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Archivio per la categoria ‘spalti e madonne’

Si soffre per essere primi

19 Novembre 2006 Commenti chiusi

Entriamo in campo con in testa il gol al fotofinish di Pepe al Palermo, che ci mette in poleposition per mettere in cassaforte il primo posto in classifica (quantomeno per il momento). Io conosco l'Inter da quando ero nella pancia di mia madre che esponeva striscioni pro Beccalossi allo stadio, per cui me lo sento che sarà una partita di merda, sofferta e con l'acqua alla gola. Non mi sbaglio.

La Reggina entra in campo disposta a tutto e con Bianchi vicecapocannoniere. L'Inter entra in campo senza Ibrahimovic e con il complesso del primato, per il quale abbiamo quasi pudore di essere primi in classifica. Meno male che c'è valdanito che la spara dentro al 4' e mi fa quasi dubitare delle mie previsioni. Dopo il 10' del primo tempo i nerazzurri scompaiono, dopo un numero di Figo e uno di Solari che lascia a bocca aperta. Non imbrocchiamo più un passaggio a centrocampo neanche senza avversari e facciamo sembrare gli esterni della Reggina due fuoriclasse. Ci mettono sotto e prima di andare al riposo centrano un palo al rallentatore con Julio Cesar battuto. Al 46' p.t. il portiere che si autocelebra pari a Taffarel quasi si prende un gol ridicolo lasciando rimbalzare la palla alta e tenendola per un pelo al di là della linea di porta.

Rientriamo nel secondo tempo che non cambia un cazzo. Quando Cruz incoccia su un difensore della Reggina e non riesce a riprendere a camminare dalla botta, lasciando il posto sul campo ad Adriano, so che saranno 40 minuti di sofferenza. A buon interista non si può mentire, infatti soffriamo contro la Reggina, al Meazza. Roba da suicidarsi se non fossimo sull'1-0. Al 32' la vista del guardalinee ci salva la vita quando nota che la deviazione di Bianchi è in fuorigioco. Uno spererebbe che  la cosa faccia svegliare un po' l'Inter, che invece gioca di rimessa imbroccando in effetti 4 contropiedi che se ci fosse stato un giocatore anzichè un anonimo ricco rincoglionito brasiliano sarebbero stati 4 gol fatti. Nonostante tutto l'arbitro fischia la fine e siamo a 30 punti, +3 sul Palermo prossimo avversario, +4 sulla Roma, e soprattutto +22 sul Milan. La juve poi pareggia con l'Albinoleffe, il che la dice lunga su quanti punti la separino da noi.

 

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Cruz Santo Subito

12 Novembre 2006 Commenti chiusi

Il tono della partita si capisce dalla prima frase che ascolto entrando al Drago Verde, dal commentatore della partita per Sky: "il Tadini stadio proibito per l'Inter e per Mancini. I nerazzurri negli ultimi 15 incontri hanno vinto una sola volta". Mi tocco, ma mi sa che non basta. In ogni caso affrontiamo la partita con troppa sufficienza, al contrario delle ultime partite "facili" in cui avevamo mostrato una grade maturità nel non sottovalutare nessuno. Il Parma gioca di rimessa e quasi ci fa la festa con un numero di Budan e con un paio di sviste difensive giganti che Muslimovic non manda dentro perché è fortunatamente un brocco che corre tanto ma non ha i piedi buoni neanche come ferro da stiro.

Dietro Grosso è il solito buco in difesa da cui entrano tutti gli spifferi, anche se davanti inizia a far vedere delle cose per cui lo ricordiamo con ardore nelle notti di luglio; Materazzi commette le prime sbavature della stagione (capita), mentre Cordoba preoccupa per le sviste clamorose senza successivo recupero in stile TGV con tacchetti. Maicon per la prima volta è il migliore dietro e sulle fasce fa quello che sa fare: correre e crossare.  A centrocampo l'assenza di Stankovic è un po' come la morte di un genitore al primo pranzo di famiglia. Dacourt e Vieria anche se diligenti non bastano a sostituirlo. Zanetti fa il suo e Figo ispira solo a tratti, mostrando una classe che potrebbe dare molto di più. Davanti Ibra è ormai illuminato e Crespo si porta sempre via due o tre difensori, anche se non ha ancora quel tocco di Dio che nelle prime di campionato gliela faceva mettere dentro anche senza braccia, gambe, occhi e orecchie.

Dominiamo il primo tempo e dopo un primo gol geniale dello zingaro svedese con una mirabile velocità di esecuzione, sprechiamo un po'. Giustamente il Parma ci punisce con un numero di Budan che nello svirgolare, fa il suo miglior tiro di tutta la partita. Al rientro in campo il Parma crede al commento iniziale del telespettatore e innesta un polmone in più a ogni giocatore, decidendo di giocare la carta del "mi butto per terra e faccio finta che mi hanno tirato una gomitata ogni volta che un nerazzurro mi sta a meno di due metri": non funziona ma irrita. In compenso due svistone di Cordoba regala dei dolcissimi e mielosi tu per tu tra Cesar e Muslimovic che per fortuna non mette dentro neanche un panettone. Spingiamo, spingiamo, ma sempre più affaticati. 

Dopo due minuti di primo tempo io e il mio socio preveggiamo i cambi: Cruz per Crespo e Solari per Figo. Serve più freschezza o anche un colpo di culo (che alla brutta va sempre bene). Tra il 20' e il 30' il Mancio per la prima volta in vita mia mi dà ragione e butta dentro i due argentini, che ci danno più tono, ma sono afflitti dalla sfiga (Solari palo pieno che corre lungo tutta la linea della porta fino all'esterno di Ibra che finisce non si capisce come fuori) e da un De Lucia all'esordio nel giorno del suo compleanno che toglie dalla porta due palloni che erano gol in tutte le altre vite possibili del portiere crociato. Quando Saccani decreta 6 minuti di recupero il mancio butta dentro anche Gonzales che ha il grande pregio di confezionare il cross che  viene sporcato da un nerazzurro e finisce diritto sulla testa di Cruz che santo subito la mette a colpo sicuro: De Lucia fa l'ennesimo miracolo (mortacci sua!) ma Cruz santo subito la ribadisce di piede senza neanche pensarci. Vinciamo e restiamo in vetta, in barba a tutti i gufi rossoneri a meno venti. Brrrrrr, freddo eh?

PS: lo dico io, cosi' non gli do la soddisfazione ai cugini maledetti. Negli anni scorsi erano Milan e Juve che riagguntavano le vette al secondo di recupero. Si vede che ci dice bene. <stock> [rumore della stecca]. 

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Salutate la capolista!

5 Novembre 2006 Commenti chiusi

Ospitiamo in casa l'Ascoli che se non fosse per le penalizzazioni sarebbe penultimo. Nonostante questo la rappresentativa a strisce bianconere di Topolinia, i cui tifosi sono secondi quanto a nazismo solo a quelli della Lazio e dell'Hellas Verona, ha già dimostrato di saper mettere in difficoltà le grandi che arrivano poco concentrate alla partita. 

L'Inter entra in campo con Ibra-Crespo davanti, Vieria-Dacourt-Zanetti- Stankovic a centrocampo, Cordoba-Samuel-Maicon dietro, Grosso assente. Infatti l'unica nota veramente negativa in una giornata in cui per la prima volta in 20 anni sento gridare dallo stadio intero "Salutate la capolista!", è il rendimento del Fabietto mondiale che riesce a far risultare pericolo anche l'Ascoli. La cosa si argina quando Zanetti lo sostituisce a metà del secondo tempo.

La partita non ha storia, giochicchiamo ma concentrati, e appena possibile facciamo male. Ibra ha deciso che oggi vuole fare il numero e gioca più di tacco che di piede: combina un numero da circo sulla fascia sinistra, entra in area, serve Crespo liberissimo che non colpisce bene, ma mentre la palla sta uscendo arriva il Capitano Zanetti e insacca dopo 4 anni in cui ha dato tutto alla squadra tranne il gol. Ci mangiamo altri due o tre gol fatti, ma va bene anche così.

Il secondo tempo è identico, e ci mangiamo un tot di gol, prima che un numero di Figo appena entrato sulla destra scodelli un pallone perfetto a centro area, che se non lo metteva dentro un ascolano, Crespo in fuorigioco andava a quota cinque in classifica marcatori.

Non sto più manco a dirlo che gli arbitri ci rompono il cazzo, altrimenti poi vengo paragonato a Porcelotti o peggio a Galliani, ma il livornese in casacca giallo fosforescente non ci fischia un cazzo (e fin qui va pure bene il gioco maschio), ma soprattutto ci rifila 4 cartellini totalmente gratuiti, incluso quello a Maicon perché su un tiro di un ascolano mentre è di spalle la palla rimbalza su un braccio: che gli dia rigore va pure bene, ma che lo ammonisca pare un filino da stronzi. Ma il peggiore in casacca gialla è il guardalinee sotto la curva sud, che se avessi potuto l'avrei centrato più volte a sputi. In ogni caso Julio Cesar para il rigore, garantendo un godimento notevole a tutto lo stadio.

Portiamo a casa tre punti, siamo primi in classifica, ha segnato il Capitano, e soprattutto il Milan è quintultimo in campionato.  

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Vittoria di misura contro pippo, paperino e pluto

31 Ottobre 2006 1 commento

Tempo un minuto e siamo in vantaggio come solo el jardinero può abituare un interista ad aspettarsi. Il primo tempo contro lo spartak mosca, cenerentola del girone di Champions League, sul campo sintetico di Mosca con una temperatura di 0 gradi, scivola via tranquillo. Dominiamo il campo mentre i russi si affannano a cercare di recuperare. Il gol arriva con una papera difensiva che Ibra-Cruz sfruttano magistralmente. Lo svedese meriterebbe il gol, ma il guardalinee lo ferma comprensibilmente ma non giustamente pensando che quando uno è 5 metri avanti la difesa sia partito in fuorigioco (ma non era così).

Nel secondo tempo i russi entrano in campo come dei forsennati e l'Inter si addormenta un po'. Fortunatametne davanti loro hanno Pippo, Paperino e Pluto che non sanno come metterla dentro neanche da soli senza portiere. La vera occasione ce l'hanno infatti con Shiskin che centra la traversa praticamente da centrocampo. Nonostante la sofferenza è tutto sotto controllo, ma le reti mancate da Ibrahimovic e Stankovic al 91' e 92' avrebbero falsato il risultato. Portiamo a casa la quarta partita su quattro del tour de force di fine ottobre, e speriamo di rimanere concentrati per le prossime partite.

 

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Godo

29 Ottobre 2006 1 commento

Come si fa a definire in una parola sera quello che ho provato ieri sera? E' semplice: godo

Nel 265esimo derby (si contiamo anche quello tra le seconde squadre di cento anni fa e ci mancherebbe, conterei pure quelli tra allievi A e allievi B, se fosse per me) dominiamo la gara per 70 minuti filati, portandoci senza indugi sul 3 a 1, grazie a una prestazione di gruppo che non vedevo fare da 20 anni all'inter. Che cazzo gli sia successo in sta settimana non lo so, ma mi limito a compiacermene. La festa ce la rovina, manco a farlo apposta, l'arbitro che decide di espellere al 25' del secondo tempo Matterazzi non perché ha ucciso un rossonero, ma perché ha esultato per il 4 a 1. 10 contro 11 i cugini vedono la rimonta possibile e ci danno l'assalto, mentre noi ci chiudiamo a riccio. Prendiamo due gol di cui uno al 46' e riusciamo come di consueto a patire gli ultimi 5 minuti di gara fino in fondo. Ma la gioia per aver vinto un derby così è troppo grande per stare a rimestare  nel torbido, oltre al fatto che oggi di tempo ve n'è poco e vi dovrete accontentare di questo.

 

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La bocca della verità

26 Ottobre 2006 Commenti chiusi

Durante l'assemblea degli azionisti juventini, tenutasi oggi pomeriggio, fuori dalle aule di tribunale e dalle roboanti sparate alla stampa, arrivano le affermazioni più oneste che si possano ottenere da un avvocato di una società che ha rischiato di scomparire dalla scena italiana della massima serie per ben più di una stagione. Altro che can can mediatico su mezza intercettazione e sparate di Moggi e del suo amichetto Mughini a controcampo, direi che la cruda durezza delle parole dell'avvocato Cesare Zaccone valgono mille articoli di giornale. 

"Qualcuno forse non ha capito la situazione in cui ci siamo trovati – ha detto -. Abbiamo dovuto leggere in 5 giorni un dossier di 7.500 pagine, con una serie di atti contro due dirigenti (Moggi e Giraudo, ndr) che rappresentavano la società. Invito tutti a leggere queste pagine, soprattutto le persone che santificano Moggi e Giraudo. Vi faccio presente che questi atti parlavano di cose irrispettose per quanto riguarda le regole del calcio e soprattutto parlavano di 4 episodi di illecito sportivo riguardanti 4 gare".

"Quindi la situazione era a dir poco drammatica – continua Zaccone – e, siccome il comportamento dei dirigenti ricade inevitabilmente sulla società, non c'era molto da fare. Noi avevamo addirittura due dirigenti colpevoli e quindi che cosa dovevamo fare secondo voi? O difendevamo i dirigenti oppure prendevamo le distanze da loro per cercare di far sopravvivere la Juve. Noi volevamo una giustizia equa, però, ve lo ripeto – rivolgendosi agli azionisti – i dati di fatto nei nostri confronti erano drammatici. Erano da serie C. Ci siamo permessi di chiedere una B senza penalizzazione perchè con i dati di fatto che avevamo sarebbe andata bene". 

Se dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. [il maestro] 

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Una partita da capolista

25 Ottobre 2006 Commenti chiusi

Quasi non ci credo di aver passato novanta minuti tranquillo a San Siro, però evidentemente la vita è fatta per smentirmi. Finalmente con un Livorno comunque quarto in classifica a 12 punti tiriamo fuori una partita da capolista, dominando la gara dall'inizio alla fine, eccezion fatta per i consueti 10 minuti di blackout a metà del secondo tempo che ci costano un gol (più che altro è Julio Cesar che ci costa il solito gol dimenticandosi di uscire e prendere un pallone che sapeva acchiappare anche un bambino di tre anni).

Arrivo trafelato allo stadio per colpa del traffico e quando mi siedo hanno appena finito di leggere la panchina dell'Inter ("con il numero 4 Zanetti"). Il polpettone mi fa su e giù nello stomaco per la corsa su per i gradini e la coreografia della curva interista non mi aiuta a digerire: palloncini a formare il tricolore, e striscione raffazzonato in spray su tela bianca di bassa qualità con scritto "per vostra informazione questo è il simbolo della nostra nazione". Reprimo un conato di vomito antipatriottico, e scruto il campo per capire chi cazzo ha messo in campo Mancini. Per una volta non mi viene un coccolone: in difesa Samuel e Materazzi centrali sono una sicurezza, Grosso e Maicon a dare spinta compensano una non grandissima capacità difensiva con un po' di polmoni (era ora!). Meno male, perché ogni palla che arriva in area è un rischio con Julio Cesar, che se tra i pali se la cava con gran classe appena deve fare un passo lontano dalla riga di porta gli viene nostalgia e si deprime peggio di Adriano. A centrocampo schiera Stankovic con il rischio che si faccia ammonire, ma il serbo è troppo in forma per rinunciarvi. Fa coppia con Vieira, non ancora tonico come le prime gare, ma già più vicino al centrocampista fenomenale che conosciamo. Sulle ali un Solari che ha fatto almeno un 50% di gare buone e Figo, che mancini fa giocare alla Alessandro Bianchi sul filo del fuori gioco: non chiedetemi perché, che non me lo spiego. Coppia d'attacco Recoba (capitano per l'occasione) e Cruz.

Recoba dura meno di 30', dimostrando di non riuscire a giocare più di 90' senza infortunarsi o incartarsi. Se non fosse per il piede sinistro che ha (ma oggi il primo assist lo fa di destro incredibilmente) sarebbe già stato mandato in pensione. Cruz ci mette l'anima, anche se ha un vistosissimo calo a metà del primo tempo che mi fa temere per il peggio. Il centrocampo regge e giochiamo forse un po' troppo insistentemente sulle fasce, senza nessuno che aiuti Cruz a tagliare in verticale. La partita comincia in discesa con un autorete incredibile del Palermo che ci spalanca le porte e un raddoppio à la Matrix che mi scalda il cuore con il suo sorrisone. Sul 2 a 0 cresciamo e amministriamo la partita: Cruz sfiora un gol stellare scheggiando l'incrocio, e anche Figo semina il panico a centrocampo con e senza palla, non a caso appena si accentra… ma forse Mancini non ci vede.

Il Livorno entra  in campo nel secondo tempo per recuperare, e la leggerezza dell'Inter (o meglio di Julio Cesar) gli consentono di accorciare le distanze. Reagiamo da capolista riportandoci sul 3 a 1 in un minuto con Ibra che non esulta al gol inspiegabilmente (la sua arroganza arriva a tanto?). In compenso lo stadio esplode inneggiando allo svedese. Dopo cinque minuti a bordo campo si alza il tabellino del quarto uomo che segnala il cambio di Crespo per Cruz: c'è tempo per un calcio d'angolo e el jardinero infila la porta, uscendo in una standing ovation di tutto lo stadio. Negli ultimi dieci minuti avremmo potuto portarci sul 6 o 7 a 1, ma graziamo i livornesi più volte. C'è tempo per una standing ovation anche per Stankovic che lascia spazio all'esordiente minorenne Marooufi, che ben si comporta a centrocampo nello sprazzo di partita che gioca, con tanto di un paio di assist per Crespo che quasi infila la porta.

Ultima nota per l'arbitro Saccani, che evidentemente ha imparato a usare il fischietto in Inghilterra, dove si risparmia il fiato per correre anziché fermare il gioco, e per i suoi collaboratori Toscano e Romagnoli, che dovrebbero andare a scuola dalla Cini, visto che non azzeccano un fuorigioco manco a raccontarglielo per telefono. In ogni caso la gioia per una prestazione cosìè tale da non lasciare spazio a troppe lamentele. Tra quattro giorni ci aspetta la prova del fuoco dei cugini rossoneri: chi non salta rossonero è.

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Sfiga per sfiga, va bene anche così

23 Ottobre 2006 Commenti chiusi

Andare a vincere al Friuli si poteva e avrebbe fatto tanto bene non solo alla squadra ma anche a noi tifosi criptoultras. L'udinese gioca per 25 minuti e ci mette sotto, ma per il resto siamo noi a dirigere l'orchestra. Ci manca l'acuto (come ha scritto qualcuno anche sulla gazza) che ci avrebbe spedito in alto a +4 dalla Roma e a +2 dal Palermo (del cui primo posto comunque siamo felici). Sarebbe bastato un guizzo in più e uno 0-1 non avrebbe fatto storcere il naso a nessuno. Sportivamente possiamo dire che così il campionato rimane più divertente e la classifica compatta è sempre una goduria in più (per chi ama il calcio ovviamente 🙂

L'Inter è in ogni caso trattenuta e si vede: non siamo sciolti nella corsa e nei passaggi. Soprattutto non esibiamo quella certezza che potremmo. Un po' di mancanza di carattere per la quale non bastano le iniezioni dei solisti qua e là (il capitano su tutti, ma in questa fase anche i nostri due centrali difensivi, Dacourt e soprattutto Stankovic che evidentemente sta bene). Ibra stenta e non riesce a brillare come potrebbe, Crespo giustamente fa un test in gara per sentirsi reggere le gambe in vista del derby, a centrocampo Vieira che rientra dopo tre giornate stupide di squalifica fatica a ritrovare la brillantezza delle prime giornate di campionato. Fatichiamo un po' a contenere sulle fasce, ma appena saliamo in pressing si vede che facciamo brutto. Forse dobbiamo solo crederci un po' di piu'.

Rimangono alcuni misteri che forse presto ci verranno rivelati da qualche oracolo (perche' con la sola ragione non riesco a spiegarmeli): il ritardo di condizione di molti nerazzurri (perche' spero non sia stanchezza alla settima di campionato) e i cambi ad minchiam (tnx to "Il Professore"): Mancini sta per cambiare Ibra, lo svedese inizia a fare qualche numero e il nostro allenatore aspetta fino all'84' per mettere dentro il nano da giardino che pure in coppa ha dimostrato di poter dare qualche soddisfazione non solo a Moratti nel palleggio. Certo poi nei dieci minuti giocati non ha combinato un cazzo, ma forse non gliene si può volere. Pieri (il cui padre è stato condannato per cene con Moggi più che sospette un eone addietro, e notoriamente in scuderia GEA) cerca di fare l'imparziale, ma segue nella scia delle direzioni di gara a due velocità: severissime con l'Inter, facilone con le avversarie. Dulcis in fundo uno scazzo sulla distanza della barriera, per il quale si inventa un giallo a Figo (che comunque poteva tirare ed evitare di scassare così tanto il cazzo: un giocatore di esperienza si dovrebbe rendere conto che se l'arbitro non ne ha, non ne ha).

In ogni caso usciamo con la vaga insoddisfazione di non aver visto una vittoria che si poteva strappare, ma almeno di non aver visto una partita orrenda e priva di classe. Speriamo per le prossime durissime con Livorno e Milan, che potrebbero garantirci il salto di qualità. [e il derby me lo devo vedere in norvegia, mannaggia alla morte degli anticipi comunicati dalla FIGC con ritardo].

 

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Meno male il jardinero!

18 Ottobre 2006 Commenti chiusi

Partita da vincere senza se e senza ma per poter ancora pensare di giocarsi la Champions League 2006-2007. L'inter arriva reduce da due sconfitte consecutive in coppa, prima con lo Sporting per un colpo di sfiga, poi con il Bayern per arroganza, e non può sbagliare. Ibra fuori per squalifica, ritroviamo Vieira e già il centrocampo è tutta un'altra cosa. Crespo reduce dall'infortunio viene risparmiato, Adriano merita di stare sotto la panchina dopo la prova di domenica, e quindi largo al nano da giardino di Moratti (che però ha classe e la partita di stasera lo dimostra) e al jardinero che firma due gol nei primi dieci minuti. Godo.

Il primo tempo nerazzurro sembra finalmente quello della squadra che sto aspettando dalla notte della supercoppa e dalla partita con la Roma: veloce, pressing a centrocampo e in difesa, le punte che si muovono e si trovano con e senza palla, i centrocampisti avanzati che macinano gioco e stecche contro il portiere, le fasce che producono accelerazioni e cross. Che figata. Potremmo chiudere il primo tempo sul 4-0 (4-1 se Boyarintsev la mette dentro sull'unica distrazione difensiva, con Maicon e Cordoba che si scontrano e la palla che rimane lì preda dei moscoviti).

Ma era troppo bello per poter durare. Le caratteristiche dell'Inter non tardano a farsi sentire: secondo tempo usualmente rapsodico con buchi incredibili (che ci portano a prendere il 2-1) e momenti di puro genio (la cavalcata di Stankovic che si scarta due russi, uno per piede, un terzo di tacco, poi la mette perfetta per Cruz che non ha 50 minuti nelle gambe e spreca tutto; oppure la traversa di Figo al 6' che è un capolavoro balistico e se entra finisce dritta dritta nelle immagini di repertorio). Ci si mette il dodicesimo giocatore contro di noi, il Mancio, che con una mossa di puro estro demenziale tira fuori entrambi i fantasisti in campo, sostituendoli con un terzino (avanzando Zanetti, e questo ci può pure stare) e con Adriano (che fa qualche sgroppata per dimostrare che non è una lavatrice ma non riesce a imbroccare palla e porta allo stesso tempo). La domanda fondamentale è: chi fa i lanci per gli attaccanti se non ci sono né Figo né Recoba (che stava giocando una buona partita)? Stankovic? Vieira? Dacourt? Matterazzi? Ci provano, ma non gli si può rimproverare un errore tattico di Mancini. 

Ovviamente se gli incontristi lanciano e attaccano, poi ci scopriamo e al 44' i russi mancano di un soffio il 2-2 con una discesa di Quincy che brucia Cordoba (roba da non crederci) e poi mette al centro per il solito  Boyarintsev (Santo Julio Cesar, nonostante le cappelle che ha fatto cincischiando nei rinvii). Ultimi dieci minuti in patema d'animo come al solito ma portiamo a casa la partita, che cmq è una delle migliori che abbiamo giocato finora.  Una domanda fondamentale resta: come cazzo è possibile che i giocatori dell'Inter a novembre non abbiano ancora 90 minuti nelle gambe? Ai poster(i) l'ardua sentenza.

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Pessimo gioco, massimo risultato, buon tifo

15 Ottobre 2006 Commenti chiusi

L'inter inaugura la seconda settimana di fuoco dopo quella di inizio campionato (con Fiorentina e Roma pronti via fuori casa): se il buon giorno si vede dal mattino, questa serie catania-spartak-udinese-livorno-milan-spartak non promette niente di diverso dal solito patema d'animo marchio registrato delle partite dell'inter. Magari vinciamo, ma si soffre sempre anche quando di fronte a te c'e' il nulla cosmico.

L'inter entra in campo con l'ennesima formazione inventata di sana pianta da Mancini, che dopo aver fatto il giocatore e l'allenatore, oggi si diletta nel fare il dirigente, indicando il suo successore in Eriksson: come dire, dalla padella nella brace. In porta conferma Julio Cesar che continua a non essere capace di uscire dai pali, trasformando in un brivido ogni palla alta in area piccola. L'unica volta che esce dovrebbe stare in porta e fa fare a Mascara la figura del Maradona dei poveri. Sotto di 1 a 0 a San Siro contro il Catania. Davanti a Julio Cesar la difesa schierata a quattro vede centrali Samuel e Cordoba che per fortuna sono insuperabili, e laterali Zanetti e Maxwell (il primo che preferisce decisamente il centrocampo e ha dimostrato poca capacità incontrista sui portatori di palla avversari quando arrivano vicino all'area di rigore, il secondo che da più di un anno non sa neanche che forma ha la palla): tutti e quattro lavorano bene e probabilmente ci salvano la partita.

A centrocampo Dacourt regge il gioco, mentre ai lati Stankovic e Solari dovrebbero alimentare il gioco. Purtroppo però Solari ha già avuto la sua giornata di grazia contro il Cagliari e quindi non fa molto (anche se gli unici tiri sono suoi) e Stankovic macina chilometri mettendoci l'anima. E meno male, visto che senza i suoi due goal di oggi col cazzo che vincevamo. Figo dietro le punte stenta e sbaglia un numero incredibile di cross (ma la sua classe è talmente limpida da perdonargli tutto). Non ha più di 60 minuti nelle gambe, ma forse se la squadra si muovesse meglio respirerebbe di più. Davanti Ibrahimovi gioca prima punta e Adriano seconda (almeno a giudicare da come stanno in campo, anche se le loro caratteristiche sono esattamente il contrario), ed è proprio questo settore che manifesta la situazione più drammatica. Ibra è troppo presuntuoso e cerca le cose impossibili; se a questo si aggiunge che Adriano non azzecca un movimento manco se glielo dice l'avversario, è chiaro che tutti i palloni messi nel posto dove dovrebbe esserci il brasiliano sono palle perse.

L'inter gioca male, ferma sulle gambe e zero movimento senza palla. Non bastano le invenzioni del centrocampo e la grinta per portare a casa le partite. Adriano forse non ha più nessun alibi e dovrebbe stare in panchina, dato che almeno Cruz è un po' più fresco, conquistandosi almeno il merito di conquistare il rigore (e di sbagliarlo). Non tira su molto il morale la sensazione che Mazzoleni si sia messo ad arbitrare all'inglese lasciando correre mischie incredibili, e che De Santis e Calcagno abbiano più di una semplice omonimia con il socio di Moggi. 

I complimenti in realtà per questa partita cinica e desolante vanno alle tifoserie: i 3000 ultras neroazzurrorossi fanno un macello disumano per tutti i 90 minuti, in alcuni momenti surclassando i 50.000 di San Siro. Massimo rispetto. Dalla nord si canta moltissimo (addirittura la Marsigliese ad un certo punto, qualcosa sta cambiando?), e soprattutto si sfodera in coincidenza con il calcio d'inizio una dignitosa coreografia e a metà partita una bellissima sciarpata (la prima che vedo da quando sono tornato allo stadio 🙂

Qualcuno uscendo dallo stadio ha cercato una teoria sull'inter che potrebbe non essere così lontana dalla verità: essendo una squadra molto democratica, ci mettiamo sempre all'altezza degli avversari. Se gli avversari sono delle chiaviche, giochiamo da chiaviche anche noi; se gli avversari sono la Roma, siamo capaci di fare una partita che sembriamo il Real Madrid dei bei tempi. Quanto fair play! Voi ci credete? Io no.

 

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