Senza vergogna… e senza parole
Stamattina sento la rassegna stampa a radio pop, un po’ distrattamente come al solito. Poi arriva nella mazzetta Il Giornale e sento leggere il suo editoriale. Mi fermo. Ci penso. Se volete un esempio di quello che si può perfettamente definire manipolazione intellettuale e disinformazione, se volete capire perché l’Italia è conciata come è conciata, provate a leggere questo manifesto pubblicato proprio oggi sulle pagine del giornale di Berlusconi. La quantità di ignoranza, di malafede e di stupidità concentrate in queste righe dovrebbero essere incluse in un manuale di storia che spieghi come Silvio e i suoi discepoli siano riusciti a far credere alle peggiori assurdità milioni di persone, anzi peggio, a far loro interiorizzare qualsiasi stronzata servisse i loro fini. Allucinante.
Fonte: Il Giornale online
PS: spero che nessuno che legge questo blog abbia bisogno che gli spieghi che il surriscaldamento del pianeta non c’entra nulla con l’eventuale verificarsi di ordinari o meno fenomeni metereologici. E’ come dire – tanto per citare sempre gli stessi – che "se uno ha la pelle nera è sicuramente un delinquente". Due fatti accostati a caso, per provare una tesi senza alcun fondamento. Si chiama mass consensus. Che schifo. I grassetti nell’articolo sono miei, ma solo quelli.
E lo chiamano surriscaldamento del pianeta
Il
pianeta è sotto zero eppure i professionisti del catastrofismo
continuano a invocare l’effetto serra. Non sono capaci di arrendersi
all’evidenza: la natura fa quello che vuole, non quello che decidiamo
noi
Conservate i giornali di oggi. Teneteli lì, per la prossima volta.
Teneteli per il primo che parla di surriscaldamento della terra. Meno
13, meno 24, meno 7. La neve, visto quanta? Il gelo, visto che roba?
Qui si muore di freddo. Global cold, global cooling, global chilling:
lo chiamino come vogliono, resta che qui di anormale c’è la temperatura
al ribasso. Sappiamo che a Copenaghen, nei giorni scorsi, hanno perso
tempo: l’accordo sulle emissioni da limitare e fermare, i bisticci sul
nulla, le passerelle, le bocche riempite di grandi parole sul buco
dell’ozono.
Magari qui adesso avessimo un termosifone per crearcelo da soli un
bell’effetto serra.
La realtà fa a pugni con l’idealismo. Ci raccontano un sacco di cose
sui danni che stiamo facendo, però poi ogni anno ci ritroviamo
congelati come sempre, più di sempre. Al freddo e al gelo, e va bene
che è in linea col Natale, però ne avrebbero fatto tutti a meno in
questi giorni. Qui sul pianeta ghiacciato andrebbe bene una stufa a
petrolio o a carbone, o a qualunque combustibile inquinante. Altro che
energia da sole, vento e acqua: serve qualcosa subito, qualunque sia.
Congelare è innaturale quanto soffrire per il caldo. Fa male lo stesso,
fa morire di più. Ottanta morti in Europa in queste ultime ore. Sono
pochi? È una cosa da civiltà evoluta? È una invenzione delle
multinazionali che vogliono far bollire il globo?
La verità banale e angosciosamente semplice è che la natura fa quello
che vuole: ti dà la neve e poi il giorno dopo la fa sciogliere con il
sole o con la pioggia. È successo in ogni era, succederà ancora. Solo
che si sono fissati con questa storia del riscaldamento globale e
adesso ci vogliono convincere che pure il gelo sia colpa del caldo. In
Valtellina ci sono meno trenta: colpa del surriscaldamento che poi fa
raffreddare.
A Rimini fa meno undici? Non è possibile, dev’essere colpa del
surriscaldamento, no? Global warming: due parole inglesi che vanno di
moda perché sono diventate una specie di mantra del politicamente
corretto. «Facciamo qualcosa per il global warming», e tutti
annuiscono. Perché è giusto anche se è sbagliato, è certo anche se non
c’è alcuna prova. Al Gore e i suoi fratelli sono i nuovi paladini del
pianeta, depositari di una verità incontestabile a prescindere.
Chiunque contesti è un buffone, oppure un mentecatto, o magari un
cialtrone, o ancora uno scellerato. Così abbiamo visto finire nel
cestino dossier e documenti firmati da centinaia di scienziati
dissidenti. Scandalo tenuto sottotraccia perché sbugiarda le teorie di
intellettuali e altri scienziati considerati buoni, giusti e amici del
pianeta.
Vogliono riempirci la testa.
Vogliono convincerci senza lasciare spazio anche a una sola teoria
alternativa. Organizzano vertici mondiali come quello di Copenaghen
dove spacciano per successo un fallimento costato milioni e milioni e
che paradossalmente produce più danni al pianeta dello zero virgola
zero zero zero e qualcosa di aumento della temperatura globale. Vedrete
oggi. Vedrete che questa ondata di gelo sarà venduta come la
dimostrazione delle loro teorie sulla cattiveria dell’uomo che
distrugge la terra. Non s’arrendono all’evidenza: tutto il mondo è al
gelo. Noi vediamo le nostre città: Milano, Torino, Venezia, Bologna.
Bianco e solo bianco. Freddo e solo freddo. Ghiaccio e solo ghiaccio.
Poi gli altri. L’America dell’Est sepolta nel peggior inverno degli
ultimi anni: il governatore della Virginia ha dichiarato lo stato di
emergenza, Washington ha chiuso tutto, compresa la Casa Bianca, che se
nessuno la conoscesse, oggi sembrerebbe chiamata così per la neve.
Aeroporti chiusi, treni fermi, strade deserte.
Un pianeta ammantato, sofficemente sotto zero: Francia senza aerei e
treni, con Sarkozy a fare da capo stazione per cercare di far partire
qualche Tgv per miracolo. L’Inghilterra peggio: chiusura degli scali di
Luton e Gatwick, disagi nel colossale Heathrow, centinaia di scuole
sono rimaste chiuse così come moltissimi uffici pubblici. Pure il
tunnel sotto la Manica bloccato. Un casino inenarrabile che vediamo
alla tv e fuori dalla finestra.
È inverno, sai che scoperta. E in inverno il tempo è brutto: se la
temperatura è decente piove, se è indecente nevica. Semplicemente
ovvio. E invece no, perché a complicarci la vita c’è il falso mito del
riscaldamento globale che s’è meritato persino il Nobel per la pace del
2008. Avrebbero dovuto restituirlo quel premio i signori che l’hanno
vinto. Per decenza e per dignità. Perché non c’è certezza che quelle
teorie vendute come verità siano affidabili, perché sono professionisti
del catastrofismo, perché non accettano il confronto con quelli che
producono risultati scientifici diversi dai loro.
Gli intolleranti dell’ambientalismo, convinti che la natura faccia
quello che noi vogliamo. Così domani quando la neve sarà sciolta in
tutto il mondo diranno che la pioggia è arrivata per colpa del
riscaldamento: di botto così, dieci gradi di differenza tra un giorno e
l’altro. Un gioco delle tre carte o qualcosa del genere. Troppo
difficile pensare che la natura sia facile: fa quello che vuole. Segue
le stagioni, anche quelle che non ci sono più. Da una vita. Da sempre.