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Archivio per la categoria ‘movimenti tellurici’

Mission Impossible: recuperare il pop a sinistra

15 Settembre 2007 4 commenti

 

Ogni tot ritorna in auge una discussione che si insinua in ogni progetto politico che voglia avere un minimo di respiro in questa fase (e non solo): per vent'anni le destre hanno omogeneizzato una cultura popolare e pop (che come mi insegna wm1 non sono la stessa cosa 🙂 somministrandola alle nuove e alle vecchie generazioni. Il risultato è il substrato sociale e culturale con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Non è una grande novità (Gramsci docet da tempo immemore e se lo cita Fini dovremmo farci un pensierino pure noi…) che affrontare seriamente il problema della riconquista del terreno culturale sia una priorità politica (non riconquistare terreno ideologicamente puro, ma riconquistare terreno per la possibilità che esista un altro punto di vista che gli omogeneizzati di cui sopra). Il vero problema che ci troviamo affrontare non è tanto il fatto che le nuove generazioni abbiano posizioni avverse alle nostre, ma che non abbiano la capacità di incontrare sul proprio percorso che una singola opzione (che diventa vagamente totalitaria con buona pace della retorica della libertà).

L'ennesimo spunto per questa discussione è stato questo post sulla trasmissione di Lucarelli sul g8 di Genova e i processi che ne sono derivati. Colto da raptus pop il mio socio si è sciroppato la fiction su Dalla Chiesa, traendone alcuni spunti di ragionamento. Il mio sintetico pensiero (sono ancora in fase rassegna e quindi ho poco tempo online) è che ognuno deve attivarsi in questa battaglia per un rimescolamento delle carte a livello culturale. Se non porteremo a casa qualcosa siamo destinati non tanto a essere sterminati, quanto a rimanere perennemente oscuri, inascoltati, non visti, inaccessibili in un senso un po' metafisico anche al nostro vicino di casa. Quello che pensiamo, quello che proviamo vale almeno la possibilità di essere incontrato.

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Tra un film e l’altro, il solito copione sul g8 di genova

10 Settembre 2007 14 commenti

 

Mentre balzellon balzelloni mi porto tra i cinema della rassegna milanese dedicata ai festival di Locarno e Venezia, non trovo il tempo di esprimere la mia rabbia per la trasmissione di Lucarelli (Blu Notte) di ieri sera, dedicata al g8 di Genova. Capisco che fare uscire elementi nuovi in una trasmissione su rai tre sia difficile, ma un po' di coraggio in più non sarebbe guastato, e soprattutto qualche grossolano errore in meno (sono i dettagli che fottono gli anni di lavoro in tribunale svolti dalle segreterie legali e dagli avvocati) e qualche specifica in più (ad esempio per chiarire chi è veramente Sabella) mi avrebbero evitato l'impulso di lanciare il televisore dalla finestra del mio socio. In ogni caso proprio il mio socio ha scritto un post sul suo blog che riassume perfettamente anche il mio punto di vista. Forse gli ho regalato un pezzo di cervello qualche tempo fa e non me lo ricordo, o viceversa, chissà…. 

PS: ehi socio se non citi blanca e l'audace presenti e incazzate anche esse, mi sa che ti fanno lo scalpo. 

La retorica del decoro e del quieto vivere e la cancellazione della storia

6 Settembre 2007 4 commenti

 

Negli ultimi giorni di quest'estate ordinaria e pigra, i quotidiani e il dibattito politico italiano sono stati monopolizzati da un pesante ritorno alla retorica del decoro e del quieto vivere: un evento che non fa che rinforzare la sensazione di un revival degli anni ottanta prepotente. L'ultima vittima in senso cronologico di questa vicenda, dopo mendicanti, lavavetri, prostitute, writers, ragazzini vocianti e via dicendo, è il murales in ricordo di Dax sulla darsena in quartiere ticinese. 

Dax, Davide, era un militante della zona sud di Milano. Stava in un centro sociale e faceva attività di quartiere sul diritto alla casa e sull'antifascismo. Una terribile notte, il 16 marzo 2003, ha incrociato per strada tre tizi (padre, figlio e amico naziskin il cui cane si chiama Rommel, tanto per smentire il capogruppo Fidanza a Milano che sostiene che non ci fosse un movente politico dietro la tragedia) che lo accoltellano alla schiena, uccidendolo. Un paio di persone che sono con lui sono ferite gravemente, ma sopravvivono. In memoria di Dax dal giorno dopo praticamente c'è un murales periodicamente rinnovato sul muro della darsena di Milano, da altrettanti anni un cantiere a cielo aperto per la costruzione di un parcheggio in uno dei pochi luoghi che si erano preservati nella loro versione originale e storica di Milano. Non era un murales brutto e abbozzato, nè una collezione di tag, non stava sul muro di una casa privata, né sui vetri di un tram: questo per dire che l'appello al decoro dietro il quale l'assessore Cadeo ha celato la richiesta all'amsa di cancellazione, non è minimamente fondata neanche rispetto all'ideologia benpensante e mediocre di cui si ammantano giunta di Milano e milanesi in genere. Esiste quindi un preciso disegno politico.

La solerte amministrazione milanese non è soddisfatta di cancellare l'identità popolare di Milano con i progetti edilizi e i cambi di piano regolatore, di cui la trasformazione della darsena in parcheggio e dell'isola in quartiere di grattacieli amministrativi, o la trasformazione del parco giochi delle varesine in nuova città della moda sono solo alcuni degli esempi più eclatanti, ma mostra con questo atto la sua determinazione a aggredire la storia sociale della città. Milano non è solo terra di confindustria e di imprenditori, di persone per bene e di gente che vuole stare bene a scapito degli altri, ma è una città di confiltto, di scontro. Lo è sempre stata. 

La domanda allora più interessante è: la storia che le persone ricordano è quella che ha incrociato la loro vita, una storia popolare e sociale, che non trova spesso spazio nei libri di storia, occupati a convincerci che solo i grandi nomi e gli atti ufficiali hanno un valore storico. Quella storia è testimoniata in mille modi sul territorio urbano e andrebbe difesa, con forza, anziché lasciata scivolare via nelle prepotenze dei nuovi padroni di un territorio. Genova e Dax non ci sono sui libri di storia (rispettivamente mondiali e italiani), perché testimoniano una versione non pacificata dei conflitti che non piace a chi pretende di guardare tutto con obiettività e distacco, lontano dalle strade e da quello che vi accade.

E' questa operazione ampia e precisa che deve incontrare il nostro odio e il nostro disprezzo. E la nostra capacità di contrastarla. La storia è nostra. La città è nostra. Noi siamo la città e la nostra storia. Non dobbiamo dimenticarlo mai.

da Wu Ming, un brano sulle pulsioni reazionarie che dominano il dibattito politico e sul disprezzo.

Torniamo, tornati, al lavoro sul primo Giap dopo il superamento di
quota 10.000, sovraccumulo di e-mail impossibile da smaltire, puzzo di
bruciato un poco ovunque, ci guardiamo intorno, ascoltiamo, annusiamo,
ci grattiamo le orecchie, finalmente esprimiamo un giudizio.
Non
sappiamo se la sentenza dei posteri sarà "ardua". La nostra è molto
semplice da emettere, eccola qui, chiara e risplendente:
'Sto tossico compost
di cetomediume vigliacco, eterna piccola borghesia razzista, massa
omologata individualista annegata nell'abitudine, base sociale d'ogni
fascismo e fascismetto, merda che olezza di merda… Questa ex-sinistra
ormai sub-destra che, anziché muovere guerra alla povertà, muove guerra
direttamente ai poveri e lo fa perché li odia, i poveri, li odia biliosamente, dal profondo delle budelle, prova ribrezzo
per i poveri, perché puzzano, sono d'intralcio, sono pre-moderni,
questa ex-sinistra dei vigili coi tonfa, questa ex-sinistra in piena
"modenizzazione" (non è un refuso) che firma per aprire i CPT anziché per chiuderli, che rincorre e afferra al lazo gli istinti più ferini e prevaricatori, che fa l'apologia criminogena della roba, gli sghei, e in cambio di un voto "moderato" che non esiste (che significa essere "moderati"? Essere un po' contro le unioni civili? Essere moderatamente
contro l'eutanasia? Essere al 50% come Schifani?) vende "sicurezza" a
chi è già al sicuro, al contempo deturpando la vita e la dignità di chi
campa appeso a un filo, questa ex-sinistra ormai sub-destra che ha
trasformato la mediazione al ribasso in vera e propria masturbazione,
vi si dedica gemendo di piacere, e ha come unico referente
l'Homunculus, l'Homunculus che spia dalle persiane e teme, trema e teme, ha paura di tutto e di tutti, vive un terrore prefabbricato e media-stimolato come falso veder bestia quand'ombra
(Inferno, canto II, 48)… Noi la disprezziamo, l'ex-sinistra ormai
sub-destra, dello stesso disprezzo che essa riserva ai disperati. I
lavavetri come emergenza nazionale, si scomodano i ministri, che la
farsa sia con noi. Ipocrita idolatria della "legalità", Legalità con la
Maiuscola, legalità placebo di ogni male, in un paese dove si
iper-legifera per accontentare ogni lobby e cordata e non vi è norma
che non sia in contrasto con mille altre. Questa ex-sinistra ormai
sub-destra. Questa cofferateria diffusa. Fa male constatarle ma fa bene
dirle, queste cose. Cazzo, sì, fa bene dirle. Tacendole s'intorbidano
le acque. Tacendole si uccide la speranza che rimane.
Ora il sangue s'ossigena, il fiele si stempera, il cranio si sgrava. Parliamo di noi, dei nostri progetti.

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Buone nuove dai mainstrem (non par vero!)

5 Luglio 2007 1 commento

 

Nel giro di dieci minuti, a scavare neanche troppo a fondo, si possono reperire informazioni interessanti: ad esempio posso passare dal sito di Luca Volonté (che ci spiega perché il giochino di molleindustria al centro della querelle di questi giorni è falso e tendenzioso), alle ansa pubblicate su repubblica che mi dicono il contrario ("Prete condannato a 4 anni per pedofilia", ovviamente anonimo, menre quando ci chiedono dei nostri reati vogliono sapere anche il cognome da nubile di mia madre).

Poi giri pagina e trovi che è arrivata un'altra condanna civile al risarcimento danni per le botte subite durante le cariche indiscriminate della polizia a Punta Vagno, sabato 21 luglio 2001, a conclusione delle mobilitazioni contro il g8. Se la donna in questione riceverà 24 mila euro, direi che il g8 e la "sbadataggine" della polizia costeranno molto cari al Ministero degli Interni. Non fossero soldi nostri quelli degli stipendi con cui vengono pagati quelli che ci hanno menato sarebbe meno ironica la situazione…

Restate sintonizzati perché da settembre sul g8 ne vedremo parecchie (belle non saprei….)

 

Siamo i buoni. Sempre detto.

5 Luglio 2007 8 commenti

 

Mi sono perso via UN'ORA 🙂

Io sono arrivato a 995, lesion battuto a 870, sospetto il massimo sia mille.

Buon Divertimento

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Piccola storia di oscurantismo quotidiano

4 Luglio 2007 Commenti chiusi

 

No, non vi parlerò dell'oscuramento di noblogs.org temporaneo e del suo ripristino. Per quello ci sono già i post su cavallette [ Stanotte Dio ha telefonato in AmericaGod Bless America ]. Volevo solo segnalarvi come oggi nessun quotidiano (tranne Liberazione) ha parlato della cosa, come Il Manifesto ha risposto al comunicato una cosa tipo "beh, che c'e' di strano, e poi non c'e' la notizia", e come però tutti parlino invece del gravissimo caso per il quale tre studenti di foligno sono stati denunciati: hanno infatti preso e spaccato il crocefisso che avevano in classe (l'Italia è laica e il crocefisso in classe dovrebbe essere illegale e rimosso da tempo) e hanno messo il tutto su youtube.

Qualcuno parlava di oscurantismo e bigottismo? Troppo poco.  

PS: a nessuno ancora è venuto in mente che autistici è da due numeri sulla rivista GNOSIS (Sisde) e che è citata bene o male sull'ultimo rapporto sulla Sicurezza (2006). Io ho l'impressione che qualcuno ci stia facendo la posta, percui nessuno abbassi la guardia (e nessuno tocchi caino, penso). 

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City of Gods: non c’è due senza tre

4 Luglio 2007 Commenti chiusi

 

Ieri mattina alle fermate delle metrò milanesi è comparso il numero tre di city of gods, pubblicazione politica aperiodica che fa pelo e contropelo all'informazione unica, tanto da rimanere inviso anche ai democraticissimi burocrati de Il Manifesto e della CGIL (la critica a sinistra si sa, non desta mai molte simpatie). A questo giro tre edizioni a Milano, Monza, Livorno. 

Leggetevelo tutto

 

Repubblica: da giornale del centro sinistra a giornale delle questure.

2 Luglio 2007 5 commenti

 

Un tempo repubblica era il giornale del centro sinistra, dei sinceri democratici, misurati in tutto. Da ormai qualche anno a questa parte pare sia diventato l'organo della linea violante/cofferati: legge innanzitutto, ordine, equilibrismo per dire che gli unici buoni sono quelli che rispettano la legge (tranne quando i trasgressori sono parti di Ds e Dl) e quelli che si sottomettono alla ragion di stato sempre e comunque. A Milano ormai i suoi articoli sono considerati una barzelletta, e quasi è meglio sfogliarsi il corriere, tanto sono fotocopie delle dichiarazioni della questura (quando si parla di marginalismi e politica non istituzionale, sia questo un'occupazione, i rom, le colonne di san lorenzo). Almeno il giornale fa parlare solo De Corato.

E' evidente che anche a livello nazionale legalitarismo e giustizialismo la fanno da pardroni tranne quando c'e' da identificare le responsabilita' di chi governa e di chi comanda: infatti oggi per parare il colpo alle polemiche La Repubblica Online fa da ufficio stampa di Fournier, che spera cosi' di evitare l'isolamento all'interno del reparto. Che vomito: uno sperava che almeno un minimo di dignita' a qualche sbirro e qualche giornalista fosse rimasto. Invece no. Leggete e ribaltate il vostro fegato pure voi

A cinque anni dal massacro di avellaneda: Dario y Maxi presente!

26 Giugno 2007 Commenti chiusi

 

Cinque anni fa, il 26 giugno 2002, al culmine di una fase di lotta incredibile per tutto il mondo e in particolare per il sudamerica, le forze dell'ordine argentine reprimono nel sangue l'ennesimo corteo. Gli scontri nascono per volontà di fronteggiamento della polizia federale, che non vuole concedere il blocco stradale sul puente puerrydon, storico luogo dei piqueteros della capitale. In Argentina non è come dalle nostre parti, e gli sbirri non si fanno remore a estrarre fucili e sparare a gratis sulla folla, la memoria della dittatura e della resistenza sono ancora molto vive nelle persone, nonostante gli ultimi anni in cui la tranquillità ha portato molta più indifferenza.

Maxi viene ammazzato mentre si sta ritirando per tornare con i compagni verso le proprie sedi. Dario lo sorregge, si ferma in stazione di Avellaneda per aiutare il compagno sperando di salvarlo. Il commissario Franchiotti e alcuni altri sgherri entrano in stazione, vedono Dario, figura carismatica dell'MTD di Lanus, tra i più autonomi e combattivi, e lo freddano a fucilate. Un fotografo immortala la scena che costerà a Franchiotti e soci una pesante condanna (anche se i mandanti politici del duplice omicidio, Duhalde e compagnia, non saranno mai additati come i veri colpevoli).

Dario e Maxi erano compagni eccezionali. Io non li ho conosciuti di persona, ma persone con cui ho condiviso tutto erano i loro fratelli, le loro sorelle, le loro amanti. Per me ricordare la passione che ho sentito ogni mese alla celebrazione della loro morte è uno dei motivi per cui continuare a lottare e a ritenere l'attivismo politico una spinta fondamentale. Un giorno tornerò in Argentina, e ho il timore che non sarà per un breve passaggio.

Dario y Maxi presiente! Seguimos en la lucha! 

L’assurdo mondo della giustizia a senso unico

25 Giugno 2007 2 commenti

 

Oggi altro capitolo di processi e sfighe. Ma vale la pena parlarne un attimo, perché rasenta l'assurdo e rappresenta perfettamente lo status quo di giustizia e democrazia nel paese.

Durante le udienze dedicate al processo San Paolo, per gli eventi in cui compagni e compagne furono selvaggiamente picchiati nel pronto soccorso in cui aspettavano di apprendere la notizia della morte di Dax, uno degli sbirri venuti a testimoniare riconosce tra il pubblico qualcuno che assomiglia a uno dei presenti ai fatti della notte in esame. Immancabile la solerzia dei carabinieri che a fine udienza identificano un po' tutti i presenti con la scusa di adempiere al loro dovere/piacere.

Giova ricordare che in quel processo i tre imputati tra le forze dell'ordine (uno riconosciuto come recante una mazza da baseball fuori ordinanza con cui picchiava le persone e al momento del processo in carcere per aver partecipato a un giro di cocaina; gli altri due immortalati da un vidoe mentre pestano uno degli imputati "attivisti" a terra inerme) sono stati assolti o condannati a pochi mesi per abuso d'ufficio, mentre dei quattro compagni imputati tre sono stati condannati a due anni e rotti per resistenza aggravata. Già questo fa ribollire il sangue, ma non fermatevi qui.

Lo sbirro delatore in questione si chiama Tarantino, ed è di stanza nel commissariato Garibaldi-Repubblica, guarda caso quello che include anche Pergola nelle sue ronde, e guarda caso è proprio lì che ha visto l'individuo presente nel pubblico, pensando bene di farsi una bella risata alle spalle della giustizia.

Infatti il soggetto nel pubblico il giorno del San Paolo era a Roma, ma l'ispettore Tarantino lo indica come presente a Milano. Qualsiasi pm di buon senso avrebbe mollato lì la questione, ridicola in sé, ma non Gittardi, che decide di insistere e di portare a giudizio anche la persona presente tra il pubblico con come unica prova la parola di uno dei poliziotti presenti quella sera di picchiatori al San Paolo e chiaramente in grado di aver visto molte altre volte la persona in questione in altri contesti.

In un paese democratico la parola di uno sbirro non vale di più di fatti e parole di persone normali. In Italia non è così, e oggi una persona totalmente innocente rischia di essere condannato per fatti a cui non era presente, solo per la voglia di piccola e miserrima vendetta di un pusillanime in divisa e per la miopia di un pm tutto d'un pezzo ma di poca lucidità.  

Questi eventi sono quelli che ti fanno venire voglia di avere un unico approccio con le forze dell'ordine, e non certo improntato al dialogo. Police par tout, Justice nulle part.