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Archivio per la categoria ‘spalti e madonne’

Catania, il calcio, lo spettacolo, le forze dell’ordine e la retorica

5 Febbraio 2007 4 commenti

 

Ho cercato di frenarmi dal commentare sulla vicenda che tiene occupati i cervelli, gli occhi e le orecchie di tutti coloro che leggono i giornali, guardano la tv, camminano per strada. Una cosa mi induce a dire delle cose: in primo luogo i primi articoli dignitosi, in secondo luogo la continua pubblicazione sia di articoli indignitosi, sia di opinioni di personaggi che come al solito stando zitti farebbero figuri migliori visti in prospettiva. Ma la mediocrità è uno status-symbol e quindi immagino che dovremo continuare a sorbirci i Gianni Riotta e i Beppe Severgnini.

I primi articoli interessanti in merito arrivano dalle fonti più disparate.

Wu Ming nel numero odierno di giap prende parola (e meno male) dato che di cultura da stadio non è nuovo parlarne e onestamente ha sempre avuto posizioni interessanti, tipiche di chi è all'interno del meccanismo sociale e sociologico del tifo, e non di chi lo osservata con distaccata e malcelata ipocrisia. In particolare all'interno dell'articolo si iniziano a mettere i puntini sulle i del famoso modello inglese, che ha avuto notoriamente come effetto "collaterale" a quello di spostare le "violenze" nelle periferie e nei ghetti, quello di aumentare i prezzi dei biglietti e di scolorire gli spalti senza che questo c'entrasse un cazzo di niente con gli scontri.
Il blog di mugen riporta un'intervista dal sito senzasoste che pone altri interessanti interrogativi, soprattutto circa la disparità di trattamento retorico tra forze dell'ordine e situazioni connesse al mondo del lavoro più in generale (peraltro di cui abbiamo esempi quotidiani come l'ultima news veltroniana). Chissà quanto tempo ci vorrà adesso (e forse questo è l'effetto più fastidioso dei fatti di Catania, mi sia permesso il mio consueto cinismo, ma dato che Matarrese ne ha dette di peggio già nella notte tra venerdì e sabato mi sento esentato da ogni senso di colpa) per poter parlare chiaramente del ruolo delle forze dell'ordine non solo allo stadio, ma anche nella società tutta.
E questo ci porta alla terza fonte "positiva" ovvero il sito asromaultras, dove lorenzo (mortacci sua se rendesse un minimo più accessibile il suo cazzo di sito) risponde punto per punto alle proposte demagogico retoriche di Severgnini, scagliate come anatema dalle pagine del corriere della sera: vomitevole, soprattutto con l'atteggiamento probatorio nei confronti di chi parla e osanna il tifo come un fenomeno positivo (vorrei capire cosa cazzo c'è di brutto nel tifo in sé).

Il problema è perfettamente evidenziato dalle proposte più ragionevoli uscite finora (ragionevoli guardandole dalla prospettiva del cittadino medio, non ragionevoli in sé, per piacere, non facciamo i furbi), ovvero quelle (più concrete dei dieci punti di Severgnini) di Gianni Mura. Esse oscillano tra il famoso modello inglese e la sua applicazione all'italiana: ovvero tra l'implementazione della segregazione della violenza dalla sua dimensione endemica nelle società moderne, al pizza e fichi facciamo di tutta l'erba un fascio che ci viene comodo. 

Il tutto chiosato perfettamente dall'enfasi che nei commenti giornalistici si sta dando alla tanto vituperata (a ragione) Legge Pisanu, scordandosi che i disordini di Catania sono avvenuti FUORI dallo stadio e che quindi la legge Pisanu non c'entra un cazzo. Non solo. Il top del top lo raggiungiamo ovviamente con gli articoli di oggi sulla Gazzetta che combinano un pasticcio degno del peggior cuoco incrociando: l'isp. Raciti, la sua presenza al G8, i black block, le scritte ACAB, la società malata, gli ultras di Catania. Pietà!

Forse sarebbe il caso di fare un po' d'ordine: d'altronde se il teatrino della tragedia si è già concluso e i presidenti delle società già cominciano a rumoreggiare per lo stop al campionato, gli interessi di politica, economica dello spettacolo, e business del calcio che tornano alla ribalta alla faccia dell'Isp. Raciti, della retorica di Stato, per non parlare dei morti dall'altro lato della barricata (non vorremmo come al solito ricordare, ma lo fa già qualcuno con una lettera al sito asromaultras, che i morti tra i tifosi per mano delle forze dell'ordine sono MOLTO più numerosi che viceversa), allora anche noi possiamo provare a mettere dei cinicissimi puntini sulle i.

Perché il problema della "logica dell'Antistato" (gazzetta dixit) non è da ricercare in una volontà di fare gli affari propri, di disconoscere il benessere (quale?) che lo Stato provvede per i suoi cittadini, ma forse andrebbe indagato proprio nel suo ruolo di sintomo di una società per nulla equa, per nulla giusta, in cui da un lato si trova chi fatica a sbarcare il lunario tutti i giorni, abusato, "ferito e oltraggiato" (un po' come Pancalli) nella sua dignità di essere umano (e non, caro commissario di sportivo e di Italiano, sì con la I maiuscola del cazzo), e dall'altro il personale in divisa, che gode sempre di uno status diverso, a cui si perdona sempre tutto, a cui è consentito tutto perché lo fa in nome di un'autorità che come tutti sanno si dovrebbe ottenere nel rapporto con il mondo esterno e non per concessione divina dall'alto verso il basso. 

Perché il problema più concreto è che, al di là dell'idiozia dei fatti di Catania (non mi si voglia male se personalmente penso che quanto accaduto sia un grosso favore gratuito a chi vuole fare della repressione il proprio strumento di discernimento tra cosa serve e cosa non serve nel mondo moderno, gratuito proprio perché non perpetrato con un fine preciso politico, ma come la peggiore forma di espressione di quello che una volta si chiamata il costitutivamente reazionario sottoproletariato), le situazioni drammatiche negli stadi e nei loro ingressi sono creati dalla voglia di menare le mani che vibra tra ultras e sbirri, dalla cocaina che impesta curve e caserme, dal machismo esteso e osannato a destra e a manca, dalla retorica dello scontro senza alcun fine. Senza contare che mi viene solo da ridere a vedere le stesse persone che sciorinano le loro sbrodolate sull'amor di patria e il servire lo stato, contemporaneamente costruendo la loro credibilità elettorale a suon di finanziamenti, favori (chiesti e ricevuti) con le frange dell'estrema destra e della criminalità organizzata che dilagano nelle curve (caso Irridux-Chinaglia-Lotito, caso Warriors-Monza, ma possiamo andare avanti a stecca).

Il problema vero è che ad andare in fondo alla questione, si finirebbe per scoprire che la morte dell'Isp. Raciti, i disordini di Catania, gli ultras e tutto quanto vi gira intorno, sono molto di più i sintomi degli intrecci tra politica, economia e criminalità, che non l'origine della malattia della nostra società. E come ogni medico sa, non si curano i sintomi, ma si affronta il problema dell'origine della malattia. E qui il discorso è un filino hard-core da fare, con tutto il rumore che si sta facendo intorno alla questione.

Facciamo delle facili previsioni: avremo un inasprimento delle leggi che partirà dallo stadio e si applicherà quasi istantaneamente a ogni forma di conflittualità nella società (prima fra tutte quella sul lavoro); i mafiosi e i nazisti che dominano le curve verranno convertiti in security interna allo stadio, con buona pace di tutti, dei loro protettori politici nonché dei tifosi; gli stadi verranno resi smunti, tristi e meno colorati, perché uno striscione è uguale a una fucilata, tesi tutta da dimostrare; i prezzi saliranno per "garantire maggiore sicurezza" così finalmente la frase "le famiglie non vanno più allo stadio" (tanto falsa quanto abusata in questi giorni) avrà finalmente un senso, ma solo per motivi economici e non per altri motivi; le televisioni faranno ancora più soldi con tutti quelli che non avranno i soldi per andare allo stadio, ma per l'abbonamento a sky sì; chi dovrebbe assumersi la responsabilità per come stiamo conciati (Stato e chi ci tira su montagne di soldi innanzitutto) oltre a venire visto come "buono" per essersi contrito circa un minuto di fronte alla "tragedia di Catania", continuerà a fare il cazzo che gli pare e a scaricare barile su barile con qualcun altro.

Io sarò cinico e soffrirò perché domenica non sono potuto andare allo stadio, ma un segnale forte e serio di inversione di rotta in tutta la gestione della violenza all'interno della società (su tutti i livelli) mi avrebbe impressionato di più del pietoso e prevedibile teatrino all'italiana, dove tutto cambia per non cambiare nulla, se non per i soliti, noi, che finiamo sempre per fare le spese di tutto (prima e dopo i fatti). 

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Laconico commento

2 Febbraio 2007 Commenti chiusi

 

In questa semifinale dal finale già scritto non c'è bisogno di commentare molto. Solo piacevolmente riportiamo lo stato di forma di Cruz e Grosso (ottimo, anche se il primo si è mangiato due gol fatti), e la performance in campo di ben 4 ragazzi tra i 17 e i 19 anni: Bonucci si conferma una promessa per la difesa, come anche Fautario (che devo dire è quello che mi ha impressionato di più per carattere e tocco di palla); Maaroufi è ancora molto fragile e insicuro, mentre Bolzoni (il più giovane in campo) non ne ha imbroccata una… l'emozione si sa fa brutti scherzi in molti campi.

Ultima nota per buona pace di Candido Cannavò, che in mancanza di altro stressa la uallera con il fatto che ci siano pochi italiani: per buona parte del  secondo tempo in campo c'erano 5 italiani su 11. Non sappiamo più come accontentarvi.

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Risultato ma brutto gioco

29 Gennaio 2007 1 commento

L'inter porta a casa il risultato, ma con un gioco molto al di sotto delle ultime prestazioni e delle prossime prestazioni che ci attendono. La Samp scende in campo più incazzata che mai, con davanti Del Vecchio, Flachi, Quagliarella che già in coppa Italia ci hanno fatto soffrire non poco.

Dopo sette minuti Del Vecchio si suicida con un gesto stupido quanto inutile (inutile in quanto per stendere Matterazzi per davvero ci vuole ben più di una testata, e in quanto l'unico risultato ottenuto è stato di far giocare i propri in dieci), e la Samp gioca con tutta la foga che ha, mentre l'Inter si siede sulla superiorità numerica. Il campo fa schifo e la squadra non gira troppo, infilando il gol del vantaggio grazie ai guizzi di Ibra.

Maggio è in stato di grazia e fa sfaceli sulla fascia contro Maxwell e in difesa recuperando miracolosamente almeno tre volte su Maicon, fino a quando questo non segna il secondo definitivo gol. Il resto della Samp è tutto cuore e niente piedi. L'inter non c'e' come c'e' in altre serate: Adriano sembra tornato immobile senza palla, anche se ha imparato a fare la seconda punta, Stankovic non trova la porta, Vieira sbaglia 5 passaggi su 6, e in difesa Burdisso e Matterazzi non si trovano come in altre partite. Ci aiuta il cinismo e due gol secchi, che ci fanno portare a casa la quattordicesima vittoria, ma ci vorrà qualcosa di più di questo domenica prossima.

 

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Archiviato il primo set con la Samp

25 Gennaio 2007 Commenti chiusi

Entriamo in campo un po' deconcentrati, con Mariano Gonzales al posto di Ibra, ma dietro di lui uno splendido Figo con i piedi di velluto. Grosso ormai completamente recuperato sembra quello del mondiale, Burdisso è una garanzia, Cordoba e Samuel due mastini dai denti a sciabola, Dacourt e Zanetti due muri. Nei primi dieci minuti giochiamo male, poi tra il 10' e il 30' chiudiamo la partita d'autorità.

A quel punto altri 15 minuti di Samp, che però ha solo tre giocatori buoni (Del Vecchio, Flachi e Quagliarella) e qualche giovane che si sbatte ma che non di più non può. Al rientro nel secondo tempo gestiamo la palla e chiudiamo la partita con il terzo gol. 

Nota positiva: si rivede in campo Cruz che ha dieci minuti nelle gambe ma che è un rientro importantissimo per i nerazzurri; Grosso è di nuovo lui; Figo quando c'è cambia la partita da così a cosà.

Nota negativa: Mariano Gonzales è un bravo ragazzo e corre un casino, ma non è all'altezza del resto dell'Inter. Almeno per ora. Speriamo cresca.

PS: il rigore c'era ed era grande come una casa.

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La devastazione à la mode

24 Gennaio 2007 1 commento

 

Come volevasi dimostrare, aperte le danze da Avellino-Napoli di un paio di anni fa e dalla sentenza dell'11 marzo, l'art 419 del codice penale, altrimenti noto come "devastazione e saccheggio" diventa l'asso piglia tutto del meccanismo repressivo italiano. In assenza della capacità di affrontare conflitti e situazioni di ordine pubblico in altro modo, le autorità italiane varano la loro versione dell'approccio americano law and order.

La notizia di oggi è infatti che 7 tifosi della Salernitana sono accusati di devastazione e saccheggio in relazione agli episodi della partita Avellino-Salernitana del 5 novembre scorso (quella su cui si fa tutta la manfrina pietosa del poliziotto colpito da una bomba carta che rischia la vita per 7 euro di straordinario, come se glielo avesse ordinato il medico…)

La saga continua, e in assenza di un movimento capace di affermare politicamente con forza l'impossibilità dell'uso di questo articolo del codice penale (in generale, gli articoli del codice che riguardano situazioni di guerra non dovrebbero essere nemmeno presi in considerazione in tempi di pace… ops, ma forse non siamo in tempi di pace ma nessuno ce lo dice tranne la solerte magistratura…) ci tocca affidarci alla speranza che chi sta muovendosi per riscrivere il codice penale (risalente al 1931, ricordiamo per chi avesse la memoria corta) faccia scempio di tutti i reati come questo e come i reati associativi (vera aberrazione a senso unico del nostro codice, nel senso che colpiscono solo chi non fa parte della classe dirigente, gli unici veri associati che andrebbero un po' bastonati (ah, il piglio giustizialista! :))

Nel frattempo, mentre riesco ancora a stupirmi di fronte ai titoli del Corriere Milano ("Carabiniere a riposo ferma rapinatore" intendendo con rapina il furto di vestiti per un totale di meno di 200 euro, rapina che ricordo prevede una pena da 4 a 6 anni…), vi rimando al dossier che abbiamo scritto dopo la sentenza per i fatti dell'11 marzo 🙁 

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Inarrestabili. Punto.

21 Gennaio 2007 15 commenti

Prandelli viene a Milano con 5 centrocampisti incontristi, 4 difensori e schiera come sola punta Toni: per chi non sapesse leggere l'italiano significa, tutti a imbrigliare il gioco e speriamo che con un contropiede o un lancio a scavalcare il centrocampo san Toni ci faccia il miracolo.  Un impostazione tattica che per noi significava solo dover giocare normalmente per vedere Dainelli, Potenza e company soccombere inesorabilmente. 

Fuori Julio Cesar all'ultimo momento per problemi alla schiena, in campo c'è Toldo, ex portiere e bandiera viola, che si divide con Materazzi e Burdisso (100% ciascuno) l'unico errore della partita che ci costa il gol a 5 minuti dal fischio d'inizio. Per il resto la fiorentina colleziona 1 tiro in bocca a Toldo e due tiri di tre metri sopra la traversa. Il merito viola sta tutto qui.

L'inter dilaga per 90 minuti: a centrocampo Cambiasso dirige tutti senza lasciare che le assenze di Vieira (irriconoscibile oggi) e le spacconate di Maxwell/Maicon causino danni; Stankovic è ovunque, tutto grinta serba; Dietro dopo un po' di empasse Matrix e Burdisso si capiscono ed erigono un muro, anche se con Toni e Bazzini volano quintali di calci gratuiti (in entrambe le direzioni); davanti Ibra fa numeri su numeri di prestidigitazione podale, e Adriano sembra essere tornato a essere un giocatore (una punizione perfetta e un assist millimetrico per il piatto imprendibile di Deki).

Le note stonate sono: lo striscione della Nord "Ronaldo come i nomadi, via da Milano", inaccettabile; Morganti che non è all'altezza di arbitrare in serie A (ma non certo a favore dei viola, nonostanti Corvino e Prandelli provino a far credere il contrario); Dainelli che dovrebbe essere regalato alla Cavese.

Bello uscire da San Siro con la sensazione di aver meritato tutto. 

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Note positive: Bonucci

17 Gennaio 2007 1 commento

La partita è più ridicola di un allenamento. Tiriamo le somme: Bonucci (classe 1987) dimostra di avere ottime qualità che saranno una garanzia per la difesa interista del futuro, Grosso sembra recuperatissimo (rispetto alle figuracce preinfortunio); gli altri due giovani in campo hanno fatto schifo. Adesso guardiamo a domenica e atre gare in dieci giorni con i ciclisti di merda.

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L’assurda politica di streaming della RAI…

14 Gennaio 2007 3 commenti

 

Oggi pre l'ennesima volta sono costretto a confrontarmi con l'odiato calcio moderno. Vado su radio rai 1 per ascoltare in stream Tutto il calcio minuto per minuto, e scopro che come mi era già capitato in occasione di posticipi e anticipi, lo stream di radio rai 1 si ammutolisce. Viceversa la gialappa su radio rai 2 si lascia ascoltare, ma uno si chiede perché cazzo non posso ascoltare la trasmissione con cui sono cresciuto ascoltando il calcio. Odio la rai. Anche più degli altri network, al cui qualunquismo sommano una stupidità di raro calibro.

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“Noi redivivi, loro redimorti!”

13 Gennaio 2007 Commenti chiusi

 

Apriamo il post sulla dodicesima vittoria consecutiva con una sacrosanta citazione di Bill Murray (che io mi terrei su una mensola in casa per rallegrarmi le giornate) dedicata ai gobbi maledetti che lasciano il pianeta degli imbattuti in serie B. Contro il Torino dimostriamo la solidità che sembra contraddistinguerci quest'anno, ma ci avviamo a un trittico di sfide (viola, doriani, roma) da brividi, in cui servirà anche gioco, e tanto.

I primi venti minuti cincischiamo, il Torino non fa manco un tiro in porta degno di questo nome, nonostante il tanto correre a centrocampo, e noi li infiliamo con la testa di Adriano, che potrebbe anche chiudere la gara dopo uno scatto fulminante di Ibra (ispirato da tutti i santi dei diversi pantheon dei propri antenati), ma spreca incredibilmente.

La saga dei gol sprecati continua nel secondo tempo, quando da solo davanti al portiere il brasiliano riesce a immolare il pallone sulle mani di Abbiati. Zac butta dentro Fiore per avere più gioco che un Rosina non gli basta, e lui lo ringrazia infilandoci una pera con la complicità sfigata di Matrix. Battiamo a centrocampo, retropassaggio a Stankovic, verticalizzazione per Ibra che brucia tutti e mette dentro un gol da cineteca.

Ristabilite le gerarchie il Torino cerca di giocare con l'orgoglio, visto che con i piedi non è all'altezza (nonostante i suoi giocatori siano molto simpatici a parte Balestri che speriamo di vedere presto in campo con il Martinafranca), ma riesce a malapena a scodellare due palle in area che nessuno sfiora e si perdono sul fondo: tanti ohhhhhh ma nessun pericolo reale.

Ennesimo affondo con palla pennellata e Adriano da solo davanti ad Abbiati non sbaglia, lo scarta e il portiere granata lo abbatte, prendendosi il giusto e inevitabile cartellino rosso. Sul dischetto va Matrix che insacca Taibi fresco di panchina. Gli ultimi 8 minuti sono melina: affogare un avversario dignitoso come il Toro  non è un comportamento che si addice alla Capolista. 

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Allenamento de luxe

9 Gennaio 2007 Commenti chiusi

 

Il calcio agonistico riprende con l'andata dei quarti di finale della Tim Cup (dalle mi parti sempre e comunque Coppa Italia) contro l'Empoli in formazione primavera che non demerita e la gioca sulla velocità (riuscendo persino a fare tre tiri in tutta la partita). Dopo il meritato onore delle armi, parliamo del calcio di serie A, con un Inter in sordina nel primo tempo che esce con prepotenza nei secondi quarantacinque minuti. Dacourt e Cordoba si vede che non hanno ancora tanti minuti nelle gambe (anche se il secondo pennella il 2 a 0 superando Bassi che ha cacciato fuori dalla porta dei toscani anche i fantasmi dei gol subiti negli anni passati), mentre per il resto il comparto difensivo non ha nessuna esitazione. A centrocampo il solito dominio fisico. Le note migliori sono sicuramente quelle dell'attacco, dato che per la seconda volta nella stagione Adriano non sembra una lavatrice ma un giocatore di calcio, che azzecca addirittura alcuni movimenti senza palla. Per non smentirsi si mangia tre gol fatti, ma non è da solo in questo sport, perché Ibra non vuole farlo sentire solo e quindi se ne mangia anche lui tre. Nonostante questo la sua magia sul gol di Adriano (un doppio passo velocissimo di prima a verticalizzare nel pertugio in cui la palla può arrivare solo al brasiliano) lascia a bocca aperta, quasi quanto il quasi gol del Capitano Zanetti in pallonetto (giusto per completare il repertorio di tocchi che ha fatto nella carriera, dato che non ci risultano altri pallonetti nella storia personale di Saverio :).

Partita rilassata, una bibita con gli amici, due gol e tantissime occasioni. Fossero tutte così le partite quasi non mi sentirei pià interista… 🙂

 

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