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Archivio per la categoria ‘spalti e madonne’

Inter in Wonderland: non tutte le domeniche escono col buco (per fortuna!)

27 Settembre 2009 3 commenti

 

I giocatori e i dirigenti di uno sport che con il calcio non c’entra un cazzo, il ciclismo, cercano di beffare l’Inter con un trucco antico: non rizollano il campo e lo trasformano in un gruviera verde. Per giocare peggio si potevva solo sostituire il pallone con la strumpallazza. E su uno di questi buchi inciamperanno Santon, Mannini e Pazzini nell’occasione del fortuito e definitivo vantaggio ciclistico.
Ma non sono gli unici buchi del weekend. Il primo buco è l’attitudine dei ragazzi nerazzurri in campo: molli, poco concentrati e con zero cattiveria. Mourlino schiera un 4-3-3 che avrei schierato pure io, ma senza la dovuta aggressività non morde. Infatti in un tempo c’è un solo tiro in porta parato e sulla cui ribattuta Supermario si addormenta mancano il rimpallo vincente. Tra i più irritanti certamente il Colosso che pare dominato da un attacco di diarrea. Il secondo buco è nel cervello di Mourlino: sostituisce un Barbalbero che non ne ha più con il Drago. Perfetto. Poi toglie il migliore in campo –  Supermario – per schierare l’Uomo di Cristallo a centrocampo abbassando ulteriormente il baricentro della squadra dei nostri eroi. Vincere schierando quattro terzini in campo è un’impresa degna di Mourlino, ma non gli riesce. Da un pasticcio del Bambino d’Oro a disagio con la strumpallazza nel tentare lo scambio con l’Uomo di Cristallo i ciclisti svirgolano due volte piazzando il colpo vincente. Quando il terzo cambio è la Trivella al posto del Muro, in una partita in cui i buchi sono strategicamente associati agli avversari, la voglia di spegnere il televisore è stata fortissima, quasi irrestitibile.
Alla fine la partita si risolve in un buco per i nerazzurri, che hanno nonostante questo il buco di culo di vedere lo scandaloso Bologna portare via due punti ai gobbi (grazie Ada, ci abbiamo sempre creduto!). Buchi per buchi, va bene anche così, ma per andare avanti nel Campionato dovremo fare molto di più di così. Basta buchi e muovere le gambe.

 

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Inter in Wonderland: schiacci il tasto ed esci lo sfaccimm’

24 Settembre 2009 7 commenti

 

Primo turno infrasettimanale: i nostri eroi attendono al varco la grande famiglia dei Merola. Minuto due: primo calcio d’angolo per noi, feroci, la palla arriva in mezzo all’area piccola, e i partenopei si mettono a recitare un bel melodramma a più parti. Dopo 30 secondi di sceneggiata, il Leone d’Ebano guarda tutti stupefatto e sembra dire "se non la vuole nessuno, la palla la prendo io"; e con un bel colpo di nerchia la butta in fondo al sacco. Voi dite che non era l’attributo maschile di Samuelito? Vi sbagliate, fidatevi di me. E in ogni caso era certamente equivalente!
Minuto cinque: lancio perfetto, il Principe controlla, aspetta che Merola numero uno si sieda, quando non si siede con freddezza glaciale la rimette in fondo al sacco. Due a zero. Palla al centro. Tutto facile, di fronte agli inesistenti undici Merolas. Seguono venticinque minuti di pallonate contro un’unica porta.
Minuto trentadue: altro calcio d’angolo, in mezzo ai partenopei impegnati in un litigio per questioni di corna, svetta l’Orco e trapana il Merola numero uno. Tre a zero. Poi piccola deconcentrazione e gol omaggio a Merola fernet branca e coca Lavezzi, che timbra il cartellino a San Siro.
Il secondo tempo è pura formalità. Quasi quasi non mi diverto neanche a raccontare il tutto. Il centrocampo si mantiene compatto, i difensori non sbavano più di tanto, i due punteri si fanno un culo a capanna e si vede. Ora forza grifone, non fare il Balordo 🙂
 

 

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Inter in Wonderland: operazione piombo fuso

20 Settembre 2009 2 commenti

 

Con poco più di 72 ore di riposo dalla prestazione sulle barricate milanesi gli uomini del Mago Mourlino si recano in visita ai Troll dell’Isola dalle Acque Verdi. Nome molto poetico, meno poetico è quello che aspetta i nostri eroi in nerazzurro. Allo stadio dedicato a un santo che nessuno sa che cazzo abbia fatto il campo è inondato di piombo fuso e i ragazzi dopo essere entrati sul terreno di gioco prima del riscaldamento per saggiarne la consistenza si ritrovano le gambe avvolte in simpatici gambali di metallo. Si mette male, ma si deve giocare.
Il primo tempo non c’è storia: i nerazzurri corrono a metà della velocità e non vedono la biglia. I troll sono immuni al calore e tanto per andare sul sicuro si sono cosparsi da capo a zampe di bitume. Impossibile fermarli un po’ per la scivolosità un po’ per la differenza di velocità. Nella confusione il Colosso si appoggia a uno dei troll per riposarsi un attimo e quello infido come una muta di serpi (sull’Isola i rettili si muovono in branco, a differenza delle nostre latitudini) si butta a terra. L’arbitro Orsetto non aspetta altro e fischia il calcio di rigore: i nostri eroi in svantaggio anche nel punteggio oltre che nella situazione lievemente condizionante di non essere in grado di resistere al calore lavico che attanaglia il campo. Orsetto non demorde e distribuisce cartellini a caso: gente che li merita non viene manco guardata di striscio, gente che stava parlando con i tifosi viene ammonita e minacciata di espulsione. Forse nel cocktail prepartita hanno esagerato con l’lsd.
I nostri eroi rientrano in campo più determinati: dentro Supermario e la Statua di Sale, fuori il nostro metronomo e un Bambino d’Oro misto Piombo. L’alchimia non perdona: diavolo di un Mourlino! Il sale dell’involucro di tiago motta lentamente abbassa la temperatura del terreno e il Sant’Elia diventa una specie di deserto lunare tagliente e dalla superficie irregolare. Dopo due fiammate sulle ultime pozze di metallo incandescente i troll subiscono finalmente gli scatti dei nerazzurri liberati: il Principe non perdona per ben due volte e i ragazzi festeggiano il vantaggio. Orsetto non gradisce e il nervoso accentua ancora di più gli effetti di distorsione dell’lsd sui suoi sensi. Non si capisce come Astori finisca la partita in campo. Ma non c’è tempo per pensare, perché Orsetto capisce che deve fare qualcosa di più: espelle Mourlino lasciando tutto in mano all’Apprendista Stregone Baresi (che prende dal Mago il notes senza guardarlo negli occhi per non confessare di non aver studiato l’alfabeto magico).
Il terreno mano a mano che passa il tempo si fa sempre meno regolare e i nostri non riescono a fare 5 passaggi di fila: l’ossigeno fatica ad arrivare al cervello e calcolare le traiettorie degli spunzoni di metallo è veramente difficile. Sbagliamo qualche occasione, ma anche i troll, non più aiutati dal campo amico sparano su Crystal e su Plutone due gol fatti. E non solo in campo i cervelli sono in debito d’ossigeno, dato che agli ennesimi ululati contro Supermario i commentatori si sbilanciano fino a dire che si tratta di un "gesto discutibile", anche se le norme federali sancirebbero quantomeno la squalifica del campo, se non una interruzione della partita (almeno l’UEFA dice così). Ma si vede che insultare il suocero morto di un calciatore italiano è più terribile che ululare cori razzisti nei confronti di un altro calciatore italiano, però negro. Chi lo sa. Misteri della fede.
Finisce con una vittoria immeritata dei nerazzurri, che però vale 3 punti anche se non sembra. Forse un pareggio sarebbe stato più giusto, ma nella guerra della Serie di Oz non c’è spazio per le recriminazioni. E tra 72 ore c’è da tornare sul campo a San Siro. Forza ragazzi. Mourlino ammazzali tutti (se lo dice quel nano orrendo di Brunetta posso dirlo pure io).

 

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La Lega dei Citroni: stupido è chi lo stupido fa

17 Settembre 2009 Commenti chiusi

 


La Lega dei Citroni è una competizione che mette di fronte le migliori squadre dei campionati di tutta Europa. Stasera era la volta dei precedenti vincitori del trofeo e dominatori della Lingua – un torneo in cui le squadre si distinguono per la lingua dei propri sostenitori più che per le casacche o i colori sociali – contro i detentori del titolo della Serie di Oz. Mourlino non è stupido e capisce subito che la Barca schiera degli alieni – cosa non prevista dal regolamento: si distinguono per la scarsa statura e per la presenza di colla e magneti subdermici nei piedi che calamitano ogni pallone e ogni rimpallo. Il centrocampo migliore del mondo non è un’eufemismo e avere un nanetto a cui non si può togliere il pallone neanche con un Gatling fa decisamente la differenza. Allora non si può scherzare: Mourlino dice ai ragazzi in nerazzurro che devono contenere la squadra avversaria, non concedere nulla in difesa e puntare alle penetrazioni centrali del Leone e del Principe. I primi 45 minuti dicono 20 minuti di studio reciproco, 15 minuti di grandi azioni nerazzurre, 10 minuti finali di assedio del Barca, in cui l’odore delle mutande sporche di tutto lo stadio si sente più o meno fino alla Valtellina. I secondi 45 minuti i ragazzi di Mourlino calano fisicamente e gli alieni prendono il sopravvento, ma l’Orco e il Muro non mollano un centimetro, aiutati dall’Uomo di Cristallo e dal Colosso, oltre che da chi ha ancora fiato a centrocampo. Gli ultimi venti minuti apnea totale e altre folate di merda si levano da tutto lo stadio, ma alla fine si porta a casa un pareggio a reti inviolate su cui si può costruire molto. In futuro. Con la speranza che finalmente l’Inter diventi grande e non conosca più il vitello.
 

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Inter in Wonderland: l’asse dei formaggini

13 Settembre 2009 2 commenti

 

Quando mio padre mi diceva: "se non stiamo attenti finiamo sull’asse dei formaggini"; io non capivo che cazzo voleva dire. Oggi l’ho capito: la fine che hanno fatto la bella copia del grana padano (sì sì sono proprio offensivo!) è veramente triste. Neanche un tiro in porta della nazionale casearia, due pere e a casa, con tanti saluti al contadino.
I nerazzurri entrano in campo con il rombo: Barbalbero regista basso, la Statua di Sale (ritornata nel bozzolo dopo la scorsa partita) e Superman a fare gioco, l’Olandesina vola come al solito. Davanti il Principe e il Leone. Dietro il Bambino d’Oro, l’Orco, il Muro, il Colosso. Si sa che i formaggini sono molli e appiccicosi come poche altre cose: quando colpiscono il pallone, quello s’azzecca e prende traiettorie assurde, e i rimasugli che rimangono sulla sfera impediscono ai nostri eroi di giocare alla pari. Svirgolate, calci sbilenchi all’ultimo istante.
Nonostante il ritmo lento dovuto al paciugo latticino sul campo i nerazzurri producono fior fior di occasioni, mancando sempre la stoccata.
Nel secondo tempo si cambia: Mourlino passa al 4-3-3 sostituendo la Statua di Sale Thiago Motta (speriamo che rompano il guscio prima di mercoledì) con Supermario. E si cambia registro: inanelliamo occasioni da gol, ma la palla non entra. Dentro Calimero Muntari al posto di Barbalbero, e ci si muove di più. Fino a che il Leone si inventa l’impossibile e in mezzo centimetro quadrato si gira, calcia un missile a scendere all’incrocio dei pali. Lo stadio esplode reclamando la propria porzione di formaggio. Dopo si tracima: il Principe riesce a marcare e anche Supermario meriterebbe il gol, ma messo due volte davanti al portiere dai compagni non trova il colpo giusto.
Finisce con il risultato giusto e con i protagonisti giusti sull’asse dei formaggini.

 

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Quel che resta del giorno

4 Settembre 2009 1 commento

 

 

 

In un calcio fatto di troppi soldi, di maroni e tessere dei tifosi, di gente senza meriti che apre la bocca senza che nessuno abbia la decenza di dire nulla, di maneggi e magheggi, di poco cuore e troppo portafoglio, in un epoca fatta di poco orgoglio e nessuna dignità, quello che più ci manca sono gli eroi, i miti, o forse le persone che avevano il coraggio di essere uomini e donne. 

 

 

 

Inter in Wonderland: parola d’ordine, marmellata!

30 Agosto 2009 3 commenti

 

il mago mourlino Dopo la deludente sconfitta con gli Scrondi del Tavoliere, il Mago Mourlino si trova ad affrontare, solo 7 giorni dopo l’inizio della Serie di Oz, la rappresentativa del Re della Terra dei Cachi, reduce da una gloriosa vittoria contro i Surrogati di Zebra del Siena. Molte sono le incognite, ma Mourlino non si scoraggia: l’Olandesina Volante è atterrata a Milano da meno di 24 ore, ma il mister sa che può fidarsi di lui. Penso che nessuno possa smentirlo dopo le quattro pere rifilate giocando mezzo tempo della partita.
Appena scesi in campo proprio lei grida: "ragazzi marmellata!". Tutti si guardano interrogativi e per 20 minuti provano a interpretare al meglio le sue parole, per senso di ospitalità (alla fine è l’ultimo arrivato, è bello farlo sentire a suo agio): il Muro e l’Orco si spiaccicano l’uno contro l’altro rischiando di fare una frittata più volte; il Colosso si fa fregare la palla invocando un fallo inesistente, ma grazie alle sceneggiate napoletano che mette in campo sente smuoversi nelle viscere la fagiolata che soffocava l’alcool ingerito ieri notte, carburante essenziale del nostro terzino preferito. I Cachi capiscono l’antifona e provano a farsi regalare un rigore cadendo come delle pere in piena area, ma l’arbitro si ricorda che per chi è vestito di rossonero vale l’amnistia di almeno un paio di gialli a partita.
Il primo a capire che cazzo sta dicendo l’Olandesina è la Statua di Sale: infatti "jam" è la parola segreta per schiudere l’involucro cristallizzato che lo tiene prigioniero e liberare la vera anima di Thiago Motta: Gozer il Gozeriano. Minuto 25: Maicon-Zanetti-Motta-Eto’o-Milito-Motta, sinistro a girare, golasso che neanche alla playstation. A questo punto tutti capiscono cosa devono fare: marmellata di cachi! Schiacciare i fottuti rappresentanti del Re in un barattolo sotto vuoto con aggiunta di acqua e zucchero! Dieci minuti e il Colosso, rinfrancato dalla cajassa emersa dalle sue viscere lancia il Leone del Camerun verso la porta; il Ringhio rossonero si appende come una scimmia al nostro puntero e lo abbatte, ma Rizzoli pur decretando il rigore decide che non è un fallo da ultimo uomo, nel senso che c’erano ancora il portiere e il guardalinee, e quindi estrae solo il cartellino giallo. Misteri della fede. In compenso il Principe segna dal dischetto senza guardare il portiere (d’altronde che gusto c’è a guardare in faccia un caco con i capelli lunghi?), e Ringhio chiede il cambio, ma stringe i denti attendendo il riscaldamento del Lumacone (Rosso)Nero Clarence. Peccato che stringe troppo i denti e quando l’Olandesina gli fa scomparire il pallone impazzisce e lo falcidia: secondo giallo e tanti saluti. Il Colosso sfrutta l’alcol brasilero per distruggere i Rossoneri con una calvalcata da valchiria fino a mettere il terzo gol nel sacco. Il resto della partita è accademia: il Drago mette il turbo e scarica una botta da fuori per lo 0-4, e siccome siamo misericordiosi evitiamo di rendere la pariglia di un antico e infamante 6-0, ormai perso nelle nebbie del tempo. E vi abbiamo risparmiato di raccontare gli altri 10 tiri in porta e svariati tiri fuori che hanno portato a un tabellino che non ricordavamo dai tempi di Inter-Caltanissetta di Coppa Italia del 1989.
Era difficile prevedere una colata di asfalto del genere sopra una squadra tanto pompata mediaticamente, ma è proprio il caso di ricordare che solo i migliori adorano l’odore del napalm dopo la tempesta. E se distruggere i Paladini del Re giocando seriamente solo 20 minuti non è napalm e tempesta insieme, ditemi voi come lo vogliamo chiamare?

PS: ci fermiamo due settimane per le partite di quelle strane cose denominate partite tra Rappresentative di Stati Nazione, anche se da questa parte del tunnel, nella Terra dei Cachi, non si capisce bene che cosa sia uno Stato, né tanto meno Rappresentarlo.
 

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Inter in Wonderland: il Polase è un’arma a doppio taglio

23 Agosto 2009 8 commenti

 

C’era una volta un allenatore portoghese dal taglio di capelli proteiforme al comando di una squadra di creature, mostri, eroi ed antieroi come non si conosceva da tempo. Durante una lunga estate calda, al volgere di un decennio, questo lusitano accompagnò i propri protetti in gita in riva al Fiume Giallo, con la speranza di tornare in patria con l’ennesimo tesoro, sfumato davanti agli occhi di tutti proprio quando sembrava cosa fatta. Al ritorno dal Regno di Mezzo, Mourlino stava scrutando l’orizzonte senza posa, come sua imperitura abitudine, ed ecco apparirgli come in un sogno una coniglietta chinaa (sing. masc. chinao, pl. chinai/chinae) madida di sudore e con il lascivo sguardo di chi ha bisogno di essere aiutata. Seguito dai propri fedelissimi il nostro protagonista si incamminò in una galleria scavata nella terra soffice al di sotto della Capitale, per chilometri e chilometri, sotto la Città Proibita, sotto le Grandi Montagne, attraverso la Grande Madre Agarthi, fino a sbucare senza aver neanche sfiorato un pelo della coniglietta (dannazione!), bello bello come il sole dell’Algarve, spazzolandosi un granello di polvere dalla spallina della giacca, sui prati di una  Pinetina che non era proprio la Pinetina che conosciamo, in una Appiano Gentile che non era proprio identica all’Appiano Gentile a cui siamo abituati. Qualcosa era cambiato. Sapeva di non essere proprio sulla stessa Terra che aveva conosciuto e che stava per cominciare un’avventura che si sarebbe raccontata per molti anni a venire. O forse no. L’intento del vostro umile autore è quello di raccontare le vicende di Mourlino, il Principe dei Mostri Nerazzurri, nella Terra dei Cachi (nell’apocrifo predatato di Lewis Carroll si chiama Paese delle Meraviglie, ma il ragazzo era un inguaribile ottimista, nda) ed in particolare nel Campionato più sparagnino del mondo, la Serie di Oz.

Il primo impegno è quello con gli Scrondi del Tavoliere, una compagine di nani da giardino vestiti di rossobianco la cui principale caratteristica è quella di non avere qualità alcuna. Il Mago Mourlino è sempre stato famoso per la sua generosità e complice il caldo decide di non aver bisogno del primo tempo: i suoi ragazzi e gli scrondi si siedono a tavola con il Cappellaio Matto e cominciano a sorseggiare delle spume al grido di "Un buon non campionato, a te? A me! Un buon non campionato, a me? A te!". L’unico che si aggira con sguardo interrogativo è Barbalbero con il numero 14 sulla schiena: infatti in un paio di occasioni passa la palla agli avversari ignaro della pastetta che si stava consumando. La curva nerazzurra scandisce un solo grido per 45 minuti: "Po-la-se! Po-la-se!", ma il resto dello stadio non sa chi cazzo sia questo Polase e quindi rimane muta. Non si capisce se per questo o per la geniale novità dei tifosi ospiti al terzo anello che mi gridano nelle orecchie io non sento un cazzo e sono irritato come quando trovi una merda sul materasso prima di andare a dormire dalle grida dei sostenitori scrondici. Mourlino sembra stancarsi della pastetta, riconosce di non aver capito un cazzo e soppianta Calimero Muntari in crisi di zuccheri per il Ramadan con Supermario SOS, passando a un più interessante 4-3-3 e riscattando la prestazione dell’Ent.
Il Cappellaio Matto capisce perfettamente il grido sommesso dello stadio e nell’intervallo versa abbondanti dosi del medicinale nelle spume dei giocatori di entrambe le squadre, ignaro però dell’effetto che la sostanza ha su Mourlino, pari pari a quella dell’LSD. Infatti rientriamo in campo senza Barbalbero e con La Trivella Semipodale in un 4-2-4 che per 45 minuti non si vedeva dai tempi di Fossati nei primi del Novecento dove la tattica non si sapeva neanche dove stesse di casa. Il risultato è ottimale: 6 giocatori nella nostra metà campo e 4 in quella degli Scrondi che appena prendono la palla si lanciano come gazzelle nane nella prateria della nostra assenza. Nonostante tutto questo Il Principe si procura un sacrosanto rigore che Il Leone trasforma senza esitazioni, come invece non fa dieci-quindici minuti dopo. Dal settantesimo in poi le praterie si trasformano in interi continenti e prima o poi la frittata è destinata ad accadere con un liscio clamoroso dell’Orco Lucio e una diagonale fatta come la farei io giocando a baseball di Speedy Ritardo Cordoba. Pareggio. Rabbia. Aumentata dal fatto che la Trivella Semipodale e Supermario cominciano a fare giochetti inutili perdendo quintali di palloni, mentre il Drago Stankovic e la Statua di Sale si affannano alla ricerca del Polase che ormai è scomparso dalle loro vene. Nel finale rischiamo di prendere anche un secondo fico offerto gentilmente dai contadini del Tavoliere: finisce 1-1 e cara grazia.

Scatta il mantra: nonfacciamodramminonfacciamodramminonfacciamodramminonfacciamodramminonfacciamodrammi… ma cazzo di budda, fanculo al mantra, erano solo  Scrondi, cazzo. Dovevamo solo rifilargliene quattro e basta. Se non vinci con questi nani da giardino hai perso, e basta, come dice il nostro saggio Maestro di Spada. Ci mancano più di un uomo in mezzo al campo. Da quattro anni. E gli unici a non accorgersene sono i mentori di Mourlino. Dopo questa grande partita d’esordio, guardo con molta fiducia al prossimo match della serie di Oz con la Nazionale della Terra dei Cachi. Che sia Crisi Inter non mi stupisco più, ma inizio già a rompermi le palle. Il vostro narratore colmo di pazienza.

 

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Sfiga Inter, Nuova Inter

8 Agosto 2009 3 commenti

 

Primo match ufficiale della stagione, primo post di commento/sfogo. Direttamente da Fethiye, Turchia, dove ho visto la partita in un ristorante nella zona pedonale commerciale: tutto bene fino a che non siamo stati raggiunti da una comitiva di romani con dieci bambini tutti laziali. Appena si sono seduti, gol di rimpallo sulla faccia da culo di Matuzalem. Cinque minuti, raddoppio di Rocchi tenuto in gioco da un errore posissiunale di Chivu. I bimbi esultano e iniziano a scoattare. Io mi innervosisco e li zittisco. Litigo con i genitori. Poi mi calmo, chiarisco, noi segnamo, ma non basta. Sfiga.

Mourinho non stupisce nessuno: in campo tutti i nuovi acquisti. Rombo con Stankovic trequartista. Poi 4-3-3 con Mario e un lenterrimo Vieira. Negli ultimi dieci minuti 4-2-4 alla disperata (per mandare in campo King David lo devi essere veramente). Io pensavo molto peggio. La Lazio fa due tiri in porta e due gol, noi ottanta e un gol. E, grande novita’, lanci lunghi solo dal 80esimo quando si tenta il tutto per tutto. La condizione e’ ancora appesantita, ma giochiamo a calcio, un po’ lentamente a dire il vero, ma almeno a calcio. Dal punto di vista tattico-tecnico non sono insoddisfatto, tutt’altro, pero’ perdere e vedere la Lazio con piu’ tituli di noi mi fa girare il cazzo a paletta. Mi dico che succede, ma mi incazzo comunque. 

E’ palese che in mezzo al campo ci manchi ancora fosforo e che nessuno in rosa abbia la qualita’ per fare l’uomo che serve le punte, ma e’ altrettanto chiaro che i giocatori che abbiamo preso ci faranno godere: eto’o ha una velocita’ di esecuzione impressionante, e una determinazione incredibile. Sbaglia un gol che non ha mai sbagliato in carriera, ma ne mette un altro in grande stile e quasi pareggia con una punizione che non ci fara’ rimpiangere quelle di Mario, che invece mi pare deambulare un po’ in scazzo feroce. Lucio grande personalita’ e finalmente qualcuno che fara’ cagare addosso gli avversari ad ogni calcio d’angolo. Milito si intende perfettamente con il camerunense e questo in una settimana e’ gia’ un risultato incredibile. Motta e’ quello che mi ha convinto meno, ma ampiamente sopra la sufficienza. Gli altri interpreti gia’ li conosciamo e alcuni non vorremmo vederli in campo, ma tant’e’. Speriamo i dirigenti sappiano che un uomo che sappia inventare calcio in mezzo (o trequartista o regista puro vedano loro con Mou) ci serve come  il pane per completare l’opera. 

Vera nota stonata (oltre alla sconfitta) Cruz che entra, calpesta Maicon e quasi gli mette le mani in faccia. Io voglio ricordarmi un altro Jardinero. Ti prego, non ti coattizzare in biancoceleste. Ora torno alle mie vacanze, un po’ deluso dal risultato, ma abbastanza soddisfatto e con una voglia incredibile di vedere dal vivo i ragazzi. Per le notizie dalla Turchia dovrete aspettare che io rientri, che non mi va molto di stare al computer in questi giorni 🙂

PS: non ho ancora deciso con ppn se rifare i commenti alle partite oppure lasciarlo cosi’. Per ora concludiamo l’anno calcistico con questa sfigata supercoppa. Fanculo.

 

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Bella vita!

31 Maggio 2009 1 commento

 

Quattro anni, quattro scudetti, coppe, coppette, nemici in B o in purgatorio. Che dire? Bella vita!
Oggi concludiamo un gran campionato con una rimonta di nervi, con le squadre in vacanza. Festeggiamo, ci rallegriamo e guardiamo per una volta con gioia al futuro. Oggi è stata l’ultima partita di Figo, l’ultima di Crespo, l’ultima di Cruz, grandi campioni che rimarranno nella storia della Beneamata e nel cuore di noi tifosi. Grazie per un altro titulo.

Sarà capitato anche a voi di avere un sogno nel cuore! Sarà capitato anche a voi, nerazzurri alé, nerazzurri alé, nerazzurri alé!
 

PS: adesso terrà banco il calciomercato. Io mi auguro che sia breve, intenso e soddisfacente. Lasciate perdere le battute, grazie. Per chi non lo sapesse con i soldi i mal di pancia passano: o a chi ce li ha o a chi riceve i soldi 🙂

ciauz

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