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Un pareggio dimostrativo (featuring: gobbi di merda)

24 Gennaio 2008 4 commenti

Il pareggio di questa sera a San Siro dimostra molte cose, anche a chi cercherà di nasconderle (forse per non parlare del grandissimo Milan che perde a Bergamo 3 dei 9 punti dei recuperi con i quali sarebbe già quarto per la propaganda mediaset): dimostra innanzitutto che le sviste a favore e contro l’Inter non hanno motivo di innescare polemiche, se non speciose, ma una riflessione sulla qualità della classe arbitrale italiana; stasera infatti Farina, che io odio per il suo protagonismo esasperato, ha diretto impeccabilmente la gare, inclusi gli episodi più dubbi (qualche giallo in più non guastava). Vicerversa i suoi collaboratori o sono dei cecchini, o hanno alzato la bandierina ogni volta che un nerazzurro si lanciava nella metà campo bianconera. Questo pareggio dimostra che la Juve senza tre titolari ma con un tridente osannato in tutta Italia (Iaquinta, Pinturicchio, Trezeguet) era sotto di due gol in 11 contro 10, e solo con il secondo centrale difensivo fuori (Matrix per una testata) è riuscita ad accorciare le distanze. Il secondo gol è una ingenuità della difesa interista molto attenta fino ad allora, e della complice Legge Universale del Rimpallo Interista, che recita: in ogni caso se un rimpallo può andare in culo all’Inter, esso lo farà; viceversa se può favorire Milan o Juve, esso lo farà. Infatti il terzo gol di Cruz si infrange sul palo esterno, mentre la capocciata di Boumsong quel mezzo giocatori colpisce il lato interno della traversa e termina di un filo oltre la linea. Chiamala bravura… Peraltro in due dei quattro tiri a rete bianconeri. Chiunque ne capisca di calcio ha visto una squadra in dieci con meno della metà dei titolari in campo non far toccare la palla per mezzora alla squadra terza in campionato in superiorità numerica. Ai ragazzi che hanno calcato l’erba scivolosa di San Siro vanno tutti gli applausi del mondo e i complimenti per aver dimostrato che l’Inter non solo ha tecnica, rosa, qualità, ma anche grande carattere. I calci in culo  li deve prendere solo Burdisso: dopo una settimana di can can assurdo sui "favori all’Inter" cosa pensi bene di fare? Falcidi un uomo lanciato a rete, da dietro. Quando capirai che alle volte megli essere sotto di un gol in undici che in dieci per tutta la partita, forse sarai tornato il Burdisso pre-Valencia. Per ora sei la sua pallida ombra.

Veniamo ai ragazzi, escluso l’argentino. In porta Toldo rientra dopo due mesi di stop e un po’ si vede, ma non si nega un paio di parate decisive e la necessaria sicurezza. Dietro partiamo con Burdisso-Matrix centrali, Rivas a destra (di contenimento) e Maxwell a sinistra (di spinta). Dopo l’espulsione e il panico fino al 15esimo, Matrix fa coppia con Rivas e Cesar scala come terzino destro vedendosi costretto a scarpinare chilometri. Una volta assettata così la squadra in inferiorità numerica è ampiamente superiore alle merde bianconere, e questo in sé è una figata. Matrix migliora, anche se non rinuncia a entrate plateali che possono costare care con arbitri meno sicuri di Farina; Rivas dimostra inaspettate qualità di tempismo e determinazione; Cesar da terzino non è malissimo, anche se necessita aiuto per tenere la fascia. Il suo assist per il secondo gol di Cruz vale un bacio in bocca. Maxwell gioca la sua migliore partita di quest’anno, facendo sperare di aver ritrovato il fluidificante preziosissimo dell’anno scorso. 

A centrocampo schieriamo Maniche e Pelè in mezzo, a contrastare e impostare, sui lati Cesar e Solari; dopo l’espulsione passiamo al centrocampo a tre, molto più stretto e compatto. Maniche è molto ben integrato nei movimenti della squadra, cose sorprendente considerato che è la seconda partita in nerazzurro. Pelé dimostra che i recenti flop erano un momento di flessione, e fa vedere numeri tecnici veramente pregevoli, nonché una autorità molto decisa per un ragazzino che viene dalla serie B portoghese a fare il culo al club più titolato d’Italia. Solari rimane un mezzo giocatore sul viale del tramonto e si mangia due cross che erano praticamente gol. Cesar spinge sulla fascia e va encomiato. Quando a metà del secondo tempo entra Zanetti la fascia destra con Cesar diventa un incubo per i bianconeri che si trasferiscono in blocco dall’altro lato. Cambiasso entra e sarebbe decisivo se sostituisse Pelé come previsto, ma l’infortunio a Matrix lo costringono a fare il centrale difensivo di cui deve ancora acquisire i movimenti (sai non è esattamente il suo ruolo). Comunque è intoccabile e ingiudicabile. Rientra anche Vieira, e al primo pallone da solo scarta tutto il centrocampo dei gobbi e anche mezza difesa: qualità incredibile, e sogno di vederlo così in forma per alcune partite di fila. Se fossi nei prossimi avversari dell’Inter la prospettiva di un rombo con Stankovic, Cambiasso, Figo, Vieira non mi farebbe dormire sonni tranquilli (neanche con gli innesti possibili di Maniche, Jimenez, Zanetti e Cesar).

Davanti vediamo la coppia Cruz-Crespo: Mancini sceglie bene perché Ibra non brilla con i gobbi, mentre i due veterani ne hanno da vendere. Valdanito è definitivamente scongelato e gli manca solo il gol. Cruz in questo momento, con i suoi due gol ha un solo paragone nella storia dell’umanità: Gesù. Se avesse fatto il terzo che il palo gli ha negato, avrebbe fatto un salto di categoria: Dio. Forse Suazo avrebbe fatto comodo nella fase finale della partita, e penso che Cruz non lo vedremo domenica dato che ha dato tutto e si preparerà per mercoledì prossimo.

Quando ho visto la formazione all’inizio ho pensato (e lo penso tuttora) che forse era un errore sottovalutare la partita così, nonostante le assenze di Nedved, Chiellini, Salimazdic, Buffon. L’espulsione ha confermato questo problema, ma la risposta motivazionale dei nerazzurri è qualcosa che non ho mai visto all’Inter almeno dalla metà degli anni Ottanta in poi (per quanto mi ricordi): è qualcosa di nuovo, che noi tifosi non conoscevamo e che spero di poter ammirare a lungo, e si chiama carattere, consapevolezza, determinazione. Devo dire che una vittoria mi avrebbe veramente reso felice in maniera indescrivibile, e sarebbe stata pienamente meritata, ma anche con questo pareggio non sento di poter dire nulla ai ragazzi se non grazie per l’emozione che mi hanno dato. E i gobbi sanno di aver avuto molta fortuna a infilare due gol. Vorrei che Mancini tra Udine e mercoledì non risparmiasse i titolari e desse un assaggio della potenza dell’Inter a pieno regime. Mi tocco le palle e vado a leggermi le dichiarazioni ridicole dei pennivendoli ("orgoglio juve" in 11 contro 9, "la Juve rimonta l’Inter" che vinceva due a zero in inferiorità numerica multipla, ecc.)

La conclusione del post non può che essere una: gobbi di merda, mi fate vomitare. <g> 

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Vittoria immeritata, ma per questo godevole

20 Gennaio 2008 1 commento

zlatan black blockL’Inter affronta la partita nel modo peggiore: sufficienza, convinzione che passerà facilmente e in fretta, e poca crudeltà sotto porta. La nebbia non aiuta e per almeno mezz’ora non si capisce bene che cazzo succede nella parte avanzata della nostra fascia destra. E la nebbia è l’unico motivo per cui Gervasoni può non aver dato il rigore di quel babbo di Cordoba (che ogni interista sano di mente dovrebbe sperare destinato a una senile panchina) su Corradi. La partita sembra comunque passare quando l’Inter va in vantaggio, ma il pareggio di Cigarini è un regalo guarda caso di Burdisso e Cordoba, sicuramente i giocatori meno validi della difesa interista, che rende giustizia alla determinazione del Parma. Mancini non aiuta il gruppo cambiando assetto tattico una infinità di volte durante la partita: partiamo dignitosamente con il rombo con Cambiasso davanti alla difesa, Jimenez dietro le punte, Zanetti e Maniche in mezzo, poi passiamo inspiegabilmente al 4-4-2 mettendo tutti i giocatori fuori posizione. Burdisso al centro (non ci è bastata Valencia e altre incredibili prestazioni schifose), insieme a Cambiasso, Maniche esterno a sinistra (dove non gioca mai), Jimenez a destra (ricordiamo che il giovane cileno ha incantato nella Fiorentina quando giocava da trequartista e ha fatto vomitare alla Lazio quando giocava da laterale appunto). Poi spostiamo Burdisso dietro e Zanetti davanti, poi spostiamo di nuovo i giocatori immettendo Cesar e togliendo Maniche. Un delirio che origina una preoccupante assenza di gioco, non colmata da un Ibra in serata non particolarmente brillante e da un Crespo che fa fatica a trovare spazi, ma viene sostituito da un Cruz non in vena proprio quando stava iniziando a capire come mettere in difficoltà gli emiliani. Il tutto con una difesa in cui l’unico decente è Maxwell, con un Matrix privo della mentalità che ne ha fatto un mattoncino fondamentale dello scudetto dell’anno scorso (da quando è lui il perno della difesa abbiamo preso 4 gol contro i 9 presi dall’inizio del campionato con Samuel), un Cordoba in piena regressione, e senza un terzino destro, con un Burdisso che quando non viene buttato a caso a centrocampo non è all’altezza di una squadra che punta in alto. Queste sono le sere che Mancini dovrebbe ammettere: non sapevo che cazzo fare e ho provato a mischiare le carte a caso, ma non mi è mica riuscito.

Tutto questo non basta e per una volta la personalità di alcuni fuoriclasse non basta a tirarci fuori dai guai. Il gol di Gasbarroni grazie a una punizione inutile procurata da un intervento a caso in spaccata Matrix style dei peggiori periodi, e all’assenza di una barriera su una punizione a uno che Julio Cesar dovrà spiegarci prima o poi. Tutti a questo punto si aspettano la reazione di orgoglio, ma non se ne vede ombra. Solo verso l’ottantesimo iniziamo a macinare gioco, anche grazie all’innesto di Vieira e alla scomparsa di Burdisso dal centrocampo (o quasi). Bucci toglie una palla dalla rete su colpo di testa di Cambiasso e dopo poco Ibra si inventa una ribattuta che sembra destinata in rete: Couto si mette sulla traiettoria con testa e braccia di fianco alla testa. Non è una buona idea. Nessuno dirà mai definitivamente se era rigore o no. Io personalmente penso che per quello che abbiamo fatto quel rigore è stato un regalo di Gervasoni, seppur aiutato da Fernando Couto. Ibra segna dal dischetto, e poi comincia l’assedio: il Parma accusa psicologicamente mentre l’Inter si sente invasa della luce del culo totale. E infatti Ibra infila la porta al 43esimo: per una volta non siamo quelli che oltre il novantesimo perdono, ma quelli che vincono. Allo stadio è un tripudio. Non ce ne frega un cazzo che è un regalo: è una trance estatica in cui non sai più chi sei e che cosa fai, gridi, ti abbracci, ti lanci addosso a quelli che ti sono accanto. Se c’è un motivo per andare allo stadio è proprio l’estasi di questi momenti al di là di sé stessi.

Veniamo ai ragazzi: le note positive, e molto sono diverse. Maniche si è inserito molto bene e ha mostrato buone qualità, una specie di Dacourt con visione di gioco e piedi buoni, nonché la bomba da fuori area; Vieira è rientrato e sembra rodare bene, dimostrando che la sua presenza rappresenta un salto di qualità per il nostro gioco; Maxwell sembra in fase di ripiglio, dopo mesi di oscuramento. Purtroppo le note negative sono molte di più: Cordoba è inguardabile, Matrix lontano da quello che è stato, Burdisso da allenare da zero, Jimenez capace di dare il meglio in un solo ruolo, Ibra ancora afflitto da incostanza cosmica, Crespo ancora non al pieno delle sue capacità e Cruz non può essere la soluzione a ogni male. Infine, e peggio di tutto, Mancini a volte pare incapace di ammettere i propri errori. Speriamo sia un passo falso che ci serva di lezione e ci scuota in vista della fase più importante della stagione.  

PS: devo dire che dopo l’incazzatura per la partita giocata male, la trance per il gol decisivo al 93esimo, l’adrenalina, le parole dei ragazzi nelle interviste sono il meglio. Cambiasso: "forse è tornata la pazza inter, ma speriamo solo per una sera"; Jimenez: "non sono soddisfatto della mia prestazione"; Ibra alla domanda, ma volevi veramente prendere Mancini? "beh, è giusto che soffra un po’ anche lui, mica solo noi!" Un Genio! 

UPDATE Devo dire che il can can che si sta scatenando sui media italiani ha qualcosa di ridicolo. Beninteso, nessuno afferma che meritavamo di vincere la partita o che non ci siano state sviste che ci hanno favorito, ma trovo un po’ curioso che nessuno ricordi le sviste che ci hanno danneggiato (e parlo solo di quest’anno), o le sviste che hanno favorito tanto per citare due squadre, Milan e Juve (tanto per fare esempi Nesta su Quagliarella domenica, e i due rigori su Semioli di Fiorentina-Juve). Va bene che dà fastidio che dopo vent’anni di malaffare mediatico-criminale del duopolio rossobianconero noi vinciamo perché siamo più forti, ma così mi pare un po’ esagerato. Un po’ come Vieri che dice che all’Inter lo facevano giocare anche infortunato quando tutti sanno che l’unica squadra che tutela fin troppo i suoi giocatori è proprio quella nerazzurra, e che le squadre che si oppongono al test incrociato urine/sangue sono proprio rossoneri e gobbi. Strano no? Per una squadra come quella bianconera salvata dalla prescrizione nel più grosso scandalo doping del calcio moderno. Forse qualcuno ha interesse a cercare di creare il caso per coprire altro, maestro nelle ombre diafane della comunicazione e del malaffare. Pensateci ogni tanto pecoroni. Siete tutti un po’ ridicoli e ogni interista dovrebbe ridervi in faccia senza ritegno. 🙂

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Questa volta ne ho visto almeno un pezzo…

17 Gennaio 2008 2 commenti

Al contrario della partita d’andata, questa volta il Carlsberg sui Bastioni di Porta Volta si era munito di carta La7Più, forse anche complice il fatto che il proprietario è juventino e ieri doveva vedere la sua squadra sudare sette camicie per eliminare l’Empoli (in dieci uomini). Quindi almeno il secondo tempo (quasi tutto) l’ho visto. Non è stato granché, ma alla fine è sempre un 3-0, e anche la 12esima vittoria consecutiva in gare ufficiali, che è pur sempre un record che fa statistica.

In campo tantissimi giovani e meno giovani in cerca di minuti e di riscatto, quasi sempre non trovato. Crespo e Cesar di questi ultimi trovano il gol, e il primo anche un po’ di smalto, ma il brasiliano che appare a intermittenza è nella fase off. Solari continua a risultare non pervenuto, tanto che ho visto Bolzoni e Siligardi molto più in palla dell’argentino. Balottelli sembra sempre più Adriano: stessa aria appesa durante la partita, stessa voglia di pigliarlo a schiaffi per fargli mostrare un po’ di carattere e umiltà. Pelé continua a essere un mistero perché giochi (le squadre le fanno i procuratori), come anche Rivas, mentre Fatic e Filippini mostrano alcuni numeri.

Andrò controcorrente sull’esordio del figlio di Mancini – o meglio di Dossena – che ha fatto tanto incazzare i Primavera nerazzurri per lese gerarchie e nepotismo: e se fosse tutta una mossa mediatica, per far parlare di questa partita i giornali domani che altrimenti non avrebbero neanche preso in considerazione un trafiletto. Sarebbe veramente geniale. D’altronde la Coppa del Patriota è un po’ singolare come trofeo: quando la vinciamo noi non vale un cazzo ed è fastidiosa, mentre quando la vincono gli altri è quasi quanto uno scudetto. Misteri della fede, o meglio delle faide.

 

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Cincischiare e vincere

13 Gennaio 2008 2 commenti

L’Inter affronta il rientro dalla pausa come sa: provocando il patema in ogni tifoso con un minimo di memoria storica. Poco importa che basterebbe giocare bendati per vincere con il Siena, dobbiamo soffrire un po’, e dare la possibilità a quei gobbi impenitenti che commentano le partite su Sky di dire "il Siena avrebbe meritato il pareggio", dopo aver passato tutto il secondo tempo a cercare di dimostrare (senza riuscirci) che il gol di Cambiasso allo scadere del primo tempo era viziato da un fuori gioco di Cruz.

In campo una formazione che mi piace ed è ormai collaudata, anche se Matrix dietro ancora non da tanta sicurezza quanto Samuel. Cordoba è il solito pasticcione (gli venisse un colpo) e Maxwell meno brillante dell’anno scorso. Fortunatamente Julio Cesar atraversa un periodo di forma splendido. A centrocampo Cambiasso in cabina di regia a fare il terzo centrale di difesa, Zanetti e Chivu ai lati, Jimenez trequartista. Davanti un Ibra in forma strepitosa e un Cruz un po’ opaco (forse Crespo avrebbe meritato qualche minuto). Grande nota positiva il rientro di Stankovic, che delizia con un paio di cross al bacio, mostrando voglia di giocare.

Entriamo in campo con le gambe pesanti di fronte a un Siena che come i suoi parenti bianconeri ha tanta grinta e poca qualità (a parte quella merda rossonera di Locatelli che contro di noi dà sempre il meglio di sé). Per venticinque minuti non si vede quasi un tiro in porta. Due palle. Poi Girardi si inventa un rigore su Cruz a nostro favore, giusto per far parlare le malelingue che da sei mesi non sanno fare altro che parlare di presunti torti o favori arbitrali e dell’avvento del messiah Pato. Ibra segna e la partita continua come prima, anzi peggio, perché abbassiamo il baricentro e permettiamo al Siena di fare un gol molto bello, grazie a una doppia svista Maicon/Cordoba. Sul finire del primo tempo un liscio in combutta di Chivu e di un difensore del  Siena, Ibra mira la porta, ipnotizza tutto il Siena e serve Cambiasso che insacca nel primo rimpallo favorevole della partita.

Il secondo tempo entriamo in campo più tranquilli, e Ibra infila un gol a 100 all’ora da fuori area disumano. Poi sbaglia il 4-1 da solo davanti al portiere per misericordia. Pietà non contraccambiata dai gobbi toscani, che menano come fabbri e con un po’ di fortuna insaccano il 3-2 al 46esimo. Trenta secondi dopo Cruz ha la palla del 4-1 sul piede, ma  confermiamo la nostra natura antitetica all’infierire sull’avversario. Ci vuole classe. Anche per ascoltare le stupidaggini dei commentatori e guardare e passare oltre. 

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Il peggior album Calciatori Panini della storia

10 Gennaio 2008 10 commenti

Devo dire che quest’anno l’album di figurine Calciatori Panini è veramente deludente. Ovviamente, nel mio mini momento revanchista da crisi dei 30 anni, l’anno scorso ho ricominciato a collezionare le figurine… più che altro per il gusto di avere l’album in cui la Juventus era relegata in serie B. L’anno scorso con mia non eccessiva sorpresa la serie B ospitava i calciatori nella canonica dimensione, anziché due calciatori per figurina come era sempre stato nella memoria decennale di appassionati collezionisti. Era ovvio: con la Juve in serie B e con 13 milioni di gobbi sparsi per il territorio, dare la giusta dignità al campionato cadetto rappresentava una necessità di mercato. Carino l’anno scorso lil top player, ovvero la presenza di un secondo scudetto per ogni squadra di serie A che rappresentava un giocatore particolarmente famoso o ammirato del team.

Quest’anno la delusione è stata almeno doppia: non mi aspettavo di vedere il lusso per la serie B dell’anno scorso, ma nemmeno una qualità così bassa. Nella mia invettiva comincerò dai lati positivi (che sono pochi, così facciamo in fretta): il ritorno alla doppia figurina per la squadra schierata per ogni compagine di serie A; gli sfondi delle pagine veramente ben fatti con la squadra e i colori sociali graficamente ben elaborati; gli scudetti in rilievo; la presenza anche del calcio femminile e dello spazio dedicato al calcio mercato; il riquadrino per ogni squadra di serie A con una curiosità sulla società in questione; l’affiancamento della tabella con la carriera in parte a ogni giocatore di serie A.

Il problema è che alcune decisioni fatte per l’album di quest’anno scoraggiano anche chi vorrebbe godersi questo infimo lusso da collezionista: in primo luogo le figurine sono di due dimensioni diverse, sì, avete capito bene! Ci sono le figurine per la serie B e la serie C1 che sono più grandi di quelle della serie A e paradossalmente della C2. Questo perché si è scelto di ospitare quattro (4) giocatori di serie B in una sola figurina. Immondi microbi?! Inoltre anche solo tenere in mano le doppie o organizzare le figurine diventa un delirio: prima la serie A (piccola), poi la B (grande) ma con in mezzo gli scudetti della B (due su una figurina piccola), poi la C1 (grande), poi i giocatori più in vista della serie C1 (4 su una figurina piccola), poi la serie C2 (piccola), poi il calcio femminile (piccola), poi le figurine speciali "calcio spettacolo" (grande). Ogni volta che apri un pacchetto con poca cautela strappi una delle figurine grandi incluse nel pacchetto (che per inciso è stato ridotto da 7 figu per 50 cents a 6 figu per 50 cents).
Ma non basta: le figurine sono contornate in un giallo vomito di gallo abbastanza scutibile, in alto a sinistra ospitano un loghino con i colori sociali della squadra di serie A, ma scelti in maniera discutibile (es: il genoa e la samp hanno il loghino uguale rosso blu!! Dello stesso rosso blu di catania, che per chi non lo sapesse è rosso-azzurro e del cagliari…) Inoltre in alto destra viene riportato il nome della squadra, di solito con uno dei colori sociali, ma senza riguardo per lo sfondo, di modo che a parte juve, siena e udinese le altre squadre hanno uno scarabocchio illeggibile in quella zona della figurina.
Sono spariti gli scudetti delle squadre di C1 e C2 che erano presenti l’anno scorso (e che erano molto divertenti), nonché le figurine dei Top Player catarifrangenti, che sono state sostituite da una dozzina di figurine grandi nell’ultima pagina denominate calcio spettacolo: queste dovrebbero rappresentare dei calciatori particolarmente "spettacolari", ma di fatto li ritraggono in pose ordinarie, e su un sfondo abbastanza rauso. Inoltre anche la scelta dei giocatori lascia un po’ perplessi: Fontana (sì, sì, il portiere del Palermo), Mexes, Ventola (!), Montella, Asamoah, Lavezzi, Trezeguet, Kakà, Ibra, Rocchi, Mutu.
Per concludere: non mi aspettavo da una società feralmente alleata delle merde rossonere una mossa di stile (tipo rifare la serie B a grandezza ordinaria per dimostrare che non era per la presenza della Vecchia Megera Gobba che si era fatta tale scelta, ma per valorizzare le serie minori), ma almeno un prodotto all’altezza dell’anno scorso in termini di qualità delle figurine sì, soprattutto dopo i proclami di "innovazione". L’anno prossimo se volete il progetto ve lo faccio io, o almeno qualcuno che ne capisce di calcio.

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Campioni solo in televisione, il campo è nerazzurro

23 Dicembre 2007 3 commenti

Campioni d’inverno, record di punti, rossoneri a -25: quando spegni la tv, il milan non c’è più. In campo c’è solo una squadra, ma i milanisti sono noti per avere più culo che anima, infatti nel primo tempo un tiro su punzione, un gol. Cazzo. Per il resto c’è solo Inter, anche se in chiara tradizione interista smettiamo di giocare quando esce Jimenez, godendoci i soliti dieci minuti di terrore. Il pareggio sarebbe stata una ingiustizia cosmica, anzi Mondiale.

Dietro Maicon non può più essere definito, Cordoba potrebbe regalare di più a Inzaghi, Samuel non fa vedere il pallone a Kakà, e l’unica volta che il brasiliano lo vede quasi ci infilano, e il rigore non sarebbe stato così inventato. Pochi minuti dopo in compenso Kaladze gioca a pallavolo in area ma anche lì Morganti si tiene il fischietto in tasca. Maxwell a sinistra continua a non convincermi e non si capisce perché non ci poniamo il problema di avere un vero terzino dal punto di vista della fase difensiva.

A centrocampo siamo rovinati, ma Cuchu è immenso e si  intende perfettamente sia con il capitano che con Chivu. Jimenez dietro le punte spinge, tiene palla e serve. Unica pecca: egoismo su un contropiede che lascia senza palla Ibra smarcato e serve invece Cruz chiuso dai difensori rossoneri. Davanti Ibra dimostra di non essere in grado di fare la differenza nelle gare decisive, mentre Cruz non manca un colpo e mette dentro un gol incredibile.

Morganti arbitra di fede rossonera, ma non troppo (almeno non quanto mi aspettassi). Se noi avessimo fatto i falli dei milanisti avremmo finito in nove. Entrambe le squadre lamentano un rigore non fischiato. Noi lamentiamo parecchi falli in attacco decisamente inventati. In ogni caso la nostra superiorità è talmente palese da farci andare alle feste di natale e capodanno con un sorriso a 32 denti.  

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La partita non l’ho vista ma mi fido!

19 Dicembre 2007 4 commenti

Vagare per Milano al freddo per un’ora per trovare un locale che abbia preso la scheda La7 Più e scoprire che la Pay TV nello sport è una merda. Lo sapevo già, ma stasera ho avuto la conferma. E sapere che l’origine di questo male coincide con il presidente del Milan è solo motivo di gioia e rinnovo dell’astio. La partita quindi non l’ho vista, ma Valdanito è tornato al gol, Balottelli ne ha segnati due e uno annullato perché segnato alla Messi/Maradona (confermando così le indiscrezioni di Moratti che considererebbe Supermario la nostra alternativa a Pato con un risparmio netto di 40 milioni di euro) e abbiamo vinto 4-1 con addirittura una rete di Liz Solari. Dovrei odiare ancora di più la Pay TV ma mi accontento di sfogarmi sul blog. Per ora. 

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Una giornata di grande sportività

17 Dicembre 2007 4 commenti

 

In una giornata di grande sportività, durante la quale a una squadra che doveva giocare in serie B è stato concesso digiocare e vincere la Champions League e il Mondiale per Club, grazie alla compiacenza di un sistema calcio duopolistico che ancora muove le sue fila (come dimostrano le intercettazioni targate 2007 dell’inchiesta di Narducci e Beatrice che addirittura tirano in mezzo le stesse corti giudicanti sportive, anche se nessuno approfondisce l’argomento), l’Inter con grande fair play illude il Cagliari di poter strappare dei punti alla capolista dal suo ultimo posto in classifica. Giochiamo 10 minuti in tutta la partita e facciamo i due gol necessari. Fine delle trasmissioni. Sempre all’insegna del fair play il Torino evita di vincere 4-0 con una Roma inguardabile e di relegare la Juve a un prestigioso secondo posto a parimerito a -8 dalla vetta. Imbarazzante.

Mancini riprova il tridente, come se anche i muri non avessero capito che in partite chiuse come quelle di campionato non funzioni, se non c’è un grande regista dietro – che all’Inter non c’è. Insiste fino a che non sblocchiamo il risultato, cosa scontata con l’ultima in classifica, e poi passa finalmente al 4-4-2. Misteri degli esperimenti del mancio.

Andando alle individualità: Julio Cesar non sa più come è fatto il pallone; Maicon si è innamorato troppo del pallone da quando gli dicono che è bravissimo; Cordoba è inguardabile come al solito, Samuel inpenetrabile come sempre; Maxwell ritorna su buoni livelli. A centrocampo Chivu lavora molto bene, Cambiasso macina, Zanetti controlla. Davanti Crespo è lontano dalla forma migliore, Suazo soffre a segnare al suo pubblico storico, Cruz continua a metterla incessantemente. Intano facciamo giocare altri minuti a Pelè (siamo l’unica squadra con O Rey in panca) e facciamo esordire il ventesimo giovane della fase Mancini, Balottelli, 17 anni. 

Ora testa all’ottavo di finale con la Reggina, e soprattutto al derby con il club più titolato del mondo. Sulle televisioni e sui giornali, si intende.

 

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Allenamento in Champions League

12 Dicembre 2007 3 commenti

 

Andiamo ad Eindhoven da primi del girone e senza alcuna necessità se non quella di onorare l’impegno. Ci permettiamo di fare un allenamento in Champions League, e vinciamo nonostante l’unica nostra problematica sia quella di mettere minuti nelle gambe di Crespo, Matrix, Bolzoni e Rivas. Dietro Rivas e Matrix con ancora molta ruggine non da grandi sicurezze, a centrocampo Bolzoni fa il suo aiutato da Chivu e da un Solari in spolvero anche se lontano dal Solari che ci piacerebbe vedere (soprattutto per 3,5 milioni di euro a stagione). Davanti giochiamo con un tridente: Suazo-Crespo-Cruz. Si intendono bene e fanno vedere buone cose, anche se Crespo deve ancora scrollarsi di dosso i mesi di poca attività. Questo post è un po’ come la partita: una formalità.

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Venti minuti possono bastare

9 Dicembre 2007 Commenti chiusi

 

Entriamo un po’ molli e distratti, in una formazione inedita contro un Torino che vorrebbe almeno fare bella figura: rombo con Burdisso vertice basso, Cambiasso vertice alto, un desaparecido Cesar a sinistra e Zanetti a destra, Ibra prima punta e Cruz seconda punta. Non funziona e nel giro di dieci minuti Mancini corregge in corsa il rombo in 4-4-2 spostando a centrocampo Chivu e Burdisso come terzino. Ancora non funziona e l’Inter stenta anche se il Torino è praticamente imbelle. 

Nella ripresa Jimenez rileva Cesar e si torna al rombo con il Mago dietro le punte e Cambiasso vertice basso, Chivu e Zanetti laterali: tutto funziona meglio e in meno di un quarto d’ora chiudiamo la partita. Poi è solo melina per evitare di seppellire i granata con dieci gol.

Passando a un po’ di valutazioni ad personam: in porta Julio non corre rischi e non si preoccupa, c’è quando serve. La difesa vede rientrare Matrix che fa un ottima partita per sessanta minuti, mentre Maicon scorrazza a destra vittima della maledizione di "Inter 100 e lode" (chi fa l’intervista in settimana gioca sottotono la domenica). Cordoba provoca i soliti terrori nei tifosi, ma poi segna e fa un paio di recuperi incredibili, e tutti lo perdonano. Burdisso a centrocampo fa cagare, non so se Mancini lo capirà mai, mentre terzino sinistro non fa male, di sicuro ha due piedi che sono incapaci di impostare. Chivu io lo vedo bene dietro o in mediana sulla fascia, di centrali ne abbiamo abbastanza.

A centrocampo senza qualcuno a inventare gioco il rombo non è la soluzione adatta, ma appena Cambiasso o Jimenez salgono in cattedra passa la paura. In momenti di incertezza schemi più regolari sono tranquilli e lineari. Cesar ancora non si è ripreso (o forse erano solo un caso le partite di inizio campionato), e Pelè entrato a rilevare Matrix gioca con tranquillità ma evidenzia una preoccupante velocità ridotta nello scatto che per un ventenne non è il massimo. Zanetti fa la solita partita di mestiere e quantità, e non vi è altro da dire.

Davanti Cruz dietro Ibra non convince, ma forse il Mancio lo fa giocare così visto che tutti chiedono di provarlo al contrario dietro due punte: il solito bastian contrario. Il Genio ancora  riesce a farsi ammonire saltando il Cagliari e preparandosi al derby, mentre Cruz nonostante una scarsa prestazione la mette. Il gol di Jimenez è sicuramente il migliore dei quattro e mi costa dirlo visto che avevo tanto vituperato il cileno. 

Ora testa a Cagliari e in mezzo facciamo esordire un po’ di gente ad Eindhoven.  

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