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Archivio per la categoria ‘spalti e madonne’

Tutti al mare

24 Maggio 2009 6 commenti

 

38 gradi sul termometro. Una partita con in palio il nulla cosmico. Segna Ibra, l’unica cosa importante in questa domenica in cui tifosi e giocatori sono già al mare. In campo alcune riserve, che mostrano i loro limiti, e alcuni titolari, che mostrano la spensieratezza di chi è già campione. Settimana prossima passerella in casa contro l’Atalanta, che ci ha rifilato tre pere all’andata. Spero che i giocatori si vogliano congedare con una prestazione diversa dai propri tifosi. Poi sarà tempo di calciomercato e di grandi progetti per l’anno prossimo. Noi ci saremo, ma anche la veste dei commenti sul blog cambierà, in collaborazione con i Grandi Antichi e il loro portavoce cieco e idiota, ppn.

 

Ciao a tutti, tetracampioni.

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Seru Tituli

16 Maggio 2009 2 commenti

 

Della partita non ce ne frega un cazzo! Milan Milan vaffanculo!

Per una volta niente commenti, niente di niente, vivere novanta minuti rilassanti e gaudenti per lo scudetto numero 17.

Coreo Inter-Siena 3-0 Inter Campione 2008-2009 Fuochi d'Artificio Inter-Siena 3-0 Inter Campione 2008-2009

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Incompiuti

10 Maggio 2009 6 commenti

 

La Beneamata pareggia a casa del piccolo Chievo: un risultato giusto che mette in luce i limiti degli attuali nerazzurri. Cali di concentrazione, scarsa intensità agonistica e poco cervello in mezzo al campo. Se a questo si somma la stanchezza la frittata è fatta e assistiamo alla fotocopia di Inter-Siena dell’anno scorso: da possibile partita che chiude i discorsi, a mezza sconfitta che lascia l’amaro in bocca. L’Inter va in vantaggio due volte e due volte si fa rimontare da una squadra modesta che approfitta della scarsa concentrazione di uno o l’altro interprete nerazzurro: nel primo tempo lasciamo tirare i clivensi venti volte da fuori area, finché non imbroccano l’angolino; nel secondo tempo Maxwell fa il solito movimento sbagliato abbandonando il suo posto da terzino e ci costa il secondo pareggio. Ma la cosa più fastidiosa per un tifoso è vedere poi dieci minuti di lanci lunghi sconnessi, un’ameba come Jimenez in campo a non si sa fare che cosa, e soprattutto la capolista a difendere il pareggio nel recupero. Inaccettabile. Restiamo incompiuti, la quasi squadra cannibale e feroce che ogni tifoso vorrebbe: speriamo che il vate di Setubal riesca a incidere in queste ultime tre partite e in estate per cambiare soprattutto questo aspetto della Beneamata.

Julio Cesar non può nulla sui due gol e per il resto è praticamente inattivo: ordinaria amministrazione. Zanetti a destra va bene e la mossa che lo sostituisce con Burdisso lasciando Santon in panchina è un mistero della fede; Maxwell a destra bene quando avanza, malissimo come al solito quando deve chiudere: suo il rinvio sui piedi di Marcolini, suo lo svarione che lascia battere a rete Luciano, suo il colpo di testa che regala il corner che poteva costarci caro al 47esimo, è l’emblema di cosa manca a questa squadra per essere la squadra di Mou. In mezzo Samuel fa il suo, Cordoba mostra i segni dell’età: non ci costa nulla perché abbiamo di fronte Pellissier e Bogdani, anziché Cristiano Ronaldo e Tevez. Altrimenti finiva 7-2.
Al centro Stankovic avrà pure la scusa del mal di stomaco, ma non sembra lui. Cambiasso ci impiega un tempo a entrare in partita. Muntari si dimostra il centrocampista con i piedi più scarsi che abbiamo, ma con l’intensità di gioco migliore. E’ qui il limite della squadra. Davanti Figo fa un’altra signora partita, pur rallentando molto a causa del caldo, Mario non entra con il cipiglio giusto ma imbrocca un gol da antologia che come l’anno scorso a Siena poteva sembrare il gol scudetto, Crespo mette il suo sigillo e si merita tutti i complimenti del caso. Gli ingressi in corso d’opera sono un disastro e mostrano i limiti della nostra rosa: Cruz per ogni palla toccata, un fallo; Jimenez tocca meno palle di Cordoba, un disastro inguardabile.

Ora, cerchiamo di essere chiari: dopo questo profluvio di critiche, nessuno pensi che io non sostenga la squadra o non pensi che l’ossatura è buona. Al contrario, ma è nella testa che dobbiamo cambiare. Nessuna ansia, ci mancano cinque punti e dovremo conquistarli con il coltello tra i denti come abbiamo sempre fatto, ignorando la fiera del magheggio che Silvio e i suoi servi ci scaglieranno contro a partire da stasera.

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Punto a capo

3 Maggio 2009 14 commenti

 

La partita di stasera è facile da descrivere, più difficile da comprendere. Sessanta minuti di nulla: la Lazio non fa niente per vincere e si aspetta che l’Inter ne approfitti. Per un’ora i nerazzurri non lo fanno, esibendo un indolenza e bassissima concentrazione. I tifosi si incazzano ed essendo il pubblico di San Siro tra i più rompicoglioni e silenziosi del mondo – la nostra curva canta solo quando vince e infatti gli unici cori pro Inter erano dei gemellati fascistissimi al primo anello blu – cominciano a mugugnare, a sbraitare contro "lo zingaro" e contro tutta la squadra. Ibra si incazza e sfodera quello che non aveva ancora fatto, la prodezza che vale i tre punti e poi l’assist perfetto che li consolida. In mezzo gestacci al pubblico che sicuramente non li dimenticherà: c’è da sperare che la società gestisca bene questa fase. Da un lato Ibra che vuole o più soldi e più campioni o una nuova squadra, dall’altro un pubblico che vuole un fuoriclasse sempre e non quando gli girano le palle a lui, dall’altro una società che quantomeno deve monetizzare di brutto il campione che ha portato alla ribalta se proprio non riesce a tenerlo. Un bel rebus, non c’è che dire, dopodiché se Ibra bisogna insultarlo per farlo giocare decentemente ci penso io mettendomi in transenna al primo verde durante il riscaldamento: giovane svedese, prendi 250 mila euro a partita, non sei obbligato a vincere, ma a giocare a calcio sì. Pedala e non cagare il cazzo: se pensavi di essere in presenza del pubblico inglese, hai preso una cantonata. GLi interisti sono il tritacarne peggiore per i nervi di chiunque da anni, pure per gli altri tifosi. Approfitti della squalifica per somma di ammonizioni per far raffreddare il cervello e le palle. Prego.

Se della partita non ha molto senso parlare, possiamo dire che nonostante le assenze la squadra fisicamente c’è e questa è già una differenza enorme con gli anni scorsi. Ancora il cambio di mano nella capacità di intensità e concentrazione per 90 minuti manca, e infatti rischiamo di rivedere la partita di Napoli con una Lazio ben più pericolosa. Sotto tono il solo Cambiasso tra i nostri pilastri, segno forse di una stanchezza anche legittima volendo. Davanti senza Mario, l’unico giocatore di calcio degno di questo nome è Ibra, e questo in società dovrebbe far riflettere molto. In mezzo il migliore è un signore di 34 anni e dai muscoli fragili come cristalli, che dobbiamo sperare abbia voglia l’anno prossimo di conquistarsi una maglia ai mondiali per dare il massimo nel suo ultimo anno in nerazzurro (Vieira). Il secondo migliore e unico capace di inserimenti degni di questo nome è anche colui che ha i piedi come dei ferri da stiro, Muntari, e questo la dice lunga sulla situazione del centrocampo. Dietro siamo solidi, non c’è che dire, ma l’anno prossimo avranno tutti un anno in più e nel calcio moderno non si può vivere sugli allori.

Ora, però, bando alle ciance. Mancano ancora sei punti. Concentriamoci su questi e poi parleremo del resto: di Ibra, di chi ci sarà l’anno prossimo, di chi potrebbe venire e di chi potrebbe andare. Intanto oggi contava solo vincere. Cosa fatta capo ha. E che capo.

PS: non vale neanche la pena di commentare che in Italia è il solito teatrino per cui le regole di civile convivenza sono al vaglio della comodità politica. Così un gruppetto di scemi che dice  "napoli colera" vale un turno di squalifica di un intero settore dello stadio, mentre uno stadio intero che urla "non esiste un negro italiano" non è razzista, ma solo inopportuno. Oppure Muntari che da per sbaglio una manata in faccia a un avversario vale tre giornate, mentre Brocchi che mentre l’Inter sta attaccando rilancia il pallone in campo per interrompere l’azione non è meritevole di prova tv. Se non stessi godendo per l’avvicinarsi del traguardo, mi incazzerei quanto e più di Ibra. 🙂

 

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La gambina del calciatore

26 Aprile 2009 3 commenti

 

La sindrome giornalisticamente si chiama "braccino del tennista", ovvero quando lo sportivo vede vicino il traguardo e si rilassa, rischiando di mandare tutto a monte. L’Inter si dimostra una squadra che manca di cattiveria, che quando arriva il momento di chiudere i conti rallenta e lascia troppo spazio agli avversari: può capitare di farsi rimontare anziché vincere cinque a zero, può capitare di essere rimontato al 91esimo, può capitare di perdere. Ma se capita sempre a te e in tre giornate una di fila all’altra vuole dire che la testa ha creduto che tutto fosse finito troppo presto e che ti manca la concentrazione e la ferocia per essere un cannibale. Mourinho è stato ingaggiato per trasmettere questo alla Beneamata, e per ora ci era riuscito. Adesso è il momento di dare una sferzata e dimostrare che siamo cambiati.

L’Inter scende in campo senza idee e senza gioco, dopo due brividi nel primo tempo si spegne e si accontenta. Il Napoli che non segnava da 5 gare al San Paolo e che non vinceva da 3 mesi, imbrocca il tiro giusto e ci manda a casa con sseru punti. Non è questo che fa incazzare i tifosi, ma l’indolenza con cui è stata affrontata la gara.
Dietro c’è poco da dire, tutti hanno fatto il loro. In mezzo sei spompo e scontato: Vieira deve ritrovare la condizione, Cambiasso deve rifiatare e Stankovic manca della giusta lucidità. Davanti il nodo del problema: Balotelli fa quello che deve, Ibra non azzecca una palla, Cruz entra per fare solo falli, Mancini per perdere palle facili da giocare, Figo fa quello che può per 50 minuti. I protagonisti non meritano altre parole, se non che perdiamo due giocatori per squalifica per la prossima partita che si fa quindi più complicata: la Lazie.

Ora comincerà il circo con le tabelle scudetto, il battage sui fantasmi del 5 maggio, sul grande cuore milan e juve, e potete stare certi che arbitri e giornalai faranno di tutto per gufare il nostro percorso. Tocca a noi, tifosi e giocatori, mettere tutti a tacere. Dimostriamo di aver esorcizzato tutti i fantasmi, di essere più forti dei padroni delle televisioni e dei padroni dei giornali. Smettiamo di credere che tutto è finito fino a che non è finito: giochiamo a calcio, e tutto andrà bene. Mancano ancora nove punti, forza Inter e forza Walter, facci sognare 🙂
 

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Vi vogliamo così

24 Aprile 2009 3 commenti

 

Quando una partita si chiude con 30 occasioni della tua squadra e 3 degli avversari (2 targate Cassano e 1 Palombo) non puoi dire che i tuoi ragazzi non ce l’abbiano messa tutta: 1 gol, 2 traverse, un salvataggio sulla linea, due parate impressionanti, 5 palle fuori di un soffio. I nerazzurri fanno di tutto per recuperare i tre ingenui gol rimediati all’andata, dimostrando che una grande squadra non rinuncia a nessuna competizione, ma la palla non aveva intenzione di entrare. Mou disegna una squadra con una sola strategia: difesa solida, tutti davanti e lanci lunghi per provarci in ogni modo e non far giocare il centrocampo doriano. Un gioco brutto, ma ineccepibilmente razionale: quando devi rimontare tre gol non c’è spazio per il bel gioco. Io la penso così. Mou decide per un 3-4-3 offensivo e nel finale rispolvera un 4-2-3-1 in cui il quarto attaccante è Matrix: come Huth nella semifinale tra Chelsea e Barcellona, a dimostrazione che è proprio pazzo.

Julio Cesar fa due parate, ma strepitose, e merita ogni elogio. In difesa giochiamo a tre per la prima volta, ma Cordoba-Matrix-Burdisso non sfigurano più di tanto, anche per la decisione della Doria di stare ben abbottonata. Santon e Maxwell larghi a centrocampo dimostrano quanto male possano fare sulle fasce se vogliono giocare a calcio. Il Bambino quasi sfiora un gol da antologia e tutto lo stadio lo applaude. Sta crescendo e ha ancora ampi margini. Quando Chivu entra per Cordoba miglioriamo ancora di più il gioco, a dimostrazione della disperata necessità di piedi buoni in mezzo al campo. Vieira, che dovrebbe fornirli, è ormai un’ombra del grande giocatore che fu. Lui insieme a Saverio a dare l’anima in mezzo non bastano a produrre gioco, ma per la partita e la sua strategia bastano e avanzano. Cambiasso impiega dieci minuti di troppo a entrare in partita, ma poi dimostra ancora una volta che come incursore farebbe orrido e ci darebbe una montagna di soluzioni in più.
Davanti bisogna fare un discorso serio: Mario in fascia è inarrestabile e veramente tornato ai suoi livelli dell’anno scorso. Speriamo cresca come ha fatto Ibra nel giro di tre anni, smettendo di prendere cartellini a caso: è il nostro presente e il nostro futuro. Lo svedese gioca un grandissimo primo tempo, suggellato dal gol, poi cala quando ha la sensazione di non poter concretizzare, e nel finale manca di lucidità: due angoli battuti corti anziché lasciarli a Mario, palle sprecate per frettolosità. Se gli entra il pallonetto su Castellazzi viene giù lo stadio e la partita finisce 5 a 0. Cruz purtroppo dimostra di non essere più adatto a giocare in una squadra di prima fascia, Crespo neppure anche se i suoi movimenti non li ha nessuno: l’anno prossimo un paio di stagioni in squadre minori, per dare ancora il meglio, e poi tornate alla casa base per diventare parte della grande società nerazzurra. In particolare el jardinero ha sul piedi due palle per il due a zero e le butta via, facendo infuriare tutti, compagni e tifosi.

Continuo a pensare di aver visto una gran partita della mia squadra. Ne sono orgoglioso e sento che i ragazzi hanno fatto quello che potevano. Prima o poi cambierà il vento e avremo anche un po’ di culo nelle partite giuste.
Un ultimo appunto: io so che voi pensate che io sono ossessionato dagli arbitri, però dico solo che in Europa un match con 40-50 falli fischiati non esiste in nessun campionato, salvo il nostro. Se poi di questi 40-50 più di due terzi sono fischiati al primo contatto fisico di qualsiasi natura con Cassano, vuol dire che l’arbitro ci sta marciando. Orsato non mi è piaciuto e penso che ci avrebbe fatto comodo un arbitro che lasciava giocare un po’ di più. Dopodiché la sfiga mi pare il fattore determinante: su quattro tempi ne abbiamo dominati tre raccogliendo un gol; la samp ne ha giocato mezzo facendo tre gol su sei occasioni in tutto. Alle volte dice bene.
Onestamente spero che i doriani prendano tre pere in finale dalla lazie, perché mi ha dato fastidio uscire dalla competizione, ma ora guardiamo avanti e andiamo a prenderci gli 8-9 punti che ci mancano per festeggiare. Non è ancora finita, ma non ho mai visto negli ultimi tre anni arrivare i nerazzurri grintosi come quest’anno al finale di campionato. Dale!

 

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Pietà, Carità, Misericordia

18 Aprile 2009 7 commenti

 

L’Inter sbarca a Torino con il sorriso fermo del più forte. Sa che ha due risultati buoni su tre e sa di essere avanti. Gioca senza sforzarsi troppo, e sbaglia, concedendo ai gobbi di scambiare la misericordia con inferiorità. Il primo tempo passa con un colpo di culo di Tiago che salva sulla linea il gol che avrebbe spalancato le porte alla goleada e un miracolo di Julio su Marchionni. Entriamo nel secondo tempo più convinti e portiamo a casa il meritato vantaggio con una cavalcata perfetta di Stankovic, Ibra, Muntari e Balotelli. Dopo ci mettiamo in attesa sornioni e rischiamo più volte il doppio vantaggio: i gobbi giocano come se non ci fosse domani e puntano a fare male. Il rosso per Tiago forse è eccessivo, ma compensa il mancato secondo giallo a Grygera, guarda caso il depositario della carità nerazzura, che gli consente di potersi sentire parte del famoso "orgoglio juve (merda)". Finisce pari, un risultato che ai gobbi non serve a un cazzo se non a illudersi di avere dei grandi campioni in Molinaro e Poulsen, mentre alla Beneamata consente di scendere a -8 punti dal traguardo.

Julio Cesar conferma di essere un grande campione: quando serve c’è e sul gol non può fare nulla. Dietro Mou rinuncia a Santon che ultimamente qualche errore l’ha lasciato per strada, per una linea molto solida: il Capitano diligente a destra che non molla una palla, Samuel e Cordoba che fino al 46esimo era sfuggito alla maledizione di InterSpecial100one, Chivu a sinistra che conferma di essere una enorme risorsa se non si rompe. Davanti a loro Cambiasso a fare da frangi flutti, anche se come centrocampista di sinistra negli ultimi minuti fa vedere quanto ci servirebbe in altre parti del campo. La linea mediana è composta da un Figo che fino a quando regge il fiato mira a vendicarsi di Nedved che ha chiuso la sua carriera con un intervento assassino, Muntari e Stankovic a penetrare i due fabbri gobbi con ottimi risultati e che meriterebbero di più, Balotelli nervosissimo e che meriterrebbe di non finire la partita in campo ma a cui tutto è perdonato per la fama di castigagobbi che si sta meritando. Davanti Ibra conferma il suo tabù con le squadre a strisce bianconere e non segna nonostante il grande lavoro che porta a casa. El Jardinero avrebbe meritato qualche minuto in più per regalarci il gol vittoria.

Purtroppo l’infortunio di Muntari ci costringerà a giocare con Vieira titolare rallentando del 50% il gioco già non particolarmente brillante. Vedremo cosa si inventerà Mourinho per affrontare queste ultime sei gare e la semifinale di ritorno con la Doria giovedì, nella quale può succedere di tutto, ma non che i ragazzi non ci provino fino in fondo a ribaltare l’eccessivo 3-0 dell’andata. E’ la prima volta in vita mia che mi ride il culo nonostante il pareggio dei gobbi all’ultimo minuto. Sentirli gioire come se avessero vinto la Coppa del Mondo per un gol del loro giocatore più scarso all’ultimo minuto velido per la gloria mi ispira una tale pietà da farmi riscoprire il valore di alcune virtù religiose. No, non è vero. Mi ride il culo perché siamo ancora a +10 e per come li abbiamo ridotti 🙂

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Instant Karma

13 Aprile 2009 1 commento

 

Dopo aver potato via tre punti immeritatamente dal campo dell’Udinese, la Beneamata abbandona due punti già in tasca al Palermo in casa. Chiamiamolo karma istantaneo. E la ruota del destino continua a girare e colpisce i gobbi maledetti con un gol dell’ex a due minuti dalla fine. Goduria infinita e meno undici punti alla vittoria del campionato (tocchiamoci tutti insieme palla destra e tetta sinistra a seconda del sesso di appartenenza).
Con il Palermo l’Inter disputa un grandissimo primo tempo, che se fosse finito 4-0 non avrebbe potuto suscitare scandalo in nessuno. Nel secondo tempo come al solito non chiudiamo la partita e pensiamo che sia già finista: Miccoli e Succi ci puniscono senza pietà, e la squadra con la testa già in vacanza pasquale non reagisce. Peccato. Il traguardo sarebbe ancora più vicino.
Scrivo in ritardo da un Internet Point, quindi sommario punto sui protagonisti: Toldo non vale la metà di JC e si vede, sul primo gol ha qualche colpa, ma prendersela con lui per i due gol e la squadre intorno alle cozze sarebbe veramente ingeneroso. Santon conferma un momento così così: bene le proposizioni, male la copertura, tanta strada da fare. Maxwell fino alla doppia cappella che ci costa due gol sembrava in forma, ma se si può monetizzare spedirlo a Barcellona con un biglietto di sola andata. Al centro della difesa Samuel non ci sarebbe stato male e scommetto che lo pensa anche Mou: Chivu bene ma con la solita amnesia una volta a partita che costa un gol, Cordoba ordinato ma nulla più.
In mezzo tutti sufficienti, ma con il fiatone. Zanetti soprattutto. Muntari si conferma nemico del calcio, Cambiasso un grande che viene applaudito anche quando liscia uno stop elementare, Stankovic paga pegno alla trasmissione maledetta di Interchannel Interspecial100one. Morte a loro. Davanti Ibra e Balo non si trovano e sbagliano l’ira d’Iddio. Peccato di nuovo ma nulla da dire. Adesso attendiamo i ricami sulla frase di Ibra "sono stanco e non so perché": chissà che bazze di calciomercato nasconde.
Chiudiamo con gran culo a +10 anziché +7 e ora testa allo scontro diretto e al ritorno di semifinale di coppa italia con la doria: restituiamo il favore al genoa. 🙂

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Toni, semitoni, sottotoni

6 Aprile 2009 Commenti chiusi

 

L’Inter gioca una delle più brutte partite dell’anno: i ragazzi entrano molli e vincono due a zero grazie a una botta di culo. Due a zero perché oltre all’autogol di Isla dovremmo tirare pure il rigore su Vieira, e il cileno dovrebbe essere fucilato da un plotone. Peccato che le regole del calcio non prevedano tutto questo: allora ci accontentiamo di un solo gol e di tre punti. C’è poco da dire sull’Inter di stasera: ci vuole più grinta di stasera, diamoci gli alibi delle partite delle Nazionali, ma ci vuole qualcosa più di così. Mourinho imbrocca il cambio di Figo per uno spento Balotelli e Vieira per un disorientato Santon: si saranno ubriacati dopo la partita dell’Under 21? In ogni caso tutto bene così: andiamo a +9 e via.
E’ tardi e vedo di fare in fretta sui protagonisti: bene Julio Cesar peccato per la fitta che lo metterà out per il prossimo match; la differenza con Toldo si vede, dato che Francescone mi pare inchiodato sulla linea di porta. Maxwell a sinistra fa il suo mestiere come non capitava da mesi, Santon a destra invece cicca la giornata. Zanetti forse lì in basso a destra è meglio e magari dalla prossima partita vedremo Santon davanti a lui e non dietro. Chivu e Cordoba tutto sommato reggono, anche se davanti avevano Floro Flores, non Superman. A centrocampo sono cazzi: Muntari sempre più nemico del pallone, Stankovic veramente stremato, Cambiasso scompare dopo 45 minuti; solo l’avvento di Vieira e il passaggio al 4-3-2-1 ci rimette in superiorità numerica lì in mezzo disinnescando l’Udinese. Davanti non è una serata brillante: Ibra soffre come sempre le squadre a strisce bianconere e Mario si è eclissato dopo diverse partite buone.
Insomma: tutti sottotono, ma facciamo un passo avanti sui gobbi bastardi. Speriamo di recuperare tono e tenere il ritmo. Forza ragazzi.
 

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Relitti e Reietti

22 Marzo 2009 5 commenti

 

La capolista contro il fanalino di coda. In campo i relitti del campionato non impensieriscono mai i nerazzurri, nonostante i parecchi tiri nel tabellino, e solo la sufficienza degli attaccanti dell’Inter impedisce una goleada biblica. In campo anche i reietti nerazzurri: Amantone Mancini è il fratello obeso del giocatore della Roma, fa bene sulla sinistra, scompare dopo 33 minuti e esce al 40esimo per infortunio; Jimenez entra ed esce nel giro di dieci minuti per infortunio, riuscendo a anche nell’impresa di sbagliare parecchi palloni e non incidere; Obinna è un Suazo più scarso e il rimpianto per non vederlo con la maglietta dei toffies cresce a ogni pié sospinto; Maxwell entra e tocca due palloni, senza impressionare. Poi si chiedano perché fanno panca dura e perché José preferisca loro dei Primavera. Finisce con un risultato netto che non lascia adito a dubbi.
I protagonisti. JC quando serve c’è: un muro e un gatto allo stesso tempo. Maicon sta risalendo lo stato di forma un po’ traballante di febbraio, Santon mostra grandissimi numeri: una sua finta di sopracciglio che manda in bambola tutto il centrocampo della Reggina è un piacere da gustarsi e rigustarsi su Youtube. In mezzo alla difesa: Rivas fa il suo, con qualche buco di concentrazione, ma nulla di problematico; idem Cambiasso che sull’unico anticipo sbagliato ci potrebbe costare caro. In compenso avere tre Cambiasso (dietro, in mezzo e davanti) non sarebbe un film porno, ma solo una necessità per l’Inter. In mezzo la prova meno brillante: Muntari come sempre mostra grandi limiti di fosforo ed è palesemente il nemico del pallone numero uno, Zanetti fa il suo superando Facchetti nelle presenze in maglia nerazzurra e puntando Bergomi in scia, Stankovic sembra spompato al 30esimo ma poi resuscita con un gran secondo tempo; Obinna, Maxwell, Jimenez inguardabili: vendere, vendere, vendere. Anche regalare se caso, basta non vederli mai più: un insulto al gioco del calcio. Davanti Ibra fa di tutto insieme a Mario, una coppia che potrebbe farci sognare molto in futuro. Mancini per 30 minuti è la speranza che si riprenda abbastanza da essere capitalizzato in qualche modo, poi si spegne e si infortuna. Tutto sommato non possiamo lamentarci.
Arriviamo alla pausa con il vantaggio invariato. Ora ci sono altre nove partite, da affrontare con determinazione e grinta. Forza ragazzi.
 

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