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Archivio per la categoria ‘pagine e parole’

Lista aggiornata recensioni e interviste Blackswift

11 Luglio 2007 7 commenti
Categorie:pagine e parole Tag:

Intervista e recensione su Monocromatica in occasione della presentazione a Roma

8 Luglio 2007 Commenti chiusi

Intervista e recensione su Monocromatica in occasione della presentazione a Roma in cui sono intervenuti anche Andrea Capocci ricercatore precario di bell'aspetto e Maurizio Ilardi, professore di sociologia, che hanno molto apprezzato il libro e con cui si è dato vita a un interessante discussione ๐Ÿ™‚

[ dal sito della libreria rinascita ] 

Questo lo pseudonimo dietro cui si nascondono due ‘attivisti dell'underground milanese’, autori di Monocromatica, edito da Coloradonoir.
Questo romanzo, tra il noir e il fantasy, nato online , si è evoluto
anche grazie all’esperienza e ai consigli di chi ne ha proposto la
pubblicazione: Sandrone Dazieri e Andrea Cotti. Il duo di scrittori ci
ha portato in una Milano moderna e riconoscibilissima, ma dagli aspetti
misteriosi e indecifrabili.

Il vostro romanzo si forma online. Credete che il web sia un mezzo efficace per la diffusione della cultura?

La
gestazione di Monocromatica è avvenuta online: per noi questo è un
aspetto fondamentale. Innazitutto perché esprime la nostra apertura: il
web ha una forza di coinvolgimento enorme e i suoi tentacoli possono
toccare chiunque. Tra gli elementi che ci affascinano di più di
internet c’è la sua straordinaria possibilità di relazione. D’altra
parte, crediamo che il rapporto tra internet e cultura sia ambivalente:
può veicolare qualsiasi tipo di contenuto culturale a chiunque, ma
d’altra parte è anche una causa dell’imbarbarimento che abbiamo davanti
agli occhi. Perché banalizza e appiattisce. Non è un caso che si
registri un aumento dell’analfabetismo: le persone vedono di più e sono
disabituate a leggere. Allo stasso modo, cala l’attenzione per la scena
singola e per i dettagli. Sul web si passa da una finestra alla
successiva e tutto scorre in fretta.

Dallo
pseudonimo per firmare in coppia il libro, al rapporto con il web …
sono diversi i punti di contatto con il collettivo di scrittori Wu
Ming… è così?

Ci
sentiamo simili al collettivo di scrittori, perché proveniamo
dall’attivismo politico e crediamo che fare letteratura sia un modo per
inserirsi nella società e apportare dei cambiamenti. L’impegno di chi
scrive dovrebbe essere quello di instillare in chi legge il dubbio che
ci sia ‘qualcosa che non va’,  offrire spunti di
riflessione, spezzare la monotonia della cultura globalizzata. Dai Wu
Ming ci discostiamo invece per la tecnica narrativa e per il modo in
cui costruiamo le parti delle nostre storie. Sebbene scriviamo brani in
autonomia, ci incontriamo, ci confrontiamo, e discutiamo insieme di
modifiche e sostituzioni. Puntiamo ad un flusso omogeneo di fatti e
parole.

I
generi cha vanno dal giallo al noir, al poliziesco stanno vivendo un
momento di interesse e vitalità. Avete un'opinione in proposito?

Viviamo
in tempi di imbarbarimento e a forti tinte di chiaro e scuro. Il noir
mette in evidenza gli aspetti paradossali della nostra quotidianità. In
Monocromatica ci sono diversi problemi: dalle condizioni di chi è
immigrato, alla differenza tra la percezione e la realtà della vita
nelle strade di grandi metropoli. Tramite un’operazione di reality
fiction mascheriamo esperienze realmente vissute e accadute con il velo
della narrativa, che tramite il gioco dell’immaginario, evidenzia le
storture della realtà. Il noir intorbidisce le ombree e illumina le
zone chiare. Ne esalta le contraddizioni e gli strappi, le incongruenze
e i contrasti: è molto vicino allo spirito dei nostri anni.

[ da Liberazione ]

"Monocromatica", un noir di R. S.
Blackswift, nome collettivo dietro cui si celano due attivisti della
scena underground milaneseall'esordio. Il libro è nato sul web dalla rielaborazione di loro racconti ad opera dei lettori. Oggi la presentazione a Roma
Milano, storia di una città cosmopolita in chiave fantasy
di Emanuela Del Frate

Si intitola Monocromatica ed è un noir ambientato a Milano. Eppure è un
libro pieno dei colori e delle mille sfumature che intercorrono tra il
bianco e il nero. R.S. Blackswift non è un affermato autore inglese o
americano, bensì un nome collettivo – non anonimato ma "polinomia", ci
tengono a sottolineare – dietro cui si celano due attivisti della scena
underground milanese al loro esordio sulla carta stampata.
Il libro
(edizioni Colorado noir – Mondadori, pp. 245, euro 15) nasce infatti
come un gioco sul web; un sito – http://blackswift.org – in cui, usando
gli strumenti della cooperazione in rete, i due autori hanno iniziato a
scrivere racconti lasciandoli a disposizione di chiunque li volesse
leggere, commentare, arricchire con osservazioni, critiche e
suggerimenti. Poi l'incontro con Sandrone Dazieri che, impegnato nella
nuova avventura della Colorado noir, insieme a Gabriele Salvatores e
Maurizio Totti, prende per mano R.S. Backswfit e apre loro le porte
dell'editoria.
Se il noir è, come lo definisce il regista, «il
genere letterario più titolato a raccontare la realtà in cui viviamo
che è fortemente anormale, ossessiva, illegale: è uno sguardo deviato»,
Monocromatica è perfetto per la nuova collana distribuita dalla
Mondadori. E' uno sguardo obliquo quello con cui i due autori guardano
Milano; una Milano grigia, dal cielo plumbeo e uniforme, ma nella quale
convivono tutti i colori di una popolazione multietnica, dove, negli
angoli nascosti della frenetica città della moda, si celano migliaia di
differenti vite e storie e, a volte, basta solo uno sguardo attento per
saperle svelare e mostrare. Così i personaggi che animano questo libro
sono quattro eroi metropolitani un po' sui generis.
C'è Fernando, il
killer che si lamenta della propria professione, non tanto per rimorsi
di coscienza, ma perché a Milano è disoccupato in pianta stabile. «"In
questa città del cazzo non si ammazzano mai" pensa quasi ad alta voce.
Scazzano, trafficano, spacciano, si menano, sbraitano, ma non si
ammazzano se non per una coltellata o un colpo di fucile partito quasi
per sbaglio. Nessuno cerca mai qualcuno per ammazzare qualcun altro».
C'è Hassan che ha solo 17 anni e che non ne può più di vivere in una
città che lo rifiuta, in cui deve guadagnarsi ogni volta un nuovo posto
dove dormire cercando di stare lontano dai guai dei suoi connazionali e
dalla polizia. Senza soldi, senza la speranza di trovare un lavoro,
senza futuro.
C'è Li, una ragazza cinese che per riuscire a muoversi
all'interno della sua comunità si costringe a fingersi uomo – per
scappare al «ruolo già assegnato al suo sesso nella società cinese in
esilio» – dividendosi tra il lavoro da fattorino e quello da cameriere.
E poi c'è un nero africano dai molti nomi che vende fumo agli angoli
delle strade, ma che sembra celare, dietro la sua serafica calma,
poteri sciamanici. E, ovviamente, c'è un mistero da svelare a tutti i
costi per poter avere salva la vita e l'immancabile – vista la storia
personale di R.S. Blackswift – hacker che, con la sua attitudine al
"metterci le mani dentro", darà un contributo fondamentale per
sciogliere i nodi dell'intrigo. Potrebbe anche essere tutto qui, dietro
ai classici elementi di un noir, ma Monocromatica non è esattamente un
noir. Nella storia si intrecciano elementi storici, fantasy e un
accennato tocco di esoterismo. Milano scalpita, vive e rivive, racconta
qualcosa in ogni angolo, in ogni strada, e non si tratta soltanto della
storia attuale. E' una Milano che cela e svela storie più o meno
antiche che hanno contributo a costruire la sua attuale identità di
città caotica e cosmopolita.
All'inizio è un po' difficile seguire
il filo degli inserti storici, ma l'impianto narrativo è buono e la
lettura diventa a mano a mano sempre più semplice ed avvincente. La
storia del mondo è scritta col sangue recita l'altisonante sottotitolo
del libro; è il sangue da cui ha preso vita la città con la sua attuale
morfologia, a partire da quello della giumenta sacrificata nella
pianura in cui sorgerà la metropoli. E' il sangue versato dalla fame di
potere della Chiesa ambrosiana, delle "streghe" bruciate
dall'Inquisizione, di Varalli e Ribecchi uccisi negli anni Settanta da
fascisti e polizia. Il sangue non è altro che il segno più tangibile di
una storia che si inscrive nell'eterna opposizione tra oppressione e
movimenti di liberazione.
Contraddizioni e scontri tra opposti che
spingono ad elaborare il passato come il presente, ad esplorare punti
di vista differenti e lasciando sempre aperta la possibilità del
cambiamento, della contaminazione e della trasformazione. Possibilità
che si scoprono tutte in un finale che non si può far a meno di leggere
senza sorridere. Un buon esordio per questo "autore collettivo" che
sarà oggi a Roma, (libreria la Rinascita, largo Agosta, ore 19) a
presentare Monocromatica insieme a Lanfranco Caminiti, Massimo Ilardi e
Andrea Capocci.

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City of Gods: non c’รจ due senza tre

4 Luglio 2007 Commenti chiusi

 

Ieri mattina alle fermate delle metrò milanesi è comparso il numero tre di city of gods, pubblicazione politica aperiodica che fa pelo e contropelo all'informazione unica, tanto da rimanere inviso anche ai democraticissimi burocrati de Il Manifesto e della CGIL (la critica a sinistra si sa, non desta mai molte simpatie). A questo giro tre edizioni a Milano, Monza, Livorno. 

Leggetevelo tutto

 

Settimana prossima: presentazione Monocromatica a Roma!

27 Giugno 2007 2 commenti
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Nuovo dominio temporaneo per blackswift

26 Giugno 2007 Commenti chiusi

 

Ehm, si, siamo troppo h4x0r 31337 e abbiamo registrato il dominio con domainbyproxy senza ricordarci con quale cazzo di mail lo abbiamo fatto. Il dominio è scaduto e adesso siamo in attesa di recuperarlo. Nel frattempo abbiamo registrato noswift.org dove potete raggiungere il sito e il nuovo racconto china in arrivo (è breve, ma il preludio a qualcosa di più ๐Ÿ™‚ 

Che babbi…. ๐Ÿ™‚ 

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Nuove recensioni per monocromatica

20 Giugno 2007 5 commenti

 

Con piacere notiamo che lentamente ma inesorabilmente la lettura di monocromatica  si diffonde. In questi giorni sono infatti uscite (o forse le ho notate solo io ๐Ÿ™‚ due recensioni/commenti sul libro. Purtroppo il dominio è in fase di rinnovo e quindi i testi non sono disponibili, ma speriamo di rimediare presto con il mio socio.

La prima recensione è di David Frati su Il Mangialibri: ci pare molto equilibrata e la condividiamo parecchio, anche nelle critiche. Unica cantonata: l'altra metà del magic, duo, cioè il mio socio, è italianissimo (purtroppo :). No problem! [Errata: David Frati ha corretto l'errore che penso fosse generato dal fatto che io nei ringraziamenti lo chiamavo socio armeno anarchico genoano eheheheh!]

Il secondo commento è di quel babbo di alieno, a cui il libro è piaciuto e lo ringrazio per la segnalazione! ๐Ÿ™‚

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Fare senza dimenticare quel che si voleva fare

22 Maggio 2007 3 commenti

"Ciò che Ulisse salva dal loro, dalle droghe di Circe, dal canto delle Sirene, non è solo il passato o il futuro. La memoria conta veramente – per gli individui, le collettività, le civiltà – solo se tiene insieme l'impronta del passato e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare quel che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare" [Italo Calvino, Corriere della Sera, 10 agosto 1975] 

Un tempo gli intellettuali a disposizione erano diversi, ma abbiamo perso anche loro insieme al ricordo di troppe guerre e all'avvento dell'opinione svilita e abusata, senza coscienza. Che abisso.

Ho letto questa frase prima di andare a letto. Sono stato perseguitato da un sogno in cui cercavo di leggerla a diverse classi di ragazzini e ragazzine di ogni età. Ogni volta che provavo a leggerla succedeva qualcosa che mi impediva di farlo correttamente: venivo interrotto, oppure sbagliavo un verbo, o l'intonazione e le pause richieste dalle virgole, oppure la lingua mi si incagliava trasformando le parole in suoni inarticolati. Non mi sono svegliato tranquillo.

 

Presentazione Monocromatica a Milano: s’agapรฒ

14 Maggio 2007 6 commenti

 

Mercoledì 16 maggio, alle ore 21.00 circa, presentazione di Monocromatica al circolo ARCI S'AGAPO', in via Ludovico il Moro. Chi ha voglia è il benvenuto ๐Ÿ™‚

 

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Critica della Ragion Criminale

13 Aprile 2007 Commenti chiusi

 

Prima di addentrarmi nelle vicende milanesi, mi prendo un filo di tempo  per parlare dell'ultimo libro che ho letto, dopo averlo lasciato nel mio spool per quasi tre mesi. Critica della Ragion Criminale parte da un ottimo spunto narrativo, ovvero l'ipotesi di un ultimo lavoro perduto di Immanuel Kant che esplora i recessi inesplorati dell'istinto umano. L'intreccio del libro è intrigante anche se a un certo punto è fin troppo ovvia la conclusione, ma la curiosità sul senso che il filosofo razionale per antonomasia presenterà alla fine dei conti prevale e ti guida fino in fondo al libro. 

L'intuizione molto interessante riguarda proprio la filosofia kantiana: Michael Gregorio rilegge infatti il pensiero razionale di Kant come un preludio a Nietzsche, alla sua immersione nelle profondità dell'animo umano, trasforma il razionalismo di Kant in una ineluttabile premessa per l'irrazionalismo che lo seguirà. Il cielo stellato sopra di me e le tenebre profonde dentro di me.

Quello che non riesco a digerire di questo libro, come del libro di Valeria Montaldi di cui parlai qualche mese addietro, è il linguaggio artificiosamente spostato nel passato, una ricercatezza di termini desueti calati nel contesto di frasi moderne. Intendiamoci, uno può decidere di scrivere un romanzo iperrealista nel linguaggio dell'epoca in cui ambienta la storia, ma allora come Pynchon in Mason & Dixon si assume la responsabilità di una ricerca filologica degna di questo nome. Piazzare fraseggi antiquati a caso nel mezzo di un racconto moderno in tutto il resto risulta molto fastidioso per chi legge. Gregorio ha forse l'attenuante della traduzione che potrebbe non essere fedele alla lingua originale francese, rimane però il fatto che affettare erudizione è sempre irritante (almeno per me).

In ogni caso il libro è consigliato e merita un ampio sei e mezzo ๐Ÿ™‚ 

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Blackswift e i cinesi!

12 Aprile 2007 4 commenti

Mentre io rammodernavo la grafica della pagina di blackswift (grazie carl0s!) mi sono perso il momento più importante della recente storia milanese: gli scontri tra i cinesi e gli sbirri… Mannaggia, vedi quando mi metto in autismo!!!

Le foto mostrano abbastanza chiaramente che come al solito i solerti tutori dell'ordine ci vanno leggeri quando hanno di fronte persone dei cui diritti possono allegramente fregarsene: ad esempio in una delle foto del corriere c'e' un signore con un manganello estensibile, che non mi pare faccia parte delle armi ordinarie per l'OP della Polizia Italiana. E' un giovane del quartiere che aiuta la polizia? E' un poliziotto in borghese che COME SEMPRE pensa di essere al di sopra della legge? In un altra foto mentre un signore orientale è tenuto fermo dal dirigente del reparto un altro poliziotto in borghese gli sferra un pugno che lo lascia al suolo: questo poliziotto sarà denunciato per lesioni? per abuso d'ufficio? Oppure si avvarrà della consueta impunità?

In ogni caso immagino che le opinioni anti-cinesi siano già formate in merito e spiattellate su tutti i media, tanto per stare sicuri e non criticare mai la polizia, che ci mancherebbe fa sempre e solo il proprio dovere…. Che schifo l'italietta.

Update

Infatti mano a mano che va avanti la giornata le notizie si deformano ad arte per dare una certa percezione dell'accaduto: le prime ansa parlano di "bottiglie d'acqua lanciate alle forze dell'ordine in tenuta antisommossa", mentre l'ultimo aggiornamento su repubblica parla di "14 agenti feriti e 5 cinesi". Ora, mi pare ci sia una lieve discrepanza: a parte il fatto che sappiamo bene come i baldi poliziotti si facciano refertare anche le storte per dare l'impressione che gli scontri o i diverbi siano molto più cruenti di quello che sono (e per aver quindi la scusa per le proprie di violenze), c'è da dire che voglio capire come hanno fatto due bottiglie d'acqua lanciate a generare 14 contusi tra gli agenti… O sono dei completi idioti, o ci marciano. Tanto da far dire a De Martino (storico supporter dei comitati di quartiere e numero due di AN dietro De Corato a Milano) che oggi si dovevano usare metodi civili e non il pugno di ferro…. Sono confuso, ma l'unisono scandalizzato di tutti i giornali mi rincuora: Bandiere rosse dappertutto

Mamma, li comunisti, quelli veri!!!!

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