La verità è che l’Inter non gioca contro squadre di questo calibro se non una volta ogni due anni. E si vede. Il Manchester è certamente la squadra più forte in questo momento in circolazione, completa in ogni reparto, anche con le seconde linee, e con una qualità in attacco da fare invidia a qualsiasi altro team, forse anche di altri sport. Se a questi dati di fatto ne sommiamo un altro, ovvero che la musichetta della Champions equivale per la maggior parte dei nerazzurri all’Inno del Corpo Sciolto, è facile capire come il primo tempo si sia speso a cercare del Loperamide per arginare le scariche di diarrea in campo. Perdonate se parlo francese. In compenso va fatto notare come gli unici che si sono sottratti alla solita cacarella collettiva durata per fortuna 45 minuti siano stati Davide Santon, all’esordio nella competizione a soli 18 anni con un avversario di fronte come il Pallone d’Oro in carica Cristiano Ronaldo, e Julio Cesar, che con la prestazione di oggi si qualifica come il miglior portiere al mondo in questo momento. Senza discussioni tra l’altro.
In ogni caso se prima della gara mi avessero chiesto di firmare alla cieca per un risultato, lo 0-0 sarebbe stata la mia sottoscrizione, anche meglio di risultati come vantaggi con minimo margine, tipo 3-2 o 2-1: è un risultato che ci costringe a giocarcela all’Old Trafford ma da una posizione di forza, quello di chi non deve fare la partita. Vedremo se sapremo sfruttarlo a dovere.
Il primo tempo in ogni caso è presto raccontato: Inter in cacarella perpetua, Manchester in difficoltà ogni volta che acceleriamo, ma incapacità di sfruttare questo evidente timore difensivo; viceversa pericoli per Julio ogni volta che gli attaccanti del Manchester scendono. Il nostro centrocampo passa 40 minuti in stato confusionale, con Zanetti piantato come un palo in terra che abbandona Maicon alla necessità di scavalcare tre giocatori per fare qualsiasi puntata, Muntari unico a muoversi e in grado di ricevere i passaggi in profondità ma incapace totalmente di fare un passaggio in tutta la partita o un appoggio, Stankovic vittima del solito vitello. Unico superstite all’altezza: Cambiasso. Mourinho vince alcune scommesse: Santon supremo. Ne perde altre: Rivas fa cagare e rischia di farmi perdere svariate decine di anni di vita. Ferguson vince alcune scommesse: Park come tappo a uomo su Maicon ci priva di soluzioni offensive importanti. Ne perde altre: Cristiano Ronaldo viene marcato da un 18enne senza paura. Pareggi: la difesa del Manchester traballa di brutto, ma l’Inter non se ne accorge per 45 minuti. Quando lo fa abbiamo sprecato un tempo.
Nel secondo tempo l’Inter entra finalmente con un piglio diverso e solo la sfiga ci nega un gol. In compenso Julio Cesar ci permette di chiudere con un pareggio a reti inviolate prezioso per noi, più che per loro. Giochiamo meglio, Cordoba pur essendo una sciagura aiuta a tenere corta la squadra, Stankovic si sveglia e finalmente piovono palloni in area. Rimane il fatto che gli attaccanti giocano troppo soli, e come diceva mia nonna se non tiri mai in porta non puoi fare gol.
Tornando ai protagonisti, nel dettaglio: Julio Cesar è certamente il migliore in campo, nel primo tempo compie quattro miracoli, nel secondo tempo altri due, tra cui un salvataggio di piede su una cappella di Cordoba che lo eleva a fratello maggiore di gesù. Maicon non può muoversi dalla parte bassa del campo nel primo tempo, tappato dalla marcatura a uomo di Park e dai raddoppi di Evra e uno dei centrocampisti del ManUTD. Santon non ha paura: a 18 anni questo per me vale lo scongelamento di un primo pezzetto della maglia numero 3. Chivu non è una mente alveare come Samuel, e si vede, recuperare l’argentino è una necessità per il ritorno. Rivas e Cordoba sono due centrali ormai di riserva, in grado di dare il meglio solo con di fianco un difensore vero. Il primo nonostante la grinta non vale un posto da extracomunitario in rosa, il secondo fortunatamente ha i suoi anni e dovrà lasciare il posto ad altri, anche se l’ho invocato a gran voce nell’intervallo.
A centrocampo: stato confusionale per un tempo. Muntari inguardabile ma insostituibile, un dilemma amletico impossibile: l’unico che si muove e riesce a ricevere i passaggi in profondità, non sa come fare un appoggio che anche io sarei in grado di realizzare. Stankovic superato il vitello si somma a Cambiasso nell’argine di centrocampo e nel pressing sul primo portatore di palla. Zanetti invece soffre la partita e non aiuta abbastanza Maicon, con una prestazione più anonima di quello che merita.
Davanti: Adriano è inguardabile di nuovo, che tristezza; Ibra si nasconde un po’ ma è veramente solo e forse è un po’ ingeneroso dargli la croce in spalla; Mario entra ma è ancora un corpo estraneo; Cruz è un giocatore che in Champions non si può vedere in campo, mi spiace Jardinero.
Concludendo: il pareggio ci sta, e ripeto che lo avrei firmato a occhi chiusi prima dell’inizio della gara. Un po’ di rammarico c’è perché era una gara che potevamo vincere (ma anche perdere). La vera speranza è che una gara positiva con la squadra più in forma del mondo al momento aiuti finalmente i nostri ragazzi a superare il complesso di inferiorità che li schiaccia quando parte la musichina infernale. Piantiamola di cacarci addosso e andiamo a giocarcela. Questo risultato inoltre ci mette in condizione di rimettere la testa sul campionato senza patemi.
Nota a margine sulle misure di sicurezza e le famiglie allo stadio
Arriviamo allo stadio con i nostri regolari biglietti acquistati il primo giorno di prelazione. Il prefiltraggio non esiste: sarei potuto essere Bin Laden ed entrare senza colpo ferire. Arrivo al tornello: infilo il biglietto e passo. Dietro di me c’è blanca, infila il biglietto e gli da "doppio ingresso", come se non fosse valido. Di fianco a lei un ragazzo è nella stessa situazione, e anche un signore che è riuscito a passare con il primo figlio, ma ha visto bloccare fuori l’altro bambino.
Chiamiamo i responsabili per far vedere che i tagliando sono corretti e che blanca e gli altri possono entrare. Nessuno ai tornelli malfunzionanti ha un badge per far scattare il meccanismo in caso di problemi. Ti mandano all’ingresso 7, quello dei giornalisti. Blanca ci va, il bambino dodicenne del signore chissà che destino ha avuto. Alla faccia delle famiglie.
Blanca arriva all’ingresso 7, e deve litigare con due persone prima di far notare che in effetti lei è proprio lei e il biglietto è proprio suo. La fanno entrare, ma per arrivare al suo ingresso deve fare il giro di tutto lo stadio. Arriva però dalla parte sbagliata, serrata dalle transenne per il settore ospiti. Blanca – chi la conosce lo sa – non è proprio Hulk, quindi sentirsi rispondere da quattro stewart impettiti che di lì non si passa è veramente deprimente per lo stato psicologico in cui le persone versano. Godere di un piccolo potere è meschino. Rifà il giro e finalmente può salire, mandando a monte tutte le nostre scaramanzie. Bastardi.
Dulcis in fundo: i nostri amici al terzo rosso erano in compagnia di una fila intera di diffidati. Le misure di sicurezza evidentemente funzionano solo se non spacchi la faccia a chi ti rompe i coglioni. Buono a sapersi. Forse funzionava alla fin fine tutto meglio quando non c’erano biglietti nominali e posti numerati: vigeva il vecchio buon senso e la gente non si odiava così tanto.