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Archivio per la categoria ‘spalti e madonne’

L’effetto dei moralizzatori sul calcio e sulla società

6 Dicembre 2007 7 commenti

 

L’effetto principale di Lotito il moralizzatore sulla Lazie è quella di metterla nella condizione di rischiare la serie B se continua il percorso in coppa. L’augurio più grande che si possa fare ai tifosi lazieli è  quello di mollare la coppa e salvare il campionato. In campo stasera nel recupero di serie A si è vista una sola squadra e ha una maglia a striscie nero azzurre. Il risultato è signorile come al solito, non c’è bisogno di umiliare gli avversari per dimostrare di essere i più forti.

Julio Cesar quando viene chiamato in causa c’è: ormai è a livelli altissimi come specialista nel ruolo, e sta imparando anche le uscite, al contrario di Ballotta che sul secondo gol ha più di una responsabilità dato che Maicon arriva come un disco volante solitario in mezzo all’area piccola. Maicon corre sempre, anche se a furia di lodarne le doti di dribbling lo stiamo convincendo a indulgervi troppo: il gol corona una stagione da grande campione, e ci manca poco che i due assist che scodella per Crespo mandino in gol il rientrante Valdanito. Come centrali Samuel è semplicemente insuperabile, mentre Burdisso nonostante qualche incertezza si conferma un grandissimo difensore a disposizione della squadra. A sinistra Maxwell non consoce il termine "posizione esterna" come già in altre partite e continuo a non vederlo bene in quel ruolo, ma Mancini figurarsi se ascolta un picio come me. Quando Matrix entra al posto di Pelé, Mancini infatti insiste nel posizionare Burdisso a centrocampo come già a Valencia e contro la Roma in Coppa Italia, dimostrando a volte troppa testardaggine. Matrix però così mette in mostra ottimo affiatamento con Samuel e grandi tagli senza palla: sta tornando e punta dritto al derby.

A centrocampo Mancini schiera il rombo con l’onnipresente Cambiasso che sta inanellando una serie di prestazioni indefinibili, une e trine. Ci mancano 3 centrocampisti titolari, ma Cambiasso vale tre, quindi siamo pari, no? No, però è una grande sensazione vederlo giocare con questa autorevolezza. Il suo stato di grazia consente a Zanetti di amministrare palloni con grandi recuperi – a 34 anni si fa almeno un paio di volte 80 metri di campo per chiudere su Pandev impeccabilmente – e a Pelè di fare un esordio morbido in cui deve limitarsi ad appoggiare la palla a Cuchu o Maicon: il ragazzino ha dei numeri e quando due volte prova la conclusione da fuori San Siro applaude. La nord lo premia nonostante la tremarella con un coro di tutto cuore. Il vero dramma è che quando entra Solari fa capire a tutti che nella rastrelliera di partenza l’argentino sta dietro anche al portoghese: mi si stringe il cuore. 

Davanti Jimenez dietro le punte regge il gioco e quasi segna due gol incredibili (uno in palleggio avrebbe meritato di più che un sinistro alto). Ibra è in giornata di grazia e oltre al gol su rigore rischia più volte di infilare Ballotta. Il momento topico si ha quando si fa mezzo campo palleggiando e seminando difensori lungo il percorso: il gol sarebbe stato un pezzo di antologia. Anche Suazo è ormai inserito e inizia ad avere grande affiatamento con Ibra e gli altri partner del settore avanzato della squadra. Lo scatto rimane fenomentale e anche la capacità di scrollarsi di dosso gli avversari con rapidi movimenti. Se continua così ci darà grandi soddisfazioni, come quella che ci da rivedere Valdanito in campo, e un suo gol sarebbe stato il coronamento di una serata già eccellente.

 

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Hop Hop Balzelli

2 Dicembre 2007 13 commenti

 

La Fiorentina deve ringraziare un Frey migliore in campo se non perde con uno scarto maggiore del due a zero che la Beneamata rifila ai viola. Mancini non porta Stankovic neanche in panca e il cambio per il centrocampo è rappresentato da Maxwell e Pelé. Nonostante questo la gara ha un solo padrone, ed è quello nerazzurro.

Dietro Maicon macina chilometri e Chivu dimostra di trovarsi molto a suo agio nel ruolo di terzino sinistro. Samuel è insuperabile e nonostante Cordoba riusciamo a non prendere gol, anche grazie a Julio Cesar che quando viene chiamato in causa risponde da gran campione: la sua parata à la Garella di piede in controtempo è fenomenale la 45esimo del secondo tempo. Anche schierati a tre come negli ultimi minuti non soffriamo anche se non è un assetto tattico molto congeniale.

Chivu quando si sposta a fare il mediano esterno sinistro lavora ancora meglio in tandem con Maxwell, ma a centrocampo la differenza assoluta la fanno Cambiasso e Jimenez. El Cuchu sembra avere due o tre cloni in campo, ed è inesauribile: uno dei Cambiasso gioca centrale aggiunto in copertura, uno di loro gioca mediano incontrista, e l’altro regista. Jimenez, su cui non avrei scommesso due lire bucate, invece, dimostra di sapere dare il suo contributo: Mancini lo mette in campo per appoggiare alle punte e tenere palle per far salire la squadra, e lui non tradisce. Il gol corona la seconda prestazione convincente in meno di una settimana, e devo dare atto a chi ci credeva che è un giovane con dei bei numeri.

Davanti Zlatan prende a pallonate Frey ma non riesce a buttarla dentro, accontendandosi di due assist ineguagliabili per Jimenez e per Cruz, che con freddezza sigla il due a zero a modo suo.

Se l’Inter continua a giocare così qualcuno oggi ha detto che possiamo prendere appuntamenti direttamente all’orario dell’intervallo. Adesso concentrati da qua a febbraio per fare i punti determinanti per non soffrire il finale di campionato.  

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Mamma li turchi?

27 Novembre 2007 5 commenti

 

Missione compiuta: tre pappine e i turchi vanno a casa, con il merito di essere la formazione più impegnativa di un girone abbastanza ridicolo (sempre meno di quello dei cugini con la maglia a righe del colore sbagliato). L’Inter continua ad avere lo stesso problema: vuoti di concentrazione e leziosità immotivate, che contro squadre più cattive o preparate possono costare care. La gara non ha storia, e basta un secondo tempo concentrato per portare a casa un risultato che poteva essere anche più crudele nei confronti dei turchi, seguiti da 5000 calorosissimi tifosi.

Dietro Maicon macina chilometri (l’ultimo scatto lo fa al 92esimo!) mentre Samuel e Cordoba amministrano clienti non difficili, anche se l’argentino deve mettere le toppe sia al colombiano che alla svagatezza di Maxwell. Chivu davanti alla difesa non convince per un cazzo, mentre fa meglio quando Mancini lo sposta a sinistra facendogli scambiare posizione nel rombo con Cambiasso, che è sempre l’unico ad aggredire ogni pallone. Zanetti fa il solito mestiere e Stankovic mostra tutti i limiti di una condizione precaria. Davanti Ibra fa poco ma bene, mentre Cruz macina metri e palloni ma non si capisce con lo svedese, e neanche con la porta: un evento!

Nel primo tempo sprechiamo tre palle gol nitidissime: due di cruz e una di chivu dopo un’azione splendida che finisce sul suo piede monco, il destro. Certo che giocatori di serie A che non riescono a tirare con il proprio piede sbagliato dritto per dritto fanno un po’ impressione. Nel secondo tempo continuiamo a sbagliare un numero infinito di passaggi elementari e manchiamo di finalizzazioni: per un attimo il fantasma di Gilardino si impadronisce del ragazzo di santiago de l’estero. Poi il primo rimpallo buono va in rete e tutto torna normale. Ibra mette il suo marchio sul secondo gol. Palla mancata da tutta la difesa che si ferma tra i piedi dello svedese che sembra impappinarsi, si ferma un attimo, ci pensa, ipnotizza palla, difensore e portiere e con una lecca da fermo la mette nel sette. Apoteosi. Il terzo gol di jimenez è un premio eccessivo per uno che sta dimostrando di non valere molto: il grido "dovevi restare a Terni!" mi si ferma in gola mentre la palla entra con un pregevole esterno sinistro a fil di palo.

Il lampo di genio cinico deve ancora arrivare: sul due a zero ibra tenta di farsi ammonire in ogni modo, così da scontare la diffida durante l’inutile partita con il PSV. Non ci riesce allora perde tre minuti  prima di battere una punizione che tira da 40 metri all’incrocio, garantendosi l’agognato giallo ed uscendo così tra la standing ovation di san siro. Samuel capisce l’antifona, ed essendo anche lui diffidato segue le orme dell’Uomo Posseduto da una Foca: perde tempo al 92esimo sul 3 a 0 battendo una punizione ininfluente, giallo e diffida. Genio puro. 

Ora voglio vedere questa Inter a Eindhoven per provare a vincere anche così, quando non conta nulla: orlandoni, zanetti, esposito, matrix, maxwell, bolzoni, solari, stankovic, jimenez, suazo, balottelli 🙂 

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Contro la Dea basta una gamba sola (nonostante Banti)

25 Novembre 2007 9 commenti

 

L’Atalanta è sesta ed è stata sconfitta una sola volta fino a quando giunge a San Siro, dove nei primi 30 minuti del primo tempo la gara andrebbe sospesa per manifesta inferiorità degli orobici nei confronti dei nerazzurri. Ne facciamo solo due, ma potrebbero essere di più, e solo l’insufficienza cronica di Cordoba sugli anticipi, la stanchezza dei nazionali sudamericani, e i cartellini che rimangono nel taschino di quella merda di Banti consentono all’Atalanta di accorciare le distanze e dare l’impressione negli ultimi dieci minuti di rischiare il colpaccio. Personalmente fino all’85esimo non ho dubitato neanche un istante del risultato. Dopodiché è sempre l’Inter e soffrire è uno stile di vita.

Il reparto difensivo al momento ha un solo vero punto debole: Cordoba e la sua scarsezza tattica compensata solo parzialmente dalla sua velocità. Maicon è forse il più forte terzino destro del mondo in questo momento, Samuel è in grandissima forma, Chivu ha degli ottimi piedi e secondo me funziona meglio come terzino che come centrale. E’ molto lento ma accarezza la palla molto bene. A centrocampo siamo in piena emergenza e in campo c’è un solo titolare, reduce da due partite in sei giorni dall’altra parte del mondo e da un fallaccio che ha fatto temere il peggio. Solari è il fantasma di sé stesso, Dacourt sembra immortale e mette fieno in cascina come non mai, mentre Zanetti raggiunge le 400 partite in nerazzurro, cosa per la quale è degno di un rispetto assoluto. Davanti Cruz si dimostra un giocatore di un’umiltà e di una efficacia letale, mentre finalmente Suazo mostra una buona parte delle sue qualità: non è un fenomeno disumano, ma secondo me conferma di poter essere una buona punta per un Inter che sarà sempre necessariamente ricca di nomi lì davanti anche molto più paludati.

Mancini fa fare il giro di passerella anche a Matrix e Ibra, che lo stadio accoglie con urla e standing ovation. L’esperimento della difesa a tre tampona gli svarioni di Cordoba, ma si nota un calo di qualità a centrocampo appena Cambiasso va in riserva. Il problema quindi principale, nonostante la forza che dimostriamo, rimane quello di trovare lì in mezzo chi faccia girare la palla con continuità ed efficienza svizzera.

 

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La vita di un tifoso vale meno della vita di un poliziotto

11 Novembre 2007 10 commenti

 

Il 2 febbraio di quest’anno, durante gli scontri intorno allo stadio di Catania in occasione del derby siciliano con il Palermo muore Filippo Raciti. Subito scatta il can can mediatico e i campionati vengono sospesi: a tempo indeterminato – si dice – ma in realtà poi per una sola giornata, dato che il circo deve continuare.
A distanza di nove mesi da quei fatti, e dopo l’ipotesi che Raciti sia morto per imperizia delle stesse forze dell’ordine e di una loro manovra con una camionetta più che per un’aggressione diretta di un ultras, del caso non si parla più. Le conseguenze concrete del can can mediatico sono: carcere preventivo per una-due persone che non si sa neanche se effettivamente siano colpevoli dell’omicidio; pochissimi arresti per gli scontri che hanno coinvolto centinaia di persone (dei quali dubito che la polizia non conosca nulla); un pacchetto repressivo che ha inasprito le norme su resistenza e reati contro le forze dell’ordine, che è stato praticamente istantaneamente applicato più che altro in ambito politco (vedasi il caso di Villa Ada e altre situazioni di piazza in cui un mezzo insulto a un poliziotto sta facendo rischiare anni di galera a quale attivista).

Stamattina in un autogrill del centro italia un’auto di laziali e una di juventini si incrocia per caso. Scatta un’aggressione e la conseguente chiamata alla polizia. Dalle prime notizie la polizia stradale all’arrivo, non sapendo bene che fare riesce a lasciar partire un colpo di pistola ed ammazzare un tifoso laziale di meno di trent’anni. Io la scena me l’immagino bene: il
superpoliziotto pompato da mesi e mesi e anni di propaganda pro interventista delle forze dell’ordine sui "criminali" per garantire la sicurezza che tira fuori la pistola pensando di essere il giustiziere della notte, e che commette
una sciocchezza tragica, per esempio sparando dietro alla macchina dei laziali in fuga (qed non ci sono andato molto lontano), o qualcosa di ancora più stupido e irragionevole, a meno che non si ritenga che due sprangate equivalgano a una pallottola.

Ragione vorrebbe che si sospendesse il campionato e si varasse un pacchetto speciale per i crimini commessi in servizio dalle forze dell’ordine. Ma così non avverrà: si sospenderà inter-lazio, si troveranno giustificazioni all’omicidio volontario commesso dal poliziotto, si vieteranno le trasferte (causando ancora più incidenti per strada, per caso, totalmente incontrollabili) sostenendo che la colpa sta tutta lì. E il circo andrà avanti come se nulla fosse.

Ancora una volta quando le forze dell’ordine sbagliano, si gira la frittata e si da la colpa al mostro più vicino. Di dignità nella politica italiana e nell’emergenza democratica che stiamo vivendo se ne vede poca. Ancora una volta si scambia il problema con la soluzione, perché alla fine la verità è che per tutti la vita di una persona normale o peggio ancora di un criminale vale meno di quella di un poliziotto.

UPDATE: qed la decisione del Viminale è quella di sospendere Inter-Lazio, di vietare le trasferte e di far svolgere regolrmente il resto delle partite con solo 15 minuti di ritardo sul fischio di avvio. Che schifo.

 

Ci tocca dare anche il vantaggio…

8 Novembre 2007 Commenti chiusi

 

…per rendere le partite interessanti: nel quarto giorno del girone eliminatorio di Champions League i nerazzurri entrano svogliati in un San Siro semideserto. Per scaldare i tifosi presenti prendono due gol in contropiede a caso, poi nel giro di due minuti pareggiano. Nei restanti dieci minuti del primo tempo sbagliato altri due-tre gol. Nel secondo tempo entrano e fanno altre due pere ai poveri russi, e li graziano almeno una volta a testa Ibra e Crespo, nonché due volte a testa Cruz e Suazo. Asfaltati e fuori dall CL per due anni i russi.

Con l’emergenza centrocampo che responsabilizza Cambiasso facendolo giocare come non si vedeva da anni, finalmente posso vedere all’opera un esperimento in fascia che mi interessava: Chivu-Maxwell a sinistra. Esperimento non molto riuscito perché il rumeno ci impiega un minuto a rientrare a passo d’uomo dopo ogni puntata in avanti, mentre il brasiliano non copre le fughe del compagno, lasciando aperte imbarazzanti praterie. A destra Zanetti non è il compagno ideale per Maicon che quindi è costretto a correre per cinque, mentre Dacourt affianca la qualità del Cuchu con un po’ di sana quantità (suo l’unico cartellino per i nerazzurri). Dietro e davanti non ci sono problemi, anche con svogliatezza Ibra segna due gol, mentre Crespo sembra un po’ appannato, al contrario di un scintillante trentaquattrenne di Santiago de l’Estero. 

Ora manca un punto e siamo qualificati, ma contro il Fenerbahce vorremmo vedere una partita vera. Almeno io vorrei. 

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Geni dentro e fuori dal calcio

7 Novembre 2007 2 commenti

Tribute alla genialità di alcuni miei soci. Li invidio molto 🙂

 

 

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Insoddisfazione: regalare due punti a una neopromossa

4 Novembre 2007 3 commenti

carita per gli sfortunatiPerché sia chiaro da subito: siamo noi nerazzurri ad aver regalato due punti alla neopromossa Juventus, non loro ad averli conquistati. L’Inter commette il peccato veniale di non chiudere la partita, facendo vibrare nei suoi tifosi l’insoddisfazione di una vittoria tonda che a Torino avrebbe fatto godere molto. A livello sistemico non è un grave problema: la Roma sta ancora sotto di tre punti, la Juve di quattro e la Fiorentina è vicina a due, tra tutte essendo la più simpatica ma non certo quella che può intimorire.

Il primo tempo entriamo in campo contratti e la tensione si taglia con il coltello. La Juventus gioca la partita della vita ma non impensierisce minimamente. Ranieri è terrorizzato dal reparto offensivo nerazzurro, e fa giocare i suoi difensori altissimi per evitare di prendere gol. Infatti alla prima occasione in cui il fuorigioco non scatta, Cruz lanciato in porta non manca il bersaglio. Uno a zero. Tre minuti dopo è Ibra a trovarsi in gioco da solo davanti a Buffon ma non ci crede neanche lui e incespica, unico giustificato a soffrire un po’ la tensione e giocare da essere umano anziché da genio.

Tutti si aspettano che il vantaggio porti in campo un Inter più sciolta e convinta di chiudere la partita. Così non è, e qui sta il principale demerito della partita e di Mancini. I gobbi con il loro fair play riescono a distruggerci altri due titolari, Maicon e Figo, mentre Chiellini rifila una gomitata da prova tv e tre giornate di squalifica senza ricevere in cambio neanche un giallo. Misteri della fede. Noi sprechiamo palloni da gol a più non posso, e non è neanche Buffon che si supera ma proprio noi che pecchiamo di superbia. Mancini ha un embolo tattico e con Chivu in campo, quando entra Burdisso non avanza il romeno, ma l’argentino, spostando il baricentro della squadra di venti metri indietro mentre dominavamo. Risultato netto: il gol di Camoranesi con il solito colpo di culo della deviazione fortuita. Gli ultimi quindici minuti solo il fuorigioco ossessivo dei gobbi, i falli in attacco fischiati a caso (il più clamoroso il mani inventato di Rocchi ai danni di Cesar) evitano ai nerazzurri di ribaltare la gara e levare quel senso di insoddisfazione ai propri tifosi. Suazo entra al posto di Cruz per sfruttare la velocità, ma sbaglia tutto almeno due volte colpevolmente.

Alla fine regaliamo altri due punti a una squadra minore, che solo con la propria arroganza può affermare di "voler lottare per lo scudetto". Avevamo la chance di metterli a tacere per sempre, ma ci tocca rimandarla al girone di ritorno. L’arbitro Rocchi è evidentemente casalingo, ma un rigore negato per parte pareggia le questioni più spinose, checché ne dica il Milan che si rende ridicolo, mentre ributtanti sono i leccaculo che paga nei giornali per non citare della partita di sabato anche il rigore negato al Torino. Si sa, il fair play è anche questo, pagare le persone giuste nel posto giusto.

Ora, guardare avanti, verso mercoledì e verso le prossime partite in casa. Ancora primi in classifica, e con la grande eleganza di non fuggire per non levare il divertimento a chi guarda il campionato. 🙂

Update: apprendo la mattina successiva alla partita dai giornali che molti lamentano il mancato rigore di Cordoba su Del Piero, ma che nessuno sembra aver visto quello di dieci minuti dopo di Chiellini su Ibra. Apprendo anche che nessuno dei giustizialisti della domenica si sbraccia per chiedere la prova tv per la gomitata in faccia gratis di Chiellini (sempre lui guarda caso) su Ibra, che a parti inverse sarebbe sicuramente costata tre giornate al nerazzurro. Same old story, morning glory: questa è la differenza tra quando siamo più forti noi con classe e quando erano più forti loro con spocchia e tigna. Gobbi siete e gobbi resterete.

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Finalmente David

1 Novembre 2007 2 commenti

 

La partita sulla carta parrebbe insidiosa, dato che il Genoa dopo le prime partite sta giocando bene. Onore alla squadra rossoblù che viene a San Siro e prova a giocarsela, ma negli spazi che lascia l'Inter domina dal primo al novantesimo minuto. I tre tiri in porta dei grifoni sono totalmente accidentali, in una partita che torna a dare a noi tifosi nerazzurri quella sensazione strana di non poter perdere una partita.

Orlandoni in porta all'esordio a San Siro all'alba dei 35 anni non deve fare molto ma quando serve c'è, a parte un paio di uscite a la toldo da brividi. Chivu-Cordoba come coppia centrale funziona abbastanza, anche se Samuel dà più certezze. A sinistra Maxwell spinge ma copre poco, e Maicon si conferma forse il terzino destro di spinta più forte del mondo. A centrocampo nonostante le assenze un Cuchu ritrovato e un immortale Zanetti garantiscono quantità, mentre Figo porta la qualità fondamentale per le punte. Davanti Crespo e Cruz sono disumani, anche se Valdanito si mangia due gol incredibili, forse sta lustrando le scarpe per domenica.  Quando entra Suazo il Genoa è stanco e le squadre sono lunghe. Al secondo pallone infila la porta con un pregevole tocco sotto, e dopo dieci minuti con uno slalom resiste a quattro cariche dei difensori genoani e scarta anche il portiere prima di venire abbattuto da Rubinho. Peccato, perché era un eurogoal meritatissimo. 

La partita non ha storia e l'Inter convince. Adesso è il momento di guardare alla sfida di domenica, sapendo che è vincendo gli scontri diretti che si conquistano i campionati. Noi intanto ci tocchiamo dove ci dobbiamo toccare.

 

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Un mini rigurgito valenciano

28 Ottobre 2007 Commenti chiusi

 

La palla continua a viaggiare contro la porta rosanero, ma non entra. Un po' come Valencia, con la differenza che qui non usciamo da niente. Magari approfittiamo poco della possibilità di una prima fuga abbastanza consistente. Il primo tempo è altalenante, mentre nel secondo tempo il Palermo non vede quasi la porta. Solo le parate di Fontana (bastardo ex nerazzurro 🙂 negano a Ibra un gol di tacco e di testa, e a Stankovic un gol splendido in mezza rovesciata, mentre la traversa nega il gol a Chivu. Altri arrivano vicinissimi al gol e Farina nega un solare rigore su Ibra, ma non è questo il problema. Ci mettono del suo anche gli infortuni di Stankovic e il poco tempismo nei cambi di Mancini che butta dentro Cruz solo al 40esimo, mentre era evidente che serviva un po' di verve prima.

Dietro non ci sono sbavature e addirittura Orlandoni (il nostro terzo portiere) che entra al posto dell'acciaccato Julio Cesar – che forse era meglio non giocasse proprio senza sprecare un cambio – gioca perfettamente facendo gola sicuramente a una  squadra di serie A che in questo momento lotta per la retrocessione e ha una maglia a strisce verticali rossonere. Chivu a sinistra convince e Samuel è disumano, mentre Maicon è un po' diesel. 

A centrocampo Cambiasso è tornato ai suoi livelli, mentre Stankovi non c'è. L'infortunio però ci toglie qualità al settore, anche se Dacourt si improvvisa anche impostatore di gioco e sfiora il gol con un sinistro a girare da fuori area. Cesar sembra essere tornato un bidone, ma speriamo sia solo una fase.

Davanti Ibra e Suazo non si capiscono, è evidente. In più l'honduregno non riesce a fare i movimenti giusti con il risultato che là davanti si vede poco gioco. Infatti in cinque minuti più recupero crea più occasioni Julio el jardinero che non il velocista centroamericano. Peccato non entri il gol di tacco di Ibra che sarebbe meritatissimo, come la vittoria in una partita a senso univo.

Facendo i filosofi si potrebbe dire che alcuni punti bisogna lasciarli ogni tanto, e che il Barbera è sicuramente un campo meritevole per quest'opera di bene. Adesso gradirei che i nerazzurri mi facessero vedere un'altra sfilza di vittorie. Senza offesa, eh! 🙂

 

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