta di giovani chinai, io e blanca ci siamo sfondati di guotie (ravioli alla piastra) fatti al momento sulla bancarella, anguria, spaghetti saltati e uno strano dattero cinese della famiglia dei lichis ma molto più dolci.Kaifeng 开封 - 15.07.2008 - Come vedete anche la Pagoda di Ferro non è esente dalle decorazioni in ceramica vetrificata. In questo particolare uno dei tanti demoni che si suppone servissero a cacciare gli spiriti maligni. Per la Pagoda non deve essere stato uno scherzo, dato che è sopravvissuta a svariati terremoti senza fare una piega.Kaifeng 开封 - 15.07.2008 - La Pagoda di Ferro (tieta) non si chiama così perché è costruita di tale materiale, ma perché le piastrelle di cui è ricoperta le danno un colore simile a quello del metallo brunito. Intorno alla Pagoda è stato costruito un bel parco con tanto di laghetto con pedalò a forma di cigno dal pacchianissimo nome turistico di "love boats". A parte le trashate il posto è bello e la Pagoda vale una visita.

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Le brutte notizie non vengono mai sole

4 Settembre 2008 9 commenti

 

Come ripromessomi vedo di parlare anche di altro che non sia la Beneamata, anche se tragicamente in questo post in qualche modo i nerazzurri (intesi come alcuni dei gruppi ultras della Nord) sono i negativi protagonisti. Infatti in Italia di cose allegre, positive e costruttive da raccontare ce n’è ben poche, immersi nella palude del qualunquismo e dell’individualismo peggio delle versioni più cupe degli anni Ottanta. L’Italia è ferma e stagnante, la gente vive al di sopra delle proprie possibilità, tappandosi le orecchie e gli occhi quando va bene, contribuendo attivamente alla caduta nell’abisso quando va male. La gente, perché non c’è un altro termine più nobile per definire le masse che animano le strade e le città italiane in questo momento, vuole colpevoli del proprio disagio, vuole puntare il dito, vuole spingere il proprio dito nell’occhio di qualcuno, vuole colmare con l’odio il senso di inadeguatezza e di sfiga che percepiscono avviluppare il paese. E hanno scelto di conseguenza. Il mio cinismo e il mio approccio etico nichilista mi fa dire "muoiano sotto le macerie che creano", se non che ci sono anche io e non riesco del tutto a rassegnarmi. Così, mentre distruggono a suon di decreti legge quanto costruito (nel bene e nel male) in anni di pseudo welfare e pseudo interesse pubblico, i commentatori si occupano costantemente delle questioni accessorie: nella scuola ad esempio il problema sarà il voto in condotta (sti cazzi) o l’aggressione diretta e senza mezzi termini al tempo pieno e al valore formativo dell’unica parte di scuola italiana che funzionava (le elementari)? Sarà che si cerca sempre più una scuola buona per i ricchi e terribile per i poveri, oppure no? Invece tutti a parlare di sto cazzo di voto in condotta, come se d’incanto risolvesse o meno la scarsa penetrazione della capacità educativa nelle famiglie (perché il problema è lì mica a scuola). 

Arriviamo al tema del post, perché la peggiore notizia della settimana a Milano (se non del mese) è la prossima inaugurazione di Cuore Nero. Per chi non lo sapesse, il circolo culturale dal simpaticissimo nome sarà il punto di ritrovo dei naziskin di tutta la regione, soprattutto di quelli legati alle curve di estrema destra (i protagonisti sono personaggi legati agli Irriducibili dell’Inter, ma non solo loro considerato che il tutto è fatto con i soldi dell’ex cassiere dei NAR, Lino Guaglianone, candidato da AN alle passate elezioni locali). Fin qui in sé sarebbe già una pessima notizia, ma la realtà è sempre peggiore degli incubi, e quindi sarebbe giusto far notare che questo simpatico ritrovo di nostalgici aprirà a 150 metri dalla Cascina Autogestita Torchiera, ampliando il negozio di simpatiche magliette di uno dei militanti del gruppo in un baretto di dubbia frequentazione. Un anno fa più o meno  i loschi figuri stavano per inaugurarlo a 50 metri dalla Cascina, è vero, ma purtroppo pochi giorni prima del lancio qualche benemerito cittadino diede fuoco ai locali rendendo impossibile l’inizio dell’avventura hitleriana. Purtroppo pare difficile che si ripeta il miracolo e nessuno in città si pone il problema di mettere un bel covo di accoltellatori di fianco al luogo in cui le loro vittime preferite si recano ogni giorno. 

Ora, fatto salvo che un posto ai topi di fogna non dovrebbe esistere per svariati motivi che non starò a elencare, ma che sono scritti nei libri di storia e nella Costituzione (unico libro di legge che rispetto, ragione per cui non ne cito altri che pur sarebbero coinvolti), l’idea di aprirlo vicino a uno spazio sociale è buffa e particolare, come anche il fatto che nessuno abbia pensato di dissuaderli, con le buone o con le cattive – e parlo ad esempio dei simpatici omini in divisa, che forse hanno troppo poco lavoro per le mani ultimamente e hanno pensato di  procurarsi un fertile passatempo sulla pelle di qualcun altro: non ci voleva molto a consigliarli nello scegliere un altro territorio no? Ma forse le strategie di prevenzione dei disastri non sono la specialità delle istituzioni italiane e quindi dovremo accontentarci. Come al solito toccherà alle persone difendere la propria libertà di muoversi e di agire dai modi e dalle idee che la storia avrebbe dovuto seppellire con più decisione di quanto non abbia fatto. 

Lo scrivo così nessuno poi potrà recriminare: la responsabilità di ogni macello che succederà è di chi ha scelto di aprire Cuore Nero, di aprirlo in un certo luogo con un certo fine, e di chi lo sta consentendo facendo finta che non abbia alcun effetto su quanto di peggio la città di Milano ha già da offrire. D’altronde dimenticavo che la cosa importante è cancellare un graffito di amore e memoria fatto su una parete di 20 metri di un’area semiabbandonata in una via priva di qualsiasi decoro e cura urbana: questo sì che è il pugno duro contro i violenti e i teppisti. Di fronte a tanta solerzia dell’amministrazione cittadina bisogna essere orgogliosi, dato che il sillogismo è spontaneo: se le autorità non si preoccupano di un circolo di nazisti, vuol dire che non sono pericolosi o problematici, no?

Appuntamento dalle 15.00 in Cascina Torchiera sabato 6 settembre 2008. Ah, dimenticavo, non c’è il campionato sto week end quindi indovinate tutti i dementi che popolano gli stadi del Nord Italia dove saranno? Su, alzate il culo e sostenete la Cascina (parafrasando i CCCP). 

Alle volte dice culo

30 Agosto 2008 10 commenti

 

L’Inter vista in campo a Marassi nella prima giornata di campionato è parente molto lontana da quella vista nel match di Supercoppa contro la Roma: se nella gara vinta ai rigori il primo tempo era sembrato potentissimo e la ripresa più "controllata", a Genova il pallino del match dal 30esimo del primo tempo lo prendono i blucerchiati, mentre i ragazzi non riescono a trovare ritmi e geometrie giuste. Il pareggio che ne esce è un risultato fin generoso nei confronti di un’Inter molto lontana dai desideri dei tifosi e anche dell’allenatore: avremo tirato in porta tre volte di cui una dopo controllo di braccio da parte di Ibra, mentre la Samp ha rischiato il raddoppio con Cassano e con un gran tiro da fuori area. C’è da ringraziare Totonno per aver sprecato il primo match point e Julio per i riflessi di reni. 

Gli automatismi dietro e a centrocampo tutto sommato funzionano e il problema non è certo lì nonostante la formazione rimaneggiata: Maicon e Maxwel sono delle certezze, e Cambiasso come centrale è una certezza, mentre Matrix fa una ottima partita di rientro. A centrocampo Deki, Muntari e Zanetti fanno una decentissima partita, anche se il neoacquisto è meno brillante rispetto alla partita contro la Roma, e soprattutto assaggia subito il metro di giudizio per i cartellini italiani. Il vero problema è davanti, dove le geometrie non riescono a vedersi e gli attaccanti nerazzurri non si trovano: Figo è veramente inguardabile, e Mancini non ha ancora azzeccato un pallone; Ibra da solo fa tutto quello che può e deve, e chi è entrato nel secondo tempo non ha migliorato la situazione. Balotelli è entrato con poca voglia e poca verve, cosa ingiustificabile per un ragazzo di 18 anni, e che sicuramente gli frutterà una bella lavata di capo da parte di Mourinho; Jimenez si conferma il giocatore più lento del mondo, qualcuno gli prescriva un velocizzatore di neuroni; Crespo ha inciso ben poco, ma non è che potesse fare molto se non viene rifornito di palloni. 

Certo parte del merito va dato anche alla Samp che ha fatto una gran partita, ma l’Inter quando esprime al meglio sé stessa non poteva certo vivere i doriani come un problema.  La cosa più preoccupante è l’ingiustificata e miope frenata di Moratti sull’arrivo di Quaresma che sembrava già fatto, e che spero sia solo formale e non sostanziale: certo Mustang è una scommessa, che potrebbe essere un pacco come altre scommesse, ma è una scommessa che Mourinho ha chiesto di fare, e che chiunque sano di mente gli darebbe la responsabilità di andare a verificare. Con tutti i soldi spesi da Moratti a caso, fare il pulciaro per uno dei due giocatori che il tuo nuovo stimatissimo allenatore ha richiesto dopo aver paccato sul primo è francamente incomprensibile (almeno per chi ha stima del Presidente, tra cui non posso essere annoverato). Speriamo prevalga qualcuno con più cervello in società. 

 

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Il resto della notte

27 Agosto 2008 5 commenti

Ieri io e blanca siamo andati a vedere uno dei film che non avevamo visto durante la rassegna milanese su Cannes, Il Resto della Notte, di Francesco Munzi. Il nostro amico Claudio l’ha molto apprezzato e viste le ultime inattese convergenze con i suoi gusti ci avevo quasi creduto anche io: purtroppo sono stato smentito. Il film è ben fatto, ma in sostanza lo trovo una reality fiction di destra, con appena appena una verve debole antirazzista almeno nella prima parte, un inno alla resa nei confronti della paura e della ferocia. 

Vedere il film, come leggere l’ultimo fumetto del maestro Miguel Angel Martin, mi ha fatto pensare alle nostre ultime fatiche blackswiftiane. Io e il mio socio abbiamo in canna pronti alla prima stesura due lavori: il suo Shanghai Karma, già ottimo e per quanto mi riguarda solo in attesa di un editore oppure della nostra decisione di pubblicarlo online e sticazzi, inquadrato su temi molto interessanti e su un setting che offre ampi spazi per discussioni e ragionamenti (ovviamente 中国); il mio Concrete, il seguito ideale di Monocromatica, il cui tema centrale è la ferocia (come nel film e nel fumetto), ma che alla stesura attuale è assolutamente inadeguato e monco, nonché poco convincente. Oltre a tutto questo abbiamo in mente almeno tre altri lavori che devono essere affrontati nei prossimi mesi, sempre che ce la facciamo. 

I problemi principali per ora sono di varia natura: da un lato c’è una scelta editoriale da fare, ovvero visto che la Colorado Noir che ci aveva offerto spazio è temporaneamente (ma mi sa mica tanto) ferma, se vogliamo cercare altri editori cartacei e quali? Fare una autoproduzione? Cercare spazio in una piccola casa? Tentare la strada della stampa digitale e basta? Ovviamente ci piacerebbe una soluzione mista che collegasse una pubblicazione e soprattutto una decente distribuzione con un percorso online di approfondimento: il modello Manituana non può essere ignorato come sforzo e come prospettiva, anche se Wu Ming prendono il loro lavoro di scrittori più seriamente di noi (e ne hanno ben donde! 🙂 

Sul tavolo poi ci sono altri temi: come autori dobbiamo crescere, dobbiamo capire se riusciamo a lavorare seriamente e razionalmente su un testo, diversamente dall’impulsività con cui abbiamo affrontato tutto il progetto finora, altrimenti destinato a rimanere in un forse colpevole ma comprensibile semidilettantismo. Non vuol dire prendersi sul serio, che quello è più un errore per noi che una risorsa, ma vuol dire metterci un serio impegno. Non so se la differenza è palpabile. 

Ma tornando al film quello che mi ha indotto a pensare è che se da un lato il tema che a più riprese affrontiamo è centrale – quello della crudeltà e della ferocia, della sua pervasività e delle vie d’uscita – dall’altro il suo sviluppo è rischioso, la reality fiction tocca il cuore dell’interpretazione della realtà che ci circonda ed è un attimo scivolare in direzioni che non mi interessano e che non mi rappresentano. Il fumetto del maestro per esempio pende troppo verso un forse un po’ speranzoso movimentismo che io non riesco più a valutare come una opzione credibile, mentre il film scivola quasi istantaneamente in un facile conformismo un po’ qualunquista, in cui la soluzione è arrendersi al gioco delle parti. Incitare la gente ad ammazzarsi non è veramente una cosa di cui c’è bisogno, ci pensa già da sola, mi pare. Poi forse ho male interpretato io, ma forse anche Munzi non è mica riuscito a scrollare questo scivolone dalla pellicola. 

Questi sono un po’ di pensieri in libertà, che spero potranno sollecitare anche un po’ di discussione anche qui sul blog, mentre aspetto che il socio rientri in Italia e che troviamo il tempo per vederci e pianificare seriamente un po’ di ragionamenti e un po’ di prospettive. Tanto per non lasciarvi in balia dei nerazzurri… 🙂

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