Lezioni di dignità
In questo periodo mi sento portato a raccontare delle storie che vengono dal passato che ho in comune con molte persone che passeggiano per le strade della città di milano.
La storia che vi voglio raccontare oggi, parla di un gruppo di ragazzi e ragazze giovani (i piu' vecchi adesso hanno 30 anni, salvo qualche eccezione), che da
dieci anni hanno rappresentato quantomento una, se non la principale, realtà in movimento nel territorio milanese (la principale perché sono stati il centro di una rete abbastanza fitta di relazioni e progetti che hanno bene o male intersecato quasi tutti quelli che hanno fatto "movimento" a milano negli ultimi anni).
Ovviamente non è l'unica, se lo dicessi buona parte di quelli che non hanno fatto MAI parte di questo pezzo di storia milanese si incazzerebbero a morte con me, e avrebbero ragione, però queste stesse persone possono consentirmi di vivere la storia della mia città anche relativamente alla mia percezione, e quindi centrata in questo caso sulle esperienze di questo gruppo di attivisti, compagni, militanti (chiamateli come volete).
Purtroppo quest'anno è agro di complimenti e di leccate di culo, motivo per il quale sarò costretto a dare visibilità solo alla parte peggiore di questo pezzo di storia milanese, ma non temete che prima o poi troverò la distanza mentale sufficiente per parlare anche della sua porzione più entusiasmante (quella in cui si è fatto molto e con molta dignità).
I protagonisti di questo breve racconto sono due gruppi, che per comodità chiameremo bici e baci, un tempo ospitati nello stesso luogo e in una relazione dialettica che li teneva sulla tensione ideale per non dimenticare che prima dell'opportunismo viene la dignità e che prima del guadagno la libertà.
Il gruppo bici a un certo punto non riusciva più ad andare d'accordo con il gruppo baci, e decise quindi di andarsene in un altro posto, prima provando a occuparne qualcuno, ma poi, sospinto dall'ipotesi di fare qualcosa di più interessante, unendosi a una vecchia famiglia di molte glorie ma poche prospettive per dare vita a un progetto dall'invitante e goloso nome di fragola.
La fragola, si sa, è un frutto molto dolce e anche di bell'aspetto, capace di attirare i più insospettabili personaggi alla sua corte: allo stesso modo il progetto del gruppo bici insieme alla vecchia famiglia di fragola (sempre meno numerosa) iniziò a veder arrivare molti altri gruppi e molti altri progetti che volevano prendere parte a un avventura così gustosa.
Ma come sempre nelle folle si cela un po' di tutto, e sotto le mentite spoglie di qualcuno sinceramente interessato e avvinto dal progetto possono celarsi molti limiti e molti impostori: in fragola c'erano sia gli uni che gli altri.
Guarda caso tra i secondi la maggior parte veniva dal gruppo baci, o da qualcuno che vi era rimasto invischiato senza capire che le cose erano cambiate molto.
Nel frattempo il gruppo baci si era spezzettato e non riusciva più a combinare nulla: alcuni di loro facevano strada, altri inseguivano quelli che facevano strada (allettati dalle insegne luminose di partiti e sindacati), altri rimanevano lì dov'erano a contendersi le briciole di una nomea non all'altezza della realtà. Piano piano però, si sa, le briciole sono meno gustose di una fragola.
Nel corso degli anni il gruppo baci si era contraddistinto anche per un cinismo del tutto slegato da un progetto, e per cui un po' crudele e fine a sé stesso, quasi egoistico e in alcuni casi figlio della poca attitudine a distinguere tra opportunità e opportunismo: avevano occupato una casa e poi se n'erano andati facendosi dare in cambio 20mila gettoni, che avrebbero dovuto spendere pubblicamente ma che non si seppe mai dove finirono; poi seguirono una parte del gruppo bici per cercare di coglierne la volata, ma ottennero solo una un'ennesima contropartita, anche questi lasciati in un conto in banca senza un'idea di come spenderli senza mancare di rispetto ai 13 anni di occupazione che li avevano generati. Ma fin qui, l'ingenuità di credere che fosse possibile usare a buon fine questi gettoni era ancora comprensibile.
Proprio mentre la fragola cresceva e diventava sempre più succosa, al gruppo baci fu presentata un'altra occasione: in cambio dell'abbandono del posto che avevano occupato insieme al gruppo bici (e a molti altri), in cambio della storia di quel luoghi, delle ombre degli amori e degli odi che vi erano nati, degli efflui delle esperienze che aveva generato, qualcuno era disposto a dare ben 200mila gettoni. Il gruppo baci ormai era a pezzi e non avrebbe saputo cosa farsene, ma decise che era meglio prendere che lasciare, tanto la fragola era succosa e un po' di posto ci sarebbe scappato.
La città nel frattempo assisteva a tutto questo baillame senza profferire parola, abituata ormai troppo a parlare nei corridoi e poco nei tete-a-tete, incapace di formulare modelli alternativi e critiche lampanti a cose che evidentemnete non funzionavano più. Se il gruppo baci ha potuto perdere così tanto il lume della dignità non è solo colpa sua, ma certamente anche dell'afasia di una città abituata ormai a troppo.
Nel frattempo il gruppo bici non reggeva la tensione di una così bella fragola, e i suoi semi iniziavano a marcire: ci sarebbe stato bisogno di un intervento di potatura e ripulitura deciso e competente, ma non sempre si ha il coraggio o l'abilità di incidere una cosa bella come una fragola. Come però tutti sanno, se una fragola rimane troppo a lungo sul banco della vostra cucina, si trasforma in una poltiglia marrone e puzzolente, mentre se la piantate in un bel vaso, basta poco per vederla trasformare in una pianticella un po' meno bella del frutto, ma certamente più longeva e funzionale alla sopravvivenza di sè stessi e di chi ne può cogliere i frutti per nutrirsi.
Invece, alcuni dei semi più forti della fragola se ne andarono, schifati dalla parte ormai marcescente che gli cresceva intorno, troppo attaccati alla propria libertà e alla propria dignità, per accettare di sporcarla per salvare i semi ormai persi e perversi. Con un grande tempismo contemporaneamente, i rimasugli del gruppo baci non videro che una migliore occasione per impiantarsi nella fragola, accelerandone il processo di decadimento.
Così adesso la fragola è diventata una specie di succursale di quel cadavere che è il gruppo baci, un cadavere trattato senza il riguardo che la salma di un pezzo importante di storia meriterebbe, e senza la dignità che gli si sarebbe potuta accordare. Il gruppo baci si diverte a dire che "le regole sono cambiate", ma senza essere capace di spiegare perché e in che direzione, che "i semi che non c'entravano nulla con noi se ne sono andati", ma senza essere capaci di spiegare perché una fragola è diventata una poltiglia putrescente che presto verrà lavata via dalla storia di una città onnivora.
Tra poco la fragola verrà messa in vendita un pezzo per volta. Ogni seme ancora presente, seppur mezzo affogato nella poltiglia, potrà comprarsene un pezzo trovando i soldi dove meglio crede, ma senza alcun progetto di ripiantarsi in un bel vaso alla ricerca di nuovi frutti. Il tutto verrà condito dai gettoni che cadono dalle tasche sdrucite del gruppo baci, senza alcun riguardo sui motivi che rendevano quei gettoni un vettore di pestilenza più che un fertilizzante denso di principi nutritivi.
Purtroppo Milano ci ha allevato così, incapaci di vedere le cose belle che ci crescono intorno, di coltivarle fino a che sono mature, spesso più propensi a farle avvizzire anzitempo, o a trasformarle in un acquitrino di sensi di colpa e di rimorsi, senza entusiasmo, senza passione, ma solo con il desiderio di cogliere un'opportunità troppo spesso personale e senza alcuna speranza collettiva. La politica non è fatta di mezzucci, e la dignità non si compra con i gettoni, né affittando i progetti inventati da altri, sperando che senza anima diano lo stesso un frutto rosso e gustoso. Fortunatamente la biologia e la storia sono più spietate degli uomini e delle loro società.
à la prochaine.
PS: tutti i riferimenti in questo testo, dedicato a chi lo comprende perché se ne sente colpito o coinvolto, sono assolutamente voluti e non casuali. Nessuno dei riferimenti è inventato o non corrispondente al vero. Il gruppo baci (il gruppo "istituzionale" del fu LSOA Deposito Bulk), il gruppo bici (il gruppo "antagonista" del fu LOA/reload), fragola (pergola move), i soldi (i gettoni presi per aus, ultima delle occupazioni scaturite dal secondo sgombero di metropolix, per garigliano, e questo gennaio per abbandonare lo spazio di via niccolini 36, zona cimitero monumentale), la lottizzazione (pergola verrà acquistata dividendola in lotti che saranno comprati da chiunque, individuo in cerca di casa o progetto con disponibilità economica, se lo possa permettere e faccia parte dell'attuale assemblea di gestione, un misto di bulk, gruppo storico di pergola, parassiti e opportunisti vari, con una frazione infinitesimale di illusi che si stanno lasciando usare come copertina patinata), il peccato originale (da quando il disciolto gruppo reload ha abbandonato il progetto pergola, in particolare da quando i cattivi di reload, tra cui il sottoscritto, se ne sono andati, il nuovo gruppo di pergola, composto da alcune persone che l'hanno occupata nel 90-91 e dai bulkaniani residui, ha senza fiatare accettato 10mila euro dal bulk per saldare i debiti che non si era capaci di saldare con una progettazione dello spazio che coinvolgesse chi aveva idee e non chi aveva interessi da saldare; e questo è stato solo l'ultimo atto di una restaurazione senza prospettive, attuato con cinismo da chi negli ultimi tre anni non ha saputo dare un briciolo di contributo serio al progetto), il riciclo dei progetti (il progetto pergola move non esiste piu', e nessuno in tre anni ha voluto costruire le condizioni per comprare pergola con dignita' e senza lasciare carta bianca ai piccoli tornaconti individuali o collettivi; il progetto postello è stato chiuso a settembre, e ha riaperto senza alcuna prospettiva e con un atteggiamento che è difficile descrivere se non come parassitario e volgare, oltre che privo di qualsiasi capacità effettiva di realizzare una dimensione politica), l'assenza di dignità e i voltafaccia che hanno caratterizzato l'ultimo anno (non ultimo il fatto che praticamente nessuno degli attuali "protagonisti" degli ultimi mesi di pergola abbia mosso un dito mentre 25 persone erano in carcere, 5 dei quali protagonisti quotidiani del progetto di pergola fino all'11 marzo), sono tutti
tristemente veri.
E' difficile raccontarli colmo di rabbia e di sdegno. E' difficile capirli per chi non ha visto giorno dopo giorno quei micropassaggi che hanno trasformato un progetto spazioso e vitale, in un coacervo di interessi a noleggio. Un giorno spero di avere il tempo di raccontare anche le fasi in cui i protagonisti di questa sordida storia nera, erano persone incredibili con cui costruire sogni in una città grigia come Milano.