Lady in the Water: una fiaba moderna non può essere un aforisma

4 Ottobre 2006 1 commento

Lady in the Water si apprezza quasi esclusivamente per un motivo: cerca di affrontare la difficile questione di come raccontare una fiaba moderna, come riallacciarsi al filone del fantasy moderno anche nel cinema (dopo che il mondo del fumetto e della narrativa hanno offerto ottimi spunti, con personaggi del calibro di Neil Gaiman, ma non solo). Purtroppo per il regista, sceneggiatore e attore M.Night Shyamalan una fiaba non è un aforisma e non funziona con gli stessi meccanismi di una normale sceneggiatura. Così il più grande merito nelle intenzioni diventa la più grossa delusione nella realizzazione.

Il film è abbastanza guardabile, nonostante le carenze di sceneggiatura, e nonostante lo spreco che si fa di alcuni attori che potrebbero sicuramente dare di più, come Bryce Dallas Howard (che, a dispetto del padre, ricordiamo soprattutto per il superbo Manderlay postdogma), impiegata invece in una dimensione algida e dall'espressività più che abbozzata. Il regista indiano dimostra di avere un ottimo talento per la tensione e l'horror, ma non è altrettanto dotato per scrivere il proprio screenplay, soprattutto quando esce dal seminato del genere per approdare alla wanna-be favoletta morale: lo stesso errore della seconda parte di The Village e in minor accezione in Signs e ne Il Sesto Senso. Senza neanche entrare nel merito poi della morale della favoletta in questione. 

Ma andiamo con ordine. Il primo problema del film è proprio la non comprensione della dimensione della fiaba, un discorso che abbozzo qua, ma che meriterebbe un approfondimento tutto suo. La fiaba, come la sua gemella favola, le leggende e il fanasy in generale (anche se quest'ultimo è sicuramente il genere che ha subito maggiormente l'imbastardimento dell'eccessiva popolarità, ma è allo stesso tempo il figlio diretto di fiabe e favole) hanno alcune caratteristiche che le rendono profondamente diverse e molto più piacevoli dell'operetta morale o del saggio. Nella fiaba, in quella moderna tanto in quella antica, non abbiamo bisogno che sia il narratore a spiegarci per filo e per segno il senso di quello che ci sta raccontando. Gli insegnamenti di una fiaba devono essere inferiti dagli avvenimenti e non spiattellati li' come se fosse una lezioncina da imparare a memoria. Questo a Shyamalan non riesce, anzi evidentemente si è lasciato trascinare dal protagonismo se alcune di queste lezioni ce le viene a fare in persona, nella veste dell'autore del libro che cambierà il mondo (giudizio su questa intrusione omologo a quello degli estensori delle recensioni sul Vivimilano che apprezzo molto). Con un ragionamento molto abbozzato mi verrebbe da dire che l'elemento interpretativo di chi legge, ascolta, vive la storia che si racconta è una parte fondamentale della dimensione "educativa" della fiaba. La trasposizione in narrazione di un rito non può esimersi dal trasformare chi l'ascolta, dall'obbligarlo ad attraversare il significato delle parole per capire che cosa vogliono dire veramente per lui o lei e per la sua storia personale. In Lady in the Water questo elemento è assente, cancellato, come anche in The Village, dalla voglia di Shyamalan di darci la propria versione della lezione. Se il regista voleva dirci la sua faceva prima ad usare un bell'aforisma: la vita è così, prendere o lasciare; faceva molto prima che girare un film ambizioso ma deludente.

Tanto per concludere la carrellata impietosa, veniamo poi al contenuto effettivo di questa morale fondamentale che il regista indiano vuole comunicarci: famiglia e dio. E che cazzo, sta diventando una persecuzione! Anche questa ricorrenza del tema religioso (non del misticismo, ma della dimensione propriamente teista) e del tema famigliare (il 90% degli ultimi 100 film che ho visto mette in mezzo la famiglia in un modo o nell'altro come cardine della storia) andrebbe maggiormente indagata (se riesco lo faccio, ma avrei bisogno di una settimana per ognuno di questi temi da dedicare alla ricerca, per cui mi limito ad abbozzare vaccate con fondamenta incerte :), ma è certo che nel contesto di una fiaba moderna stona mortalmente. Shyamalan sostanzialmente gioca la risoluzione del rito contenuto nella sua fiaba moderna su questi due piani: da un lato la riscoperta di un divino che ci guida e ci indica la luce (bleah!) e dall'altro la catarsi di un uomo e dei suoi sensi di colpa verso la famiglia che gli hanno sterminato (ribleah!). Ci manca Gesù in persona, e eravamo a posto. Se proprio questi sono i due assi secondo lui a determinare un cambiamento nel mondo, poteva almeno imbroccarli nel senso di marcia più interessante e universale: il misticismo ovvero il sentimento trascendentale e le relazioni ovvero la capacità umana di costruire legami (indipendenti dalla tradizione per fortuna). Ma no: Deus et Familia, che da un indiano un po' mi perplime, data la scarsa tradizione cattolica che fortunatamente non appesta le sue origini.

D'altronde, il limite della Weltanschauung di Shyamalan si evidenzia nel punto di volta del film (questo sì costruito come un segno da cui decifrare senso, ma se fosse solo qui e là si potrebbe anche accettare qualche suggerimento dell'autore): alla domanda "L'uomo merita di essere salvato?", il protagonista risponde "Sì" . Era facile, come in lascia e raddoppia, tutti sappiamo che la risposta vera è: "No. Merita l'estinzione".

Voto complessivo: 6-

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La nuova strategia di Moggi

1 Ottobre 2006 Commenti chiusi

Oggi, durante l'inguardabile Cagliari-Inter ho avuto un'illuminazione sulla nuova strategia di Moggi. E' molto interessante il meccanismo mellifluo che media e sistema calcistico stanno mettendo in atto per preparare al riciclo di tutta quella classe dirigente che per mezza estate tutti i "moralisti" hanno detto di voler cancellare dalla faccia della terra. Ovviamente, come sempre in Italia, cambiamo tutto per non cambiare nulla: non a caso Carraro alla fine è risultato praticamente assolto e con lui tutti gli arbitri coinvolti (tranne quello sbirro di De Santis), e vedrete che l'arbitrato salverà Moggi e molti altri.

La strategia è molto articolata, e scommetto che quella genio criminale di Moggi se l'è pensata con calma mentre faceva l'offeso quest'estate. In primo luogo, riqualificazione mediatica: si presenta alle trasmissioni come se fosse il Re deposto con lesa maestà, opiniona su tutti, viene trattato come un gran signore in ogni luogo. Se io avessi fatto le metà delle cose che ha fatto lui (anche solo di quelle note), l'opinione pubblica chiederebbe la gogna.  In secondo luogo, arbitraggi scandalosi, ai danni di quelli che non sono stati coinvolti in modo da fargli perdere il campionato (all'Inter finora non ne è capitato uno, e i peggiori sono stati Tagliavento e Messina, quest'ultimo degno compare di De Santis). Contemporaneamente errori arbitrali inutili ma favorevoli all'Inter, come quello di oggi al Sant'Elia, dove Messina ha ammonito due volte Dacourt senza espellerlo: un favore inutile a un Inter in pappa, dopo una partita arbitrata a senso unico, con il solo senso di aizzare la polemica e puntare il dito contro i nerazzurri sporchi ma sopravvissuti all'estate. Last but not least, di fronte alla difficoltà di tornare a corrompere giocatori e minacciare dirigenti, puntare sui preparatori atletici: quello dell'Inter non ha evidentemente fatto un cazzo da prima dell'estate, dato che nessun giocatore in forma, anzi giocano come se fossero a maggio mentre siamo alla quinta di campionato, senza contare che se ne infortunano due a partita per strappi e strappetti, come se in campo ci andassi io che non faccio dieci minuti di corsa neanche se mi stanno sparando.

La strategia è molto raffinata e la sua conclusione è già scritta: riabilitazione di Moggi & company, dito puntato sull'Inter che non solo non è riuscita a vincere un cazzo pur uccidendo slealmente i suoi concorrenti, ma ha pure provato a comprarsi mezzo campionato. Tutto falso, ma preciso nella sua preparazione. Spero che gli ultras di tutta Italia spacchino tutto, perché schifarsi di tutto questo non basta. E' indegno oltre che per la dignità del calcio e dello sport, pure per la nostra intelligenza di tifosi continuare a vedere tutto questo e non buttare giù mattone per mattone FIGC e Lega.

 

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Inguardabile

1 Ottobre 2006 Commenti chiusi

La partita di oggi al Sant'Elia si commenta in fretta: inguardabile. Gli interisti sembravano essere entrati in campo in preda all'oppio, il gioco non esiste, gli spunti individuali manco, l'allenatore non sa come è fatto un campo di calcio. I cagliaritani ci mettono cuore e serietà e meriterebbero pure di vincerla una partita così. Uno schifo.

Mancini, un emerito demente, lancia il campo il tridente senza un regista a centrocampo che sappia costruire il gioco. Prendiamo un gol sulla trecentesima distrazione difensiva (non bastano Materazzi e Cordoba da soli) e poi veniamo salvati dall'infortunio di Crespo (che mi auguro sia lieve) che ci costringe a riequilibrare la squadra. A questo punto si vede qualcosa soprattutto da Solari, che miracolato imbrocca i dribbling che non gli si vedevano fare da quando giocava con los blancos di Madrid. A centrocampo Stankovic è fermo, Zanetti non ingrana, Dacourt zoppica fino a farsi ammonire due volte senza essere espulso (un episodio eterodiretto da Big Luciano per farci accusare di truffa per tutto il campionato). Grosso e Dacourt non riescono a fluidificare e quando iniziano a farlo, il primo si stocca e poi Mancini indica alla squadra di verticalizzare al centro a casaccio. Dulcis in fundo all'80' quando siamo sull'1-1 a Cagliari Mancini sostituisce Adriano che stava facendo una prova dignitosa per mettere Mariano Gonzales: certo, un risultato così, va difeso! Ibra non pervenuto nel secondo tempo e la partita la potrebbe salvare solo Matrix su calcio d'angolo, ma Figo non riesce a batterne uno giusto neanche se gli danno i piedi di ricambio. La grande domanda è: ma Carminati, Gaudino e Bisciotti sono nuovi del mestiere? O semplicemente sono in vacanza dall'anno scorso? 

A questo punto io sono convinto della nuova strategia di Moggi che commento in un post separato. Forza Palermo stasera, lasciaci secondi dietro di te!

 

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Genova: riprendono i processi

28 Settembre 2006 Commenti chiusi

A Genova intanto sono ripresi i processi, il primo dei quali, quello per Bolzaneto va avanti con la camera delle torture, inesorabile due volte alla settimana (lunedì e venerdì).

Il processo contro 25 persone per devastazione e saccheggio, invece, è stato nuovamente rinviato al 7 novembre, dato che il Presidente del collegio (Marco Devoto) è ancora al CSM in sostituzione di un altro giudice. Nel frattempo uno dei due giudici a latere, Gatti, anche detto amichevolmente il procione, ha deciso di diventare pm, vai a capire perché. La sua nomina non è ancora stata pubblicata, ma da quando lo sarà ci sono 6 mesi per finire il processo o si cambia collegio. Cambiare collegio significa, in caso di non consenso delle parti, ricominciare il processo, e quindi andare molto in là nel tempo. Con buona pace di chi ha amore per la legge, noi speriamo vivamente che sto processo non veda mai la sua conclusione.

Intanto nel processo per l'irruzione alla scuola Diaz si sono viste due udienze. Nella prima Giovanna Botteri e Fausto Pellegrini hanno ribadito le scene che già si conoscono, con qualche dettaglio piccante della Botteri circa armi e premeditazione della crudeltà dell'operazione. Ma è con la seconda udienza e l'arrivo dei primi testi provenienti dalle file di sbirri e carabinieri che la cosa si fa divertente. Giovedì 28 ottobre, oggi, si dovevano sentire gli agenti DIGOS Anna Vannozzi (che ha fatto la gnorri alla grande), Garbati (che si è data per pazza a tempo indeterminato facendo quindi assumere le sue precedenti dichiarazioni al tribunale) e Antonio Sbordone, della DIGOS di Napoli.

Con quest'ultimo è iniziata ad emergere la strategia arrogante della difesa, che sintetizziamo con le parole di uno degli avvocati: "non abbiamo paura, non vi preoccupate".  In ogni caso Sbordone nonostante sia stato indagato per lo stesso processo e poi archiviato (non si capisce bene perché) decide di non avvalersi della facoltà di non rispondere e si inerpica nella irta via dell'esame da parte del pm Zucca. Cerchiamo di riassumere cosa colpisce del suo interrogatorio: ripete almeno 110 volte che sono entrati per primi Canterini e i suoi (con l'avv. Romanelli che sarà diventato verde dopo la 30esima, ci spiace per lui); conferma che è entrato 3-4 minuti dopo i ragazzi del vii nucleo in contemporanea a Gratteri, Luperi, La Barbera, che quindi avrebbero visto tutte le fasi delle perquisizioni; stranamente non vede nessun pestaggio ma solo qualcuno già menato o dolorante, e interpreta la frase che sente dire a Gratteri "qui sono già fatti tutti, andiamo di sopra", come un chiaro riferimento allo stato di ubriachezza degli occupanti della scuola. Non pensiamo servano commenti.

Speriamo vivamente che continuino a non avvalersi perché leggere le trascrizioni è stato molto divertente. 

Maggiori informazioni sul sito di supportolegale e di indymedia italia 

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Bayern Monaco a San Siro: vent’anni di bestemmie

28 Settembre 2006 Commenti chiusi

Ero piccolo nel 1988 quando mi gustai la cavalcata di Berti per il 2 a 0 a Monaco. Solo gli interisti possono immaginare la mia faccia quando pigliammo 3 gol a San Siro: la definizione di incredulità e delusione non sono sufficienti a qualificarla. Siamo nel 2006, ormai sono uno scafato interista da 30 anni, quindi incredulità e delusione non le conosco più, però non riesco a smettermi di incazzarmi.

L'inter principalmente è affetta da tre problemi difficilmente sormontabili singolarmente, figuriamoci tutti insieme:

  1. giochiamo normalmente 11 contro 13 (il dodicesimo è l'arbitro, il tredicesimo Mancini).
  2. siamo una squadra composta da bipolari schizofrenici, da cui l'inno Pazza Inter
  3. ce la stanno gufando tutti

Inter Bayern 0-2 (27 ott 2006) fallo da rosso su Ibra

Ora, una volta accettato questo assioma nerazzurro, possiamo passare alla disanima della partita. La tattica lungimirante per una volta del mancio è chiara dal primo secondo: temporeggiare il primo tempo in attesa di un miracolo di qualcuno dei nostri, provarci un po' piu' convinto il secondo tempo, mettere dentro adriano a 3 minuti dalla fine per prendersela con lui poi se non ha segnato.

Il primo tempo è equilibrato, noi ci proviamo meglio di loro, ma ibra e crespo stasera hanno sbagliato bersaglio e usano Kahn anziché la rete. L'arbitro decide per valutazioni inglesi, non ammonisce nessuno neanche se si ammazzano in campo, e non fischia un cazzo di niente. Un esempio di tutto ciò è il fallo della foto: io non dico che doveva fischiare un rigore (è iniziato fuori area) ed espellere il tedesco (ultimo uomo), però almeno il fallo dal limite e il giallo erano limpidi. Invece manco uno sguardo. Poco prima, un altro tedesco entra come raffigurato in ideogramma su Figo -| dove il trattino è la gamba con tacchetto del tedesco e la pipe è lo stinco di Luis, tanto che io mi sono cagato addosso che gli aveva spezzato una gamba. Anche qui, non dico rosso diretto che pur ci sarebbe stato, ma almeno fischiare il fallo, no?

Finisce il primo tempo, inizia il secondo tempo. Entriamo in campo un po' più determinati. Crespo si mangia un gol fatto ma io continuo a confidare nel fatto che porteremo a casa la partita. Ibra lotta su un pallone in area e cravatta il difensore: giallo. Ci sta. Fino ad adesso non ha fischiato nulla, ma uno mica si può lamentare sempre. Se non che la partita si fa cattiva, e questo continua a fischiare ed elargire cartellini solo dalle nostre parti. Ibra è un depresso bipolare, si fa rodere il culo e fa un intervento un po' deciso, a metà si ferma e alza le mani capendo di aver fatto una cazzata. L'arbitro fischia il fallo (e ci mancherebbe), ma poi tira fuori di nuovo il cartellino e lo butta fuori. Follia. Ma si sa, che all'Inter piacciono le imprese eroiche, quindi ci mettiamo sotto e Crespo rischia di fare il gol della vita in 10 contro 11. I tedeschi continuano a picchiare come dei fabbri, e addirittura Schorl mentre Grosso protegge il pallone che sta andando sul fondo fa un intervento degno del miglior viet-vo-dao sulle sue gambe. Il guardalinee lì di fianco sventola come un forsennato, l'arbitro inglese guarda con sufficienza grosso ed estrae a fatica il cartellino giallo: Se era Materazzi gli davano 6 giornate di squalifica.  Iniziamo a dare segni di squilibrio generalizzato e i tedeschi ci infilano su una leggerezza difensiva proprio di Fabietto. Incarogniti come furetti ci buttiamo all'assalto e in un confronto a braccia reciprocamente larghe in corsa, un bavarese fa una scena madre: l'arbitro non aspettava altro e si vendica del giallo che ha dovuto tirare fuori prima, con un bel rosso diretto per Grosso che con grande stile non protesta, tanto ci pensa quel nazista serbo di Mihaijlovic a farlo prendendosi un rosso pure lui. Al 92' sbandata di Cordoba che gli regala il secondo gol, ma a questo punto non cambia veramente un cazzo se non confermare la serata storta.

Purtroppo in questi momenti ho sempre troppe poche cose da spaccare intorno e mi tocca pure essere una persona misurata in assemblea. Se non ci rendiamo la vita difficile non ci divertiamo, ma io dico, una volta nella vita, non potrebbe andare tutto liscio?

 

 

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Il Questore di Viterbo intima: niente disordine, non disturbate i fascisti!

27 Settembre 2006 Commenti chiusi

Un gentilissimo imprenditore di Viterbo ha pensato bene di mettere a disposizione di Roberto Fiore e del suo partito, Forza Nuova, due capannoni per realizzare un meeting di neofascisti e neonazisti da tutta europa tra venerdì 29 settembre e domenica 1 ottobre. 

La cosa che tanto sconcerta, non è che esista qualche illuminato faccendiere che finanzi a titolo entusiasta questi figuri che continuano a essere i protagonisti impuniti delle pagine più torbide della storia italiana, ma quanto che la reazione di autorità e istituzioni locali sia di puro isterismo. In nome di una non ben compresa "democrazia" è stato infatti deciso di consentire quello che è difficile non immaginare come la cosa più vicina alla riunione in cui si fondarono i Fasci da Combattimento a Milano all'inizio degli anni 20. Questore, Digos, e istituzioni hanno quindi non solo consentito un raduno che è palesemente incostituzionale, ma anche intimato a chi volesse opporvisi di protestare pure ma nei limiti di un ragionevole confronto democratico. D'altronde si sa che l'amore per la democrazia è alla base dei movimenti fascisti.

Viene in mente l'atteggiamento delle istituzioni tedesche nei confronti della NPD (il moderno partito neonazista tedesco), che proprio recentemente  è riuscito a ottenere i primi seggi in un parlamento regionale (nel Land in cui si terrà il g8 l'anno prossimo tra l'altro): dal loro punto di vista "tenerli in seno alle strutture democratiche è essenziale per non consentirne il proliferare e tenerli sotto controllo". Certo, infatti hanno preso il 7.3%.

Ora, lungi da me dipingermi come un paladino della legalità, cosa che farebbe ridere anche i polli, però vedere queste figure ignobili che si ritrovano liberamente a fare un meeting di centinaia di persone ospitate gratuitamente e benvenute da istituzioni e forze dell'ordine, mi fa risalire alla mente tutta la discussione sulla guerra civile negata e mai risolta in Italia di tanta parte della storiografia del secondo dopoguerra (uno per tutti: Cesare Bermani).  Altro che movimenti tellurici, proprio il volta stomaco.

 

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Maurizio Auriemma, nuovo dirigente del III Reparto Mobile Milano

25 Settembre 2006 1 commento

Dall'Adnkronos  leggiamo:

AURIEMMA NUOVO DIRIGENTE REPARTO MOBILE POLIZIA = Milano, 25 set. Adnkronos) – Si è insediato oggi il nuovo dirigente del terzo reparto
mobile di Milano, Maurizio Auriemma, primo dirigente della Polizia di
Stato. Auriemma sostituisce Mario Mondelli, anch'egli primo dirigente
della Polizia di Stato, che ha assunto la direzione del primo reparto
mobile di Roma. Auriemma aveva diretto negli ultimi tre anni il sesto
reparto mobile di Genova. (Red-Buz/Col/Adnkronos)

Di questa notizia rileviamo due cose interessanti: la prima è che, senza colpo ferire, il Primo Dirigente Mario Mondelli (il responsabile di piazza che ha ordinato la carica contro le tute bianche in via Tolemaide, vedi il video Legittima Difesa) è stato promosso da Cuneo a Milano, nonostante le sue defaillance non solo in Ordine Pubblico, ma soprattutto in aule di tribunale. La seconda notizia è che a Milano arriva un altro "reduce" del g8, Maurizio Auriemma, resosi noto alla ribalta delle recenti cronache per le cariche contro gli studenti in piazza De Ferraris, colpevoli di protestare ad alta voce contro Silvio Berlusconi.

Ma chi è Maurizio Auriemma? Ce lo facciamo raccontare dal brano di udienza nel processo contro 25 manifestanti a Genova di cui è stato protagonista:

Quinto teste e' un altro dirigente, Maurizio Auriemma, che ha operato sia il 20 luglio che il 21 luglio. Dalla sua deposizione emerge una situazione in cui diversi focolai di scontri si moltiplicavano per la citta', mentre le forze dell'ordine venivano comandate a destra e manca nella citta'. Tutto questo comunque abbastazna sotto controllo. Nonostante questo panorama abbastanza sfavorevole alla difesa, il teste non ha deposto di alcun episodio contestato, dato che il 20 luglio lui ha effettuato cariche in via orsini, presso la caserma di san martino, in via fieschi e in corso aurelio saffi. Nella giornata del 21 invece coadiuva Lapi nel liberare piazza giusti e corso sardegna, facendo uso massiccio di lacrimogeni, quei lacrimogeni che si intravedevano da piazza de ferraris mentre agnoletto e casarini decretavano la conclusione dei cortei con le cariche ancora in corso. (tratto da supportolegale

Siamo sicuri che la loro presenza a Milano migliorerà il clima che si respira ogni volta che ci si azzarda a mettere in discussione qualcosa anche solo per cercare di costruire una vita migliore in una città che non è che proprio proprio ti aiuta.

Ulteriori materiali su Mondelli e Auriemma:

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Come leggere e scrivere in cinese sotto linux

25 Settembre 2006 4 commenti

Un paio di mesi fa, quando mi sono cimentato nuovamente con l'idea di studiare cinese, mi sono anche posto il problema di come poter leggere e scrivere in caratteri cinesi sotto linux. Se per leggere non è stato particolarmente arduo il compito, per scrivere non è così banale come sembra. Su lilith trovate anche tutti i link su cui mi sono documentato per ottenere il tutto.

Per leggere: dovete banalmente scaricare tutti i font  BIG5, GB, HK e via dicendo . Aiuta configurare il vostro sistema per leggere e comprendere i caratteri in UTF-8.

Per scrivere:  dovete in primo luogo configurare i vostri locale adeguatamente. Successivamente installare xcin (debian ha un suo pacchetto che funziona perfettamente). Dovrete anche installarvi il supporto   zh per openoffice. Una volta fatto questo non dovreste far altro che lanciare dal vostro menù applicazioni la voce "XCINterm (GB2312)" o "XCINterm (BIG5)" :  otterrete come risultato un terminale da cui lanciare openoffice con tutte le variabili già adeguatamente configurate per consentirvi di scrivere in cinese. Una volta aperto openoffice, per passare dalla scrittura in caratteri occidentali a quella in caratteri cinesi vi basterà cliccare su alt+spazio e il gioco è fatto.

Per configurare i locale: dovrete editare il file /etc/locale.gen e inserirvi le seguenti righe (in aggiunta a quelle del vostro charset preferito):

zh_CN GB2312
zh_TW.UTF-8 UTF-8
zh_TW.EUC-TW EUC-TW
zh_TW BIG5

Dopodiché lanciate il comando locale-gen ed è fatta.

A conclusione ringrazio sentitamente il mio mentore davidone, sua moglie e il loro blog 

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Categorie:jet tech, orient express Tag:

Il Pesto

24 Settembre 2006 6 commenti

Stasera pesto. Definirlo alla genovese è eccessivo considerato che: 

  1. gli ingredienti sono tutti milanesi
  2. non ho un mortaio e un pestello, ma una tazza e il manico di un coltello 🙁
  3. non ho nessuna ascendenza ligure, neanche a cercarla con il lanternino.

In ogni caso ci ho provato e il risultato non è stato malvagio. La ricetta è semplice e il segreto più di ogni altra cosa sta nel mettere la quantità adeguata di basilico e nello spatasciarlo per bene il più a lungo possibile. Quando credete che sia abbastanza siete sicuramente a poco più del 50% di quanto dovreste pestarlo 🙂

Ingredienti (per due persone):

    40-50  foglie di basilico

    1 spicchio d'aglio

    20 pinoli

    3 cucchiaini di grana grattuggiato

    3 cucchiaini di pecorino grattuggiato 

    3/4 di bicchiere di olio d'oliva extra vergine

    una decina di grani di sale grosso

Per prima cosa mettete l'aglio nel mortaio e spiaccicatelo per bene con il pestello. A seguire  ponete le foglie lavate e asciutte di basilico nel mortaio e iniziate a pestare: è importante che il movimento del pestello non sia tale da spezzare le foglie ma da spiaccicarle (con un tipico movimento rotatorio combinato alla pressione verso il mortaio). Insieme alle foglie di basilico aggiungete il sale. 

Dopo una buona ora di spiaccicamento potreste iniziare a pensare di aggiungere gli altri ingredienti, ma dipende da voi quanto volete rischiare. Sicuramente prima di farlo la pastella di basilico, aglio e sale deve essere molto uniformemente sminuzzata (quasi un puré) e abbondante deve essere il succo verde di basilico in cui sguazza.

Una volta arrivati a questo punto aggiungete i pinoli e continuate a pestare. Poi aggiungete il formaggio un po' per volta senza mai smettere di pestare. Per concludere aggiungete l'olio e lasciate riposare un po' prima di condire la pasta.

La prossima volta, foto! 

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Quando gufo faccio miracoli (Inter-Chievo 4-3)

24 Settembre 2006 1 commento

Oggi giornata leggermente nuvolosa in quel di San Siro, si vede da paura il campo, e non fa troppo caldo. Sugli spalti la gente canta come se fosse una partita del milan, che quasi non riconosco gli interisti col muso lungo e le palle girate. In campo si scaldano in tredici, tanto per non farti capire che cazzo di squadra Mancini vuole mettere in campo, ma la presenza di Santiago Solari già mi fa girare le palle. Non è colpa di Solari se ho sempre la sensazione che non ne imbrocchi una. Sono sicuro che è un bravo giocatore, ma mi da sempre la sensazione di tirarmela in culo alla prima possibilità.  

Quando leggono le formazioni tiro un sospiro di sollievo scoprendo che in campo c'e' Figo e non Maxwell: Julio Cesar, Zanetti, Cordoba, Samuel, Grosso, Solari, Stankovic, Dacourt, Figo, Adriano, Crespo. Risparmiare gli uomini a tal punto mi sarebbe sembrato un po' suicida. Nel frattempo cerco con lo sguardo i sostenitori del Chievo (che mi stanno pure simpatici) ma non li trovo. Scopriro' solo al 20' del secondo tempo che sono posizionati con i loro culi esattamente sotto di me, nello spicchio di sud vicina alla tribuna rossa. 

Per 75 minuti il Chievo, simpatici ma non sono nessuno, non sa neanche di che forma è fatto il pallone, talmente è totale lo strapotere nerazzurro in campo. Tant'è che vinciamo 4-0: Crespo nel primo tempo, poi Samuel di testa quasi da fuori area, Stankovic con una stecca in da 20 metri, Crespo di nuovo su azione. La difesa regge bene anche se Samuel è in questo momento un filo meno autorevole di Matrix, e Grosso è lungi dall'essere al meglio, tanto che un paio di volte incespica su sé stesso. A centrocampo tutto bene anche senza Cambiasso e Vieira (ottima notizia) anche se Solari è l'unico giocatore al mondo a perdere più palle di Maicon. Davanti Figo fatica a entrare in partita ma ogni palla che tocca è un miracolo, Crespo è la solita ira d'iddio, Adriano il solito morto che cammina. Voglio dire, non è che uno deve segnare per forza, ma dio scafandro lurido almeno i movimenti senza palla non puoi sbagliarli tutti. E sopratuttto: un po' di grinta, che cazzo!

L'unico problema della coppia (ma anche con Ibra è la stessa solfa) sono i movimenti: alle volte tutti e due da un lato, quando Stankovic scende al centro si aprono tutti e due all'esterno lasciandolo solo contro tre, quando si verticalizza entrambi stan fermi o si muovono ma mai in direzione della porta. Pare che in allenamento si parli di come fare il cappuccino anziché di ste robe. In ogni caso fa il suo anche Julio Cesar che su ogni rinvio ha figo libero sulla destra ma non lo serve neanche se gli danno dei soldi in premio. Speriamo che riguardando la partita se ne accorga.

Sul 4-0 tiro la mia gufata che io sia maledetto: ok, la partita è finita, che il Chievo fa 5 gol in dieci minuti non ci credo neanche se lo vedo. La colpa non è dell'Inter, che evidentemente ha un contratto premio con i cardiochirurghi, ma mia, che conoscendo la mia squadra di merda, non dovevo parlare. Tra il 77' e l'88 il Chievo segna tre gol, lasciando il pubblico di San Siro per 6 minuti (perché quella merda del quarto uomo decide per 4 minuti di recupero) in ansia. Cioé anche quando vinciamo 4-0 dobbiamo fare gli ultimi dieci minuti che ti lasciano senza vita per le successive 4 ore, mentre recuperi dall'adrenalina. Che odio. Alla fine, però, meglio capire che non si può deconcentrarsi mai con il Chievo, piuttosto che con i cugini di merda, che ce ne davano 7 di gol in quei dieci minuti.

Ultima nota: l'arbitro. Il primo che dice che siamo la nuova Juve, prima di spaccargli il naso per l'insulto, gli faccio rivedere l'arbitraggio delle ultime tre gare. Se Tagliavento è incommentabile per quanto era evidente che avesse preso i soldi da qualcuno che ci odia favorendo la Samp in maniera oscena, Roma-Inter e Inter-Chievo sono state comunque dirette male e a senso unico, anche se non in maniera così plateale. Penso che basti vedere i falli fischiati e i criteri per i cartellini gialli. Che palle ma neanche quest'anno posso stare tranquillo?

 

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